Storie originali > Poesia
Ricorda la storia  |      
Autore: Rety    31/12/2013    0 recensioni
Una sorta di lettera ma in versi con il mittente e il destinatario che in parte coincidono, e tanto altro in mezzo, il consiglio della notte. A tratti una poesia d'amore, a tratti comico, a tratti introspettivo, è un caos. Il caos di me stesso, il caos di me che penso a te, il caos di me che penso a me, il caos caotico delle notti senza dormire, e dei rimpianti, e dei ricordi.
E questa descrizione è una cosa molto approssimativa, diversa dal contenuto effettivo del testo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Vorrei tanto scrivere una poesia 
Fatta di immagini in movimento,
Con il rumore dell'acqua
Che vola
Da un delfino felice.
Mi piacerebbe tanto, per una volta, scrivere
E non pensare a te 
Nemmeno in un verso.
Sarei molto felice un giorno
Se svegliandomi dalla realtà
Mi ritrovassi nel sogno,
Quello di ieri sera, 
O quello di qualche settimana fa,
Dove parlavamo,
Dove i nostri occhi si baciavano
Come fanno in quelle foto in bianco e nero
I bambini prematuri.
Vorrei tanto un foglio di vetro
Per scriverci con le dita nella doccia
Le mie poesie più belle,
O per disegnare le costellazioni
Nelle notti umide.
Mi piacerebbe tanto, per una volta, ridere
Di cuore, solo per farti piacere,
Solo per farti vedere
Che non sono bravo solo a parole.
Sarei molto felice se solo
Tu lo venissi a sapere, 
In qualche modo.
In una notte d'estate
Tramonterei il Sole 
Al polo nord
Se solo tu me lo domandassi sorridendo.

 
Vorrei tanto vivere in un aereo,
E viaggiare ininterrottamente
Con la faccia stampata sul finestrino,
Con i vetri appannati dal mio respiro.
Sarei molto felice in prosa
A raccontare storie inventate
O a raccontare la mia vita
A patto che nessuno se ne accorga,
Nessuno al di fuori di te.
Mi piacerebbe tanto scrivere
Canzoni che non canteremo mai
Perché avremo troppo sonno per dormire.
Vorrei tanto lamentarmi di meno e vivere
Ed essere più particolare 
Quando descrivo le cose,
Senza invocare nessuno,
Né sentimenti né speranze.
Sarei molto felice, sebbene
Me ne pentirei subito dopo,
Se tu mi baciassi sulle guance
Per sempre.
Mi piacerebbe tanto vedere
Una stella cadente che si rialza,
Una giovane coppia che si fidanza,
Una bimba che sbadiglia a un saggio di danza.
In un'ora del tuo tempo
Visiterei i tuoi sogni, senza neanche fare il biglietto,
Due volte,
Se solo tu m'implorassi di non farlo
Con occhi birichini,
All'alba di un nuovo anno.

Vorrei tanto sapere quando sarà l'ora
Di mettere a letto questa creatura,
Quest'opera diversa
Ma uguale a tutte le altre.
Sarei molto felice se una ad una
Le stelle mi elencassero 
I nomi di tutti gli spettatori precedenti,
O che magari mi descrivessero 
L'espressione del loro viso,
O le scanalature dell'iride.
Mi piacerebbe tanto che tu mi dica:
"Vattene, eremita. Vattene dalla tua vita."
E magari non riuscire a risponderti in tempo.
Vorrei tanto vedere i pianeti ad occhio nudo
Come fossi un libro di scienze
E morire di stenti a dicembre.
Sarei molto felice se amassi
Le traduzioni sonore dei passi
Che sento alla radio alla sera tardi,
Quando torni nella tua cameretta,
La stessa di quando avevi dieci anni,
Ti spogli di tutti i tuoi panni
E vai a dormire nuda.
Mi piacerebbe tanto vestire animale,
Tipo col polline dietro ai polpacci,
O indossare guanti senza falangi,
Ma poi sarebbe troppo sleale
Nei confronti di mia madre.
In una gelida sauna su Venere
Tornerei a scriverti parole tenere
Se solo me lo potessi permettere,
Se solo tu me ne dessi le lettere.

 
Vorrei tanto mangiare le sedie
Ed obbligarmi a fare più sport
Per bruciare le calorie ingerite
E anche perché comunque non avrei dove sedermi.
Sarei molto felice se solo potessi,
Il fatto è che vorrei, ma giuro, non posso,
Perché altrimenti penserei a te 
Di notte invece di darmi al sonno,
Cosa che faccio ugualmente
Scrivendo.
Mi piacerebbe tanto suonare la Luna 
Pizzicandone la superficie,
Avrebbe il suono della tua voce,
Che infatti non ricordo,
Perché permani
Altrove.
Vorrei tanto liberarmi dalle figure retoriche,
E liberarmi dalle domande retoriche,
E dalle persone retoriche.
Sarei molto felice se fossi me stesso,
Ma è brutto essere come me,
Che mi mancano le persone che non ho ancora avuto
Invece di sentire la mancanza di quelle che ho perso.
Mi piacerebbe tanto 
Tornare a gattonarti nel letto
E poi stringerti forte, 
Fino a non farci respirare.
In un ospitale quanto lontano 
Angolo eroico del mio destino
Farei tacere tutte le voci,
E farei strage degli orologi,
Se solo io ti potessi di nuovo
Spiegare le luci che vedi al tramonto,
Se solo tu mi potessi ancora
Con i tuoi occhi mostrare l'aurora.


 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Poesia / Vai alla pagina dell'autore: Rety