Fanfic su artisti musicali > VIXX
Ricorda la storia  |      
Autore: Love_My_Spotless_Mind    31/12/2013    1 recensioni
è l'ultimo giorno dell'anno ed N pensa che sarà costretto a trascorrerlo da solo, ma qualcuno potrebbe tornare e stravolgere i suoi programmi...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Leo, N
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il dormitorio era deserto, l’ultimo giorno dell’anno. Ravi aveva deciso di festeggiare con alcuni amici che non vedeva da parecchio, Ken, Hyuk, Leo e HongBin, invece, erano tornati a casa per festeggiare con le proprie famiglie.
Io non avevo avuto alcuna voglia di tornare a casa dei miei genitori, poiché ci eravamo visti spesso in quel periodo e, poi, ero troppo stanco per affrontare un altro viaggio. Avevo semplicemente voglia di non fare nulla di particolare. Avrei aspettato la mezzanotte e, con il fiato sospeso, avrei espresso i miei desideri per l’anno che stava arrivando.
Mi preparai un po’ di latte caldo e lo bevvi guardando la televisione. Il telegiornale elencava gli eventi importanti di quell’anno che stava giungendo al termine. Ricordavo ognuna di quelle notizie, almeno le più importanti, e mi fece una strana impressione pensare che fossero successe in un solo anno della mia vita.
“un altro anno sta volando via.” Pensai spegnendo il televisore “Non posso tenerlo stretto a me, non è vero?”
Avrei voluto avere altro tempo, un po’ per respirare e sentirmi più leggero. 365 giorni erano trascorsi ed io li avevo vissuti tutti quanti, senza saltarne nemmeno uno. Di quei 365, soltanto di pochi avrei conservato dei ricordi indelebili e gli altri sarebbero volati via. Mi chiesi che senso avesse il susseguirsi di migliaia di giorni, di decine di anni, se i ricordi che restavano erano così pochi e sbiaditi.
Sentivo di aver perso qualcosa di molto importante, di non aver dato un giusto senso a tutto quel tempo. Era come se dopo quel giorno non ne sarebbero venuti altri. Era una sensazione che mi faceva sentire profondamente sbagliato ed inutile.
Avevo trascorso innumerevoli ore a fare le prove, a lamentarmi perché volevo accadesse qualcosa di speciale che, nella maggior parte delle volte, non era accaduto. Avevo mangiato tantissimi pasti senza ricordare il sapore di ognuno di essi ed avevo visto tante cose che mi erano parse inutili ed insignificanti.
Quei pensieri erano decisamente troppo pesanti per un martedì mattina ma non potevo tenerli dentro. Loro avevano bisogno di essere pensati ed io non potevo sottrarmi.
Avevo visto passare ventiquattro anni, che sarebbero divenuti presto venticinque, ma non mi ero mai sentito così vuoto e sul punto di crollare. Stavo per ricominciare tutto d’accapo per la venticinquesima volta, senza poterne fare a meno. Avrei avuto nuove speranze, nuove promesse da fare a me e agli altri e molte di queste, probabilmente, non sarei riuscito a mantenerle. Ma le altre persone mi avrebbero ascoltato ugualmente e mi avrebbero creduto.
“Sto diventando davvero vecchio, prima non avrei mai fatto tutte queste storie per gli anni che passano.” Pensai mentre mi dirigevo verso il bagno.
Feci una doccia calda ed indossai una tuta pesante. Feci un po’ di allenamento nel salotto e ripetei qualche balletto. Quello era stato un anno importantissimo per i Vixx, eravamo cresciuti come gruppo, come artisti ed eravamo appena entrati nel vivo del nostro sogno.
Durante il tour mondiale avevo potuto conoscere tante persone e vedere tanti luoghi che mi erano rimasti nel cuore e che occupavano un posto speciale nelle mie memorie. Anche se non potevo ricordare il viso di tutte le mie fan, pensavo alle loro grida, ai loro sorrisi, alle loro lacrime di gioia. C’erano stati giorni così pesanti da farmi desiderare di restare semplicemente a dormire, ma ero stato ripagato.
Una scarica elettrica attraversò il mio corpo e mi sentii invaso da una nuova energia. Spensi la musica e bevvi una lattina fredda di coca cola.
Quell’anno mi sarebbe rimasto sulla pelle e lo avrei ricordato a distanza di molti altri anni. Io sarei cambiato sia interiormente che esteriormente, la mia metamorfosi non stava affatto finendo, anzi, ero in continuo cambiamento.
Guardai un film in televisione di cui non ricordo affatto la trama. Mi avvolsi con la coperta e mi sdraiai sul divano, come un normale ragazzo di ventiquattro anni, annoiato e stanco. Sentii un rumore e, quando mi voltai, vidi che la porta dell’ingresso era stata aperta. Entrò Leo con un paio di valigie, senza dirmi nulla.
Mi avvicinai a lui, sorpreso di vederlo tornare nel nostro dormitorio. Aveva un’espressione molto triste, doveva essere accaduto qualcosa di brutto con i suoi genitori, non gli chiesi nulla e lo aiutai a rientrare i bagagli. Era uscito quella mattina dicendo che sarebbe restato un paio di giorni a casa con le sue sorelle ed io ero davvero felice per lui, ma sembrava che i suoi piani non fossero andati come aveva previsto.
-Cosa è successo? – domandai senza riuscire a trattenermi.
Leo preferì non rispondermi subito. Prese una mela dal frigo e la addentò tranquillamente, come se la mia domanda non fosse mai stata pronunciata.
Lo ascoltai sgranocchiare la sua mela per un paio di minuti, sentendomi sempre più curioso.
-C’è stato un cambio di programma. – spiegò infine, gettando il torsolo nell’immondizia.
Sapevo esattamente cosa volesse intendere con “cambio di programma”. La famiglia di Leo non aveva mai approvato la sua carriera di cantante e continuavano ad ostacolarlo anche a distanza di un anno dal debutto. Il loro comportamento mi aveva sempre infastidito, ma a Leo non avevo mai detto nulla. Se non fossero stati così rigidi nei suoi confronti, anche il suo carattere ne avrebbe giovato, ne ero certo.
-Vuol dire che avete avuto una discussione? –
Leo bevve un sorso d’acqua e si accomodò sul divano.
-Devo proprio raccontarti tutto? –
Mi accomodai al suo fianco.
-Certo, voglio sapere. –
Leo si morse il labbro inferiore e guardò dritto di fronte a sé.
-Delle fan mi hanno seguito fino a casa dei miei genitori. Appena lo hanno scoperto si sono molto arrabbiati ed hanno voluto che tornassi indietro. –
-Hanno preferito che tu non passassi il capodanno con loro, pur di non avere scocciature? – chiesi infastidito.
Leo annuì, senza far traspirare le sue emozioni.
Al suo posto mi sarei infuriato con i miei genitori, ma Leo era diverso da me. Non era così impulsivo da inscenare una discussione infinita come avrei fatto io, aveva preferito tornarsene indietro, silenzioso ed amareggiato, senza fare nemmeno un cenno di protesta.  Chissà, magari era il suo il modo giusto di reagire alle situazioni. Probabilmente il suo modo di fare era quello giusto.
Restammo insieme a guardare la televisione, poi io iniziai a sistemare la mia stanza. Piegai i vestiti che si erano asciugati, li riposi nell’armadio, stirai, caricai un’altra lavatrice. Ero così intento nelle mie faccende da non accorgermi che Leo stava piangendo, seduto sul divano. Lo notai quando i suoi occhi erano ormai tutti arrossati e gonfi.
Senza pensarci su nemmeno una volta corsi verso di lui e lo abbracciai. Lui si abbandonò tra le mie braccia e continuò a singhiozzare senza riuscirsi  a trattenere. Io lo abbracciai forte. Non era mai avvenuto, in passato, che potessi tenerlo così stretto e che lui mi mostrasse completamente le sue emozioni.  Generalmente opponeva resistenza alle mie effusioni.
Gli accarezzai i capelli e gli sussurrai di calmarsi, lui cercò di respirare più lentamente e mi strinse.
-Non lasciarmi, Hakyeon. – balbettò ed io non riuscii a credere che fosse stato lui a dire quelle parole.
-Tranquillo Leo, sono qui. – bisbigliai.
Lasciò che lo accarezzassi ancora un po’, poi si divise dal mio abbraccio e restò con la testa bassa, per non mostrarmi il suo viso bagnato di lacrime. Lo osservai, senza sfiorarlo, aspettando di capire cosa volesse che facessi.
Sollevò lo sguardo ed incontrai i suoi occhi nerissimi, arrossati dalle lacrime. Leo aveva deciso di piangere tra le mie braccia, si era fidato di me ed io non potevo deluderlo.
Le sue mani mi sfiorarono le guance, erano calde e lisce. Nei suoi occhi si nascondeva qualcosa che non riuscivo a leggere, qualcosa che mi richiamava caldamente a sé.
Avvicinò il suo viso al mio e mi baciò. Le sue mani mi strinsero i polsi e continuò a tenermi stretto in quel modo, impedendomi di dividermi. Lo baciai anch’io, lentamente, affondando la mia lingua nella sua bocca. Il suo respiro caldo si intrecciò con il mio, il suo sapore mi riempì la bocca.
Lo abbracciai e lui abbracciò me. Accarezzai il suo corpo coperto dai vestiti invernali, infilai una mano sotto il pullover ed aprii tutti i bottoni della camicia. Appena Leo comprese che le mie mani stavano cercando un contatto con la sua pelle, indietreggiò.
-Cos’è? Hai paura? – chiesi sfilandomi la felpa.
Lui mi guardò. Mi aveva visto diverse volte a petto nudo, ma il contesto era sempre stato completamente diverso da quello in cui ci trovavamo in quel momento. Il mio corpo era stranamente attratto dal suo, avevo voglia di sentirlo estremamente vicino, sempre di più, completamente.
Si sdraiò sul divano ed io mi sdraiai su di lui. Gli sfilai il pullover ed ammirai il suo petto, la pelle bianchissima, la delicata linea che disegnava i suoi pettorali e gli addominali. Era un disegno perfetto che avrei voluto attraversare con le dita fino a memorizzarlo totalmente. Il ferro freddo della sua cintura era contro la mia pancia e mi faceva venire i brividi. Le sue mani mi attraversarono la schiena, le sue dita tratteggiarono dei disegni sulla mia pelle.
Lo baciai ancora. I nostri baci erano lunghi e ci esploravamo lentamente, respirando appena. Appena ci dividevamo il respiro diveniva più affannoso e tornavamo immediatamente a cercarci. Le sue mani entrarono all’interno dei miei pantaloni.
Mi slacciò la cintura e me li sfilò, lasciandoli scivolare lungo le mie gambe. Anch’io tolsi i suoi e restammo a baciarci ed accarezzarci per un po’, senza riuscire a trovare il coraggio di andare oltre.
Mi mordicchiò l’orecchio, udivo il suo dolce respiro caldo in ogni sfumatura. Attraversò con la punta della lingua l’interno dell’orecchio e succhiò lentamente il lobo, fino a quando non divenne rosso. Mentre lui faceva questo io ridacchiavo e sorridevo, con il viso premuto contro il suo petto.
Mi fece sdraiare sotto di sé e si sfilò i boxer, lasciando scoperta la parte inferiore del suo corpo, che io non avevo il coraggio di guardare. Sfiorò la molla dei mi slip ed io tremai.
-Aspetta.. – mormorai.
-Che fai? Ci stai ripensando? – mi chiese baciandomi il collo.
-No, certo che no. – misi le mie mani sulle sue. – Ma…fallo dolcemente… -
Lui annuì e, lentamente, mi sfilò anche gli slip, lasciandomi completamente nudo. Leo mi guardava, attentamente, mi ispezionava in ogni minimo particolare. Mi chiedevo cosa stesse pensando del mio corpo, volevo che la smettesse di guardarmi così incessantemente.
Mi baciò il petto, scendendo sempre più giù, sfiorandomi con le labbra leggermente umide.
Allargai  le gambe e lasciai che si sdraiasse nuovamente su di me. Non volevo più aspettare, volevo che Leo entrasse nel mio corpo. Mi guardò esitando.
-Che hai? –
Il suo petto si sollevava ed abbassava ritmicamente seguendo il suo respiro. La stanza era diventata completamente buia e soltanto la luce del televisore illuminava i nostri corpi così estremamente vicini. Riuscivo a scorgere la sua ombra e la sua pelle leggermente illuminata, era così bello.
-Chiudi gli occhi –
Il suono della sua voce era così dolce da farmi mancare il respiro. Chiusi gli occhi e cercai di respirare normalmente. Tutto era sommerso dal buio e potevo sentire ciò che accadeva facendo affidamento ai sensi. Ascoltavo il suo respiro e mi sembrava di impazzire per la voglia di fare l’amore con lui.
Leo entrò dentro di me, scivolando tra le strette pareti del mio corpo. Tutte le mie emozioni erano concentrate in quel punto esatto del mio corpo, era qualcosa di così strano da sembrarmi un sogno. Aprii gli occhi, Leo era su di me, dentro il mio corpo. Le sue spinte divennero sempre più veloci e profonde. Non riuscivo a trattenere i miei sospiri e continuavo ad ansimare.
I miei pensieri si bloccarono, non riuscivo a pensare esattamente a niente. Seguivo i movimenti del suo corpo con il mio come se fosse il movimento più naturale del mondo. Leo mi strinse forte e venne dentro di me. Il suo modo di respirare era diventato così sexy da farmi continuare a sorridere, senza riuscire a smettere. Gli accarezzai la schiena, mi sentivo benissimo.
Lo strinsi più forte  e lo respirai, riempiendomi i polmoni del suo profumo. Ci addormentammo insieme per appena un’ora e quando ci svegliammo era già scesa la notte.
Guardai l’orologio e vidi che mancava poco alla mezzanotte. Svegliai Leo e, dopo aver aperto gli occhi, mi sorrise.
-Dormito bene? –
Annuì.
Ci mettemmo seduti sul divano e ci avvolgemmo la coperta addosso. Leo si alzò, prese un pacchetto di patatine e dei cioccolatini, poi tornò a sedere di fianco a me. Mangiammo insieme, riempiendoci la pancia di quelle schifezze.
-Scusami, non volevo piangere prima. – si scusò Leo pulendosi la bocca con un fazzoletto.
-Non devi scusarti di nulla. –
Leo sorrise leggermente.
-Sapevo che eri molto triste per questa situazione, sai? Dovresti mostrarle più spesso le tue emozioni altrimenti succedono cose come queste… -
-Cioè come? –
Risi.
-Bhe… succede che…ti lasci prendere troppo dalle emozioni che ti porti dentro e… vai a letto con il primo che capita. –
-Non sei il primo che capita, Hakyeon. –
Lo guardai negli occhi, ancora lucidi per la dormita.
-Ah, no? –
-No. –
Leo mi diede un bacio a stampo sulle labbra.
-Avrei voluto passare il Capodanno con le mie sorelle e la mia famiglia, perché mi mancano molto, ma è meglio così, mi hanno fatto un favore. – disse fingendo di star guardando la televisione.
-Le tue sorelle sono delle stronze. Se ne pentiranno, vedrai. –
-Cosa mi importa, ormai? –
-Sarà comunque divertente vederle ricredersi, molto divertente. –
Leo mi abbracciò.
-Se dicessi loro che ho fatto l’amore con un ragazzo si arrabbierebbero ancora di più – disse Leo.
-Avevo ragione, sono proprio delle stronzette. –
Leo rise abbracciandomi forte.
Il cielo era completamente scuro fuori dalla finestra e mi sentivo particolarmente emozionato. Sentivo che il nuovo anno stava arrivando, con una nuova forza, con un messaggio nascosto e speciale.
-Ehi, Hakyeon, è quasi mezzanotte – disse Leo emozionato.
Dieci. Nove. Otto .
Il nuovo anno stava arrivando con una velocità impetuosa, senza lasciarci il tempo di aspettare un po’ per prendere fiato. Un nuovo inizio era alle porte, stava arrivando ed avrebbe portato chissà quali novità. Magari non sarebbe cambiato niente e tutto sarebbe restato lo stesso, ma nel nuovo anno quella notte sarebbe finita e sarebbero arrivati nuovi giorni. Altri 365 lunghi e nuovi giorni.
Sette. Sei. Cinque.
Non sapevo se quel che provavo per Leo era amore o qualcos’altro, ma volevo vedere cosa sarebbe accaduto. Ero curioso di vedere cosa sarebbe venuto il giorno successivo e quelli a venire ma avevo tanta voglia di saperlo. Il nuovo anno stava arrivando e nessuno di noi avrebbe più potuto aspettare.
Per tutto quello che era accaduto in quell’anno, io mi sentivo forte e pronto a ricominciare d’accapo, qualsiasi cosa avessi dovuto affrontare. C’era sempre tempo per essere migliori, per diventare sempre di più. Avevo bisogno di questo.
Quattro. Tre.
Leo mi strinse forte la mano ed io gli sorrisi.
-Stiamo arrivando in un nuovo anno. –
Leo annuì, sembrava leggermente impaurito ma sapevo che era felice.
Due. Uno.
Chiusi gli occhi e quando gli riaprii ero già in un nuovo anno. Il passato era volato via all’istante ed io ero al di là del varco, sano e salvo. Leo continuava a stringermi la mano, anche se eravamo passati altrove. Non sapevo cosa i Vixx sarebbero diventati, quali problemi avremmo affrontato e come io e Leo ci saremmo comportati il giorno seguente.
“Questa notte non durerà per sempre.” Pensai guardando il viso di Leo, le sue spalle nude.
Lui mi guardò e mi diede un altro bacio. Le sue labbra avevano lo stesso sapore dell’anno prima, sorrisi.
Mi squillò il telefono, gli altri mi stavano mandando gli auguri. Il giorno seguente avremmo dovuto ricominciare a fare le prove. Ero felice che la normalità sarebbe arrivata dopo quella notte stupenda ed io sarei stato sempre lo stesso, forse un po’ più innamorato e con un po’ più di ricordi.
 
 L'ultimo giorno del 2013 è arrivato, spero che ognuno di voi abbia dei ricordi speciali legati a questo anno e vi aguro che il 2014 sia ancora migliore. Generalmente non scrivo mai Fanfiction in cui i protragonisti compiono un atto sessuale ma ho voluto provare e spero che lo abbiate trovato piacevole. Tanti auguri^^ Mi troverete ancora qui anche il prossimo anno :3
Commentate, sono molto curiosa di sapere cosa pensate della mia Fanfiction!!!
-Autrice

 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > VIXX / Vai alla pagina dell'autore: Love_My_Spotless_Mind