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Autore: scarlet_shot    23/05/2008    2 recensioni
...Vi siete mai chiesti da chi e dove si prendono cure delle anime di coloro a cui è stato negato il riposo eterno?
Genere: Romantico, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Primo

Il Giardino Scarlatto

 

 

 

 

Questa è solo una vecchia storia,

Che da secoli si racconta nelle campagne,

Sia quando la neve bianca ricopre il verde dei campi,

Sia quando le pesanti gocce di pioggia baciano il terreno bruno,

Quindi, amico mio, lasciami raccontare….

Della Dama bianca come la neve, e del suo triste amore….

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quando il giovane musicista varcò per la prima volta la soglia di quel giardino era già primavera, tutti i fiori erano fioriti, ma in quello strano giardino erano solo rossi, rose, crisantemi e papaveri si mischiavano all’erba chiara. Lei era seduta in mezzo a loro. Dava le spalle al musicista che si era fermato, non molto distante, osservandola. Lei non si accorse di lui se non alcuni istanti dopo. Lentamente voltò il capo verso Jacques, un lieve sorriso, tinto di rosso, si dipinse sul viso pallido come la neve.

"….Siete tornato….." chiara la sua bella voce usci dalle labbra rosse.

Allora il musicista si avvicinò. Era un giovane uomo, slanciato ed estremamente bello.

"…Tu mi hai aspettato……" fredda e profonda era la sua voce.

Mentre parlava rimaneva li, fermo, davanti alla giovane figura di lei.

" Ve l’avevo promesso…Io mantengo sempre le promesse…."

Così dicendo le chiarissime iridi azzurre spostò dal viso dell’uomo al grande prato fiorito.

Sospirando il musicista si sedette al suo fianco.

" Quanto tempo è passato Veronica?"

Domandò l’uomo alla donna.

"…Mmm…..non ricordo……Ma sono sicura che voi lo sapete…"

Ancora sorrideva mentre parlava, anche se un’ombra lievemente malinconica si disegno sul viso pallido.

"……Sono trecento anni che tu vegli su questo posto…."

Lentamente si stese, anche se non voleva ammetterlo, il musicista era legato a quel malinconico giardino scarlatto. Con la stessa calma le iridi scure spostò verso la croce che una volta era bianca, ora quasi coperta da fiori rossi.

Veronica rimaneva silenziosa, sempre senza fermarsi costruiva una corona di fiori. Al suo fianco la vecchia spada argentea.

"…fino a quando hai intenzione di rimanere qui? "

Freddo Jacques sentenziò la domanda, di cui non attendeva risposta, sapeva già che non gli avrebbe risposto, la conosceva troppo bene.

Erano passati già diversi secoli da quando l’aveva incontrata la prima volta. Erano passati lentamente portandosi dietro di se stagioni, lamenti, ferite, sangue e tante lacrime. Ma lui ogni cent’anni tornava la,in quel magico giardino, e si fermava a suonare per la strega seduta nel prato scarlatto. Lei ascoltava silenziosa le sue parole, già conosciute, già ascoltate, sempre senza fermarsi. In trecento anni ormai aveva costruito un numero infinito di corone, ma tutte le volte che ne finiva una ricominciava nuovamente. Nuovamente il bel musicista torno a sedere. Lievemente sorrise a Veronica.

" Cosa vuoi che ti suoni oggi? "

Stranamente lei si fermo, voltò il capo verso l’uomo e nuovamente gli sorrise.

"………Suonatemi la melodia che mi suonaste quando ci incontrammo per la prima volta…………"

Un sorriso ironico si disegnò sulle sottili labbra del musicista.

"…Mai che mi chiedi qualcosa di semplice, vero, Madama Veronica? "

Sorridendo lui iniziò a suonare il vecchio violino scuro. Note dolci e malinconiche riempivano il giardino silenzioso. Note antiche piene di sentimenti. Jacques suonava tenendo gli scuri occhi chiusi, suonava meglio se pensava solo a lei. Veronica ascoltava, il bel viso sempre sereno restava, nonostante la profonda maledizione che, come una spada di Damocle, pendeva sulle loro teste e silenziosa trafiggeva i loro cuori.

Lei adorava sentirlo suonare, poiché solo attraverso le note del vecchio violino potevano amarsi. E si….

La bella strega bianca come la neve era innamorata del bel musicista vestito di nero, ma loro non potevano amarsi. Ancora suonava Jacques la bella melodia, forse per la prima volta in tanti lunghi secoli, era perfetta.

Lui suonava pensando alla prima volta che vide la strega, ma ad esser sinceri, Lui si era innamorato di Lei molto prima, quando per la prima volta Etienne aveva mostrato lui il dipinto di una dama tanto bella, quanto la pallida neve quando cade. Oh….Etienne era veramente un bravo pittore, aveva quella particolare dote di saper dipingere il vero animo delle persone, non che con lui ci fosse mai riuscito, ma infondo Jacques era bravo a tenere ben nascosti i suoi segreti. Il dipinto di cui il giovane pittore andava tanto fiero raffigurava una giovane donna, dalla pelle chiarissima e i capelli lunghi, neri e ricci, lasciati sciolti sulle spalle. Il lievissimo sorriso scarlatto richiamava l’attenzione sulle labbra perfette mentre l’eccessivo chiarore delle azzurre iridi intrappolava lo sguardo di chi guardava. Senza dubbio quello era il miglior dipinto del pittore, ma dicono che tutto ha un prezzo, e il prezzo per aver osato dipingere la perfezione di una strega, di un essere impuro come lei, fu estremamente alto. Comunque sia, torniamo alla storia. Nonostante Jacques avesse già vissuto parecchi secoli non si era mai trovato così meravigliato da un dipinto.

"……Allora, Jac……cosa te ne pare? "

La bravura del pittore era senza rivali, ma anche la sua ingenuità non era da meno.

"…E così……sarebbe questa la tua ultima opera, Etienne? "

Una cosa che nello scorrere del tempo non cambiò mai di Jacques fu la voce fredda e profonda, così bella da incantare qualunque essere e altrettanto tagliente quanto la lama di una spada.

"..Esattamente……Non la trovi bella? "

Ormai il povero pittore era quasi sconsolato, non era facile per lui avere come amico un essere tanto bello tanto misterioso come Jacques.

"..oh… assolutamente….."

E ancor più straordinario era sentire tali parole uscire dalle labbra sottili del musicista

"………Chi è la donna che hai dipinto?"

A quella domanda il povero Etienne parve quasi sconcertato.

"…Ad esser sincero, Jac…conosco solo il suo nome……"

Così dicendo mosse qualche passo verso la tela.

"…Veronica……"

Un nome piuttosto semplice pensò il musicista sedendosi sul bancone del pittore senza distogliere le scure iridi dal viso ritratto sulla tela. Notando il suo insolito interesse Etienne biascicò la frase che avrebbe dato seguito a tutto.

"…Domani lei verrà qui……Se vuoi tanto vederla…."

Non terminò la frase,non occorreva, Jacques aveva ottenuto senza far nulla ciò che desiderava, come sempre, lui era un maestro nel manovrare le persone sia sciocche che intelligenti a suo piacimento, ma stavolta non era stato così, stranamente. Forse solo in quel momento l’essere di nome Jacques comprese cosa volesse dire il destino, secondo gli inutili umani, con cui da troppo tempo condivideva l’esistenza su quella terra scura.

Naturalmente il giorno seguente si presentò nella bottega del pittore, come un attore che aveva imparato la parte a memoria, fece tutto il possibile per dar la parvenza d’esser capitato li per caso. Lei stava parlando con il giovane Etienne, sorrideva, I lunghi capelli erano sciolti come nel dipinto, era come se l’immagine fosse uscita dalla tela e stesse scherzando con il suo artefice. Rimase qualche istante ad osservare i due, sembravano quasi perfetti insieme. Stava pensando a questo genere di cose quando lo notarono.

"..Oh…Jac….finalmente……"

La voce squillante del giovane pittore raggiunse subito l’uomo.

"…Signorina Veronica, sono lieto di presentarle il mio amico…..Jacques…."

La prima volta che i chiari occhi di lei si posarono sulla figura del musicista sembrò un istante infinito.

"…Lieta di conoscervi Signor Jacques……Il mio nome è Veronica……"

Nonostante l’aspetto nobile la giovane si presentava solo col nome, senza cognome, come usavano invece le persone comuni, come usava Jacques.

Era un pomeriggio d’inverno quando i due esseri impuri si incontrarono per la prima volta. E dopo quel giorno ne vennero tanti altri, fino a quando venne il giorno in cui Veronica non porto i due uomini nel giardino della casa dove dimorava, una casa antica, quasi fosse un vecchio castello. Il giardino era immenso e vi erano solo fiori bianchi,

rose, crisantemi, magnolie e papaveri, tutti dai candidi petali bianchi.

In quel giardino silenzioso Veronica e Jacques s’incontravano, e sempre in quel posto Etienne intrappolò sulla tela il loro amore. Ma come vi ho raccontato prima, chi troppo brama, spesso viene schiacciato dal prezzo del proprio desiderio, Infatti colui che per raggiungere la perfezione in ogni sua opera aveva venduto la proprio anima di peccatore al figlio stesso del peccato si trovò subito costretto a saldare quel debito.

Era una notte d’estate quando colui che desiderava il compenso giunse alla porta della bottega del pittore. Era una figura slanciata, nascosta da un ampio mantello scuro .I capelli mossi erano legati, mentre una maschera bianca ed inespressiva nascondeva il volto. Ma una cosa lasciva intravedere,un dettaglio abbastanza importante.L’ oscura figura aveva l’occhio sinistro cieco.Le sue richieste furono molto semplici e spietate e furono dette in modo tanto freddo e tagliente che nessuno poteva permettersi di contraddirlo, nessuno aveva abbastanza coraggio.

" Il prezzo che mi devi pagare non è da poco, mio caro Etienne……

Ma ti farò il favore di scontare la tua misera vita…."

Ormai il pittore aveva intuito cosa voleva il figlio del peccato.

"…Ciò che mi chiedete non legato alla mia colpa,Signore….."

Aveva osato,il giovane Etienne.

"Dici,sciocco pittore? Io invece bramo la vera essenza dei tuoi…capolavori….mi sembra accettabile,no?"

Un sadico sorriso si disegno sul bel viso del principe oscuro.

"…Hai tre giorni…."

Detto ciò scomparve, nel nulla, com’era giunto.Ora il pittore era disperato, ciò che doveva pagare aveva un prezzo altissimo.

Così decise che non gli rimaneva altro che un modo per salvare i suoi capolavori. Senza dire una parola si avvio al giardino dei fiori bianchi, al giardino di Veronica. Senza tanta sorpresa la trovò nel mezzo del prato, circondata dal flebile bagliore delle lucciole.

" Sai perché sono qui?"

Serio era il tono del pittore.

Lei si alzò lentamente e gli sorrise.

"Naturalmente………sapevo che saresti giunto qui molto prima di quanto immagini."

Tranquilla gli parlava sostando lo sguardo dal viso triste e spaventato al silenzioso e calmo giardino.

"…Allora perché non l’hai impedito?"

Una domanda che sembrava quasi un rimprovero.

"…Una strega conosce solo il futuro….non può permettersi di modificarlo…"

Detto ciò si avvicino ulteriormente al giovane pittore.

Gentilmente lo abbraccio, e gli sussurrò una particolare frase all’orecchio. Dopo averla ascoltata il povero pittore trafisse con quella particolare spada argentea quella bellissima strega dalla pelle bianca.

Nello stesso momento Jacques si sveglio, Lei non era più al suo fianco e un brutto presentimento lo accompagnava.La nera camicia lasciata aperta mostrava il diffamante marchi che il Signore donava a quegli angeli d’alto rango che osavano ribellarsi.La brutta sensazione era diventata concreta. E lui non sbagliava mai. Velocemente discese le scale e uscì nel giardino segreto. Ciò che in quel momento vide sicuramente non poteva minimamente immaginarlo.

Veronica era stesa a terra, la pelle bianchissima era macchiata da gocce scarlatte. I fiori che una volta erano bianchi si tinsero in tutto il giardino dello stesso colore del suo sangue. Etienne era fermo davanti a lei. Le mani insanguinate reggevano ancora la spada argentea imbrattata di sangue scarlatto.Le iridi verdi del pittore erano lucide. Quando lo vide pronuncio un'unica parola, che non servì a nulla.

"…Perdonami…."

Oh in quel momento il tenebroso e silenzioso rinnegato perse il controllo. In pochi istanti la sua bella pelle chiara era macchiata del sangue di quello che una volta era stato suo amico. Lentamente la figura slanciata del rinnegato si chinò su Veronica. Delicatamente la prese fra le braccia mentre sedeva, ormai tutti i fiori del giardino aveva raggiunto il colore vermiglio del suo sangue. Per la prima volti in tanti secoli Jacques si dimostrava preoccupato. E ne sono altrettanto certa che per la prima volta in vita sua l’angelo rinnegato pianse per quella donna che tanto aveva amato. Mentre, per la prima volta, l’angelo versava lacrime il bel sorriso scarlatto di Veronica pronunciava le ultime parole.

"…Piangi per me,Jacques?……oh….non devi……Non piangere per me, mio bell’angelo……"

Le belle mani del musicista ora accarezzavano dolcemente il bel viso bianco della strega,imbrattandolo di sangue vermiglio.

"…Mi stai chiedendo ciò che non posso fare,Veronica……"

Lei gli sorrise.

"…Sai che il mio amore per te rimarrà immutato nel corso dei secoli…."

" Ma tu non sarai al mio fianco"

"Sbagli ancora,Amor mio………io rimarrò qui…in questo giardino……a proteggere la sua anima…"

Lui si morse il labbro.

"…Allora io verrò qui con te………Te lo prometto, Veronica……"

Lentamente la pallida mancina della strega sfiorò il viso dell’amato.

Un ultima frase gli disse, semplici parole che gli innamorati si dicono, e così, fra le sue braccia, Veronica chiuse le chiare iridi azzurre.

Dolcemente la melodia concluse.Lei era ancora li ad ascoltarlo, sorridente come un tempo.

"……Siete sempre più bravo…..Sapete? "

Così gli diceva Veronica mentre riponeva il vecchio violino nella custodia vicino a se.

"….Dopo tanti anni mi dai ancora del voi…."

Disse sorridendo appena….

"….Dimmelo ancora, ti prego…..Cosa ti lega a questo posto? "

Lei per la prima volta smise di sorridere.

"…La promessa….che trecento anni fa feci a Etienne……"

L’angelo si morse il labbro.

"….Non temere…………ti proteggerò io……"

Ecco le famose parole che gli disse quella notte.

Tornando a sorridere chiese a Jacques.

" e tu……perché continui a venire da me? "

"………"

Il musicista si alzò lentamente.

" Perché insieme a te, quella notte ho sepolto qui anche il mio cuore."

Lei si alzò.Gli diede un leggero bacio poi tornò a sedere.

"…Allora tornerai ancora tra cent’anni,Amor mio? "

Quella domanda non aveva bisogno di risposta.Lei lo sapeva.

Silenzioso l’angelo mosse i propri passi lontano dal giardino.

" Tu sei qui………è naturale che tornerò. "

Così dicendo si allontanò, e ancora oggi si sente per queste terre spoglie la dolce melodia di Jacques per la sua bella Veronica, tanto triste quanto romantica la melodia del vecchio violino raggiunge il giardino dei fiori scarlatti, dove la dama bella come la neve continua a vegliare sulle anime intrappolate in quel luogo maledetto attende il ritorno del suo amato.

 

 

 

 

 

 

 

FINE.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'ANGOLO DELL'AUTORE

E si...nemmeno questa storia è un gran che....

L'ho scritta lo stesso giorno che mi è venuta in mente e non ha mai subito ritocchi...

Diciamo che è un esperimento^^

Bè spero di aver espresso bene il suo significato....O.o

Ora devo mettermi al lavoro e fare il nuovo capitolo per The Garden of Red Dragonfly

Baci Baci^^

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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