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Autore: Kelsie    31/12/2013    6 recensioni
A Parigi, in un negozio di libri antichi, Emily e Jared litigano per l'ultima copia rimasta di un'edizione speciale. Jared la spunta e strappa una promessa ad Emily: passare insieme la giornata e poi, forse, potrà avere il libro.

Dice ammiccando e sorridendo. Evidentemente non ha capito l’antifona.
E lo vedo farsi serio. Una luce negli occhi completamente diversa da quella scherzosa di poco fa.
La mia battuta sarcastica lo fredda e noto con piacere una punta di fastidio farsi strada in lui.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Paris. Che meraviglia di città! 

Nonostante il vento e nonostante i sette gradi, non vedevo l’ora di vagabondare per le sue strade. Piene di luci e di addobbi natalizi. Oggi pomeriggio, come da programma, mi sono dedicata a Place Saint Michel, fotografandola per almeno un’ora. E dopo averla esplorata in lungo e in largo, adesso sono diretta alla libreria Shakespeare, che si trova a cinque minuti dalla piazza e di cui ho sentito tanto parlare. Da brava divoratrice di libri devo assolutamente vederla. E annusarla. E comprare triliardi di libri. Ok, magari ne bastano due dato che devo ancora comprare gli altri regali di Natale. Mentre cammino il vento aumenta d’intensità ed oltre a scompigliarmi i capelli, quasi mi solleva gonna e mantella. Non avendo uno specchio a disposizione, prima di entrare, mi sistemo come posso. Soprattutto i capelli, che essendo lunghi tendono a scompigliarsi facilmente. L’intenzione sin da prima di partire era quella di mimetizzarmi tra la folla. Così, a parte sfoggiare il mio francese che – devo proprio dirlo- parlo très bien, stamattina ho indossato il basco blu –alla francese- e la mantella beige a cappotto. Sotto di essa ho un maglioncino con scollo a V –abbinato al cappello- e una gonna di pelle nera che arriva fin sopra il ginocchio. Il tutto coordinato dalle parigine, con collant color carne sotto e stivali neri. Perché è impensabile in una città come Parigi, con un tempo così imprevedibile, girare solo con le parigine. Soprattutto il 23 Dicembre! Finalmente intravedo l’attesa libreria. Mi avvicino quasi correndo e appena arrivo davanti resto a bocca aperta. Che spettacolo, gente! Piccola e su due piani, ha le imposte e le porte verniciate di verde. Dalle vetrine si intravedono libri vecchi e nuovi ammucchiati disordinatamente, e dato che sono da circa cinque minuti con la bocca spalancata e la gente mi fissa, mi decido ad entrare. Appena varcata la soglia mi sento come Belle nella biblioteca del castello. È pazzesco quanti libri ci siano sui vari scaffali! Vorrei avere tutto il tempo del mondo per leggerli tutti. Mi guardo intorno e vedo gente che legge appoggiata ai mobili e alle librerie o che si affolla alla cassa con le braccia piene di libri. Quasi quasi continuo a leggere qui il libro che ho in borsa… Sovrappensiero lo tiro fuori, ma dato che non so bene dove mettermi decido di rimandare a dopo la lettura e di esplorare la libreria con calma. Vagando fra gli scaffali arrivo, senza accorgermene, alla sezione dedicata a Shakespeare. Istintivamente allungo la mano verso i dorsetti recanti i vari titoli e li accarezzo delicatamente.  Amleto,  Re Liar, Enrico V, Macbeth… Li ho letti praticamente tutti, ma solo vedendo le copertine mi emoziono sempre. Il mio sguardo viene catturato da un’edizione speciale dei Sonetti ed immediatamente penso alla conversazione avuta con mia  madre a proposito di queste edizioni introvabili. Prendo il cellulare dalla borsa e chiamo la mia migliore amica Christine, che risponde al secondo squillo.
<< Ehilà, bellezza! Com’è Parigi? >>

<< Ciao Chris, Parigi è stupenda ma non ti ho chiamata per chiacchierare. >> La sento sbuffare e mi viene da ridere.

<< Allora cosa vuoi, donna? >>

<< Ho bisogno di un consiglio. Sono nella libreria più bella di Parigi e mi trovo tra le mani un’edizione speciale dei Sonetti di Shakespeare. Dici che potrei regalarla a mia madre senza che mi tiri dietro le uova? >>

<< A tua madre piace leggere e le piace Shakespeare, perciò… perché no? >>

<< È che non vorrei pensasse che l’ho acquistato più per me che per lei. Anche se ovviamente un’occhiatina gliela darò! >>

<< Emily, nessuno adora Shakespeare più di te. Nemmeno Tom Hiddleston. Però interessi a parte, a me sembra comunque un bel regalo. Raffinato e di spessore. >> Chris imita mia madre nel dire l’ultima frase e io rido così forte che qualcuno si gira a guardarmi.

<< E va bene, mi hai convinta. Lo prendo. >>

<< Ecco, brava. E comunque non pensarci troppo ai regali degli altri. Pensa solo al mio. >> Con un’esperienza decennale riconosco la maniera molto sottile di Chris, di indurmi a spoilerare qualcosa sul suo regalo.

<< Guarda che non sei in cima alla lista, sai? >> Ma non riesco a sentire la risposta della mia amica al telefono perché una mano afferra la mia amata collezione dallo scaffale sopra la mia testa. Ed io non riesco a fare altro se non seguirla con lo sguardo, basita. Lo sconosciuto –perché si tratta di un uomo- si allontana piuttosto in fretta col mio libro in mano.

<< Chris devo lasciarti. Un idiota mi ha soffiato il libro da sotto il naso. Ti richiamo dopo. >> Chiudo la conversazione senza ascoltare la risposta della mia amica. Con il telefono ancora in mano mi dirigo alle sue spalle e lo afferro da un braccio.

<< Scusami, quello è il mio libro… >> e non appena l’idiota in questione si gira, ci manca poco che non mi viene un colpo. I suoi occhi di un azzurro intenso mi fanno restare di sasso, con la bocca letteralmente spalancata dallo stupore. Lui mi fissa di rimando, accigliato per l’interruzione. 

<< Cosa? >>

Non. È. Possibile. Quello davanti a me non può essere proprio…

<< Jared… Leto? >>  dico incespicando. Oh. Mio. Dio. Non sono la sua più grande fan, ma grazie a Christine conosco vita, morte e miracoli di quest’uomo. E non riesco a credere di avercelo davanti. In realtà non riesco a credere che la mia mano sia ancora attaccata al suo braccio. Cosa che noto seguendo il suo sguardo.

<< Tu chi credi che sia? >> Mi risponde lui. Stacco la mano come se mi fossi scottata e cerco di darmi un contegno. Non vorrei passare per una fan accanita.
Mai e poi mai. 

<< Ehm… tu hai… preso il mio libro. >> Indico il libro nella sua mano. Lui segue il mio sguardo, e poi mi fissa confuso. Mi sento in obbligo di spiegare.

<< Vedi, io stavo per prendere proprio quel libro. Ero lì da più di mezzora ad osservarlo. E tu me l’hai soffiato da sotto il naso. Vorrei riaverlo, se non ti spiace. >>
Adesso l’attenzione di Jared è completamente su di me. Raddrizza la schiena e si volta completamente per fissarmi. Molto, molto attentamente. Troppo, direi. E finalmente parla.

<< Ce ne saranno degli altri lì. Perché vuoi proprio questo? >>

<< Perché è un’edizione speciale, e se era l’unico sullo scaffale ci sarà un motivo. Ed è anche un regalo. >>  Dico stizzita. 

<< Beh, anche io ne ho bisogno per un regalo. >>

<< Allora chiedi al tizio laggiù di trovartene un altro, se c’è. >> E nel parlare indico il bancone vicino l’entrata. 

<< Perché non glielo chiedi tu? >> e così dicendo si volta per andare dritto in cassa a pagarlo. Ma io non cedo e parto all’inseguimento.

<< Anche se sei famoso, questo non ti da il diritto di prendere un libro che avevo visto prima di te .>> Fa molto bambina, lo so. Ma l’ho davvero visto prima io e lui ha approfittato della mia distrazione per prenderlo.

<< Sono qui solo per un regalo, non per approfittare del mio nome. >>

<< Anch’io! >> dico alzando la voce. Lui volta solo la testa e mi mostra la sua espressione scettica, con tanto di sopracciglio alzato, a voler dire Tu non sei certo famosa. Jared arriva alla cassa e appoggia il libro. Io mi piazzo di fianco a lui continuando la mia filippica.

<< Mi stai seriamente ignorando? >>

<< Invece di perdere tempo con me, dovresti chiedere al negoziante di cercarti un’altra copia. >>

<< Sono sicura che non c’è. E raramente mi sbaglio quando si tratta di Shakespeare. >> Sto iniziando a perdere la pazienza.

<< Come fai a saperlo se non hai chiesto? >> Il negoziante ci guarda incuriosito, al che Jared gli chiede esplicitamente se esiste in negozio un’altra copia di quella raccolta.
<< Vado a controllare. >> E l’uomo sparisce dietro una parete interamente ricoperta di libri.

<< Sai, credevo fossi più gentile. >>

<< E cosa te lo fa credere? >>

Le migliaia di ore passate a guardare i video dei concerti e delle tue interviste! Ma non posso certo rispondere così. Penserebbe che sono io la sua fan e non Christine. È colpa sua se li ho visti.

<< La gente famosa parla sempre bene di te, ma dopo oggi dovranno ricredersi. >> Stava per ribattere quando i suoi occhi cadono sulla copertina del libro che esce dalla mia borsa. Devo averlo riposto male. Velocemente allunga una mano verso la borsa e lo tira fuori.

<< Lover at Last? Cos’è un Harmony? >>

<< No. >>

<< E di cosa parla? Manette e frustini? >> dice mentre osserva quel pezzo d’uomo incappucciato in copertina.

<< Leggi forse 50 Sfumature sulla copertina?>> Idiota.

<< In effetti… ma allora cos’è? >> Sbuffo sonoramente prima di rispondere.

<< Si tratta di valorosi guerrieri. >>

<< Mmh… >> e annuisce.

<< Sai anch’io  ho interpretato un guerriero in un film… >> Lascia la frase in sospeso come aspettandosi che io conosca il titolo. Va bene i video, ma non so la sua filmografia a memoria…non è mica Tom Hiddleston!

<< Eri forse un vampiro? >>

<< No. >> dice accigliato.

<< Allora ne riparliamo quando lo sarai. >>

<< Sei attratta dai vampiri, quindi. >>

<< Sono attratta dagli uomini. Quelli con la u maiuscola. >>

<< Allora anche da me. >> Dice ammiccando e sorridendo. Evidentemente non ha capito l’antifona.

<< Credimi, so riconoscere un uomo quando lo vedo. E tu non fai parte di quella categoria. >>

<< Hai bisogno di prove? >> E lo vedo farsi serio. Una luce negli occhi completamente diversa da quella scherzosa di poco fa.

<< No. Mi basta lo shatush. >> La mia battuta sarcastica lo fredda e noto con piacere una punta di fastidio farsi strada in lui. Peccato che il negoziante abbia scelto proprio quel momento per tornare portando cattive notizie. << Mi spiace, signore, ma questa è l’unica copia rimasta di questo volume. >>

Non può essere. Non posso aver perso il mio libro per colpa di un attore, per quanto bello e famoso!

<< Senti, ho davvero bisogno di questo libro. È un regalo per mia madre. Farei qualunque cosa per poterlo avere. Qualunque. >> Devo tentare. Devo convincerlo –anche pregandolo- a darmi quel libro. Lui sembra soppesare le mie parole.

<< Davvero faresti di tutto? >>

<< Te l’ho appena detto. >> Perché puntualizza l’ovvio?!

<< Intanto lo acquisto, dato che non possiamo stare qui in eterno. Ma sappi che se vuoi, ci sarebbe qualcosa che puoi fare per convincermi a dartelo. >> Ho paura a chiederlo. E il negoziante che cerca di nascondere le risate non aiuta.
<< Di cosa si tratta? >> Come un cielo dopo la tempesta, si apre nel suo solito sorriso che fa cadere ai suoi piedi stuoli di fan.

<< Potresti venire ad una festa con me stasera. >> Accidenti.

<< Devi sapere che io odio le feste. >>

<< Stai dicendo che rinunci al libro? >>

<< Sto dicendo che voglio sapere di che festa si tratta. >>

<< Una festa in casa . Devo assolutamente parlare con un mio caro amico. >>

<< Ad una festa?! Non potete vedervi in un bar? >> Che razza di discorsi si possono fare ad una festa con quella musica assordante e fiumi di alcool che scorrono?

<< Il mio amico è il padrone di casa. >>

<< Ah. >>

<< Già. >> Fa lui, scimmiottando il mio tono. Cerco di pensare velocemente e i miei occhi corrono subito al libro  in mano a Jared e al negoziante che in tutto questo aspetta solo noi per concludere l’acquisto. Per quel libro, per Shakespeare, questo ed altro.

<< D’accordo. Verrò con te. >> Dopo aver pagato il libro ed essere usciti dal negozio, l’atmosfera tra di noi si fa imbarazzante. È Jared a rompere il ghiaccio.

<< Mi sono appena reso conto che ti ho invitata ad una festa ma non so neanche come ti chiami. >>

<< Emily. >> Dico leggermente imbarazzata. Una volta passata l’iniziale rabbia che mi aveva offuscato il cervello, mi rendo conto che non sono in compagnia di una persona qualunque, e soprattutto non ho idea di cosa dirgli. 

<< Emily. >> Ripete il mio nome con un tono di voce da brividi e con la sua tipica inflessione della Louisiana. È normale che con sei gradi e all’aperto abbia improvvisamente caldo?

<< E così sei inglese. >> Prosegue sicuro di sé. E mentre parliamo ci dirigiamo inconsapevolmente verso la fine della strada.

<< Già. Il mio accento mi tradisce sempre. >>

<< Anche qui a Parigi? >>

<< Diciamo che parlo bene il francese. >> Jared annuisce pensieroso. Mi concedo di guardarlo di nascosto. Ha i capelli legati in uno dei suoi soliti codini alla nuca e porta la barba lunga. È vestito come un comune mortale con una maglietta bianca sotto un cardigan e un paio di morbidi pantaloni con sotto degli anfibi aperti. Ovviamente porta un cappotto pesante con tanto di cappuccio col pelo. Certo è, che in quanto a mimetizzazione mi batte. Ma a parte occasioni speciali non ho mai visto una foto del signorino qui accanto, in cui non sia vestito come un ragazzo qualunque. Io di sicuro sono più appariscente di lui. Perlomeno oggi.

<< Scusami, io continuo a camminare ma in realtà non so nemmeno dove sto andando. >>

<< Proseguendo da qui si arriva alla piazza René Viviani-Montebello. >> Io cerco di trattenere le risate, ma lui se ne accorge.

<< Cosa c’è? >> Chiede sorridendo.

<< È che sembravi una guida turistica dal tono. >> Non riesco a smettere di ridere. Sarà che il nervosismo mi gioca brutti scherzi.

<< Beh, conosco Parigi molto bene ormai. Ci vengo da tanti anni. >>

<< Sì, ho notato la tua fissazione per Parigi. >> Mi guarda incuriosito.

<< Parli da fan? >>
<< No. In realtà, la tua fan più accanita è la mia migliore amica. Che purtroppo non è qui a godersi il momento. Ma forse è meglio, perché altrimenti sverrebbe ogni due per tre. >> Riesco a farlo sorridere ancora. Sembra anche lui leggermente imbarazzato.

<< Non sei ancora svenuta, perciò deduco che il mio fascino su di te non funziona. >>

Lo chiamavano Modestia. Prossimamente… al cinema.

<< Che gusto c’è a parlare con una donna se ti sviene davanti? >> Sorride enigmatico. Vi prego, ditemi che non sta pensando male anche adesso.

<< In realtà per potermi divertire devono essere pienamente coscienti. >> Sottolinea quel pienamente con tanto di sorrisino. E io sento di nuovo caldo.

Cambiamo argomento? Che ne dici, Emily?!

<< Bene. Adesso che si fa? >>

<< Sono le sei e mezza e la festa inizia alle sette, perciò potremmo cambiarci e poi… >> Ma non termina la frase che gli squilla il cellulare. Lo tira fuori dalla tasca e risponde.

<< Si? >> E mentre lui parla con non-so-chi, io lo osservo ancora. Il mio lato da fangirl sta prendendo il sopravvento. Sia chiaro, fangirl in senso generale… mica per lui! E chissà perché mi viene in mente un’immagine di Chris che mi batte la mano sulla spalla e annuisce in segno di comprensione. Non sto male, giuro!
Nel frattempo Jared ha chiuso la chiamata e mi sta guardando.

<< Cambio di programma. Mi hanno appena comunicato l’orario del volo di ritorno e non facciamo in tempo a cambiarci. Andiamo adesso a casa di Paul. >>

<< E credi che ci faranno entrare vestiti così? >>

<< La mia faccia è un lascia passare per qualunque cosa, Emily. >> Posso dire che ogni volta che pronuncia il mio nome mi sento inebetita come la tizia di 50 Sfumature?! Posso?! Sospiro e penso ai miei poveri ormoni scombussolati. Evidentemente lui scambia il mio sbuffo di rassegnazione per un Oh-dio-non-posso-andare-ad-una-festa-conciata-così!

<< Non preoccuparti, sei molto bella vestita così. >> Dice squadrandomi e soffermandosi più del dovuto sulle mie gambe.

<< È uno sguardo lascivo quello che vedo? >>  Lo stuzzico.

<< Potresti essere mia figlia. Lo sai, vero? >>

<< Sono certa che guarderesti le gambe di tua figlia, come stai guardando adesso le mie. >> Affermo seria. Si mette a ridere scuotendo la testa. Poi con una alzata di spalle si incammina verso il marciapiede per chiamare un taxi. Io lo seguo a ruota.

<< In che zona abita il tuo amico? >>

<< Île-de-France. >>

<< Ah! Quindi è un tipo grosso. >> Ammicco per enfatizzare il mio tono di sfottò.

<< Più o meno. >> Mi dice sorridendo.

Il primo taxi disponibile si ferma non appena Jared lo chiama, noi saliamo a bordo. Detta la via al tassista, poi si accomoda sul sedile. Più che accomoda diciamo che sprofonda. Quella rigida -stile palo di scopa- sono io. In mezzo a questo traffico e considerando la nostra posizione, ci metteremo circa venti minuti ad arrivare. Venti. Minuti. Devo trovare un argomento di conversazione o saranno venti minuti di puro imbarazzo. Fortunatamente Jared arriva su un cavallo bianco, con un’armatura scintillante e mi salva facendo lui la prima domanda.

<< Sei qui con i tuoi genitori? >>

<< No. Sono sola soletta. La mia amica –nonché tua fan sfegatata- lavorava, perciò non è potuta venire con me. >>

<< Non hai fratelli o sorelle? >>

<< Ehm… no. Sono figlia unica, purtroppo. Tu sei qui da solo? >>

<< Sì. Sono qui soltanto per vedere il mio amico, dunque mio fratello è rimasto a casa. >>

<< Salutamelo quando lo vedi. >> E sfodero un sorriso a trentadue denti, pensando a quel bel manzo di Shannon.

<< Ma tanto, tanto, eh! >> Proseguo. Lo vedo fare una faccia strana. Non sa se ridere o fingersi oltraggiato.

<< Desideri che gli recapiti un messaggio speciale? >> Mi chiede stando allo scherzo.

<< Mmh… no. A quello posso pensarci da sola, se me lo presenti. >> All’apparenza ho di nuovo un sorriso candido e innocente, ma dentro mi sto scompisciando dalle risate. Voi non potete capire la faccia che ha in questo momento! E-p-i-c-a!
Annuisce rassegnato. Chissà in quante gli hanno fatto complimenti su suo fratello. O apprezzamenti espliciti. Povera stella! Stiamo in silenzio per un po’, finché non attira la mia attenzione per mostrarmi il palazzo dove il suo amico Paul ha l’appartamento. Un Signor palazzo! L’appartamento si trova al quarto piano. Usciti dall’ascensore suoniamo alla porta ed una biondona tutta curve –chiaramente rifatte- ci apre la porta. Lo sguardo della donna è ovviamente catturato da Jared. Lui le sorride, lei si fa da parte e ci lascia entrare. Attraversiamo il lungo corridoio pieno di vasi enormi e quadri ancora più grandi alle pareti, e con un Buddha accomodato su un tavolo rivestito d’oro. Finito il corridoio entriamo in un grande salotto quasi vuoto, fatta eccezione per un pianoforte accostato alla parete, una libreria e un divano al centro della stanza. La gente sta già ballando al ritmo di Can’t hold us di Macklemore. Le donne nella stanza sono tutte un po’ simili tra loro. Lunghe gambe, grosse tette strette in vestiti provocanti e una dose abbondante di trucco. E ovviamente i tre quarti sono bionde per la gioia di Jared. Roteo gli occhi nauseata. Speriamo di non metterci molto. Trovato Paul, Jared lo saluta e ci presenta.

<< Molto piacere, Emily. >> Paul mi stringe la mano tra le sue. Un gesto molto gentile, se non fosse che io a prescindere odio tutti e soprattutto odio che mi si tocchi. Sfilo la mano delicatamente fingendomi imbarazzata più che irritata. Pare che Jared –che mi stava osservando attentamente- si sia accorto del mio fastidio perciò dirotta la conversazione su altro. Tipo gli alcolici.

<< Servitevi pure ragazzi, vi prego. >> Dice Paul tutto preoccupato.

<< Io vado a prendermi una birra in frigo. Tu cosa vuoi, Emily? >> Mi chiede Jared.

<< Oh, per me niente alcolici. >>

<< Preferisci che ti faccia preparare un analcolico? >> Chiede Paul, impeccabile.

<< No, non serve. Sono a posto così. >>

<> E in quel momento il mio cervello e il mio stomaco decidono che vorrebbero qualcosa che in questa stagione è un po’ inusuale, dato il freddo.

<< Paul… >> Inizio titubante. << Per caso hai del gelato? >> Sia Paul che Jared si voltano a guardarmi stupiti.

<< Gelato? >> fa Paul. << A Dicembre? >> Chiede Jared, sempre più stranito.

<< Eh, si. Gelato. >> Forse non è stata una buona idea chiedere.

<< Dovrei averlo nel freezer. Te lo faccio portare subito. Che gusto preferisci? >> mi chiede Paul che mentre parla fa segno ad un cameriere di avvicinarsi.

<< Beh… magari… cioccolato? >> Vedo Paul sorridere.

<< Cioccolato c’è di sicuro. Arriva fra poco. Intanto accomodati. >> Mi indica il divano bianco, ma io non ho voglia di sedermi. Così non appena gira le spalle per parlare al cameriere, io mi dirigo alla prima finestra libera per osservare la Senna che scorre placida. Jared è andato a prendere la sua birra e non è ancora tornato. Proprio quando iniziavo ad irritarmi per l’abbandono, il cameriere mi porta il mio gelato in una coppa di cristallo.
<< Grazie. >> Rispondo sorridente. Appena il cameriere si eclissa dalla mia visuale la scena che vedo mi fa quasi sputare il primo assaggio di gelato che ho ancora in bocca. Per ogni mattonella conquistata dai piedi di Jared, c’è la stangona di turno che lo ferma. Tutte si affannano per salutarlo, allacciandogli le braccia al collo e spupazzandogli la faccia baci. Jared sorride a tutte e le accontenta scambiando due parole, ma non ricambia i saluti calorosi. Per un attimo incrocia il mio sguardo e d’istinto mi trovo a mimargli una scena di me che vomito. Lui ride di gusto e la tizia con cui sta parlando adesso deve aver pensato che ridesse alla sua battuta, dato che butta indietro la testa e ride anche lei. Direi che ho visto abbastanza, perciò mi volto di nuovo verso la finestra, mangiando il mio gelato con estrema calma. Dopo qualche minuto sento qualcuno alle mie spalle e capisco che si tratta di Jared, perciò non mi disturbo a voltarmi. Fossi stata la sua ragazza avrei spalmato il gelato sui capelli color paglia della tizia. Ma non sei la sua ragazza, perciò non fare la gelosa!  La mia vocina interiore mi ammonisce. Gelosa io? Tzé! Sto ancora ignorando Jared, finché non mi si para del tutto davanti oscurandomi la vista del paesaggio. Mi volto a guardarlo con il cucchiaino voltato al contrario e per metà ancora nella mia bocca. Noto che mi fissa le labbra rapito.

<< Che c’è? >> O meglio, che vuoi ora?

<< Credo che non riuscirò più a guardare qualcuno mangiare il gelato senza pensare a te. >> Ha uno sguardo talmente intenso che sento le mie guance andare in fiamme. E non solo quelle. Per evitare che mi cada dalla mano, poso il cucchiaino nella coppa.

<< Perchè? >> La mia voce è più flebile di quel che dovrebbe. E non a causa del gelato freddo.

<< Forse tu non ci fai caso, ma il modo in cui lecchi il cucchiaino… non lascia spazio a pensieri leciti. >> La sua mano si abbassa sulla mia -quella che regge il cucchiaino- e con un gesto deliberatamente lento si porta il cucchiaio alla bocca e lecca il gelato imitandomi. Non so quale parte del mio corpo sia più bollente se la mia mano -a contatto con la sua mano e la sua barba- o il mio viso. O magari altro. Sono scioccata dall’intensità del suo sguardo e dalla sua lingua, che non riesco a smettere di guardare. Una volta finito l’opera mi restituisce mano e cucchiaino. Apro la bocca per dire qualcosa, ma tutto quello che ne esce è aria. Oh, cazzo! Alzo gli occhi sul suo viso e lo vedo sorridere sadico. Lui sa cosa mi ha fatto. Lo sa.

<< Era proprio buono questo gelato. >> Si appoggia tranquillo alla finestra mentre io mi lambicco il cervello per riuscire a dire qualcosa. Una cosa qualunque. E tutto quello che ne esce è:
<< Se raccontassi a Chris che sono ad una festa con te non ci crederebbe. >> Lui sembra soppesare le parole e poi mi da un ordine.
 
<< Dammi il tuo telefono. >>

<< Che vuoi fare? >> Chiedo mentre glielo passo. Lui trova la fotocamera sul mio iPhone e la imposta frontale. Rivolge il telefono verso entrambi, avvicinando la guancia ruvida alla mia.

<< Sorridi! >> Cerco di sorridere ma temo che la mia espressione risenta ancora dello shock di poco prima. E come prevedevo, Jared è uscito uno splendore, mentre io sembro in procinto di vomitare.

<< Ecco fatto. Mandala pure alla tua amica, da parte mia. >> Mi restituisce il telefono appena in tempo perché Paul lo sta chiamando, facendogli segno di seguirlo.

<< Scusami, vado a fare due chiacchiere con Paul. Non ci metterò molto. >> E andandosene mi sorride. Colgo l’occasione di cinque minuti di privacy per mandare la foto a Christine via Whatsapp. Quanto vorrei vedere la sua faccia in questo momento. Ma non riesco a resistere. Inizio a digitare sulla tastiera.
 
Se ti faccio vedere una cosa, prometti di non farti venire un infarto?

La sua risposta non tarda ad arrivare.

Dipende. Cos’è??

Allego la foto e premo Invio. Dicono che la curiosità uccide. Speriamo non sia vero nel suo caso. Attendo qualche minuto ma il cellulare non trilla. Strano, forse non l’ha ancora vista. Dopo cinque minuti buoni, finalmente arriva la risposta di Chris.

Ohmioddioohmioddioohmioddio! Ti prego dimmi che non è uno scherzo! È veramente lui?? È veramente Jared? Dove l’hai visto?? Aaaaaahhhhhhh!!!!!

In allegato al messaggio trovo una serie di faccine scioccate o urlanti o a bocca aperta.

Appena ho un attimo ti racconto per filo e per segno, ma sappi che sono con lui. Adesso. Ad una festa.

E premo Invia. Stavolta risponde subito.

Chiedigli il numero, ti prego! Chiedigli l’autografo! In alternativa vanno bene anche le sue mutande da incorniciare!!

E nel leggere quasi mi soffoco con quell’ultimo cucchiaio di gelato. Faccio per rispondere ma sento una mano afferrarmi il braccio e trascinarmi. Quando alzo gli occhi vedo Jared piuttosto agitato. Si volta e mi dice di seguirlo. Riesco a scrivere velocemente a Chris che “devo andare” e che “ci sentiamo dopo”, ed a posare la coppa del gelato sul primo mobile a disposizione.

<< Che succede? Dove stiamo andando?  >>

<< Devo nascondermi. >>

<< Da chi? >> Ma lui non risponde. Vedo Paul con la coda dell’occhio, che all’entrata cerca di bloccare una ragazza mora e bassina. Lei si sbraccia e si alza sulle punte per sbirciare dietro le sue spalle. C’entra forse lei? È un ex? La nostra corsa si conclude in una camera da letto. Jared mi trascina dentro e poi chiude in fretta la porta a chiave, appoggiandovisi contro. Lo vedo girarsi e poi appoggiare un orecchio alla porta. Decido di avvicinarmi anch’io per scoprire di che si tratta, ma sento solo la voce di Paul soffocata da altri rumori e una voce stridula chiamare Jared.

<< Chi è? >> Chiedo a bassa voce.

<< Una ragazza che non accetta un no come risposta. L’ho incrociata diverse volte ad altre feste, ma appena sa che vengo a Parigi si mette ad inseguirmi.
Ovunque vada.>> Dice piuttosto seccato. E poi si volta a guardarmi. Adesso siamo entrambi con una spalla appoggiata alla porta.

<< Quindi ci barrichiamo qui tutta la notte? >> Appena noto lo sguardo che Jared mi lancia mi pento subito della domanda. Detta così, direi che risulta un po’ equivoca. Mi sento in dovere di precisare.

<< Io… non intendevo… >>

<< Non mi dispiacerebbe. >> Si stacca dalla sua posizione per circondarmi la vita con le braccia, appoggiando le mani alla porta. E schiacciando il corpo contro il mio.

<< Tu cosa ne pensi? >> Con i suoi splendidi occhi puntati nei miei non riesco a pensare a nulla. Proprio a niente. Il mio cervello è andato in vacanza. Nonostante non sia un trionfo di muscoli come suo fratello, riesce comunque a schiacciarmi con la schiena alla porta. Mentre lo guardo non penso a nient’altro che al fatto che sia bellissimo. Dimentico persino la sua età.

<< Io… >>

<< Si? >> E mentre risponde avvicina ancora di più il viso al mio. E direi che le sue intenzioni sono più che chiare. Cristalline. Schiudo le labbra per lasciarmi baciare e lui ha quasi le labbra sulle mie quando…

<< Potete uscire ragazzi. >> Sento Paul bussare alla porta e immediatamente mi stacco da Jared. Mi stava per baciare. Come diavolo siamo finiti quasi a baciarci?! Jared apre la serratura, afferra riluttante la maniglia della porta, e poi la spalanca uscendo per primo. Per nulla contento dell’interruzione. Paul ci scruta un attimo e poi riferisce a Jared di aver fatto fare a Courtney –proprio un nome da t…-il giro della casa per dimostrarle che Jared non c’era, e che poi l’ha convinta finalmente ad andarsene. Torniamo tutti e tre in salotto per qualche minuto. Poi Jared controlla l’ora sul suo orologio e decide che si è fatto tardi. Il suo aereo parte fra un’ora e mezza. È il momento dei saluti perciò recuperiamo i giubbotti che avevamo tolto prima, e la busta con il prezioso libro.

<< Mi ha fatto molto piacere conoscerti, Emily. Torna pure quando vuoi! >> Contaci!

<< Certamente. >> Dico in maniera garbata. Non c’è bisogno che sappia che questa festa mi è bastata per altre cento nella mia vita. Saluta Jared con una pacca sulla spalla e ci accompagna alla porta, tenendola aperta finché non entriamo in ascensore. Scesi in strada, Jared fa segno ad un taxi di fermarsi e appena si ferma montiamo su. Il silenzio sul taxi mi irrita, perciò stavolta sono io a parlare per prima.

<< Mi dispiace per la stalker. >> Lui accenna un sorriso, e poi si volta a guardarmi.

<< Strano. Pensavo mi avresti detto che magari me lo merito. >>

<< Perché dovrei? >>

<< Beh, le tue facce mentre salutavo tutte quelle ragazze erano eloquenti. Direi che eri infastidita. >>

<< Cosa? Assolutamente no! >> Dico fingendomi indignata. << Per me puoi salutare chi ti pare. Però mi dispiace che tu debba nasconderti quando vieni qui. >>

<< Prima o poi si stancherà. Almeno lo spero. >> Dice con un’alzata di spalle e poi continua. << Mi spiace, però, che ci abbiano interrotti sul più bello. >> Fa un sorriso sornione e mi scruta in volto. Cosa dovrei dirgli? Che per un momento in quella stanza mi sono scordata del perché ero li? Che anche io sono dispiaciuta che ci abbiano interrotti? Forse non è il caso. Potrebbe pensare che mi sia fatta delle illusioni.

<< Guarda il lato positivo; ti sei risparmiato un bacio che magari non ti sarebbe piaciuto così tanto. >> La butto lì sperando che la beva.

<< Ne dubito fortemente. >> Poi allunga una mano per accarezzare i miei capelli e il mio viso.

<< Mi piacciono i tuoi capelli, sono di un colore stupendo. >> È un semplice mogano, ma se lo dici tu…

<< Beh, devo dire che li curo molto. >> Non so cosa diamine sto dicendo...

<< Si vede. >> E mentre la sua mano è passata dalla guancia alla nuca, i suoi occhi sono incatenati ai miei. Ci risiamo… sento di nuovo caldo! Ho appena chiuso gli occhi abbandonandomi alle sue carezze quando la voce del tassista ci riporta con i piedi per terra annunciando che siamo arrivati al mio Hotel. Mi riscuoto dal torpore e prendo la mia borsa dal sedile. Faccio per salutare Jared quando mi accorgo che è già sceso e sta aspettando davanti al taxi, sul marciapiede.

<< Mi piacerebbe poterti accompagnare in camera, ma il mio aereo… >>

<< Parte tra un’ora, lo so. >> Finisco la frase per lui. Ci guardiamo ancora negli occhi per un’ultima volta. Ma non riesco a sostenere il suo sguardo per più di qualche secondo. Improvvisamente mi sento triste perché so che non lo rivedrò. E così il mio sguardo vaga verso la piazza, con la sua fontana e verso i passanti. Poi sento Jared mettermi il manico della busta in mano.

<< Ti avevo promesso di dartelo se fossi venuta con me alla festa. >> Il mio sguardo adesso va dalla busta con sopra le nostre mani unite, fino al suo viso dove poi si ferma.

<< Devo dire che te lo sei meritato. >> E mi sorride in maniera dolce. Io fisso il bellissimo viso davanti ai miei occhi per imprimerlo nella mia memoria. Non voglio scordare neanche un dettaglio dello splendido uomo che ho avuto la fortuna di conoscere. Ma non riesco a proferire parola.

<< Cosa c’è? >> Mi chiede Jared. Sento il mio corpo muoversi prima ancora di realizzare cosa sto facendo. Le mie mani raggiungono il suo volto e le mie labbra si posano sulle sue. E quello che è nato come un bacio dolce, si trasforma presto in uno appassionato. Sento le mani di Jared sulla mia schiena che mi avvicinano ancora di più a lui. Quando ci stacchiamo siamo senza fiato e impulsivamente prendo una penna dalla mia borsa e gli scrivo il mio numero sulla mano.

<< Se ti va di sentirmi sai dove trovarmi. >> Detto questo mi volto per entrare in Hotel e il taxi riparte, portando Jared verso l’aeroporto e verso casa sua. A migliaia di chilometri da me.
 
 
Due giorni dopo a Londra.
 
I’ve been up in the aaaaiiir, out of my heeeeaaad…
 
Il cellulare che squilla interrompe il sogno bellissimo che stavo facendo. Lo cerco a tastoni sul comodino e quando lo trovo rispondo con gli occhi ancora chiusi.

<< Pron… >> Ma non termino la frase che una voce strillante al telefono mi precede.

<< Emilyyyy!! Apri subito il computer e guarda il link che ti ho mandato per email! Subiiitooooo! >> Sospiro rassegnata e mi alzo dal letto.

<< Si può sapere cosa c’è di così urgente da buttarmi dal letto, Chris? >>

<< Guardaaaa!!! Oh mio Dio non riesco ancora a crederci! Non pensavo ci fossero delle foto! >>

<< Foto di che?! >> Inizio a svegliarmi seriamente. La parola foto mi ha fatto rizzare i peli sulla nuca.

<< L’hai aperta la mail?! >>

<< La sto aprendo, ma così mi metti ansia! >> Clicco sulla mail mandata dalla mia amica e seguo il link al suo interno. Mi si apre una pagina di un sito di gossip con al centro la foto mia e di Jared che ci baciamo davanti l’albergo. Sopra c’è un titolo che recita: “Nuova fiamma in vista per Jared Leto?” Resto a guardare la foto con aria sconvolta. Poi rispondo a Christine che ancora sbraita al telefono.

<< Christine…cosa diamine ho fatto? Sono convinta che se fosse qui mi ucciderebbe. >> Mi passo una mano sul volto del tutto sconsolata.

<< Emily, leggi l’articolo! Guarda come ha risposto! >> Scendo giù nella pagina e trovo la risposta di Mr. Leto alle insinuazioni del presunto “giornalista”.

“È solo una cara amica che mi stava ringraziando per un regalo.”

Accidenti… in effetti guardando meglio hanno colto il momento in cui gli davo praticamente un bacio a stampo. E non quello dopo. Sospiro sollevata. Anche se questa foto parla da sola. Ma conoscendo il modo di fare di Jared, non avrebbe mai ammesso nulla nemmeno se fossero uscite altre cento foto uguali a queste.

<< Dici che non è arrabbiato? >> Chiedo a Chris al telefono.

<< Naaah! E poi chi se ne frega, guarda che bella foto! Incorniciala, daiiiii! >> Ho ancora il cellulare all’orecchio quando sento un trillo. Lo sposto un attimo e vedo che mi è arrivato un sms…da un numero sconosciuto.

<< Mi è arrivato un messaggio, attendi un secondo in linea che lo leggo. >> Apro la bustina e quello che leggo mi fa tremare il cuore e sorridere come non facevo da un po’.

Se per caso ti stai preoccupando di quella foto su internet, ti prego di non farlo.    La prossima volta saremo più fotogenici, è una promessa.
Jared.

Con un sorriso a trentadue denti rimetto il telefono all’orecchio e parlo a Chris. << Era di Jared… e direi che non è affatto arrabbiato. >>

<< Perché?? Cosa ti ha scritto? >>

Leggo il contenuto del messaggio a Christine che mi spacca quasi i timpani per come esulta. Inutile dire che dopo quel messaggio, quello sia diventato il Natale più bello da tutta una vita.



Ciao a tutti! E' la prima volta che scrivo dopo tanto tempo e sicuramente la prima che pubblico qui! Quando le altre ragazze mi hanno proposto di scrivere per il progetto del Daydreamrs' Carol , all'inizio ero entusiasta perchè avevo avuto già la mia idea su Jared. Man mano che passava il tempo però, mi veniva l'ansia da foglio bianco...finchè poi non ho scritto metà shot una sera e l'altra metà ieri sera. Spero vi piaccia, mi sono impegnata tanto per rendere verosimile un personaggio complesso come Jared. Non volevo niente di troppo dolce (Nonostante io sia una romanticona) perchè cozzava con l'idea che mi ero fatta di questi personaggi. E soprattutto alcune cose che ci ho messo dentro (compresa una frase) le ho scritte ispirandomi a fatti realmente accaduti. Adesso che ho pubblicato posso finalmente rilassarmi XD. Voglio ringraziare Sara per avermi ammessa nel gruppo delle Daydreamers tempo fa, e anche le altre ragazze per l'accoglienza e per essere tutte un pò pazze come me :) Un ringraziamento in particolare però, devo farlo alla mia Christine , che esiste davvero e "casualmente" si chiama Cristina ! XD Grazie per avermi ispirata con le nostre chiacchierate su Jared, e per avermi dato una spinta ieri sera. Anche se in maniera inconsapevole :). Spero ti piaccia!

Per scoprire le altre One Shot, potete visitare le sezioni dedicate agli attori di seguito riportati, e cercare “Daydreamers’ Carol” nel titolo.
Vi aspetteranno storie meravigliose su:
Robert Downey Jr 
Neil Patrick Harris
Sam Claflin
Chris Evans 
Chris Hemsworth
Josh Hutcherson
Orlando Bloom 
Matthew Fox.

Un bacio a tutte!   Marica
  
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