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Autore: _Hikari    01/01/2014    3 recensioni
#01. Luci d'innocenza.
«Poi la fanciulla si sfiora il capo, risale lentamente lungo la treccia e torna a increspare le labbra, compiaciuta.»
#02. Luci d'ingenuità.
«Livia si siede sul divano, i piedini che battono impazienti per terra (...).»
#03. Luci di paura.
«È scarlatto, di un rosso che riflette ferro e morte.»
#04. Luci di dolore e fiamme (e riverberi del niente).
«Per la prima volta, Alfidia non vuole che Livia veda.»
{Accenni Catching Fire | Ambientata durante Mockingjay.}
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lights.
 
Luci d'innocenza.
#01

Le dita della stilista sono corse veloci, fra i suoi capelli. Armeggiando con le ciocche, intrecciando e creando.
E adesso eccolo, il risultato. 
Livia sorride, quasi sorpresa per quella inusuale tempestività.
Gli occhi sono illuminati da una luce nuova, viva, quella che si accende tanto spesso sul volto dei bambini. Quella che a Capitol City richiede solo un vestito creato da Cinna, un giocattolo uscito da poco o un accessorio alla moda.
Poi la fanciulla si sfiora il capo, risale lentamente lungo la treccia e torna a increspare le labbra, compiaciuta.
Adesso anche Livia è come Katniss Everdeen.

{98 parole.}

Luci d'ingenuità.
#02

Livia si siede sul divano, i piedini che battono impazienti per terra, in attesa che lo show ricominci.
Che le urla ricomincino.
Livia sente l'ansia aumentare, l'adrenalina percorrerla.
Livia vuole vedere quel Peeta Mellark, e guardare, e sentirsi Katniss Everdeen. 
Perché Katniss è innamorata, perché la loro è una storia di sfortuna e sangue. E a Capitol City piacciono, la sfortuna e il sangue.
Poi li inquadrano, gli sfortunati amanti del dodici, e gli occhi della bambina si illuminano.
Lei non è a conoscenza delle fiamme.

{86 parole.}

 
Luci di paura.
#03

La mamma continua a sistemarsi nervosamente i riccioli lilla dietro l'orecchio e per un istante Livia si domanda se, sotto il mascara, il suo viso sia diventato pallido. Se anche il suo cuore stia battendo tanto forte quanto il suo.
Perché Livia lo sente, le sta martellando nel petto, quasi desideroso di uscirne.
Non c'è un motivo preciso, non c'è una ragione certa a giustificare quell'inquietudine.
È da giorni che vaga nell'aria, che molesta tenta di soffocarla, simile a quell'insolito riverbero che illumina gli occhi della mamma. Quello che le ricorda i barattolini di smalto poggiati sempre dalla donna sul ripiano del bagno.
Hanno dovuto lasciare a casa anche loro. Hanno dovuto lasciare tutto, a casa.
Livia si asciuga la guancia. Papà ha detto che non potranno più tornare.
Livia singhiozza, non sa che lì è rimasto anche il nonno.
Livia va incontro a Alfidia, l'abbraccia, inspira il suo profumo. Livia non sa che per quelle strade, quelle che ha sempre visto addobbate, rischiarate dai colori dei fuochi d'artificio, maestose e ospitali, adesso c'è un liquido.
È scarlatto, di un rosso che riflette ferro e morte. 
Livia non sa che in quei giorni sui viali della capitale si sono infrante membra e risuonati spari, sentenze d'oblio.
Livia non sa che se negli occhi della mamma c'è preoccupazione, in quelli delle genti dei distretti non c'è più niente, eccetto non una scintilla.
Una scintilla che arde, si propaga letale.

Perché Capitol e gli spari si sono presi gli averi e le vite e il bene, si sono presi tutto a parte la speranza, e la speranza ha un nome. 
Due parole, due suoni: Katniss Everdeen.


{273 parole.}

 
Luci di dolore e fiamme (e riverberi del niente).
#04

Livia si alza. Alfidia le ha detto di uscire. Alfidia vuole accendere la tv. Per la prima volta, Alfidia  non vuole che Livia veda.
Ed è in quel momento, il momento in cui i cronisti emettono per l'ennesima volta la parola “morte”, il momento in cui le fiamme si fanno fin troppo alte, che dalle iridi della Ghiandaia Imitatrice, dalle iridi della sciocca fanciulla innamorata, viene portata via qualsiasi cosa.
È il momento in cui non sono solo i distretti, a piangere. A piangere la fame, le negazioni e le morti. È il momento in cui non è solo Capitol City, a piangere, perché bisogna rinunciare. È il momento in cui l'intero popolo di Panem piange. 
Piange, perché la guerra ha ucciso i loro figli.

{126 parole.}



Note:
I nomi dei personaggi sono di mia invenzione non essendo specificati nei libri.
 (1)    Livia: nipote di Snow.
 (2)    Alfidia: figlia di Snow.
#03: collocato poco prima la morte di Prim.
#04: collocato durante la morte di Prim e la strage dei bambini.

Dream's corner: salve a tutti. :)
Per prima cosa: grazie di essere giunti fin qui.
A questa raccolta di flashfic non c'è un perché semplicemente – vedendo il film – mi è venuta quest'idea che spero sia stata di vostro gradimento. 
Sinceramente, ammetto il fatto che non sia fra gli scritti che mi convincano di più, ma lascio a voi la sentenza. Quindi, sì, le recensioni sono ben accette, come sempre. 
Tengo a precisare che Snow non rientra assolutamente fra i miei personaggi preferiti, anzi. Però provavo il desiderio di raccontare la Rivoluzione dal punto di vista dei capitolini, ecco. 
Colgo l'occasione per augurare a tutti uno splendido anno nuovo. Spero che questo 2014 possa portarvi gioia, salute e serenità. :)
Un bacio, Dream.
   
 
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