Quando Amy Pond si svegliò, la prima cosa che vide fu il TARDIS – parcheggiato tranquillamente proprio fuori dalla camera che divideva con suo marito Rory.
La cosa, tuttavia, non la sorprese. Con gli anni aveva imparato a non stupirsi delle visite improvvise del Dottore, e anzi ad attenderle con un’ansia ormai sempre meno pressante: era inutile negare, in fondo, che negli ultimi tempi la sua sete di avventura si fosse significativamente attenuata...
La donna prestò orecchio al minimo rumore che potesse aiutarla a capire se l’amico fosse o meno all’interno della casa, ma non udì nulla - decidendo poi di controllare nella camera degli ospiti, la cui porta era socchiusa.
Quel che vide la fece sorridere teneramente: il Dottore e River, sul letto, profondamente addormentati.
«È incredibile... Di questo passo, finirà per atterrare direttamente ai piedi del nostro letto!» sbottò Rory, uscendo anch'egli dalla propria camera da letto, prima che Amy gli intimasse il silenzio - posandosi un dito sulle labbra - e gli facesse cenno di avvicinarsi. «Che succede?».
La donna si fece da parte, permettendo al marito di sbirciare a sua volta nella stanza degli ospiti.
«Si può sapere che cosa… Oh!» mormorò Rory, sgranando gli occhi all'insolito spettacolo. «Beh, almeno non ho assistito ad una scena che mi avrebbe segnato per il resto della mia vita...».
L'uomo aveva infatti notato - e con un certo sollievo! - come entrambi gli occupanti della stanza fossero completamente vestiti, quasi che il sonno li avesse colti all’improvviso.
«Che male ci sarebbe stato, altrimenti? Sono sposati!» sussurrò Amy, colpendolo alla spalla.
«Sì, beh…».
La donna lo ignorò, tornando a fissare River e il Dottore, e notando come quest’ultimo avesse circondato la vita della donna con il braccio - quasi temendo che lei svanisse da un momento all'altro.
«Credi dovremmo svegliarli?» chiese Rory, proprio mentre River iniziava a muoversi - sbattendo un paio di volte gli occhi chiari e guardandosi intorno nel tentativo di orientarsi.
Vedendo i propri genitori, la donna sorrise - accorgendosi solo in un secondo momento del suo essere tenuta in ostaggio dal Dottore, ed alzando di conseguenza gli occhi al cielo, sussurrando qualcosa che sia ad Amy che a Rory sembrò tremendamente essere: “Idiota sentimentale”.
Dopo aver tentato inutilmente di uscire dalla morsa del Dottore per diversi istanti, River sbuffò, fece spallucce, e procedette ad assestare una potente gomitata tra le costole dell’uomo - che, colto alla sprovvista, si svegliò di soprassalto, cadendo dalla parte opposta del letto e permettendole finalmente di alzarsi.
«Buongiorno, Dolcezza» cinguettò River, innocente.
«’Giorno River...» borbottò il Dottore di rimando, senza tuttavia muoversi.
La donna ammiccò divertita in direzione di Amy e Rory - scossi dalle risate - prima di superarli ed entrare nel TARDIS, mentre il Dottore si metteva seduto e si passava una mano tra i capelli disordinati.
«Salve Pond» sbadigliò.
«E’ tutto okay?» chiese Rory, cercando di rimanere serio.
«Come? Oh, sì... Sì, certo. Tranquilli» replicò il Gallifreyano, alzandosi dolorante in piedi e facendo scricchiolare sinistramente ogni osso rimasto coinvolto nell’impatto con il pavimento.
«E’ solita usare questo genere di metodi, per svegliarmi» continuò poi, sistemandosi le bretelle e dando un’occhiata al proprio orologio. «Quando siamo arrivati, la notte scorsa, volevamo invitarvi a passare la giornata con noi su Vegas - il terzo pianeta del sistema Callisto. Visto l'orario, avevamo pensato di tornare stamane, ma purtroppo per noi il TARDIS non era d’accordo, e ci ha chiuso fuori. Così abbiamo dovuto ripiegare sulla camera degli ospiti. Molto confortevole, lo devo ammettere; anche se manca un po’ di blu, a mio parere. Ma per una situazione d’emergenza può andare. Inoltre, River ci teneva tanto che provassi il letto».
Si schiarì la voce, arrossendo visibilmente.
«Voglio dire… Stando a quanto mi dice, è la camera che usa sempre quando decide di farvi visita. Non intendevo certo alludere… Ehm… Era convinta che fosse più comodo del divano in salotto, ecco tutto» balbettò.
«Non vi abbiamo sentiti arrivare» disse Amy, decisa a togliere l’amico dall’imbarazzo.
«Questo perché ero io a pilotare» replicò River, tornando nella stanza indossando degli abiti puliti.
Il Dottore alzò gli occhi al cielo, ma preferì imitare la donna ed entrare nel TARDIS, piuttosto che ribattere.
«Potete ritenervi fortunati: la sua prima idea era quella di svegliarvi mettendosi a saltare sul vostro letto» rivelò River, sorridendo, non appena le porte della cabina si furono chiuse alle spalle dell'uomo.
Rory la osservò, lo sguardo carico di confusione.
«Saltare...? Non è il genere di cose che farebbe bambino iperattivo di cinque anni?!».
«E cosa credi che sia, il più delle volte, il Dottore?» replicò Amy, ridendo.
L'infermiere si corrucciò per un momento, giungendo tuttavia ben presto alla conclusione che la moglie non aveva tutti i torti: quella definizione poteva effettivamente descrivere alla perfezione il Gallifreyano...
«Beh... Se avesse portato a termine il suo proposito, mi sarei visto costretto ad agire di conseguenza» ammise.
River ghignò, un guizzo malizioso negli occhi.
«L’avresti sculacciato?» domandò, fingendo nuovamente un'innocenza che non le apparteneva.
«Certo che no! Ma gli avrei vietato di usare il cacciavite sonico per tutto il giorno!».
Amy ridacchiò.
«Una punizione molto severa, signor Pond...».
River scrollò le spalle, sospirando con fare esageratamente rassegnato.
«Pazienza. Vorrà dire che mi riserverò il diritto di applicare la mia idea in un altro momento...».
Rory sbiancò, tappandosi immediatamente le orecchie.
«Non voglio nemmeno sentire!» esclamò, chiudendo con forza gli occhi e scuotendo la testa - quasi a voler scacciare dalla propria mente un'immagine ai suoi occhi tanto segnante.
Amy, da parte sua, preferì alzare gli occhi al cielo alla reazione del marito - senza tuttavia dire nulla.
«Spero che il nostro arrivo non vi abbia creato disturbo» continuò River, dopo un po'.
Rory emise un piccolo sbuffo.
«Nessun disturbo. Non avevamo in programma nulla, per oggi» rispose, sinceramente.
In quel momento il campanello suonò, lasciandoli a scambiarsi un’occhiata - colpiti dal medesimo pensiero.
«Meglio rendere invisibile il TARDIS. Non si può mai sapere» disse River, entrando nella cabina mentre Amy e Rory scendevano al piano inferiore per andare ad aprire la porta.
[*]
«Papà, che sorpresa! A che dobbiamo la visita?» chiese Rory, stupendosi di trovare Brian Williams sulla soglia.
«Sapevo che voi due avevate la giornata libera, così mi sono detto che avremmo potuto fare qualcosa insieme. Magari una bella gita» rispose l'uomo in tono allegro, mentre il figlio chiudeva la porta alle sue spalle.
Amy si accigliò, ricordandosi di tutte le volte in cui Rory le aveva ripetuto quanto suo padre odiasse viaggiare...
«Ehi, mi piace!».
Brian, Amy e Rory si voltarono verso le scale, appena in tempo per vedere il Dottore scendere i gradini rapidamente - la stessa espressione che avrebbe avuto un bambino lasciato solo in un negozio di giocattoli.
«Oh, salve Dottore...» mormorò Brian, senza riuscire a nascondere la propria delusione.
Quando quell'uomo era nelle vicinanze - promettendo straordinarie e pericolosissime avventure in tutto il tempo e lo spazio a bordo di una macchina del tempo incredibile - che possibilità poteva avere un semplice essere umano in pensione di convincere il proprio figlio e la propria nuora a seguirlo in una modestissima gita?
No, davanti al carisma letteralmente fuori dall’ordinari del Gallifreyano era una partita persa in partenza...
«Beh, suppongo di essere arrivato tardi. Allora, dove hai deciso di portarli, questa volta? Un’altra galassia? Un luna park su un pianeta alieno?» domandò l'uomo, cercando di suonare disinteressato.
«No, in realtà io e River avevamo in mente di…» iniziò il Dottore allegramente, prima che Brian lo interrompesse.
«River? E chi sarebbe?» domandò, confuso.
Il Gallifreyano rimase interdetto.
«Beh, River… Lei è tua… Cioè, suppongo che River possa essere tranquillamente definita… Voglio dire, lo è, in fin dei conti...» balbettò, in imbarazzo, voltandosi poi verso Rory. «Perché non dici a Brian chi è River?».
L'infermiere sospirò rassegnato. Sapeva che sarebbe di nuovo toccato a lui spiegare ogni cosa...
«Ecco papà, vedi…»
[*]
Amy e Rory si scambiarono l'ultima di una lunga serie di occhiate. Brian era in silenzio ormai da diversi minuti, ed entrambi stavano seriamente iniziando a preoccuparsi.
«Brian…? Va tutto bene?» chiese Amy, alla fine, timidamente.
L’uomo si riscosse, fissando lei e Rory.
«Quindi... Voi due avete una figlia - nata su un asteroide, con DNA in parte alieno, e un tempo capace di mutare il proprio aspetto - che non è una donna qualsiasi, ma è quella vostra amica con cui siete cresciuti: Mels Zucker. Una figlia che è stata rapita proprio su quell'asteroide, e che prima di sfuggire ai propri rapitori è stata condizionata affinché uccidesse il Dottore. Una cosa, da quanto ho capito, che alla fine ha finto di fare - in accordo con lui, il medesimo giorno in cui si sono sposati - e per cui sta scontando una pena in una prigione chiamata “Stormcage”. Ed è anche una dottoressa in archeologia!» ricapitolò.
Rory annuì lentamente, e Brian si esibì in una risatina.
«Che c’è di strano? Insomma… Fino a qualche mese fa non avrei esitato un solo istante a consigliarvi un bravo psichiatra, ma oggi… Fantastico!» esclamò, sembrando sull’orlo di una crisi nervosa. «C’è altro che devo sapere? Che so... Avete entrambi un gemello malvagio, nascosto nell'armadio della vostra camera da letto?».
Il Dottore, rimasto in disparte per tutto il tempo, ridacchiò divertito.
«Così… Hai sposato mia nipote» disse Brian, cauto, voltandosi verso di lui.
«Già! Sono un Pond anche io!» replicò il Gallifreyano, sorridendo entusiasta.
«Ma non è così che funziona...» borbottò l’altro uomo, confuso.
«Sì che lo è»
«Ma…»
«Fidati, papà: è così» s’intromise Rory, rassegnato.
Lui stesso aveva perso quella battaglia, diversi anni prima...
Brian spostò lo sguardo su tutti e tre.
«E ora lei dov’è?» chiese.
Il Dottore si corrucciò. In effetti da quando aveva lasciato il TARDIS non l'aveva ancora vista...
«Sarà rimasta di sopra per darci il tempo di spiegarti tutto. Aspetta qui» disse, sparendo su per le scale.
Un silenzio carico di imbarazzo calò nella stanza, prima che Brian si schiarisse la gola.
«Perché non mi avete mai detto niente?» domandò, sedendosi sul divano.
Amy sospirò, imitandolo.
«A che scopo, Brian? Non ci avresti creduto. Hai ammesso tu stesso che - se non conoscessi il Dottore - ci avresti consigliato volentieri un bravo specialista...» ammise.
L'uomo più anziano li guardò entrambi per qualche istante.
«Ma una volta che l'ho incontrato, avete continuato a non farne parola... Perché?».
Rory si morse nervosamente il labbro, guardando di sottecchi l'espressione sofferente della moglie e decidendo di rispondere lui stesso alla domanda del padre.
«Il fatto è che non parliamo facilmente di quanto è successo su Demons Run - anzi cerchiamo di dimenticarlo. È che... È molto doloroso, per noi. Non essere stati in grado di essere realmente suoi genitori, il non sapere mai dove sia esattamente o se sia in pericolo - una certezza, questa, più che un'eventualità...» mormorò.
Brian annuì la propria comprensione, e stava per dire qualcosa, quando - da qualche parte sopra di loro - si udirono dei passi, seguiti quasi immediatamente da due voci concitate.
«Non puoi presentarti davanti a Brian con quella!» stava dicendo il Dottore.
«Sto appunto per farlo. Sai che non manco mai di averne una con me» rispose la voce di River.
«Lo spaventerai a morte!»
«Si è spaventato quando l’hai portato su una nave spaziale piena zeppa di dinosauri? Non dimenticare che mi conosceva già prima di incontrare te. Non sarà affatto sorpreso di vedermi con una pistola».
«E’ comunque un’arma!»
«Come lo è il tuo cacciavite sonico».
«Il mio… Come fai a dire che il cacciavite sonico è un’arma?!»
«Continui ad usarla come tale...».
«Non ha comunque alcun effetto sul corpo umano!» replicò il Dottore, stizzito - ora più vicino.
«Questo lascialo giudicare a me, Dolcezza»
«River!».
Amy, Rory e Brian non poterono fare a meno di condividere una risata al tono imbarazzato dell'uomo, riuscendo a ricomporsi in tempo per l'ingresso di River e del Dottore - quest’ultimo ancora rosso in volto.
Alla vista di Brian, River sorrise e gli si avvicinò con la mano tesa.
«Spero che il mio comportamento giovanile non influenzi negativamente i nostri possibili incontri futuri» disse.
Brian si alzò, ignorando il sincero gesto di cortesia di River per studiarla da capo a piedi. Sapeva - da quanto aveva capito - che era praticamente impossibile che esistessero delle somiglianze tra lei e i suoi genitori, eppure gli parve di notare la stessa espressione di sua nuora, o la medesima compostezza di suo figlio.
Terminato il suo "studio", Brian procedette a stringere River in un abbraccio - sorprendendola non poco. Quel tipo di manifestazioni d’affetto, da parte di persone diverse dal Dottore, non le erano infatti mai state familiari.
«E’ un piacere conoscerti per quello che sei realmente, Melody» ammise Brian.
«Riunioni di famiglia ben riuscite. Ecco le cose che mi piacciono!» confessò il Dottore, battendo poi le mani con fare spiccio. «Allora, Brian... A che gita stavi pensando?».
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«Ti stai annoiando, non è vero?» domandò Amy qualche ora più tardi, sedendosi affianco all’amico.
La gita di Brian si era rivelata essere un tranquillo pomeriggio nel parco cittadino, a dimostrazione di quanto l’uomo odiasse ancora cordialmente viaggiare.
«No, certo che no, Pond. Perché pensi questo?» domandò il Dottore, incuriosito.
«Perché ormai hai strappato erba sufficiente a ricoprire un intero campo da calcio».
Il Dottore valutò con attenzione la quantità di erba strappata al suo fianco.
«Uno molto piccolo» borbottò, salvo poi sbuffare. «Questa vita tranquilla mi sfianca. Mi chiedo sempre come facciate voi umani a sopportarla. Lo scorrere lento e normale del tempo…».
Amy sorrise.
«Non era la gita che avevate in mente tu e River, immagino».
L’uomo fece spallucce.
«Poco importa, davvero. Avremo altre occasioni per portarvi su Vegas. Ma questo…» disse, accennando a Brian e River, immersi in un’allegra conversazione, poco lontano da loro. «E' molto più di quanto potrei offrirle io».
Amy sorrise di nuovo, alzandosi ed invitando il Dottore a fare lo stesso.
«Ho visto un carretto dei gelati, poco fa. Mi accompagni a comprarne uno?»
«Farò di meglio, Pond: ne prenderò uno anche io. E poi potremmo entrambi dondolare un po’ sulle altalene. Le altalene sono forti!» la corresse lui, balzando in piedi a sua volta.
La donna alzò gli occhi al cielo.
«Oh, e va bene...» sospirò rassegnata. «Chiediamo a Rory di unirsi a noi?».
Entrambi fissarono per qualche istante l’uomo addormentatosi ormai un'ora prima sull’erba con un libro di medicina posato sul viso, scambiandosi poi un’occhiata complice.
«Magari la prossima volta».
Ed eccomi qui, ancora cercando di “riprendermi” dall’ultimo speciale natalizio (ç_ç).
Mi sono sempre chiesta come sarebbe stato un incontro tra Brian e River, e soprattutto se Brian avesse mai saputo di avere una nipote, da qualche parte dell’universo ^w^
Come sempre, le recensioni sono ben gradite, qualsiasi sia la loro natura :D
P.S. Buon anno a tutti!!!!!