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Autore: aky_jwarr    01/01/2014    0 recensioni
Prima di morire ti passa la vita davanti agli occhi, rimpianti, gioie, un sovraccumulo di emozioni.
E propio in quei 50 secondi ho scoperto di amarlo per davvero. Ma ormai era troppo tardi.
Giaceva dissanguato difianco a me. Un pazzo assassino aveva deciso di mettere fine alle nostre vite, prima la sua... Io ancora mi ostinavo a tenermi in vita.
In quel momento preferivo morie piuttosto di vivere senza di lui.
In 50 secondi la mia vita mi passò attraverso la mia testa.
E non c`era ricordo dove lui non apparisse.
50 secondi di te.
Genere: Romantico, Thriller, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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50 seconds of you

«E se mi trovasse e mi facesse del male mentre/» 


«Non ti farà del male» mi interruppe. 

Ci fu una lunga pausa. 
I suoi denti morsero le sue labbra, come se volesse dirmi qualcosa, ma le parole non gli uscivano di bocca.

«Ti proteggerò io» disse tutto d'un fiato. 

I secondi che passarono furono i più lunghi della nostra vita. I nostri sguardi erano intensi, i suoi occhi sbarrati di fronte ai miei dicevano tutto, senza bisogno di una parola.
Le mie braccia si aggrapparono alla sua vita, quasi istintivamente e la mia testa poggiò sul suo petto, riuscendo a sentire il suo profumo inebriante e il suo battito cardiaco accellerato provocato dalla vicinanza dei nostri corpi. 
Con movimenti goffi, le sue braccia strinsero la mia schiena creando una barriera che mi proteggeva dal mondo. Poggiò la sua testa sulla mia schiena e avvicinò le sue labbra al mio orecchio: 

«Non ti farà del male, ci sono io con te» 

Mi strinsi ancora di più al suo petto senza dire una parola.
Le sue braccia fecero sembrare tutto più facile e mi abbandonai ad un silenzioso pianto. Le mie lacrime bagnavano la sua felpa bianca e appena se ne accorse mi strinse ancora di più a se. 

«Fidati di me»disse accarezzandomi dolcemente i capelli.

Dopo alcuni minuti che eravamo in quella posizione mi scappò una frase che non avrei mai voluto dirgli, mai in quella situazione. 

«Non andartene, ti prego» 

Sentì il suo cuore sussultare dolcemente sotto la sua felpa. 
Il suo respiro cominciò ad essere irregolare, come se attendesse una mia reazione, che sfortunatamente non arrivò, continuai solamente a stringerlo forte come avevo fatto fino a quel momento. 
Aveva paura. 
Aveva paura di promettere una cosa che sapeva non avrebbe mai compiuto, e lo sapevo, lo sapevamo entrambi. 

«T-tu lo sai che/» disse ad un certo punto. 


«Lo so» lo interruppi scostandomi dall'abbraccio e posizionandomi davanti al suo viso. 

Scostò le ciocche di capelli che mi coprivano il viso e le mise dietro il mio orecchio. Mi accarezzò la guancia e accennò un piccolo sorriso. Un sorriso che emanava tristezza, dolore e frustrazione, la frustrazione di non poter restare. 

«Perchè lo fai?» gli dissi guardandolo con un filo di tristezza nella voce. 


«Faccio cosa?» 


«Perchè vuoi proteggermi?» 

A quella domanda abbassò la testa guardando verso il pavimento e le sue guance si colorarono di un rosa dolce. A quella vista non potei evitare un piccolo sorriso. 

«Sei l'unica cosa bella che mi sia mai capitata fin ora... E il solo pensiero che qualcuno possa farti del male mi manda ai pazzi.» 

Fece una pausa. 

Continuava a guardare verso il pavimento mentre con le dita tamburellava nervosamente sulle gambe. 
Era la scena più dolce, e allo stesso tempo triste, che avessi mai visto. 

«Allora perchè non puoi restare?» dissi spezzando il silenzio.

A quel punto alzò lo sguardo verso di me. I suoi occhi si innondarono di rabbia, tristezza e delusione, le sue mani si irrigidirono e smisero di tamburellare contro la sua gamba, il silenzio invase nuovamente lo spazio intorno a noi. 

«Ti deluderei, sono una persona orribile. Ti farei del male restando. Per quanto io possa tenere a te e prometterti di cambiare, rimarrei lo stesso ragazzo insicuro, e prima o poi me ne andrei lasciando un vuoto ancora più grande. Lasciami perdere. È meglio così» 

Per la seconda volta il mio viso si innondò di lacrime. Esse scendevano ininterrottamente al suono di quelle parole che mi tagliavano in piccoli pezzi l'anima.

Stofinò il suo pollice sulle mie guance asciugandomi le lacrime. Coma mai una cosa così bella era allo stesso tempo così pericolosa?

«No, non mi interessa. Voglio che tu rimanga» dissi con un filo di rabbia e arroganza nella voce. 

«Non mi interessa se te ne andrai e lascerai un vuoto dentro di me. Lo colmerò con i nostri ricordi e non sarò sola. Almeno diremo che ci abbiamo provato»

Continuai mentre lo guardavo fisso negli occhi, che a differenza dei miei, in quell'istante non esprimevano alcuna emozione. Non sapevo cosa stesse pensando, e per la prima volta, che per me era sempre stato un libro aperto, diventò un mistero. Era impossibile leggerlo.

Mi alzai di scatto dalla sedia e mi diressi verso la porta indignata, un po' per la situazione, un po' da me stessa.

«Aspetta»

La sua voce roca mi bloccò appena presi in mano la maniglia della porta. 
Trasalì al suono della sua voce, un brivido percorse la mia schiena. 
No, non volevo sentire ancora le sue parole. Mi avrebbero fatto del male, ma ormai era diventato la mia kriptonite, non potevo stare ne con lui ne senza di lui. 

Mi girai verso di lui.
Le mie mani scesero lungo i fianchi e le mie dita iniziarono a giocherellare con la tasca dei jeans, impaziente, ad aspettare una sua reazione.

Si alzò anche lui dalla sedia venendomi incontro.

Rimasi lì immobile ad aspettarlo. 

Si posizionò davanti a me. 
Solo in quel momento realizzai quanto effettivamente fosse alto rispetto a me. 

La sua mano mi accarezzò il punto dove il collo combacia con il viso, e mi baciò teneramente la guancia. 

«Ci proverò»

Presi la sua nuca e giocherellai per un attimo con i suoi capelli. 
Ci avrebbe provato. Non era un affermazione, ma era pur sempre qualcosa. 

«Vieni qui» disse prendendomi per i fianchi e stringendomi a lui. 

«Su una sola cosa sono sicuro: non lascerò che niente e nessuno ti faccia del male» 

Mi abbandonai al suo dolce ma allo stesso tempo pericoloso abbraccio. 
Mi sentì protetta e invulnerabile. 
Con lui ero al sicuro da tutti. 

Il fatto era che non potevo essere al sicuro da lui.

  
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