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Autore: Kia_do87    24/05/2008    3 recensioni
Pensieri e riflessioni di un Ephram giunto ormai alla fine del suo viaggio...
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ephram Brown
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Whispering Wind

Non so se tutto ciò ha uno scopo. Tutti mi ritengono uno stronzo, un viziato, un ingrato. Non credo che sia così. Non mi sento niente di tutto questo. Ho avuto le mie buone ragioni per fare quello che ho fatto. Sono cresciuto, eppure lui non se ne è mai reso conto. Non si è mai fidato di me, ha sempre cercato di proteggermi da quella spaventosa cosa chiamata vita. Ma non potrò sempre stare sotto la sua ala protettiva di genitore apprensivo. Avrebbe dovuto lasciarmi vivere, avrebbe dovuto permettermi di prendere le mie decisioni da solo, senza condizionarmi. Senza i suoi consigli (o meglio intimazioni) non richiesti. Le sue opinioni erano sempre al centro delle discussioni che mi riguardavano, che io le richiedessi o meno. Lui era sempre previsto nella decisione finale. Mi sono sempre sentito intrappolato, come se stessi facendo quello che lui voleva che facessi. Non mi sono mai sentito libero da ogni costrizione. In me c’era sempre il desiderio di non deluderlo, perché sapevo che se avessi preso una strada diversa da quella che mi aveva consigliato se la sarebbe presa. Che idiota sono stato a starmene zitto! Forse pensava di fare il mio bene ed invece mi impediva di pensare con la mia testa e di prendere la decisione giusta. O meglio, quella che io ritenevo fosse la decisione giusta in relazione con quello che volevo veramente. Poi tra noi qualcosa si ruppe definitivamente. La cosiddetta goccia che fece traboccare il vaso si chiamava Madison. Quando seppi che cosa aveva avuto il coraggio di tenermi nascosto non lo volli vedere più. Volevo vederlo soffrire, volevo fargli del male. Per questo non mi presentai all’esibizione. Sapevo quanto ci tenesse che io frequentassi la Julliard. Beccato questo, stronzo! Avrebbe dovuto dirmi la verità, non nascondere tutto sotto un velo di menzogne. Come aveva potuto farmi questo? Come potevo più fidarmi di lui? Non ero più un bambino e questo lui non l’ha mai capito. Avevo il diritto di sapere la verità. Non mi credeva all’altezza, forse? Pensava che avrei insabbiato la cosa cercando di fare il possibile affinché lui non lo venisse a sapere? Pensava male. Avrei certamente chiesto il suo aiuto. Mi sarei confidato perché io, a sua differenza, mi fidavo di lui. Pensava di evitarmi un dispiacere. Ed ora? Sapere di avere un figlio che mai ho visto, mai ho saputo che esistesse e che mai vedrò mi dovrebbe far stare meglio? Direi proprio di no. Come se non bastasse ha coinvolto anche Amy. La mia adorata Amy. Le sono stato dietro sin dal primo momento che i miei occhi sono posati su di lei. Ed ora l’ho lasciata. Anche lei sapeva e non mi ha detto niente. Avrebbe dovuto sapere quanto è importante la sincerità. Avrebbe dovuto capire che era un mio diritto saperlo. Pensava che mi avrebbe perso. Comprensibile. Quindi nemmeno lei si fidava di me. Strana la vita, tutti si affaccendano tanto a mentirmi per evitarmi sofferenze quando invece non capiscono che facendolo mi fanno soffrire ancora di più. Sarebbe quasi buffo se non fosse così tragico. Nella mia mente sfilano le persone che hanno significato qualcosa per me: Delia, la mia sorellina; Bright, il mio migliore amico; Anna, la sua ragazza; Amy, la mia ex ragazza ed il mio amore perduto; mio padre, il traditore. Papà. Strano a dirsi ma vorrei che in questo momento fossi qui, accanto a me. A guardarmi mentre me ne vado, verso la fine. A stringermi la mano ed a sussurrarmi che andrà tutto bene. Il sangue scorre sull’asfalto mentre una folla di curiosi si avvicina al punto in cui giaccio a terra. Un incidente stradale, è mai possibile morire per questo? A quanto sembra. Perché io sto morendo. La testa mi fa male e sento le mie forze svanire pian piano. Gli occhi mi si chiudono senza che io possa impedirlo. Mentre un’infermiere mi urla di stare sveglio. Di resistere. Ma io non ho voglia di resistere. Mi fa male la pancia. Perdo sangue, tanto sangue. E’ tutto inutile. Finché la luce del tramonto è l’ultima cosa che vedo prima che i miei occhi si chiudano. Per sempre.
Papà…ti saluterò la mamma.
  
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