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Autore: St Lucry    02/01/2014    1 recensioni
Heikichi era un ragazzo normale come tutti, quando un giorno decise di fare la cosa più stupida della sua vita.
Fece una scommessa.
In seguito ad essa, entrò nella "Black Forest", una foresta così insidiosa che chi entrava andava contro morte certa.
Lì dentro venne assalito da un tailmouth, una creatura semiumana, con grandi orecchie ed una coda con una bocca, che ha come una "vita propria".
Heikichi uccide la creatura, ed una maledizione cade su di lui, trasformandolo in un tailmouth ed impedendogli di uscire dala foresta.
Ma Heikichi vuole tornare normale, così decide di cercare la creatura leggendaria che si dice abiti al centro della foresta, l'unica col potere di liberarlo dalla maledizione.
Heikichi riuscirà a trovarla o perirà nel tentativo?
Genere: Avventura, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Furry, Violenza
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Heikichi Kitsume era un ragazzo normale.
Aveva 16 anni, molti amici ed una vita che molti invidierebbero.
Però aveva un difetto: amava le scommesse, soprattutto quelle pericolose.
Un giorno un suo amico, che si chiamava Fuji gli propose una scommessa: se Heikichi fosse sopravvissuto una notte intera nella Dark Forest (una foresta così fitta e piena di insidie che ogni persona ci era entrata non era più tornata indietro) Fuji gli avrebbe dato tutti i suoi soldi. Se invece avesse perso e fosse uscito dalla foresta prima delle 6 del mattino, Heikichi avrebbe dovuto sganciare la grana.
-Allora, ci stai Heiki?
-Non posso rifiutare Fuji. Allora stasera alle 7, all’entrata della foresta.
 
Heikichi salutò spavaldo il suo amico ed entrò nella foresta, camminando lentamente sul sentiero.
Le foglie attutivano il rumore dei suoi passi e davano un senso di tranquillità, ma Heikichi desiderava il pericolo, l’adrenalina. Voleva sentire ogni singola vena pulsare nel suo corpo, sentire ogni singolo battito accelerato del suo cuore.
Così, preso all’improvviso da un’ondata di coraggio, lasciò il sentiero e si addentrò nella foresta.
Mano a mano che si addentrava, gli alberi diventavano più fitti e il cielo sempre più nascosto.
-Non mi sembra un posto molto pericoloso… Non c’è nemmeno un gufo qui…- Disse Heikichi, fermandosi ed appoggiandosi al tronco di un albero molto robusto.
In tutta risposta, dei fruscii provennero da alcuni cespugli più avanti.
-Chi è la?- Chiese Heikichi, sfoderando il coltello a serramanico che si era portato dietro per difendersi.
I fruscii si fecero più forti, e dai cespugli fuoriuscì una creatura simile ad un uomo, con una lunga e robusta coda fornita di bocca.
Un tailmouth.
La creatura saltò addosso ad Heikichi, bloccandolo contro il tronco. La coda si inarcò e aprì la bocca, fiondandosi contro Heikichi, che non si lasciò uccidere. Tirò un calcio al tailmouth, facendolo barcollare all’indietro, e si fiondò su di esso, troppo confuso per reagire.
-Vai all’inferno!- Gridò Heikichi, e pugnalò il tailmouth.
Quest’ultimo cadde a terra, la coda che si muoveva, tentando di colpire Heikichi, che però si difese ancora e sgozzò la coda, tagliandole la “testa”.
Guardò il mostro, il sangue rosso che colava dalla ferita.
-Tu…- Disse il tailmouth, guardando Heikichi con uno sguardo folle. –Ti sei tirato addosso la maledizione… dei tailmouth…
-La cosa? Quale maledizione?
Heikichi guardò la creatura, che ricambiò sorridendo malvagiamente
-Tu… diventerai uno di noi… non potrai uscire dalla foresta… o ti ammazzeranno… dovrai uccidere… per sopravvivere… dì addio alla luce del sole… e alle comodità…- E detto questo, il tailmouth esalò il suo ultimo respiro e morì.
Heikichi fissò il corpo inerme della creatura.
Poi, una fitta lo colpì alla base dalla spina dorsale. Sentì crescere qualcosa dietro di sé, i osntsloni bucarsi permettendole di uscire.
La spiano dorsale crebbe sempre di più, la parte finale diventò cartilagine, e nel mentre cominciò a ricoprirsi di muscoli e legamenti, di pelle e peli.
Alla fine della sua coda si aprì una bocca con dei denti aguzzi e taglienti.
Heikichi si tastò la faccia. Sentì delle grandi orecchie morbide, di forma simile a quelle dei gatti,crescere sulla sua testa.
Si guardò le mani e vide che la sua pelle era diventata grigio chiaro.
Si alzò in piedi, riscuotendosi dai brividi che ancora lo scuotevano.
Pulì il coltello macchiato di sangue e vi ci specchiò.
I capelli, un tempo neri, avevano le punte rosse scuro, così come le sue nuove orecchie.
Gli occhi non erano più azzurro ghiaccio, ma il destro era diventato di un vivace giallo acceso, ed il sinistro aveva preso un colore verde acqua.
Un rumore alle sue spalle, simile ad un ruggito, lo fece voltare, e vide che gli era cresciuta una coda enorme, dotata di bocca, striata come quella di un procione. Era nera, con le strisce rosso scuro, come i suoi capelli.
La coda aprì la bocca e ruggì per salutarlo. La sua lingua era blu.
Essa si avvicinò alla faccia di Heikichi e la leccò, lasciando una traccia di bava azzurrina.
-Che cosa sei tu esattamente?- Chiese Heikichi alla sua coda, più incuriosito che spaventato.
Essa ruggì, ed il ragazzo si accorse di poterla capire.
-Dovrò darti un nome… che ne dici di Eroe?
La coda fece cenno di sì con la testa, e diede un buffetto amichevole con la sua “testa” ad Heikichi.
Il ragazzo si stupì che la cosa di avere una coda parlante on gli dispiaceva affatto, però voleva tornare un essere umano.
La foresta non era la sua casa, e lui non voleva rimanerci.
-Sai Eroe, io non sono di questo posto. Vorrei saper di più su questo luogo, ma a chi potrei chiedere?
Eroe ruggì qualcosa che significava “Cerca altri tailmouth, loro ti sapranno spiegare tutto.” Ed Heikichi trovò che il suo novo compagno di viaggio da cui non poteva separarsi aveva ragione.
Così si mise in marcia, tentando di comandare il suo corpo, che certe volte veniva sopraffatto dal volere di Eroe, per esempio se volevano andare ognuno in una certa direzione.
Heikichi pensò che, prima o poi, sarebbe riuscito a controllare la sua coda.
Imboccarono un varco che i apriva fra due alberi caduti, dirigendosi verso l’ignoto.
Ma nessuno dei due sospettava che la direzione che avevano imboccato conduceva verso la tana di una creatura enorme e pericolosa, che pulsava morte certa da tutti i pori della sua disgustosa pelle viscida ed untuosa.


   
 
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