Un marea di illusioni, ecco in cosa credevo consistesse il Capodanno.
Ed ecco perchč l'avevo sempre odiato, fino al momento in cui si era aperta la porta della mia stanza.
Doveva avermi seguito lungo le scale quando, durante il conto alla rovescia, mi ero isolata dal rumore, dalle grida e il baccano, da falsi sorrisi che avrei dovuto regalare agli ospiti di sotto.
Mia madre e le sue stupide feste stile Torres.
Provavo un odio profondo per tutto quanto e neanche mi ero accorta che c'era quest'altra adolescente in casa mia.
Ogni anno ero circondata da vecchi e noiosi amici di mamma, mai un coetaneo, mai del divertimento.
Solo un lungo cenone e quegli stupidi festeggiamenti da ultimo dell'anno, una ricorrenza inutile e insensata.
Ero sdraiata sul letto e nel vedere la maniglia muoversi mi preparavo a una sgridata, a sentirmi dire di raggiungere gli altri e fare gli auguri.
Invece mi ero imbattuta in qualcosa di magico, incantevole, sbalorditivo.
Dicono che negli occhi di ognuno ci sia un mondo; nei suoi c'era il mio.
Nemmeno la conoscevo, ma qualcosa l'aveva portata da me e non avevo potuto non ricambiare il suo sorriso.
Si era seduta al mio fianco, semplicemente.
E io, allora, avevo cominciato a titubare.
Titubare delle convinzioni che mi avevano accompagnato per tanto tempo.
Un nuovo anno poteva significare una svolta, lo stavo capendo, credendo, vivendo.
Per la prima volta avevo avuto voglia, davvero, di augurare il meglio a qualcuno, a questa persona, per l'anno in cui ci eravamo appena addentrate insieme.
Avevo sussurrato il mio nome e lei aveva fatto lo stesso.
Volevo saperlo, per poter dirle con il cuore:

«Felice anno nuovo, Arizona»

L'angolo dell'autrice: Sento troppa gente che non ha apprezzato questo 31 dicembre, ditemi almeno che avete apprezzato questa storiella!
xoxo&happy2014,
-flood<3