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Autore: Minority    03/01/2014    4 recensioni
in cui Dean, le spiagge deserte e il vento del nord affogano nella nostalgia di un angelo che non c'è.
[destiel - spoiler - malinconico]
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Ottava stagione
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note: attacchi di mai-scrivere-cose-troppo-allegre dei venerdì mattina di gennaio ovvero buon anno nuovo da inaugurare con fanfiction tristi e piene di malinconia questo per colpa di cacciatori innamorati ed angeli persi da qualche altra parte. Per questo e la bleahosità /?/ della storia, ed il fatto che mi invento le parole perdonatemi.




Mare.
 
 
màre
s.m.
1. il complesso delle acque salate che coprono gran parte della superficie terrestre;
quella parte di esse che è circondata da terre (in opposizione a oceano)
2.[in senso figurato] ampia distesa; gran quantità

 
 
Castiel, forse erano i suoi occhi blu che lo facevano affogare, forse era la purezza della sua anima, dei suoi sorrisi timidi, gli ricordava il mare e da quando era entrato nella sua vita, come tale, come una tempesta, uno tsunami, inondava ogni pensiero di Dean di sé. Come un vento del nord che soffia per redimere le spiagge dall’umanità che le ha vissute.
Quando poteva c’andava sempre al mare, Dean: a camminare a piedi nudi sulla sabbia, ad ascoltare le onde in quel silenzio disumano, a salvarsi in un luogo magico che, forse per il blu puro delle acque, forse per l’effetto che aveva sul suo respiro, gli ricordava l’angelo che non era riuscito a strappare dal Purgatorio, il pensiero che non riusciva mai a scacciare, mai a reprimere, che gli faceva sentire il bisogno di perdersi in quel mondo irreale di scrosci, di spruzzi, di odore di salsedine e luci che o si vedono lì o non si possono neanche immaginare.
Si sedette a terra, incrociò le gambe, chiuse gli occhi, si alienò da quel luogo di vergine bellezza, immacolato stupore, che la sfiancata corsa del mondo pareva aver dimenticato e, come ogni volta sentiva il vento del nord che soffia per redimere le spiagge dall’umanità che le ha vissute accarezzare la sua pelle, pensò a Castiel – un soffio, il suo fiato sulle labbra, le parole sussurrate, quel tono nella sua voce che non voleva dimenticare, il quanto un angelo del Signore potesse rivelarsi umano che solo lui sapeva. Certe volte, oltre al vento del nord, gli pareva che ad accarezzare la sua bocca, la sua pelle, a baciare i suoi occhi per vedere ogni meraviglia del mondo ci fosse anche Castiel: poteva giurare di sentire la sua voce, il tono stanco e rinfrancato dalla sua presenza con cui sussurrava un “Dean” che, anche ad occhi chiusi, sembrava un sorriso.
Altre volte, gli pareva di ritrovarlo ovunque – in ogni sfumatura, in ogni sapore, in ogni odore e, allora, smetteva di respirare, sentiva la schiena percorsa da brividi caldi come i baci del suo angelo e perdeva il controllo del suo cuore, terrorizzato dalla possibilità che, nella sua memoria, i ricordi di sbiadissero, perdessero vigore ed intensità come i colori delle polaroid con lui e Sammy da bambini, a casa di Bobby – terrorizzato dalla possibilità di non rivederlo mai più.
 
 -Dean.
 
Fu un fiato leggero che si sostituì al vento del nord, fu la sua voce che, come mille volte prima, gli riempiva la testa, furono occhi verdi spalancati, la speranza che fosse davvero lì, i suoi occhi azzurri che lo cercavano, acqua assetata di sfamare una rigogliosa foresta, un miraggio, forse, ma continuava a chiamare il suo nome, a soffiare che era lì, che, Dean, – Dean- era lì.
Gli corse incontro rallentato dalla fragilità della sabbia, dalla mente piena di lui. Gli corse incontro e, per un attimo, gli parve di non aver fatto altro in tutta la vita che non fosse andare da Castiel, salvarsi a vicenda nel modo perfetto in cui solo un angelo ed un veterano dell’inferno possono fare, nel modo che li rendeva così tanto loro due, così tanto l’Angelo del Signore ed il Cacciatore, così tanto Dean e Castiel.
 
 -Dean.
 -Cas, sono qui.
 
“Ti ho preso, Cas”, pensò mentre allungava una mano verso di lui, mentre già sentiva il corpo caldo non più dal tramite ma dall’angelo contro il suo, come tante volte era stato e come sarebbe dovuto continuare ad essere.
 
 -Ti ho p…-
 
Chiuse gli occhi quando le sue dita non sentirono nulla se non aria, le sue orecchie un “Dean” sfaldato che scivolava via nel tunnel di un passato che non voleva tornare indietro.
 
 -Ti ho perso, Cas.- sussurrò e, lentamente, il peso del suo corpo rotto cadde a terra.
   
 
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