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Autore: Shari Deschain    25/05/2008    2 recensioni
Piccola raccolta di sei one-shot sui fratelli Winchester, i temi sono diversi poichè legati ai prompt della community mezzadozzinafic. Alcune delle storie potrebbero contenere spoilers quindi segnalerò il periodo a cui si riferiscono all'interno di ogni capitolo. Buona lettura ^^
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: Insomnia.
Fandom: Supernatural
Claim/Personaggi: Sam e Dean Winchester
Tema: 67. Pistola della writing community Mezzadozzinafic
Rating: G
Tipologia: Oneshot
Genere: Introspettivo
Lunghezza: secondo Word 717 parole – esclusa la citazione.
Spoiler: Nope. La scrissi quando ero a metà della prima stagione.
Disclaimer: Nè Dean nè Sam mi appartengono purtroppo ç___ç e mi diverto davvero un sacco a scrivere di loro ma a nessuno è mai venuto in mente di pagarmi per farmi scrivere, chissà come mai mi chiedo io.
Credits: Le battute all’inizio sono tratte dal telefilm ovviamente, non che c’incastrino molto ma sono davvero troppo adorabili X3
Note dell'Autore: La primissima fanfiction che ho scritto su questo fandom, è vecchiotta eh, ma ci sono davvero affezionata. Una volta rivista e corretta mi è sembrata anche abbastanza leggibile XD
Introduzione: Dean dorme, Sam no. Ma a volte non serve essere coscienti per aiutare qualcuno.



Insomnia




Why'd you let me fall asleep?

Because I am an awesome brother.
What did you dream about?

Lollipops and candycanes.




La luna è alta stanotte e illumina con il suo chiarore il cortile su cui affaccia la finestra della stanza; Sam segue con lo sguardo i giochi di ombre che formano i rami carichi di foglie scossi dal vento, ed intanto si ritrova a contare mentalmente quante notti ha passato a quel modo, appollaiato sul davanzale davanti ad una TV accesa ma senza sonoro per non svegliare Dean e ritrovarsi a fissare la sua faccia assonnata che mal dissimula la preoccupazione per lui.
Preoccupato già. Anche se piuttosto che ammetterlo si farebbe tranciare via la lingua.
Volgendo lo sguardo verso il mucchio informe di coperte sotto cui è nascosto il fratello, Sam si sente scivolare addosso, per l’ennesima volta, un passato troppo lontano per afferrarlo completamente.
Non che lui sia un tipo particolarmente nostalgico eh.
Ma quando sei un cacciatore non hai futuro né presente, e tutto ciò che ti rimane nei rari momenti in cui non devi combattere e uccidere demoni, è un pugno di ricordi dal sapore dolceamaro e tu puoi solo scegliere fra quelli meno dolorosi.

Ai tempi della sua infanzia Dean sembrava così dannatamente grande e adulto ai suoi occhi di bambino: era Dean a rimproverarlo se rovesciava il latte sul tavolo, era Dean a preparargli la cena e ad insistere perché la mangiasse tutta – verdure comprese, era Dean a metterlo a letto e a dirgli di non preoccuparsi né degli incubi né di qualsiasi altra cosa.
Non ti succederà niente. La vedi questa pistola? Questa basta a proteggerci entrambi.
Un sorriso e un pugno scherzoso sul braccio. Un conforto implicito ma di certo non meno sentito. A quei tempi Dean impugnava un’arma quasi più grande e pesante di lui, ma la portava con aria talmente sicura che Sam dimenticava completamente che anche suo fratello era, in fondo, solo un bambino.

Ora, che di tempo ne è passato parecchio, suo fratello non è più il fratellone come lo intendeva un tempo: certo è ugualmente protettivo – se non di più – e di tanto in tanto lo rimprovera ancora come se fosse un moccioso, e di sicuro non ha perso il vizio di proteggerlo da tutto e da tutti, ma…
Sam non è più un bambino, eccolo il suo ma.
Adesso posso impugnare anche io una pistola.
E forse non ha la stessa aria sicura e spavalda dell’altro nell’impugnarla, ma un proiettile resta un proiettile anche se viene sparato da una mano tremante invece che da una ferma e decisa.
Ora anche Sam va in giro armato ed è in grado di difendersi almeno quanto Dean, ma suo fratello continua a vedere in lui un bambino da proteggere.

- Dovrai lasciarmi camminare sulle mie gambe prima o poi, lo sai?

Lo sussurra a mezza voce, troppo piano perché possa disturbare il sonno del fratello ma abbastanza forte da poter riempire quella camera silenziosa.
Dean dal canto suo si gira nel letto e grugnisce in modo estremamente irritato, quasi avesse udito quelle parole. Sam però è sicuro che stia dormendo e non può trattenersi dal ridere sommessamente.

- Questo starebbe a dire che non ne hai la minima intenzione?

Chiede ancora, mentre nella testa passa pigramente il pensiero che parlare da solo a quel modo non è certo indice di sanità mentale.
Ad ogni modo stavolta Dean non si muove e Sam pensa che, da che mondo è mondo, il silenzio viene considerato come un implicito assenso.
Anche stavolta una risata spontanea gli sale alle labbra ed è costretto a soffocarla con la mano.
Quando pensa di poter rimanere abbastanza serio da non scoppiare in un’ululante risata dritto nelle orecchie di suo fratello, chiude la finestra, spegne la TV e si stende nel suo letto, pensando che magari questa volta riuscirà a sfuggire a quei maledetti incubi e a farsi un’intera, dannata, notte di sonno – cosa che ormai non capita da mesi.
Oppure, più probabilmente, tra qualche ora verrà svegliato di soprassalto dalla mano forte di Dean premuta sulla spalla e troverà a dargli il buongiorno una qualche battutina caustica detta solo per dissipare il dolore che quei sogni si trascinano dietro.
E, nonostante i suoi buoni propositi di indipendenza, alla fine è solo la consapevolezza di avere Dean pronto a svegliarlo in qualsiasi momento che gli dà la forza di chiudere gli occhi anche stanotte.



   
 
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