Star Wars

Quiete. Tranquillità. La TV tutta per lui.

Queste erano le tre cose che in quel momento Ryo desiderava di più, e che avrebbe ottenuto di lì a poco. Finalmente erano arrivate le vacanze, finalmente il Caffè avrebbe chiuso e finalmente si sarebbe potuto riposare, senza sentire chiasso né litigate isteriche a voci acute di ragazze, libero di poter girare rilassato con indosso solo i pantaloni del pigiama.

Anche Kei se ne sarebbe andato per un paio di giorni, per uno dei suoi convegni sulle nuove tecniche di cucina francese, quindi avrebbe avuto il locale tutto per sé.

Il che significava che era del tutto libero di convertire uno dei grandi monitor del laboratorio in schermo cinematografico, rubare la comoda poltrona dell'amico, riscaldarsi pizza in quantità senza sentire il solito rimprovero sull'alimentazione sana e genuina, e godersi in santa pace una meravigliosa ed agognata maratona di Star Wars.

Il suo punto debole, la saga che più lo aveva appassionato sin da quando era bambino, il suo guilty pleasure per eccellenza.

Perciò, quella mattina calda e soleggiata, fatta appositamente per non essere passata al buio in una stanza, salutato Kei in fretta e furia, Ryo si fiondò al piano inferiore, una scatola enorme di popcorn in una mano, una bottiglia di Coca-Cola nell'altra. Sul tavolo del laboratorio lo stava già aspettando il suo preziosissimo cofanetto, custodito gelosamente come la più sacra delle sue proprietà.

Come ogni fan che si rispetti, da vero intenditore ed amante della serie, per la sua maratona sarebbe partito dalla trilogia originale, per poi proseguire diligentemente con i primi tre episodi, sui cui aveva comunque tanto da ridire ma che non poteva fare a meno di apprezzare.

Non gli importavano nemmeno i paradossi scientifici e le assurdità spaziali, recenti avvenimenti gli avevano appena dimostrato che tutto, tutto era possibile, e Star Wars era Star Wars ed era intoccabile.

Ed in fondo l'aveva sempre saputo che invece di paciugare con i geni del gatto Iriomoto, avrebbe dovuto cercare i midichlorians per diventare un maestro Jedi.

Inspirando profondamente per godersi il dolce rumore del silenzio, Ryo accese il lettore DVD, lo collegò allo schermo centrale (quello più grande e con il massimo rendimento in HD) ed inserì il primo disco; poi spense la luce, accomodandosi sulla poltrona e distendendo le gambe su un pouf che Kei aveva pescato chissà dove, e spinse play.

Aveva appena iniziato a percepire il familiare brivido di eccitazione dato dalle musichette delle case produttrici, quando poté avvertire chiaramente, grazie appunto ai suoi sensi felini affinati, il trillo della campanella sopra la porta del Caffè, che poco prima si era premurato di chiudere a chiave.

E quello significava soltanto una cosa.

“Akasaka-san! Shirogane-kun! Ci siete?” la voce squillante di Ichigo lo raggiunse forte e chiara.

Ryo gemette, appoggiando la fronte tra le mani. Di tutti i giorni possibili ed immaginabile, con tutte le volte che aveva sperato di rimanere da solo con lei al locale, quella ragazzina sceglieva proprio quello?

Allora su, dovevano ammetterlo che era tutto un complotto per rovinargli la vita.

Fu tentato di rimanere nascosto nel laboratorio, al buio ed in silenzio. In ogni caso, Ichigo si prendeva un po' troppe confidenze, ad entrare così senza nessuna preoccupazione al mondo. Perché diamine le avevano dato la chiave di scorta? Ma nessuno le aveva ancora insegnato che era comune cortesia bussare prima di entrare in casa d'altri?

“Ah, Shirogane-kun, sei qui!” il viso di Ichigo sbucò dallo stipite della porta “Che stai facendo? Ti disturbo?”

Avrebbe tanto voluto risponderle di sì, chiuderle la porta in faccia e godersi il suo film in santa pace.

Ma era pur sempre Ichigo, che arrivava pericolosamente vicino alla prima posizione nella graduatoria delle sue debolezze, quindi si morse la lingua, sospirò e chiese: “Cosa ci fai tu qui, piuttosto, Momomiya.”

La ragazza fece spallucce, entrando nella stanza con le mani strette dietro la schiena: “Mi stavo annoiando,” spiegò “Minto è partita per la Costa Azzurra, Retasu è in vacanza con i suoi genitori, Purin è in Cina dalla sua famiglia, Zakuro chissà dove a girare un film, ed i miei sono partiti oggi per una crociera premio. Così ho pensato che sarei potuta venire a trovare voi... anche perché qui avete il condizionatore. Akasaka-san dov'è?”

“E' partito per un corso di cucina,” rispose laconico il biondo, già abbastanza rintontito da tutte quelle parole che rompevano il suo beneamato silenzio.

“E tu perché sei rimasto qui da solo?” insistette lei, facendo due passi avanti.

“Perché, Ichigo,” iniziò lui con l'ennesimo esasperato sospiro “A me interessa poco o nulla di come si cucina la perfetta crème brûlée, e volevo sfruttare questi due giorni da solo per godermi una maratona di Star Wars in santa pace.”

“Aaaaah,” come un gattino che aveva acquistato coraggio, Ichigo attraversò la stanza per andare a sedersi sul bracciolo della poltrona, prendendo tra le mani la custodia del DVD “Non l'ho mai visto. Non è il mio genere, detesto la fantascienza.”

Un leggero tremito si impossessò della palpebra sinistra di Ryo: “Star Wars è più che semplice fantascienza! È un'epica battaglia tra bene e male, un percorso di crescita che si rifà alle vecchie tradizioni cavalleresche, un'innovazione della cinematografia degli anni Ottanta!”

“Sì, sì,” Ichigo mosse una mano nell'aria, continuando a studiare il retro del DVD “Se lo dici tu.”

“I find your lack of faith disturbing.” citò direttamente dal film il ragazzo, strofinandosi la fronte.

Lei sorrise, lanciando la custodia sul tavolo vicino al cofanetto e facendo sussultare il ragazzo di preoccupazione: “Ecco che inizi, Shirogane-kun.”

“Senti, ragazzina,” sbottò lui ormai sull'orlo di perdere le staffe “Hai intenzione di continuare a rovinarmi la giornata oppure sei venuta qui con uno scopo facilmente affrontabile e che mi permetterà di prendermi il mio ben meritato riposo in un lasso di tempo ragionevolmente breve?”

Ichigo aggrottò la fronte, impiegando qualche istante per analizzare bene la domanda: “Be', mi dispiace di averti disturbato,” mormorò infine “Volevo evitare di stare da sola i primi giorni di vacanza, ma ovviamente tu devi fare l'antipatico come sempre. Tolgo il disturbo.”

Giustamente offesa, si tirò in piedi con aria sdegnosa e quell'accenno di lacrime negli occhi che sempre le spuntavano quando si arrabbiava. Ryo alzò gli occhi al cielo, sbuffando rumoroso.

“Ichigo, aspetta!” la chiamò prima che lei varcasse la soglia “Non ti volevo offendere, mi dispiace. È solo che è da un sacco di tempo che non riesco ad avere qualche ora solo per me e le cose che mi piacciono, tra la fine del progetto e il locale, e Kei...”

Ichigo incrociò le braccia al petto, studiandolo: “Questo film è davvero così importante per te?”

Ryo si voltò verso lo schermo, così da non doverla guardare negli occhi: “Non è tanto il film in sé, quanto quello che mi ricorda. È una costante dalla mia infanzia.”

La rossa si morse il labbro, piegando la testa da un lato: “Allora... posso vederlo con te?”

Lui alzò un sopracciglio: “Dici sul serio?”

“Sì!” alzò il mento con fierezza “Forza, su, stupiscimi. Hai detto che non è solo fantascienza, vediamo chi ha ragione tra me e te.”

“You don't have to do this to impress me.” ridacchiò lui, facendole spazio sulla poltrona così che anche lei si potesse accomodare, deliziosamente stretta contro al suo petto.

Ichigo alzò gli occhi al cielo: “Sono interessata sul serio.”

“D'accordo, d'accordo,” armeggiando con il telecomando, Ryo sistemò le impostazione del DVD “Ma se proprio lo vuoi guardare, devi seguire le mie regole. E la regola suprema è che lo si guarda in lingua originale. Al massimo posso concederti i sottotitoli.”

“Ma così non capirò nulla!” si lamentò lei, con gli occhi sgranati.

Lui le sorrise: “E' la volta buona che imparerai un po' di inglese, invece.”

“Uff, va bene, ci posso provare.”

“Try not. Do...or do not. There is no try.”

“Shirogane.”

Ryo ridacchiò contento, spingendo play un'altra volta e avvolgendole casualmente un braccio intorno alle spalle, da cui la rossa non si ritrasse.

I titoli di testa ripartirono, la famosa musica riempì la stanza mentre le parole cominciarono a scorrere lungo lo schermo.

“Shirogane-kun,” sussurrò allora Ichigo, confusa “Ma perché iniziamo dal quarto episodio se io nemmeno ho visto i primi tre?”

***

***

A few years later....

“Ryo, ti ho già concesso che lo chiameremo Luke, ma no, il suo secondo nome non sarà Skywalker.”

Ciao a tutti, buon 2014! Spero che il vostro anno sia iniziato bene ^_^ Per celebrarlo, mi sono ispirata a Sky, che ha appena lanciato per una settimana un canale dedicato solo ed esclusivamente a Star Wars, appunto. Io sono una grande fan accanita, con la cotta più grande del mondo per Han Solo da quando sono piccola (tanto da averne pure la bambola invece che il solito Ken xD), e quindi non potevo non scriverci qualcosa. E ammettiamolo, Ryo potrebbe esserne il tipico fan ;)

Come vedete, il finale non è puramente aperto, basta un po' di immaginazione – ho ricevuto consiglio di lasciarvela proprio così ;) Per inciso, le tre frasi che Ryo dice in inglese sono citazioni dirette dai film (se non sbaglio episodio IV e V xD).

Ultima cosa e poi vi lascio andare, volevo ringraziare tutti quelli che ancora leggono M&C e i “nuovi” capitoli – vedo sempre che i numerini salgono, e sono davvero contenta ^_^ Non vi preoccupate a lasciare un'opinione, prometto che non vi mangio xD

Spero di sapere cosa ne pensate anche di questa piccola fic :)

A presto,

Hypnotic Poison

Ps. ultima cosa, ve lo giuro – per chi volesse interagire un po' di più o volesse aggiornamenti in diretta, vi informo che mi sono messa al passo con i tempi ed ho aperto giusto ieri una pagina FB ;)