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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    03/01/2014    2 recensioni
[Storia tradotta e riveduta dall'inglese ma sempre appartenente alla sottoscritta]
Il suono dolce e malinconico di un ocarina ruppe il silenzio: vi era un campo fuori dalla città, illuminato dalla grande luna che sembrava a portata di mano e vi era un'ombra umana seduta su una roccia nel mezzo della pianura, solitaria, quella di una bambina con lunghi capelli blu e un viso bello ma incredibilmente triste.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harlock, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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WATASHI-TACHI NO UTA

"Arrivederci Harlock! Arrivederci papà! "

Il suono dolce e malinconico di un ocarina ruppe il silenzio: vi era un campo fuori dalla città, illuminato dalla grande luna che sembrava a portata di mano e vi era un'ombra umana seduta su una roccia nel mezzo della pianura, solitaria, quella di una bambina con lunghi capelli blu e un viso bello ma incredibilmente triste.

Ella guardava il cielo punteggiato di stelle luminose con un pallido sorriso sulle labbra poi smise improvvisamente di suonare per poi portarsi al cuore l'ocarina mentre una lacrima le percorreva la guancia: “Dove siete...? Harlock... Papà... Aiutateci...”.

Il grido solitario di un gufo la fece sentire più triste che mai, aveva il cuore pesante e soffriva per la lontananza del padre e dell'uomo che aveva sempre considerato come un fratello maggiore, colui che non l'aveva mai lasciata indietro neppure nei momenti peggiori.

Mayu era cresciuta ed era in grado di distinguere ciò che era verità e cosa non lo era, adesso sapeva: dai documenti che Harlock le aveva lasciato aveva scoperto non solo di essere la figlia della donna pirata più temibile ma anche e soprattutto del più grande ingegnere che la razza umana avesse mai conosciuto, il migliore e più fedele amico del Corsaro delle Stelle.

Lei era orgogliosa dei suoi genitori ma avrebbe voluto ricordarli meglio: Harlock era stata la cosa più vicina al padre che non aveva mai avuto mentre, dei due genitori naturali, la bambina non sapeva molto; ricordava soltanto un viso sorridente incorniciato da lunghi capelli rossi e un paio di occhiali tondissimi, null'altro.

Spesso, Mayu li sognava: erano assieme, sull'Arkadia, e lei stava in braccio al padre mentre Harlock sorrideva ad entrambi.

"Ehi , finalmente ti ho trovata!"

Tadashi apparve improvvisamente davanti a lei, spaventata dall'arrivo inaspettato: il ragazzo era chiaramente stanco e ansimante per il lungo cammino fin lì e si diede mentalmente della stupida.

"Che ci fai qui? Mazu-san ti stava cercando, è dall'ora di cena che non ti si vede in giro..." le chiese lui, sedendosi accanto a lei: “Sai che non è prudente vagabondare da sola. Potresti finire nelle grinfie dei Governativi.” il ragazzo la abbracciò con forza e affetto, “Non farci più spaventare così.”.

Mayu singhiozzò: "Mi dispiace, Daiba-nii...” mormorò la bambina, “Ma ho pensato che se avessi continuato a suonare alle stelle, forse Harlock sarebbe tornato a salvarci... E' già venuto una volta per me...”.

Tadashi Daiba, ex ufficiale dell'Arkadia, guardò la piccola, poi sorrise, cercando di ricacciare indietro le lacrime: “Torneranno. Dobbiamo solo resistere ancora un po'... Non dubitare, torneranno e ci salveranno...”.

§§§§

"Signore, sono stati appena inoltrati gli ordini da Lei firmati " l'avvenente segretaria entrò nel lussuoso ufficio con una pila di fogli e documenti tra le braccia: "Il Ministero della Pubblica Sicurezza sta aspettando il suo comando.”.

Il Presidente della Terra Unita sorrise compiaciuto con se stesso : "Bene, signorina, molto bene. Date loro l'ordine di cominciare, ho messo tutto nelle loro mani.” ridacchiò lui, rivolgendole un cenno di congedo.

Inchinandosi rispettosamente, la donna uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.

Il Presidente sorrise strofinandosi soddisfatto il mento: "Molto presto, l'annoso problema di quei maledetti pirati spaziali sarà risolto e io salverò non solo la mia carica ma mi assicurerò anche il mio futuro, verrò sicuramente rieletto. Nessuno prenderà la difesa di un pugno di criminali anche se quelle Mazoniane furono sconfitte grazie a loro. Odio l' idea di condividere la stessa Terra con questi banditi. E questa volta, non voglio rischiare. I pirati di Harlock verranno cancellati dalla faccia della Terra.".

L'uomo scoppiò a ridere ad alta voce, godendo per l'idea che i suoi ministri avevano suggerito: "Presto tutto sarà finito... " mormorò, stringendo i pugni, " Kirita era stupido, avrebbe potuto ucciderli in qualsiasi momento ma la sua inettitudine lo ha portato al fallimento. Questa volta... Non ci sarà alcuna pietà per quei criminali.”.

§§§

"Yuki, apri la porta! Fai presto!"

La voce di Maji, agitato, ruppe per un momento la pace che regnava all'interno dell'Osservatorio dove lavoravano quasi tutti gli ex ufficiali dell'Arkadia: da fuori si udivano pianti e singhiozzi.

La giovane scienziata aprì immediatamente per lasciare asciugare l'ingegnere e i bambini che erano con lui: i piccoli tremavano per il freddo ed erano terrorizzati, si aggrappavano al tecnico come avrebbero fatto con un salvagente in mezzo all'oceano.

Che cosa è successo? " chiese Yuki preoccupata, afferrando alcune coperte per coprire i bambini: “Tadashi-kun temeva vi avessero portato via i soldati, ha trovato il Rifugio vuoto.” Tadashi annuì, facendo un passo in avanti.

Maji si sedette sulla sedia accanto al camino: sembrava improvvisamente invecchiato di 20 anni, i suoi occhi erano spenti e tristi, pieni di rabbia e risentimento.

"Quei bastardi egoisti..." ringhiò furiosamente , “Non possiamo stare qui, dobbiamo andarcene al più presto! Ci stanno dando la caccia come ad animali.” disse l'ingegnere.

"E dove potremmo andare? " chiese lei, prendendo un medikit da uno scaffale: "Abbiamo la responsabilità di questi bambini " disse sfiduciata la ragazza , cominciando a curare le ferite del suo commilitone e amico, " Se solo il capitano fosse qui... " Maji sospirò .

Ma Harlock non è qui" Yuki lo rimproverò: “E comunque, lui ci direbbe di combattere, ne sono sicuro." la spalleggiò Tadashi, guardando l'ingegnere negli occhi, "Dobbiamo essere forti, siamo ancora i Pirati Spaziali . E dobbiamo proteggere i bambini.”.

"Proprio così."

Tutti e tre rivolsero i visi verso la porta e distinsero chiaramente le sagome di Yattaran e Mazu-san nell'oscurità.

Andiamo, amici. Gli altri ci aspettano di sotto.” il vicecapitano aiutò i bambini a radunarsi mentre Mazu, accarezzandoli, cercava di rassicurarli.

Siamo nuovamente pericolosi ricercati, la situazione è grave.” Tadashi aveva uno sguardo cupo mentre infilava alla rinfusa dei medikit in alcune borse: “Questa Terra egoista e ingrata non avrebbe mai meritato di essere salvata.”.

Poi cominciarono a cadere le bombe, tutto attorno a loro cominciò a tremare, i bambini urlavano e Yuki cadde per terra, colpita da un calcinaccio; la giovane perse i sensi mentre la struttura costruita con amore e cura iniziava a crollare assieme alle loro speranze per un futuro pacifico.

Nuovi ordigni caddero nei pressi dell'Osservatorio.

Al rifugio!” gridò Maji, aiutando Daiba a portare via Kei.

Furono ore di puro terrore.

I bambini piangevano in preda alla disperazione , stringendosi l'un l'altro per confortarsi e consolarsi, Mayu suonava incessantemente l'ocarina, fiduciosa fino all'ultimo e incrollabile nella sua speranza di sentire i motori dell'Arkadia, suonò fino a quando la stanchezza non prese infine il sopravvento su di lei, facendola crollare contro una parete.

Tadashi la coprì affettuosamente con la propria giacca ma nel suo cuore non c'era più speranza.

"E' la fine? " mormorò lui, pallido e spaventato.

Una padella lo colpì con precisione chirurgica sulla testa: " Non dire sciocchezze!" sbottò Mazu seria, “Daiba Tadashi, non sei un bambino piagnucoloso che vuole l'orsacchiotto perché ha avuto un incubo!" esclamò l'anziana cuoca , scuotendo le spalle violentemente, “Se Harlock-san vedesse come ti stai comportando, uno schiaffo non te lo leverebbe nessuno, anche più di uno. Abbi fiducia nel tuo capitano.”.

Improvvisamente, uno strano rumore, come se alcuni cannoni laser venissero attivati, ruppe il silenzio della notte, seguito da grida disordinate, come se tante persone stessero scappando disordinatamente dal campo di battaglia..

Mayu si svegliò all'improvviso, ricominciando a suonare con rinnovato vigore, le lacrime cadevano lungo le guance mentre sulle sue labbra si delineava un sorriso sereno.

HARLOCK!" gridò lei.

Ci fu un momento di sospensione, come se il tempo si fosse fermato poi udirono infine il suono più dolce del mondo, la voce del loro amato, e mai dimenticato, capitano: " Tadashi, Yuki... Siete qui?" chiese il pirata, con tono quasi preoccupato al di là della pesante porta che chiudeva il nascondiglio .

Yattaran aprì rapidamente il portellone e, nel cono di luce, la sagoma del giovane pirata sembrava ancora più bella che mai .

"HARLOCK! " Mayu gridò nuovamente poi scattò in piedi e corse ad abbracciare l'uomo più anziano, aggrappandosi a lui come al sogno che le aveva tenuto compagnia e dato forza fino a quel momento: “Ehi, principessa ..." L'uomo sorrise , "State bene?" chiese, guardando sia i suoi compagni sia i bambini: "Andiamo, Meeme ci aspetta.”.

Nella notte infuocata, Harlock guidò la propria famiglia verso l'astronave che la Luna illuminava a giorno, una visione che strinse il cuore di tutti i pirati spaziali: qualcuno gridò, altri corsero all'impazzata ma s'imbarcarono senza indugio, riprendendo in breve i propri ruoli e rendendosi conto che non sembrava passato neppure un giorno dal momento in cui si erano divisi.

L'astronave Arkadia infine partì nel buio, completa nuovamente e con la consapevolezza che non sarebbero mai tornati, di questo ne erano certi.

Il Mare delle Stelle li avrebbe accolti come eroi.

Il Mare delle Stelle è il mio mare...

   
 
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