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Autore: Giuls_BluRose    03/01/2014    5 recensioni
-Dedicata a Son Gohan- Riferimenti alla canzone "Sei fantastica" di Max Pezzali
Dal testo:
Quello che in quel momento appariva ai suoi occhi era solamente un terribile sangue rosso vermiglio che colava imperterrito sulle sue gambe e arrivava caparbio fino al pavimento, macchiava di disperazione tutto quello che incontrava e non dava tregua alle miriadi di lacrime che copiose scendevano sul volto di una donna corvina.
Lei, che rispondeva al nome di Videl, scuoteva incredula la testa, aveva la bocca aperta, ma nessuna parola usciva dalle sue labbra screpolate: tutto era bloccato dagli innumerevoli singhiozzi che la facevano continuamene sussultare.
Tremava, Videl tremava disperata mentre con la mente cercava di ricomporre i pezzi di quel puzzle della morte che inesorabilmente la stava facendo cadere in un baratro infinito, un terribile pozzo senza fondo fatto di dolore e sofferenza, ma specialmente di odio: odio verso quella persona che lei riteneva responsabile di tutto.
La donna improvvisamente sentì un calore al basso ventre e vi ci posò sopra una mano, mentre dalle sue labbra usciva un solo nome e, come se avesse capito tutto, i suoi occhi ripresero silenziosi a versare lacrime.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quello che in quel momento appariva ai suoi occhi era solamente un terribile sangue rosso vermiglio che colava imperterrito sulle sue gambe e arrivava caparbio fino al pavimento, macchiava di disperazione tutto quello che incontrava e non dava tregua alle miriadi di lacrime che copiose scendevano sul volto di una donna corvina.
Lei, che rispondeva al nome di Videl, scuoteva incredula la testa, aveva la bocca aperta, ma nessuna parola usciva dalle sue labbra screpolate: tutto era bloccato dagli innumerevoli singhiozzi che la facevano continuamene sussultare.
Tremava, Videl tremava disperata mentre con la mente cercava di ricomporre i pezzi di quel puzzle della morte che inesorabilmente la stava facendo cadere in un baratro infinito, un terribile pozzo senza fondo fatto di dolore e sofferenza, ma specialmente di odio: odio verso quella persona che lei riteneva responsabile di tutto.
Non diceva parola la donna, ma continuava a guardare quel sangue che scendeva, non era normale una cosa del genere e lei lo sapeva bene, sapeva anche che cosa era successo all'interno del suo corpo e a stento riusciva a credere che quella fosse la realtà. Avrebbe voluto che fosse soltanto un sogno, solo un terribile incubo che continuava a tenerla prigioniera, ma quella sfortunatamente era la realtà e quello che stava accadendo era tutto vero.

“G-G-Gohan!? Gohan!? GOHAN!?”

Tra le sue labbra era sibilato il nome di suo marito: lo aveva chiamato, da prima piano, quasi con paura di pronunciare quel nome,poi sempre più forte, fino a farlo diventare un urlo disperato, un urlo pieno di odio.
L'uomo, sentendosi chiamare a quel modo, si alzò dallo studio e corse fino al bagno dal quale aveva sentito arrivare la voce, ma non appena ci mise piede una terribile fitta al cuore lo prese all'improvviso e i suoi muscoli sembrarono paralizzasi senza un apparente motivo.
Non riusciva a credere a quello che vedeva, non era contemplato nella sua brillante mente da scienziato e non era pronto per tale scena: la moglie era a terra, semi sdraiata in un lago di sangue, aveva lo sguardo bianco, le mani macchiate di quel liquido vermiglio e un qualcosa di indecifrabile che teneva stretto tra le mani: quel piccolo particolare non riusciva proprio a capire che cosa fosse.

“Cielo, Videl...”

Sussurrò quelle parole il Saiyan, aveva veramente paura di quello che stava vedendo, ma doveva farsi coraggio, non doveva mollare proprio in quel momento.

“Amore, piccola mia...”

Gohan provò ad avvicinarsi a Videl, ma essa cominciò a ringhiargli contro parole piene di odio e rabbia, cosa che fece mettere subito sugli attenti il Saiyan.

“Non ti avvicinare, non mi devi toccare. Questa è tutta colpa tua, se solo... aaah sei un deficiente, accidenti a te!”

L'uomo fece un passo indietro a quelle parole e aprendo la bocca non riuscì però a far fuoriuscire alcun suono: era sconvolto dalla reazione rabbiosa della corvina, non era solita avere queste uscite isteriche.

“Videl, piccola ma che cosa succede, che cosa ti è accaduto. Amore...”

Il Saiyan sentì un groppo alla gola e le lacrime cominciarono subito a pungere i suoi occhi neri: forse aveva capito il motivo di tanta rabbia, ma non voleva crederci, non poteva essere veramente come credeva lui. Se solo avesse avuto ragione su cosa aveva tra le mani Videl, non sapeva che cosa avrebbe fatto, non si darebbe mai dato pace se fosse stato come credeva lui, ma un terribile presentimento gli attanagliò l'anima, aveva capito tutto.

“Santo cielo, no...”

Videl lo fulminò con lo sguardo: lei stava versando amare lacrime di puro dolore e la causa era solamente quell'uomo senza scrupoli che aveva causato la fine di quello che neppure era iniziato, aveva causato la morte dell'anima e l'ultimo battito vitale: lo odiava,Videl l'odiava con tutta sé stessa. Riuscì comunque a dire qualche parola, ma semplici urli disperati uscivano dalla sua bocca.

“Gohan io ti odio! Sei riuscito a far finire quello che di più bello mi era accaduto, sei un mostro! E' solamente colpa tua, non dovevi, dovevi!”

“Amore cielo, non volevo, io... no, no: non può essere vero, io...”

“Zitto! Devi solamente tacere, sei un emerito idiota! Te lo avevo detto, te lo avevo detto che era rischioso, ma tu invece hai voluto farlo e adesso? Adesso guarda quello che hai combinato, sei felice adesso vero? Sei felice ed orgoglioso di quello che mi hai fatto? Ti odio,ti odio!”

Videl si sdraiò completamente a terra, coprendosi il corpo con quel rosso che usciva da lei, aveva la fronte appoggiata nel lago del liquido e stringeva al cuore l'ultimo ricordo di quello che aveva, l'ultimo ricordo di una possibile vita felice e di una speranza nel futuro.
Se solo non avesse dato retta a Gohan, se solo non avesse fatto quel maledetto passo falso, forse...? Forse il suo bambino sarebbe sopravvissuto,forse lei non avrebbe abortito, si solo supposizioni però? Semplicissime e freddissime supposizioni fatte di ghiaccio e dolore.

“No, no, no... non dirmi una cosa del genere, non puoi farmi questo! Sai che io ti amo con tutto il mio cuore e non fare mai nulla contro di te,non puoi dirmi di aver ucciso nostro figlio, non puoi”

Gohan non ce l'aveva fatta a resistere, aveva iniziato a versare flotti di lacrime amare e in quel momento aveva fatto cadere a terra gli occhiali da vista, si era coperto il volto con le mani e aveva preso a singhiozzare quelle frasi, come per cercare una protezione. Anche lui però sapeva che la colpa era stata sua, sapeva che se non avesse insistito su quel fatto il piccolo sarebbe sopravvissuto. Si addossava tutte le colpe, proprio come allora: aveva ucciso un padre e adesso anche un figlio, era un vero mostro...

“Videl per favore guardami, guardami!”

Lui si era avvicinato al corpo della moglie riversato sul pavimento, aveva provato a sfiorarla per farla rimettere a sedere, ma l'unica reazione che aveva ottenuto da Videl fu quel potente schiaffo che gli arrivò in pieno volto da una moglie distrutta dal dolore e dalla sofferenza.
Non disse nulla lui, non fece alcun rimprovero ad ella, ma l'abbracciò solamente, consapevole che quel suo gesto lo avrebbe pagato a caro prezzo. Non gli importava nulla però, non gli importava di tutti i colpi che avrebbe ricevuto in seguito al suo impulso; lui voleva solo sentirla accanto, voleva solo sentire il suo profumo e il suo battito cardiaco. Voleva consolarla, anche se sapeva che non sarebbe stato possibile in alcun modo: lei lo odiava per quello che era successo e sapeva che non lo avrebbe mai perdonato per quello che era successo. Lei gli riversava contro tutte le colpe e non avrebbe mai cambiato idea, ma lui l'avrebbe sempre amata, sempre. Gohan ripensò a qualche giorno prima: aveva insistito per andare a ballare insieme alla sua amata mogliettina, voleva una serata solo per loro due: gli mancavano quei momenti e aveva organizzato tutto nei minimi dettagli, ma lei, bhe lei aveva detto di no a quella magnifica proposta. Gohan aveva fatto portare Pan alla Capsule Corporation per rimanere con Bra, erano grandi ormai e lui si fidava della figlia adolescente, tutto era pronto, ma Videl quella sera aveva detto di no: diceva di non sentirsi bene e che non voleva mettere a rischio la gravidanza. Gohan però non ci aveva dato troppo peso e aveva insistito, così la donna alla fine aveva ceduto alle insistenze del marito e avevano ballato, ma a casa loro, nel loro soggiorno: durante le danze piene di amore il Saiyan forse aveva calcato un po' troppo la mano e aveva involontariamente colpito il ventre gonfio della moglie. Tutto però sembrava essere continuato normalmente, ma quella mattina Videl si era sentita male e dopo poco aveva avuto quell'aborto spontaneo, così improvviso, Gohan si stava riversando addosso tutte le colpe per quella disgrazia e non smetteva di piangere sopra il corpo di Videl, aveva gli occhi liquidi e sentiva che tutto era stato causato dalle sue stupide insistenze.

“Videl, Videl...”

Si mise a sedere e riuscì a portarsi dietro anche la corvina, si guardarono per la prima vola negli occhi: i suoi nerissimi e arrossati si unirono a quelli glaciali e rabbiosi della moglie, piangevano entrambi e sembravano talmente uniti quanto divisi in quel momento; lui istintivamente cercò di baciarla, ma un secondo schiaffo, molto più potente del primo, arrivò a marcare la sua guancia.
Faceva male, faceva veramente male: non fisicamente però, ma al cuore, quel cuore che aveva amato e odiato, che aveva gioito e sofferto e che in quel momento era squarciato dalla rabbia micidiale della donna che gli stava dinnanzi.

“Mi vuoi uccidere vero? Vuoi la mia morte adesso? Certo, che domande. Sono qua: colpiscimi, scatena su di me la tua furia, io sono qua”

Disse quello a cuore aperto, mentre altre calde lacrime uscivano dalle sue iridi scure, troppo più scure del normale: se il modo per lei era quello di sfogarsi sul corpo del Saiyan a lui andava bene, avevano perso una parte di loro in quel modo e non c'era nulla che le impedisse di finire anche quel mostro di marito che aveva.
Videl caricò il pugno, lui aprì le braccia e chiuse gli occhi, ma quel pugno non arrivò mai, mai lo colpì

“Sei un idiota Gohan, sei uno stupido in che lingua te lo devo dire? Non posso colpirti, non mi basterebbe: non sai che fine ti meriteresti di fare, non ne hai idea. I mie colpi non ti fanno nulla e lo sai meglio di me, sei un Saiyan pensi forse che non me lo ricordi? Deficiente...”

“Un modo, amore, dimmi solo un modo per farmi amare nuovamente. Farò di tutto”

Lei abbassò il capo, strinse nelle mani il sacchettino di placenta e sorrise amaramente: sapeva che quello che voleva non lo avrebbe mai più avuto indietro, lo sapeva e quindi non esisteva il modo per farla felice, non poteva esserci.

“Rivoglio mio figlio, voglio abbracciare il mio secondogenito”

Pianse ancora più forte e, solo per sentirsi meglio, cominciò a tirare una serie di colpi alla massima potenza sul volto e sul petto dell'uomo, mentre lui se ne stava fermo, con uno strano sorriso amaro sul volto: nella sua mente si stava già delineando il suo riscatto verso la moglie, avrebbe fatto di tutto per lei, di tutto.
Quando lei ebbe finito il suo sfogo Gohan la fece alzare, questa volta senza che lei facesse resistenza e si avvicinò pericolosamente alle sue labbra, lei continuava a non muoversi: il Saiyan le diede un intenso bacio mentre l'abbracciava per quella che sarebbe stata l'ultima volta, avrebbe esaudito il desiderio della moglie, tutto per vederla sorridere nuovamente.

“Videl, rimani qua, ferma te ne prego”

La fece sedere sul letto, prese un panno e le pulì le mani, poi si ritirò in bagno per eliminare quel lago di sangue. Sorrideva mentre lo faceva, sorrideva tra le lacrime, ma lo faceva. Videl per tutto il tempo rimase immobile, come paralizzata dall'odio e dal dolore, non aveva avuto la forza neanche per impedire che lui la baciasse.
Il Saiyan uscì dalla stanza, guardò la corvina per un secondo, poi la baciò nuovamente, ancora più intensamente di prima mentre le lacrime bagnavano i volti i entrambi.

“Ricorda che ti ho sempre amato, sempre. Dì a Pan che le voglio un bene dell'anima, diglielo ti prego. Ciao Videl, ciao...”

La terrestre non disse nulla, si limitò ad abbassare il capo ringhiando qualcosa all'uomo, lui sorrise per l'ultima volta ed varcò la porta di casa: non ci avrebbe mai più fatto ritorno e lo sapeva bene.

 

 

 

“Gohan, me sei sicuro?”

“Si Dende, sai che le sfere non possono portare nuovamente in vita chi non lo era ancora, quindi si: sono sicuro, tu puoi farlo no?”

“Si: porterò parte della tua anima nel ventre di Videl, così che lei possa iniziare una nuova gravidanza, ma sai che questo comporta...”

“Si lo so, non mi importa. Ho promesso a Videl la felicità e lei la otterrà a qualsiasi costo”

“Amico mio..”

Il Supremo guardò tristemente l'amico, ma Gohan aveva un volto fermamente deciso, nulla poteva portarlo sui suoi vecchi passi, nulla. Avrebbe dato la sua anima e quindi la sua vita per poter renderla al secondogenito, sarebbe morto per la felicità del suo unico amore. Era pronto a quel grande passo e voleva andare fino in fondo. Quel bambino sarebbe cresciuto senza un nonno e senza un padre, ma Videl lo odiava e sarebbe stata felice, forse, con un nuovo figlio e senza l'odiato marito, quello che aveva infranto i suoi sogni di gioia.

“Non avrà un nonno, ma neanche un padre”
“Lo so Dende, lo so... addio amico, io sono pronto”

“Addio Gohan, addio”

Il namecciano mise una mano sopra il petto di Gohan, mentre il Saiyan cantava una dolce melodia: quella che aveva legato il suo cuore a quello di Videl, quella canzone che avevano ballato amorevolmente al matrimonio e quella che era alla radio tutte e due le notti dove avevano concepito i loro figli. Era troppo importante per lui e voleva che quella fosse la sua ultima canzone, quella che li avrebbe legati nuovamente: parte di sé sarebbe entrata nell'utero di Videl e avrebbe formato il nuovo pargoletto, così avrebbe potuto vedere tutto dal Paradiso con gli occhi di quel nuovo componente della famiglia Son, quello che avrebbe preso il posto di Son Gohan.
Cantava il Saiyan, cantava per non sentire arrivare l'alitata della morte, cantava per lei, per la sua Videl, cantava per Pan e per il secondo figlio, che sarebbe stato parte di lui.

 

Luce in fondo al tunnel,boccata d'aria
limpida, parole musica
casa dolce casa, un po' città un po' isola
un po' New York, un po' Polinesia

Siamo qui
tante vittorie, giorni bellissimi
sconfitte stupide, giorni difficili
tristezze ed euforia, gioie e dolori

Ma sento sempre che tu ci sei
che anche quand'è dura non te ne vai
che anche coi denti combatterai
sempre accanto a me non mi abbandonerai

Sei fantastica, forte come il rock'n roll
una scarica, uno shock elettrico
sei la fonte di energia più potente che ci sia
bomba atomica dritta nello stomaco

Storia a lieto fine, ai confini della realtà
favola, bacchetta magica
ragione passione, giovinezza e maturità
armonia tra corpo e anima

Siamo qui
tante vittorie, giorni bellissimi
sconfitte stupide, giorni difficili
tristezze ed euforia, gioie e dolori

Ma sento sempre che tu ci sei
che anche quand'è dura non te ne vai
che anche coi denti combatterai
sempre accanto a me non mi abbandonerai

Sei fantastica, forte come il rock'n roll
una scarica, uno shock elettrico
sei la fonte di energia più potente che ci sia
bomba atomica dritta nello stomaco”

 

Le lacrime scendevano dai suoi occhi, ma erano lacrime meno amare del solito, quella volta piangeva perchè sapeva che la sua morte avrebbe ridato la vita all'esserino che sarebbe dovuto crescere nel grembo materno e anche la gioia negli occhi della donna che amava. Era stranamente felice, non pensava che la morte lo stava assalendo, ma solo che il suo sacrificio sarebbe stato necessario per la felicità di tutti e, in un certo senso, anche per la sua.
Quella canzone che usciva dalle due labbra era la melodia e la colonna sonora dell'amore vissuto con Videl, di tutti i momenti difficili e di quelli gioiosi che avevano vissuto insieme, di tutto quello che avevano passato e di quello che forse ancora li avrebbe dovuti aspettare, ma ormai non c'era più tempo per pensare al passato.

 

“Sei fantastica Videl ,lo sei sempre stata e o sarai per sempre. Perdonami, spero che rendendoti la vita che più amavi sacrificando quella che più odiavi potrai continuare a vivere felice, lo spero con tutto il cuore perchè te lo meriti, te lo meriti veramente. Addio amore mio, addio piccola mia, ci rivedremo tra nove mesi, nello sguardo del nuovo pargoletto”


 

Sorrise per l'ultima volta, chiuse gli occhi neri con l'immagine della sua famiglia dentro le iridi e il suo cuore smise di battere, ma solo quando anche l'ultimo bacio era stato mandato a tutti i suoi cari.
Gohan aveva fatto quel gesto solo per amore, solo per poter far sorridere nuovamente la sua fantastica Videl.

 

La donna improvvisamente sentì un calore al basso ventre e vi ci posò sopra una mano, mentre dalle sue labbra usciva un solo nome e, come se avesse capito tutto, i suoi occhi ripresero silenziosi a versare lacrime.
La vita sarebbe ripresa all'intero di quella donna e l'anima di Gohan avrebbe albergato per nove mesi nella sua pancia e per il resto della vita negli occhi del piccolo fratellino di Pan, quel bimbo dagli occhi color della pece e uno sguardo fin troppo familiare.

 

“Gohan...”

 

 

 

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Ciao a tutti ragazzi! Eccomi qua con una nuova fic tutta Gohan/Videl {Stranamente}
La voglio dedicare a Son Gohan, scusa se non è proprio una songfic, ma spero lo stesso che ti piaccia.
Ho un po' di furia omicida verso Gohan adesso e questa è la prima cosa che mi è venuta in mente, spero che non vi sembri banale o OOC.
In tal caso basta solo dirlo.
Vado ad aggiornare anche la raccolta Mirai, a dopo :*

Giuly <3
   
 
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