CAPITOLO
2:
DUBBI
Nell’esatto
momento in cui Anna si addormentava nella sua stanza, lontano dal
castello
c’era un'altra persona che si rigirava nel letto con mille
dubbi in testa.
Sulla montagna alle spalle di Arendelle, Kristoff stava steso a fissare
le
travi del soffitto della sua baita di legno. Quel posto era abbastanza
fuori
mano e solo chi lo conosceva poteva arrivarci. Questo era uno dei pregi
di quel
luogo isolato: quando voleva rimanere da solo con i suoi pensieri,
Kristoff non
aveva dubbi su dove andare. Lì non l’avrebbe
infastidito nessuno. Forse Olaf,
ma a quell’ora era certo che il pupazzo di neve stesse
sonnecchiando nel
giardino del castello. Sven dall’altra parte
dell’unica stanza della baita,
riposava già da un bel po’ accanto al caldo del
camino.
Invece
Kristoff non riusciva a chiudere occhio: troppi dubbi gli si agitavano
dentro e
se chiudeva gli occhi, sognava Anna, che era anche il centro dei suoi
pensieri
e quindi dei suoi problemi di insonnia. Erano giorni che rifletteva sul
rapporto con lei e non aveva potuto non porsi alcune domande: si
amavano
davvero? O era solo un’infatuazione passeggera? E se si
amavano, lui sarebbe
stato mai alla sua altezza? Insomma, Anna era pur sempre una
principessa! E se
anche lei avesse sorvolato sul suo status sociale, cosa mai poteva
offrirle
lui, che era un semplice venditore di ghiaccio? Anche ora che la regina
aveva
inventato un’onorificenza ad hoc solo per lui, era comunque
di un rango troppo
inferiore ad Anna, per sperare in un per sempre felici e contenti
accanto a
lei. E se Elsa non avesse approvato la loro relazione e si fosse fatta
prendere
da un’altra delle sue “crisi
agghiaccianti”? Alla fine si era reso tristemente
conto che la vita reale aveva poco a che fare con le favole.
Quella sera
però, lontano da distrazioni e contaminazioni altrui (che
potevano essere gli
occhi dolci di Anna o il suo sorriso, o anche le battutine di Olaf o le
occhiatacce di Sven), si sentiva in vena di decisioni importanti e
pensò che
era il momento adatto per fare le cose nel modo giusto.
Doveva
partire dalle cose difficili: l’indomani avrebbe chiesto
udienza alla regina e
le avrebbe chiesto il permesso di corteggiare la sorella. Sapeva che
per la
felicità di Anna Elsa avrebbe accettato, ma nel caso
contrario Kristoff aveva
un piano B: se Anna lo amava davvero, allora avrebbe fatto di tutto per
averla,
anche contro il volere della regina; ma se così non fosse
stato, si sarebbe
fatto da parte accettando le decisioni delle due sorelle.
Sperava
tanto
che le sue congetture fossero sbagliate e che Anna tenesse a lui tanto
quanto
lui teneva a lei.
Si
alzò a
sedere, ormai sicuro che la notte sarebbe passata in bianco: con uno
sbuffo si
passò le mani sul viso stanco e quel semplice verso, fece
svegliare Sven.
La renna si
girò a guardarlo con gli occhi appannati dal sonno e
un’espressione
interrogativa. Fece un verso per attirare l’attenzione di
Kristoff su di sé.
-“Scusa
se
ti ho svegliato, Sven.”- il ragazzo gli sorrise dispiaciuto.
-“Cosa c’è che non va,
amico?”- Kristoff
diede voce ai pensieri di Sven come faceva di solito. Anna gli aveva
ripetuto
più di una volta che questa sua mania era terrificante, e
lui le aveva riposto
che non poteva farne a meno: per troppo tempo era rimasto solo con Sven,
e quel
piccolo escamotage l’aveva salvato dalla pazzia delle lunghe
e fredde notti
invernali. Le vecchie abitudini erano difficili da estirpare.
-“Niente.
Solo pensavo che ci sono molte cose da chiarire e da sistemare e devo
farlo al
più presto, prima di rischiare di impazzire.”-
Sven gli
lanciò un’occhiata scontata, per sottolineare la
domanda che voleva porgli: “C’entra
per caso Anna?”-
-“E
chi
sennò? Quella ragazza ha la capacità di
scombussolarmi anche quando non è nei
paraggi.”- scrollò le spalle esasperato da quella
situazione.
Sven si
voltò di nuovo verso la luce del camino e si
sistemò al meglio per
riaddormentarsi: “Discorso
già fatto,
sai già cosa ne penso. Ora torno a dormire.
‘Notte!”- e la renna lo
lasciò
di nuovo solo ad arrovellarsi il cervello.
-“Grazie
mille Sven. Sei sempre d’aiuto!”- disse con tono
ironico mentre si stendeva di
nuovo a letto, cercando di riposare quel poco che la mente gli
concedeva
-“Spero solo di non fare la figura dell’idiota con
Elsa… se non le andasse a
genio la cosa, potrebbe anche decidere di congelarmi.”-
rabbrividì al solo
pensiero della donna.
Poi stanco
si addormentò pian piano, cullato dal pensiero della risata
cristallina di
Anna.
AngoloAutrice:
allora parto col dire che il capitolo è corto
perché è di passaggio e poi mi
serviva solo per far comprendere il comportamento di Kristoff. Il
prossimo sarà
più lungo.
Poi
volevo
ringraziare tutti quelli che hanno letto e recensito, e chi ha messo la
storia
tra le seguite (7 persone!) e le preferita: non ho mai avuto tanta
gente che
seguisse una mia fic…sono davvero commossa e superfelice.
Spero tanto di non
deludere le vostre aspettative su questa storia!
Al prossimo
capitolo, che ispirazione permettendo, arriverà in serata. ;)