Hiccup era seduto sul pavimento freddo da quelle che potevano essere ore, con le ginocchia strette al petto e la testa china, le mani che affondavano tra i capelli scompigliati.
Probabilmente non si era neppure accorto delle lacrime che scendevano lente ma inesorabili lungo le sue guance e gli bagnavano i vestiti.
Aveva gettato alle ortiche la sua ennesima possibilità di farsi valere nella guerra contro i draghi.
“A volte non riesco a credere che tu sia mio figlio” aveva detto Stoick, amareggiato, una volta tornato a casa.
Hiccup invece non riusciva a capacitarsi del fatto che un padre potesse affermare parole simili con un tale distacco.
Ma forse Stoick aveva ragione, quel ragazzino pelle e ossa non era fatto per combattere i draghi, per governare un villaggio, non valeva la pena perdere tempo con uno come lui.
Forse…
“No” si disse Hiccup, deciso. Tirò su col naso, si asciugò il viso con una manica e si alzò in piedi, stringendo i pugni.
No, lui non si sarebbe arreso così. Non poteva lasciarsi sopraffare.
Avrebbe continuato a cercare di farsi notare, di dimostrare quanto valesse.
E sarebbe stato all’altezza delle aspettative della sua gente. Si sarebbe sempre rialzato per ricominciare a combattere contro ogni sua debolezza.
Niente e nessuno lo avrebbe scalfito.
E un giorno le parole di Stoick lo avrebbero abbracciato con la forza e tutto il calore che un padre può dare.

“Sono fiero che tu sia mio figlio”






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Angolo Vic
Bene, a quest'ora dovrei essere a letto *si sente una spacciatrice perché è la prima volta che pubblica nel cuore della notte*
Io questa storia la voglio dedicare a Federica, che lei la legga o no. Perché mentre scrivevo e correggevo stavo parlando con lei e mi ha fatto compagnia :3
Dunque, io direi che qui Hic ha dodici anni, più che altro non mi andava di farlo di nuovo tredicenne come in altre storie. E personalmente non amo molto le fic in cui lo dipingono come un depresso autolesionista. Nessuno ce la mette tutta come lui.
E niente, saluti e baci anche a CodaViola che continua a sopportarmi da tempo immemore e che mi prenderebbe a calci se non la citassi.
E poi ci sono Flavia e Irene, che mi mettono allegria. E io passo troppo tempo a sognare di vivere più vicina a queste quattro piuttosto che in questo buco infernale di periferia... divago.
Fatemi sapere che ne pensate e alla prossima!!

Vic