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Autore: valigie per restare    05/01/2014    2 recensioni
Quando mia madre ha capito che stavo così male si è scusata per tutte le volte che mi ha detto di lasciarti.
Sequel di "Quello che pensano di noi"
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Paura del buio'
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ma i giorni sono fuochi sopra il ghiaccio
lividi al tatto
come gli sguardi di chi sa che cosa hai fatto
perché ti ha praticamente insegnato tutto quanto

 
 
 
 
 
Un anno. 
È passato un anno e io sono ancora qui ad aspettarti.
È passato un anno dal “sei troppo grande per me”, ma dimmi, quando mi hai detto finalmente di amarmi, io non ero troppo grande vero? Quando abbiamo fatto e rifatto l'amore, non ero troppo grande?
Ma poi, cosa ha più di me quel ragazzo per cui mi hai lasciato? Forse ha qualcosa in meno, l'età, ma il resto? Lui ti ama come ti ho amato io nonostante tutto? Lui ti asciuga le lacrime se piangi? Del tatuaggio ora che te ne fai? E cazzo, dammela una spiegazione perché quel “sei troppo grande” non mi basta, non significa niente, non sono diventato troppo grande per te all'improvviso, lo sono sempre stato e tu lo sapevi. Sapevi dall'inizio che non ci saremmo potuti comportare come Innocent e Calvin o tutti gli altri, ma ti andava bene, me lo avevi detto.
Alla fine me lo dicevi anche tu che non t'importava di quello che gli altri pensavano, e poi?, quando tutto è diventato troppo non me ne hai neanche parlato, hai deciso di andartene da un giorno all'altro. 
Che poi troppo per cosa non l'ho ancora capito.
Non hai neanche pensato alle conseguenze? A noi? A me?
Non hai pensato che io ci sarei stato male? Che ho persino pregato al telefono Driss mentre piangevo chiedendogli dove fossi? No, non ci hai pensato perché cosa cazzo t'importa degli altri se tu stai bene?
Sono stato così male che la notte sentivo la porta sbattere convinto che tu fossi tornato, e quando mi alzavo dal letto e correvo fino all'ingresso, tu non c'eri. Dopo non ricordo neanche cosa facevo, se rimanevo lì ad aspettare che quella cazzo di porta si aprisse veramente o se cercavo di non bagnare il tuo cuscino con le lacrime. Quando mia madre ha capito che stavo così male si è scusata per tutte le volte che mi ha detto di lasciarti.
Driss mi ha detto anche di rifarmi una vita, ma come faccio se la mia vita girava già tutta intorno a te? Se sono stato troppo affrettato perché pensavo già ad un futuro dove un io e te ci sarebbe stato, dove potevamo essere noi, insieme.
E solo ora ho capito che la paura del buio la si può affrontare insieme a qualcuno, ma io con chi l'affronto se tu non ci sei?
 
 
 
 
 
 
_______________________________________________________
 
Questa è la flashfic con cui si chiude la serie "Paura del buio".
Sicuramente la maggior parte di voi non sa di cosa io stia parlando. Vi lascio il link della prima os dove ho spiegato il mio "progetto".
Se volete capire completamente quello che ho scritto dovete leggere qui se no amen.
Ringrazio chi ha seguito questa serie e chi la incomincerà a leggere.
E niente, spero che mi diciate cosa ne pensate.
Un abbraccio fortissimo,
Sara
 

 

  
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