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Autore: Sylvia Naberrie    05/01/2014    4 recensioni
Cristina ha appena scoperto che il suo ragazzo l'ha tradita e per questo vuole farla finita. Vuole gettarsi dal "Ponte degli Impiccati".
Ma solo grazie ad un angelo dagli occhi verdi riuscirà a salvarsi. A salvare entrambi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quell'angelo dagli occhi verdi




Questa storia la dedico ad una persona speciale, che mi ha salvato come Davide con Cristina. La dedico a te amore mio . Grazie per tutto quello che fai per me, sei la mia vita <3
GRAZIE AMORE






Correvo, correvo più che potevo. Volevo fuggire da quella vita di merda. In quel periodo avevo ricevuto tante delusioni. Forse troppe. Ma la più grande me la diede il mio ragazzo.

Ero uscita prima dal volontariato che facevo ogni giovedì ed ero andata da lui per fargli una sorpresa, dato che tra qualche giorno sarebbe stato il nostro anniversario e gli avevo fatto dei dolci che a lui piacevano tanto. Sua madre mi salutò cordialmente e mi fece salire in camera sua. Ma lo spettacolo che mi ritrovai davanti mi fece gelare le ossa.
Una ragazza era avvinghiata al mio fidanzato, con addosso solo la biancheria intima.
"Chi è questa?", chiese al mio fidanzato quella ragazza con un tono da gatta morta che mi fece capire che quello non era il loro primo incontro.
Giovanni, il mio ragazzo, mi guardò stupito e spaventato.
"I-Io...non...", tentò di dire ma io capii.
Le lacrime mi offuscarono gli occhi ma cercai di trattenerle. Feci cadere i dolcetti a terra e scesi le scale di corsa.
"Cristina!", sentii urlare Giovanni ma io non lo ascoltai e andai verso la porta di casa.
"Cara, che succede?", mi chiese sua madre. Io tirai su il naso e tentai mostrarmi tranquilla.
"Niente signora, mi sono appena ricordata di una cosa urgente, arrivederci!", le dissi e uscii di casa prima che potesse replicare.
Corsi più che potei. Non volevo andare a casa perciò mi diressi verso il parco più vicino.
Sulla panchina ripensai a ciò che avevo assistito.
Non avevo mai visto quella ragazza e mi chiesi dove Giovanni l'avesse incontrata. Forse al campeggio. E nonostante l'idea mi facesse soffrire, dovevo ammettere che fosse bella.
Aveva gli occhi azzurri e i capelli biondo platino e poteva avere 18 anni. E io, povera 16enne con nulla di speciale, non potevo competere con quella ragazza.
Sicuramente Giovanni si era stufato di me e voleva stare con una della sua età.
Quel pensiero mi fece soffrire ancora di più. Il dolore al petto era insopportabile.
Volevo farla finita. Mi alzai e mi feci condurre dalle mie gambe, non avevo più il controllo del mio corpo. Neanche mi accorsi di essere finita sul ponte.
Il "Ponte degli Impiccati", così chiamato per l'enorme tasso di suicidi avvenuti su di esso. Ritornai a piangere, il mio corpo era scosso dai singhiozzi e, quasi in trance, scavalcai il muretto e guardai il torrente sottostante.
Volevo morire. Però, per qualche strana ragione, non riuscii a buttarmi. Pensai al dolore che avrei procurato ai miei genitori, a mio fratello, ai miei parenti. Rimasi impalata lì a fissare il torrente in piena.
Dei singhiozzi mi distolsero dai miei pensieri e mi girai.
Un altro ragazzo, sui 20 anni, era più che deciso a buttarsi veramente. Stava lasciando le mani dal muretto.
"Fermati!", gli urlai. Lui si girò di scatto verso la mia direzione. Nemmeno lui si era accorto di me prima di quel momento.
"Perché?", mi disse con voce tremante.
"Qualunque sia il motivo, non ne vale la pena", dissi.
"Ah sì? E tu che ne sai? Mio padre è morto due mesi fa e mia madre non è ancora uscita dalla depressione. Sono stato lasciato dalla mia ragazza e non riesco a trovare un lavoro, ti pare poco?", mi disse arrabbiato.
All'improvviso mi sentii molto stupida nell'aver tentato il suicidio solo perché quello stronzo del mio ragazzo mi aveva tradita.
Lentamente scavalcai il muretto e ritornai sulla strada. Mi avvicinai al ragazzo.
"Come ti chiami?", gli chiesi. Lui mi guardò sospettoso.
"Davide", rispose. Io annuì: cercavo le parole giuste per convincerlo a non buttarsi.
"Tu?", mi chiese. Lo guardai stupita.
"Cristina", risposi.
"Perché volevi buttarti?"
"Il mio...ragazzo mi ha tradito. L'ho visto mentre stava per farsi un'altra", dissi. Mi sentivo così stupida.
"Mi dispiace", mi disse gentilmente. Lo guardai. Il suo sguardo era cordiale.
Era un bel ragazzo. Capelli neri lunghi fino al collo che ricadevano a volute morbide. Gli occhi erano di un verde incredibile che m'incantarono. Dovevo salvare quel ragazzo.
"Mi dispiace per tuo padre. E per tutto il resto", gli dissi sinceramente. Lui mi guardò tristemente.
"Non ce la faccio più. Non riesco a trovare lavoro e senza non posso mantenere la mia famiglia. La mia ragazza mi ha mollato perché non riuscivo a trovare tempo per lei. E io voglio farla finita", disse.
"E tua mamma?", gli chiesi. Lui mi guardò titubante.
"Se la caverà", tagliò corto lui.
"No, invece. Se è entrata in depressione perché è morto suo marito, cosa pensi le accadrà se le muore pure suo figlio?", gli chiesi arrabbiata.
"Ma non capisci? Moriremo comunque", disse cinico.
"No", gli risposi veemente prendendogli la mano. Lui mi guardò stupito. "Ti aiuterò io. Te lo prometto! Vieni, scendi da lì", gli dissi.
"Come puoi aiutarmi? Sei una ragazzina...", mi disse.
"Ti prometto che ti aiuterò! Per favore, scendi!", gli risposi con foga e con disperazione. Forse dalla mia promessa, forse dal mio tono o dal mio sguardo, quel ragazzo scavalcò il muro.
E io scoppiai a piangere perché ero riuscita a salvarlo e ci abbracciammo, come due naufraghi dopo una tempesta.

Ci frequentammo per qualche mese e poi ci mettemmo insieme.
Io riuscì a mantenere la mia promessa e riuscì ad aiutarlo anche quando sua madre si riprese e Davide riuscì a trovarsi un lavoro. Senza di lui, quel giorno non avrei trovato la forza per andare avanti e lo stesso lui.
Mi aveva salvato. Ci eravamo salvati. Il mio angelo dagli occhi verdi.
Perciò quando, dopo molti anni, il prete mi chiede se voglio vivere la mia vita con lui, io rispondo "Lo voglio".







Note dell'autrice

Premetto che i nomi e i fatti sono puramente casuali e tratti dalla fantasia dell'autrice, alias me XD
L'ispirazione mi è venuta improvvisamente stamattina e stranamente è iniziata con la parte finale!
Spero possa piacervi! Vostra


Sylvia Naberrie

   
 
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