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Autore: blackswam    05/01/2014    1 recensioni
Che cose l'amore?
Molte volte ci siamo posti questa domanda.
Bhe l'amore è un sentimento
intenso e profondo di affetto,
simpatia ed adesione,
rivolto verso una persona,
un aggetto e un animale a te caro.
Ecco cos'è l'amore il sentimento di cui
tutti ne abusiamo anche senza volerlo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Leon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una semplice spremuta d'arancia.


Che cos'è l'amore?
Molte volte ci siamo posti questa domanda.
Bhe l'amore è un sentimento
intenso e profondo di affetto,
simpatia ed adesione,
rivolto verso una persona,
un aggetto e un animale a te caro.
Ecco cos' l'amore il sentimento di cui
tutti ne abusiamo anche senza volerlo.



[10 Febbraio 2013, ore 10:00]

Il sole, come ogni mattina, illuminava la città facendola risplendere come un diamante. Alcune nuvole lo coprivano, creando alcune ombre nelle zone in cui il sole non poteva risplendere.
Violetta si era alzata mattiniera, un sorriso che gli coronava il viso, le unghie appena fatte volavano in aria mostrando lo smalto ancora umido, le scarpe a ballerina iniziavano a farle male, troppo basse per i suoi gusti. Indossava un lungo vestito bianco, che esprimeva a pieno la sua semplicità. Non aveva usato un trucco pesante per non apparire disperata, ma qualche spuntatina qua e la, è portava un piccolo bracciale nero che si abbinava alle scarpe.

Violetta, porta le dita davanti alle labbra soffiandoci sopra, sperando che si asciugassero in fretta, prima di arrivare al bar.
Adesso vi domanderete perché si trovava tutta in ghingheri? Semplice, un appuntamento con Leon.
Era domenica, visto che non c'era scuola, avevano deciso di uscire a bere qualcosa e parlare. La ragazza non aspettava altro. La settimana scorsa, la coppia aveva litigato per l'ennesima volta. Diego non riesce a fare almeno di corteggiare Violetta tutto sotto agli occhi di Leon. Violetta, quest'oggi, volevo chiarire questa situazione e fargli capire in quella sua testa dura che si ritrova che l'unico uomo che lei ama e amerà è lui. E questo può anche testimoniarlo il suo diario, pieno e pieno di pagine riempite dalle lettere, pensieri, sentimenti rivolti al suo Leon. Violetta guarda l'orologio sperando di non essere in ritardo, ma per sua sorpresa era in anticipo di trenta minuti.

Prende posto al secondo tavolo attendendo con le braccia incrociate. Ordina, nell'attesa, un spremuta d'arancia. Afferra con le dita la cannuccia sorseggiandone un po. Sospira guardando l'orologio notando che il ragazzo era molto in ritardo. Poi sente il rumore della sedia spostarsi. La ragazza alza il viso sorridendo al ragazzo davanti a lei, ma quando capisce chi si trova davanti il suo sorriso si spegne.

« Diego Domiguez.»

Il suo peggior incubo, colui che riesce a farle saltare tutti i nervi. Da quando lui ha messo piede nella scuola tutto è andato a rotoli e adesso Leon non sta con lei.
Diego appoggia i gomiti sul tavolino e con un evidente ghigno squadrava la ragazza davanti a se. Era così carina, sembrava quasi una bomboniera.Dentro di se provava un senso di invidia verso Leon, lui era fortunato ad avere la sua attenzione, e sicuramente era lui quello che aspettava.

« Violetta Castillo, cosa ti porta da queste parti?»
« Per tua informazione adesso avrei un appuntamento e purtroppo sei seduto sulla sedia del mio possibile fidanzato.»
« E questo fidanzato sarebbe per caso Leon?»

Violetta alza le spalle irrigidendosi un po' senza però lasciar travisare nulla.

« Non sono affari tuoi. Vattene e lasciami in pace.»

Dicendo queste parole aveva alzato violentemente il bicchiere, ancora mezzo pieno, che per il troppo agitarsi cade sopra ai pantoloni del ragazzo.

« Oddio scusa, scusami ti prego. Aspetta adesso ti asciugo.»
Prende un tovagliolino di carta da sopra al tavolo e cerca di asciugare il terribile guaio che era riuscita a combinare. Lo sapeva, quando c'era lui non accade mai niente di buono.
Nel frattempo Diego se la rideva sotto i baffi, godendosi delle premure della ragazza finché non sente una mano appoggiarsi sulla sua spalla e che lo spinge direttamente con il culetto per terra.

« Tu, essere immondo che calpesti la mia terra, non toccare più la mia ragazza.»

Leon era entrato di gran corsa nel locale. Sapeva di essere in ritardo, ma quella mattina la sveglia non aveva suonato e per arrivare da casa sua al bar ci volevano circa trenta minuti. Si era già programmato il discorso di scusa, quando poi gli si presenta una scena che non avrebbe mai voluto vedere. Non ci vide più dalla rabbia, e i suoi occhi verdi diventarono più luminosi mischiandosi quasi con il rosso fuoco. Verde della gelosia, rosso per la rabbia.

« La tua ragazza? Se non mi sbaglio vi siete lasciati, no?»
« Ma questo non ti da il diritto di avvicinarti a lei. Oggi ha un appuntamento con me, quindi sparisci dalla faccia di questa terra, e se proprio non è possibile sparisci dalla mia visione.»

Violetta, che per tutto il tempo era rimasta in disparte, cerca di intromettersi in quella inquetante e imbarazzante situazione. Tutto ciò era accaduto per colpa sua, o almeno in parte, ma sempre per colpa sua.

« Leon non è colpa sua. Per sbaglio gli ho versato l'aranciata sul pantalone e cercavo di rimediare al mio pasticcio. Per questa volta lui non c'entra, davvero.»
« E così adesso lo difendi? Lo sapevo che provavi qualcosa per lui, ma il mio cuore non voleva accettarlo. Sono stato un stupido a venire a questo appuntamento.»
« Senti chi parla. Guarda che sei in ritardo di un ora, mio caro. Sono stata qui ad aspettarti per tutto il tempo, da sola.»
« Vedo come mi hai rimpiazzato in fretta. Alla fine sono soltanto un passatempo. Un oggetto che puoi prendere e buttare quando vuoi.»
« Basta Leon, basta. Per me non è affatto così. Tu non sei un oggetto, tu sei la persona migliore che mi sia mai capitata. L'unica che mi capisce e l'unica che voglio al mio fianco. Perchè non vuoi ficcarti in quella testa che ti amo.»

Lo sguardo di Violetta era determinato, gli occhi erano lucidi pronti a lasciarsi a un pianto liberato, ma la ragazza si stava trattenendo. Le poche persone presenti li stavano fissando, tranne uno. Leon guardava il pavimento, non riuscendo a guardare la ragazza negli occhi.
Era accaduto di nuovo. Si era lasciato prendere dalla gelosia, e non si era fidato di lei, perché era così insicuro?

« Hai ragione scusa. Non dovresti stare con un idiota come me. Ci vediamo domani a scuola.»

E senza guardarla mai negli occhi esce dal bar sotto lo sguardo triste di Violetta. Diego si trovava ancora a terra, in silenzio. Violetta dentro di se riusciva a pensare solo una cosa.

« Non può finire così.»

Di gran corsa esce dal bar cercando di raggiungerlo. Quando lo intravide vicino al semaforo urla il suo nome facendolo voltare.

« Idiota. Ti amo.»

Lo vede voltarsi e dirigersi verso di lei. Corre, corre sempre più velocemente. Il respiro stava per terminare e le gambe per crollare. Poi ecco che i loro petti si ricongiungono, insieme alle loro mani, e ai loro sentimenti.

« Anch'io ti amo.»



Fine.
  
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