La ragazza afferrò velocemente il cappotto chiaro
dirigendosi verso l’uscita della sua abitazione. Nella mano destra
stringeva la sua fedelissima macchina fotografica, con la sinistra
acchiappò il basco blu scuro e la sciarpa dello stesso colore. Non aveva
impegni particolari, ma la luce di quel giorno l’aveva stregata, e non
intendeva perdersela. Un colore dolce illuminava tutto il parco poco lontano
dal suo appartamento, immerso nel più meraviglioso degli autunni che avesse visto da qualche anno. Il verde rimasto sugli alberi
giocava con l’arancione e il rosso delle foglie, circondato da un giallo
che richiamava un po’ di allegria in quel paesaggio malinconico.
Si fermò per respirare a pieni polmoni quell’aria frizzante che le procurò un piccolo
brivido.
Si sistemò meglio il cappotto e tutti gli accessori
che si era portata per prevenire il freddo, circondandosi il collo con la
tracolla della macchina fotografica.
Sorrise, aveva finalmente raggiunto il parco.
Quelle foto sarebbero sicuramente rimaste nella storia.
Quello che Sora non immaginava, fu che successe davvero.
Searching for Happiness ^^
- Che meraviglia! Mia fedele amica, mettiamoci al lavoro!!!-
Il pomeriggio aveva preso un risvolto decisamente allegro.
Sora adorava il suo lavoro di fotografa, anche se non sempre poteva permettersi
di scegliere i proprio soggetti da sola.
In fondo era appena agli inizi della sua carriera, da poco
aveva compiuto 23 anni, a suo parere spesi piuttosto bene. Poteva dirsi felice
nella sua breve esistenza: nessun problema in famiglia, ottimi amici, un buon
posto di lavoro già così giovane. Era il lato sentimentale che
mancava un po’ nella sua vita. Ma per il momento stava bene
così… che fretta c’era?
Click!
Ecco scattata la prima foto del giorno. Quel paesaggio che
la circondava era così pieno di immagini significative che non poteva
lasciarsene sfuggire neanche una.
Il cielo rosato, bambini che correvano felici, la natura
che risplendeva della sua bellezza, coppie che non erano assolutamente scalfite
dal freddo che sopraggiungeva… Tutto comunicava felicità.
Sorrise, non era ancora pienamente sicura di appartenere a quell’allegro quadretto.
- Intanto mi accontento di immortalarlo…-
Click, click!
Altre foto seguirono il primo scatto. Ogni angolatura
offriva una nuova visione di quel piccolo ecosistema, e i suoi occhi correvano
da un parte all’altra estasiati da tanto
perfetto equilibrio, seguiti a ruota dall’obiettivo della macchina
fotografica.
Cominciò a vagare a vuoto per il parco, fotografando
ogni cosa.
- Sì perfetto… oh il laghetto!-
Ecco l’aspetto della natura che più adorava
ritrarre: l’acqua. Trasparente e inconsistente, si trasforma davanti a
chi la osserva riflettendo la sua immagine, cambia continuamente forma, colore,
sempre in movimento ma perennemente immobile.
E oggi la luce del sole si spandeva sull’acqua
formando mille riflessi meravigliosi, giocando coi colori come se fosse un
quadro…
Ah l’arte, era quella meraviglia umana ad averla
spinta verso la fotografia. Purtroppo i suoi genitori non le avevano
incorporato nel dna il talento per il disegno… ma quella della fotografia
sì. Così si era impegnata a massimo per sviluppare la sua
personale forma d’arte fotografica… ed era stata premiata.
Lavorava per una rivista di fotografia periodicamente, ogni
tanto il suo capo le offriva la possibilità di pubblicare una mini
selezione dei suoi ultimi scatti. Le stava simpatico quell’uomo,
si sentiva fortunata ad averlo incontrato all’università.
Il signor Kawamura aveva
selezionato lei fra tutti gli studenti che gli si erano proposti in quell’occasione. E lei gliene sarebbe stata
eternamente riconoscente.
Lanciò uno sguardo all’orologio legato al
polso sinistro.
- E’ già passata mezz’ora…-
Guardò il cielo come per verificare alcune
condizioni.
- La luce è già leggermente calata… Ora
o mai più-
Eccola che metteva in atto la sua tecnica segreta. Solo lei
poteva essere così folle da sfidare il caso con la
solo arma del suo talento. Ma quello era assolutamente il momento che
preferiva.
Sora aveva una sua teoria riguardo l’arte
della fotografia. Essa infatti possedeva un grosso
limite: immortalava immagini reali, chiare, a cui però si poteva
attribuire un significato particolare.
Ma l’immagine era inevitabilmente scelta
dall’occhio e dalla mente umana. Questo restringeva notevolmente il campo
delle immagini offerte dalla natura all’uomo, poiché
quest’ultimo poteva notare solo quelle a lui visibili.
Sora voleva sconfiggere questo limite: così aveva
ideato quella pazza ma tenera tecnica.
Scelse un punto preciso del parco e lì si
fermò, in piedi, immobile, come una piccola sentinella. Si trovava in un
prato, in piena luce. Alla sua sinistra lontano qualche metro, si estendeva
quieto il laghetto. Alla sua destra si concentrava qualche albero. Davanti a
lei un parcogiochi per bambini. E dietro di lei sentierini silenziosi circondati da panchine.
Estrasse dalla tasca sinistra del suo cappotto una benda
scura e cautamente se la legò sopra gli occhi. Perfetto ora non vedeva
assolutamente niente.
In mano stringeva la fedele macchina. Poi si
concentrò sui rumori attorno a lei.
Ed ecco il suono tranquillo e ripetitivo dell’acqua
contro la riva… le grida dei bambini… le chiacchiere dei
genitori… delle gambe che correvano sui giochi del parco… della
musica… il vento fra le foglie… delle risate sollevate… lo
scalpiccio di chi percorreva i sentierini…
Ormai era un tutt’uno con l’ambiente
circostante.
Premette l’indice contro il pulsante dello scatto, e
così com’era, bendata ed immobile, scattò immagini a caso,
senza vedere cosa realmente stava ritraendo.
Era una tecnica stravagante per chi la osservava,
affascinante per chi la conosceva.
Si azzardò a fare qualche passo, continuando con la
sua missione… Si bloccò, aveva sentito qualcuno passarle accanto e
non voleva urtare nessuno.
- Ehi, attenta!-
Nel tentativo di schivare un passante ne aveva urtato un
altro, che però non si era rivolto a lei con
aria di rimprovero.
- Oh, mi scusi! Non l’avevo sentita!-
Una debole risata incredula. – Ha bisogno
d’aiuto?-
- No, non si preoccupi, tutto sotto controllo!-
- Se lei ne è certa…-
Sembrava giovane dalla voce, un ragazzo.
- Sicura! Grazie dell’interessamento!-
Si allontanò, sentendo su di lei ancora lo sguardo
divertito del ragazzo.
“Devo ricordarmi di stare più
attenta…”
Riprese a scattare fotografie… per curiosità
anche verso il passante che l’aveva urtata.
- Ehi Sora!-
Uh, questa voce la conosceva a meraviglia! Istintivamente
si tolse la benda, pronta a sorridere per l’arrivo della sua migliore
amica. Lei stava correndo nella sua direzione, e Sora non resistette: le
scattò una foto, era così spontanea…
- Sora! Quante volte ti ho detto di non scattarmi foto a
sorpresa!-
La rossa sorrise,
ticchettando col dito contro la macchina.
- Hikari-chan, adoro ritrarti!
Sei così genuina e dolce… i tuoi sentimenti ti si leggono in
volto, sei perfetta come modella!-
La brunetta mise il broncio.
- Lo sai che non mi piace, lo faccio solo per farti un
piacere!-
- Si vede anche questo nelle foto… per questo
preferisco fotografarti quando non te ne accorgi! Sei molto più naturale!-
Hikari la fissò coi suo
profondi occhi marroni, arricciandosi una ciocca di capelli con le dita.
- E’ inutile discutere con te, tanto non mi ascolti
mai… Piuttosto ho visto che prima eri bendata… ancora la tua
assurda tecnica?-
La ragazza più grande si offese a quell’aggettivo.
- Ehi, guarda che è eccezionale! Quel poco di fama
che hanno le mie foto lo devono a questa tecnica!-
La sua compagna rise, sapeva quanto l’amica ci tenesse.
- Si scusami… Hai finito qui? Perché non
andiamo a fare un giro? Oggi sono libera fino a tardi!-
Sora la fissò dubbiosa.
- Niente appuntamenti con misteriosi ammiratori? O strane
ricerche per la tua facoltà?-
- Ehi, se descrivi così le mie giornate sembro una
pazza ninfomane! Comunque no, niente ricerche di psicologia, e l’ultimo
ragazzo l’ho scaricato qualche giorno fa…-
Sora la guardò incredula.
- Come, hai chiuso con Takashi?
Non mi avevi detto niente…-
Presero a camminare per uno dei vialetti del parco, il sole
stava quasi per tramontare…
Il volto di Hikari manifestava i suoi chiari dubbi.
- Eravamo usciti solo qualche volta… Purtroppo mi ero
lasciata incantare dai suoi grandi occhi verdi… e non mi ero accorta di
che persona… vuota… fosse in
realtà…-
Sora la guardò dolcemente e l'abbracciò.
- Mi dispiace piccola... so quanto ci stai male per queste
cose...-
Hikari si lasciò andare in un lungo sospiro, come
per scacciare via tutti i ricordi riguardanti il ragazzo dalla sua testa.
- Non fa niente... meglio scoprirle subito queste cose non
trovi?-
Sora annuì con vigore.
- Cenetta fra donne stasera?-
Gli occhi di Hikari si illuminarono. Di solito le
organizzavano come consolazione a qualche spiacevole avvenimento, come in
questo caso, oppure per festeggiare un qualche successo. Per prima cosa
sceglievano un tema: questo poteva essere un colore, un film, un paese che
avrebbero voluto visitare, un personaggio famoso.. In
seguito spesuccia al supermercato e poi preparazione
della cosidetta "cena": creazione di piatti
che riguardassero il tema scelto! Il resto della serata variava a seconda della commestibilità
di ciò che avevano preparato...
- Sì evviva! Era da un bel po' che non ne fissavamo
una!-
La rossa avvicinò le mani a quelle dell'amica felice
di averla tirata su di morale.
- Però non a casa tua... scusami ma non ho molto voglia di vedere tuo fratello...-
Hikari arrossì per l'imbarazzo. Suo fratello Taichi,
della stessa età della sua migliore amica, diceva di essere innamorato
di lei dalla prima volta che aveva messo piede in casa Yagami. Solo che lo
dimostrava un po' troppo audacemente...
All'inizio Sora era rimasta colpita da tanta energia, ed
erano pure usciti insieme un paio di volte. Ma evidentemente qualcosa non aveva
funzionato: da allora Sora aveva rifiutato qualsiasi proposta di fidanzamento
proveniente dal moretto.
Questi però aveva optato per la tattica sanguisuga:
il nome lascia intendere la strategia. E diciamo pure che ne ha combinate
parecchie...
- Non ti preoccupare Sora-chan...
vedrai che prima o poi tornerà ad essere una persona normale!-
- Speriamo... mi è dispiaciuto parecchio che si sia
trasformato in una persona così... pesante...-
- Oh, se ti sentisse dire certe cose...-
Sora si lasciò scappare una risatina divertita. I
suoi occhi seguirono la linea dell'orizzonte formatasi davanti a lei,
interrotta da alberi e grattacieli creando il profilo della moderna metropoli
di Tokyo. Come ogni volta che osservava il particolare di un paesaggio la sua
mente stava per perdersi nei mille pensieri che scaturivano da quell'immagine... per fortuna Hikari la riportò alla
realtà.
- Allora il tema del giorno?-
Sora cercò di concentrarsi.
- Mh... il verde degli occhi di Takashi?- Trapelava chiaramente il tono ironico della
domanda.
- Ma lo fai apposta allora! Che ne dici invece della
collosità di mio fratello?-
La ragazza battè le mani in risposta e fece il segno di ok.
- Perfetto, ci vediamo a casa mia alle otto in punto! Non
è ammesso ritardo!-
L'ultima cosa che Hikari vide prima di poter rispondere fu
il luminoso sorriso della sua amica che scappò via, come un sospiro di
vento, caldo e rassicurante.
Come faceva a sorridere sempre così proprio Hikari
non lo sapeva... Sembrava che conducesse una vita
perfetta, all'insegna della semplice felicità dettata dalla
quotidianità, tipica del pensiero giapponese...
Lei sapeva però che non era sempre stato
così. Aveva passato le sue grane anche Sora: una difficile situazione
familiare, il continuo trasferirsi di città in città nella sua
infanzia, una brutta storia d'amore passata che l'aveva allontanata da quel
sentimento fino ancora ad oggi...
Tutte queste cose però l'avevano fatta diventare la
persona speciale che era: e Hikari non poteva che esserne soddisfatta. Grata al
destino per averle fatte incontrare.
- A dopo!- alzò un braccio e sventolò la mano
in segno di saluto verso l'orizzonte dove era appena sfuggita alla vista la sua
amica.
- Uhm... niente male!-
Una ragazza dai capelli rossi fissava concentrata il
proprio schermo del computer. Era rientrata da qualche ora nel suo appartamento
e dopo essersi infilata dei vestiti più comodi aveva agganciato la
propria macchina fotografica allo schermo, per visualizzare il risultato del
proprio lavoro.
- Non c'è che dire... questa macchina è
proprio fantastica! Mantiene i colori originali alla perfezione, rende la luce
con la giusta intensità...-
Si bloccò mettendosi una mano davanti alla bocca.
Aveva ricominciato a parlare da sola davanti al computer! Incredibile, non
riusciva proprio a togliersi questo vizio... era più forte di lei. Si
ritrovò a ridere di se stessa. Arrossì fermandosi di nuovo imabarazzata dal suo comportamento.
- Oh basta Sora! Sei ridicola! Non ti sta guardando
nessuno!-
Se lo ripeteva continuamente ma
con scarso risultato... il suo autocontrollo personale non aveva limiti. Non
sarebbe mai riuscita ad infrangere nessuna regola impostale. Fin troppo morale.
- Lasciamo perdere questi ragionamenti... le foto, Sora, le
tue care fotografie!-
Riprese il controllo del cursore e passò alla
fotografia successiva. La ragazza spalancò gli occhi. Eh no, quella non
era proprio attinente al tema ' Parco autunnale '... Osservò meglio la
figura cercando di ricordarsi il momento in cui l'aveva
scattata... Il suo sguardo scivolò lungo la sagoma scura di un
ragazzo dalle spalle larghe coperte da una giacca sportiva nera, capelli dorati
scompigliati dal vento... di spalle.
- Mh... che bella schiena...-
Di nuovo Sora si tappò la bocca come se avesse detto
una parolaccia.
- Ok, proseguiamo... se no la mia doppia personalità
potrebbe degenerare...-
Passò alla successiva immagine...
ma non resistette, tornò a quella precedente e continuò a
scrutare quella figura. Era controluce, molto scura ma contornata da un alone
dorato... e aveva anche una strana angolazione.
- Interessante... aggiungiamola a quest'album...-
Non sapeva ancora bene cosa ne avrebbe fatto...
ma non era quello il momento per pensarci.
- Avanti Sora!-
Scivolarono sotto i suoi occhi altre sei
o sette foto abbastanza banali, per poi giungere ad una nuova fotografia. Di
nuovo Sora spalancò gli occhi.
- Ancora lui...-
Eh sì, era di nuovo quel ragazzo dai capelli dorati
e le spalle larghe. Questa volta però poteva analizzare il suo viso
frontalmente, il suo intero corpo, seduto elegantemente alle radici di un
coloratissimo albero.
- Che sguardo...-
Come finire quella frase? Intenso? Malinconico?... meraviglioso? Sora si perse all'interno di quegli occhi
blu... Cosa poteva accadere a un ragazzo del genere da
regalargli quell'espressione nostalgica
così... attraente? Proprio così, quello sguardo attraeva chiunque
lo guardasse, incuriosendolo...
*Driiiin!*
Il campanello? Ma che ore erano?
Sora spostò lo sguardo all'orologio da polso alla
sua sinistra.
- Oddio Hikari!-
Chiuse il computer, inserendo l'immagine in una cartella a
caso... Al lavoro ci avrebbe pensato l'indomani, ora
doveva consolare un'amica!
Osservando il lavandino pieno zeppo di strumenti ricoperti
di una strana sostanza appicicaticcia, Sora e Hikari
stavano per sentirsi di nuovo male.
- Di sicuro questa è stata una delle idee più
idiote che abbiamo mai avuto...- esordisce la prima lasciandosi cadere sul
divano.
- Non potevamo sapere che tutte le cose collose preparate
sarebbero state dure e immangiabili...- rispose la seconda con tono
melodrammatico.
- Si ma che avremmo dovuto
ripulire queste schifezze l'avremmo dovuto immaginare...-
Le due si scambiarono uno sguardo eloquente riguardo la loro malsana idea: non poterono però resistere
senza ridere al ricordo della strana serata che avevano passato. Entrambe
furono scosse da pesanti risate che le costrinsero a sdraiarsi sul divano,
troppo piccolo per tutte e due... Hikari cadde
pesantemente sul pavimento, scatenando altre risa in Sora che ormai aveva le
lacrime agli occhi.
- Oh Kami, devo calmarmi...-
Pian piano le risate delle due amiche furono sostituite da
pesanti sospiri tranquillizzanti.
- Bene al lavoro!- disse la più giovane saltando in
piedi e dirigendosi in cucina. Prese il grembiule color panna e aprì
l'acqua del lavello.
- Grazie Hikari... il detersivo è sotto al lavello!-
La castana si voltà verso la più grande guardandola con
sguardo truce.
- Mica penserai seriamente che io faccia tutto da sola!-
Il viso di Sora spuntò dal divano con aria
fintamente sorpresa.
- Ah no?-
- Assolutamente NO!-
Un canovaccio colpì sul volto la giovane Takenuochi.
- Io lavo ma tu asciughi!-
Sora assunse un atteggiamento scocciato.
- Ai suoi ordini capo!-
- Ecco brava...-
Beep-beep!
Un piccolo trillo attirò l'attenzione di Sora. Si
voltò verso la stanza dove custodiva tutti gli strumenti del suo lavoro,
si alzò dal divano e cominciò a frugare fra la sua roba.
- Cosa c'è Sora?-
La ragazza ignorò la domanda e continuò a
scartabellare.
- Sora?!-
- Eccolo!-
Sora tornò in cucina stringendo fra le mani una
sottospecie di palmare-agenda.
- Ah eccoti...- Hikari si voltò verso la ragazza,
mentre la schiuma cresceva fra le sue mani immerse nell'acqua del lavandino.
- Mi è arrivata un'email sul palmare che uso per
l'ufficio... Uff, anche il venerdì sera!-
- Cosa vogliono?-
La rossa continuò a scrutare il palmare cercando di
leggere l'email.
- Oh no! E' il mio capo! Il signor Kawamura...
vuole le foto del servizio per l'arrivo dell'autunno entro stasera...
ma gli sembra l'ora di avvisarmi??-
Corse in velocità verso il computer e riprese in
mano i file che stava esaminando prima.
- Uff...-
Hikari rimase sola in cucina con davanti a lei una marea di
schiuma e strumenti da lavare.
- Mi sa che mi toccherà finire da sola...-
Buio e silenzio governavano la stanza a quelle prime ore
del mattino, mentre Sora dormiva cullata da un sonno tranquillo. Per finire il
lavoro sul servizio fotografico aveva impiegato diverse ore la sera precedente,
rovinando anche la serata organizzata da lei e Hikari. Era riuscita a coricarsi
solo alle due del mattino... ma in fondo nel suo
lavoro questi imprevisti erano quasi regolari.
Attraverso le tende tirate una debole luce dorata
scoprì il cuscino candindo in quell'oscurità. A dar man forte al raggio di luce,
la sveglia cominciò a suonare il suo motivetto mattutino. La ragazza
dapprima ignorò il tutto per poi decidersi ad affrontare una nuova
giornata.
- Oh che sonno...-
Spalancò la bocca in un grande sbadiglio per poi
stiracchiarsi le membra indolenzite. Le sue labbra si schiusero in un sorriso.
- Let's go Sora! -
Era incredibile quanta energia liberasse
al mattino. Al contrario alla sera crollava addormentata in un battibaleno...
Si recò in cucina per prepararsi la colazione,
quando scovò nel frigorifero un piatto già pronto.
- Ma cos..?-
Non aveva notato un post-it attaccato a fianco della
maniglia.
" E' più buono di quello di ieri sera :-) Hikari"
La ragazza sorrise compiaciuta. Adorava quella ragazza.
- Appena troverà un fidanzato stabile chi mi
coccolerà così?-
Lanciò uno sguardo all'orologio appeso al muro.
- Ci penserò un'altra volta... meglio sbrigarsi!-
Uscì di casa di fretta, col giaccone mezzo infilato,
la cartella dell'ufficio in mano e il cappello in bocca, sfrecciando verso la
metropolitana che sarebbe passata entro pochi minuti. Arrivata alla banchina
d'attesa era finalmente riuscita a vestirsi.
Fissò il tempo di attesa del treno: 11 minuti. Bene,
si sarebbe potuta sedere un attimo...
Prese posto su una seggiolina di
plastica verde muschio, accanto ad una assonnata
vecchietta col suo cane a cui sorrise cordiale.
Si guardò intorno affascinata: le piacevano molto le
stazioni della metropolitana, così come quelle del treno e degli aereoporti. In questi luoghi dove ti sentivi meno osservato
in assoluto, la gente dava libero sfogo a quello che era in realtà.
La sua stazione per fortuna era una di quelle all'aperto:
quelle chiuse erano piuttosto cupe e le mettevano tristezza. Così, una volta sistemato il cappello, si perse ad osservare una
ragazzina delle superiori che mandava e-mail col cellulare alla velocità
della luce, facendo strane smorfie a seconda di quello che leggeva; un signore
che stava in piedi per miracolo, contando le occhiaie profonde che gli
solcavano le guance; una coppia di ragazzi chiaramente universitari che
discutevano dell'ultima ragazza "abbordata"; infine un'altra ragazza
che aveva all'incirca la sua età. Era vestita di colori sgargianti e
portava i capelli color miele raccolti in una graziosa coda. Aveva l'aria
sognante e decisamente felice. Senza contare che era piuttosto bella,
leggermente truccata... Chissà che vita faceva.
Di sicuro non stava male contando il vestito. E anche l'espressione... si era
decisamente fidanzata... Oddio!
Sora ritrasse lo sguardo arrossendo. La ragazza si era
girata a guardarla.
Non ebbe il coraggio di rialzare lo sguardo per qualche minuto... Quando si decise un rumore piuttosto infelice
invase le loro orecchie: era arrivato il treno.
Sora salì, lanciando un'ultima occhiata alla ragazza
che aspettava il treno sull'altro binario. Quella se ne accorse e la
salutò con leggera malizia.
Beccata.
- Oh cavolo...-
- Ehi Sora, da quando in qua arrossisci nel guardare le
belle ragazze?-
Le guance di Sora si tinsero di un
leggero porpora all'udire quella voce familiare.
- Jyou ti prego non ti ci mettere
anche tu ora!-
Un ragazzo alto seduto in un posto vicino a lei, gli occhi
nascosti da due grandi lenti e da un ciuffo di capelli ribelle la
osservò preoccupato.
- Giornata storta?-
Sora respirò a fondo, per poi lanciare un caldo
sorriso al ragazzo davanti a lei.
- No, non ancora... ho solo fatto una pessima figura!
Comunque Buongiorno signor Kido!-
Il ragazzo tornò a sorridere tranquillizzato.
- Buongiorno signorina Takenuochi!
Da quanto tempo!-
- Ehi sì, sarà almeno da ieri mattina...-
Jyou
Kido, 24 anni, era un suo collega di lavoro. Giornalista nel suo stesso
reparto, spesso lavoravano in coppia per realizzare articoli e reportage. Era
la persona più buona e tranquilla che conoscesse, iniettava
letteralmente serenità a chiunque entrasse in contatto con lui. Era uno
dei suoi migliori amici.
Continuarono a chiacchierare fino all'arrivo in ufficio,
dove ognuno si diresse alla propria scrivania.
- Ci vediamo a pranzo?-
Il ragazzo si mostrò dispiaciuto.
- Devo declinare l'invito... a pranzo mi vedo con Shion-
Shion era
la sua ragazza. Ed era meglio non mettersi fra i due... Era
stata una storia d'amore molto travagliata, e ora che finalmente potevano
godersi la compagnia l'uno dell'altra era meglio non interrompere il loro
idillio.
- Oh non ti preoccupare sarà per la prossima volta!-
Sora sorrise chiudendo il discorso e fece per dirigersi verso
la sua scrivania quando da dietro il pannello
divisorio degli uffici spuntò una testa color rosso acceso.
- Se con te c'è Hikari ti accompagno volentieri a
pranzo!-
- Koushiro!-
Ecco il suo collega preferito. Più che collega fra
poco sarebbe diventato il suo "superiore" contando la sua recente
promozione. E pensare che aveva un anno in meno di lei...
Una volta lavoravano fianco a fianco e così
ritrovandosi a condividere la maggior parte della giornata erano diventati
grandi amici. Era uno dei motivi per cui adorava il
suo posto di lavoro.
Come avrete capito conosceva Hikari. Aveva visto la sua
foto fra le raccolte di Sora e da allora era stato un colpo di fulmine. Peccato
che non si fossero mai parlati... Però era
diventato un frequente motivo di risate.
- Che c'è, sto ancora aspettando la mia grande
occasione! E poi...-
Non riuscì mai a finire la frase, poichè squillò il telefono... e a giudicare
dal colore della spia che si accese era il capo. Il ragazzo si buttò sul
telefono lasciando perdere la ragazza che ne approfittò per prendere
posto e cominciare il suo compito giornaliero.
- Sora!-
La ragazza guardò piuttosto sorpresa da dove veniva
quella voce... quella mattina raggiungere la scrivania e mettersi al lavoro si
era rivelata un'impresa.
Era ancora Koushiro.
- Cosa c'è ora?-
- Il ragazzo indicò con l'indice una porta. Era
l'ufficio del capo.
- Il signor Kawamura vuole
vederti-
Eh sì, la sua scrivania sembrava ancora
irraggiungibile.
- Prego signorina Takenouchi, entri pure -
Il signor Kawamura fece
accomodare Sora su una morbida quanto austera seggiola in
pelle davanti alla propria scrivania chiara. Non era la prima volta che
occupava quel posto anzi... per belle e brutte notizie lo scenario era sempre
quello.
E sempre davanti a lei si presentava un serio signor Kawamura. Dall'aspetto si sarebbe detto un comunissimo uomo
di mezza età. Era proprio questo il peggior errore che una persona
poteva fare nel giudicarlo.
Capello brizzolato, una leggera barba sulle guance,
completo grigio scuro, camicia bianca... cravatta
gialla a pois neri con fazzoletto che spuntava dal taschino coordinato. Ed ecco
che si notava la sua anormalità.
Nonostante i suoi particolari bizzarri non si poteva
mettere in discussione la sua serietà e severità. Ed era anche
molto esigente. E schietto.
Per questo Sora non sapeva assolutamente cosa aspettarsi da
quella convocazione.
- Buongiorno direttore...-
La ventitrenne prese posto ancora
vestita come quando era uscita di casa.
- Buongiorno a lei. Arriviamo direttamente al punto-
Perfetto. Questo era assolutamente la qualità che
più amava del signor Kawamura.
- Benissimo...-
Si mise a sedere guardandola fissa negli occhi.
- Ho analizzato molto bene il servizio che mi hai spedito
ieri sera-
'Per
fortuna, contando l'ora a cui sono stata contattata...'
- La maggior parte delle foto sono assolutamente.. come dire... banali-
Cosa?!
- Però... diciamo che una decina se ne salvano e
saranno quelle ad essere pubblicate...-
Non si può essere sempre da 10 e lode.
- Ma... voglio attirare la tua attenzione su questa foto
qui...-
Si rivolse al computer, scelse un'immagine che apparve a
tutto schermo e lo girò verso Sora. Oh no. Era quella foto! Cosa ci
faceva lì??
- Sora... chi è questo ragazzo?-
Bella domanda. Come faceva lei a sapere a chi apparteneva
quel meraviglioso sguardo carico d'ispirazione e melanconia?
- Mi dispiace signore ma non ne ho
idea...-
L'uomo rimase a fissare Sora in silenzio. Un leggero
brivido le percorse la schiena. Quello sguardo non faceva presagire niente di
buono.
- Sora... Credo che se ne sia accorta anche lei... -
- D-del... ragazzo?-
- Non del ragazzo... ma del potenziale del ragazzo! Sora...
è il volto che cerchiamo per il nostro giornale!-
Uhm... da quando il giornale è alla ricerca di un
volto?
Sora rimase in silenzio... non capiva dove volesse arrivare
il suo capo.
- Signorina Takenouchi... dal suo sguardo vuoto vedo che
non ha ancora capito cosa voglio da lei...-
Arrossì di botto, lo sguardo nel vuoto non era una
delle sue migliori espressioni.
- Ehm... no signore...-
Kawamura
aggrottò le sopracciglia e si massaggiò le tempie.
- Signorina Takenuochi... voglio
quel ragazzo. Qui. Nel mio giornale. Nelle mie copertine-
Fantastico. E quindi?
- Voglio che lei me lo scovi-
COSA?!
- mA..
MA ... signor Kawamura, non so assolutamente nulla di
quel ragazzo! Non saprei da dove cominciare!-
Il capo sospirò e tornò a fissarla dritta
negli occhi.
- Prepari dei volantini. Assuma un investigatore. Faccia un
annuncio in televisione. NON-MI-INTERESSA come lei lo
possa cercare, mi interessa che LEI-LO-TROVI! Altrimenti è licenziata..-
-... c-come?-
Sora era sbiancata. Stava per svenire. Anni di duro
lavoro... per poi... giungere a questo? ottenere...
questo?
- Ha capito bene... posso aiutarla dandola a disposizione i
soldi che vuole per quello che deve fare... ci metta il tempo che le serve. Ma
voglio quel ragazzo!-
Il messaggio era chiaro... Non
credeva il suo capo capace di tanto.
Annuì col capo, si alzò, si inchinò in
segno di saluto e uscì dall'ufficio in silenzio.
Koushiro era lì ad aspettarla.
- Allora Sora? Vedo che... brutte notizie?-
Si alzò preoccupato e le si
avvicinò.
- Brutte notizie?- bisbigliò lei.
- Devo cercare un ragazzo a partire da una foto scattata da
me per caso...-
Koushiro sembrava incredulo.
- E... c'è dell'altro?-
- Sì... se non lo trovo mi licenzia...-
A livello di uno zombie Sora si diresse verso il suo
ufficio. Finalmente si sfilò la giacca e si sedette con calma alla
scrivania.
Da dove avrebbe cominciato???
Ehilà!
Lo so, ultimamente vi
faccio penare con le lunghe attese dei miei aggiornamenti…
Ormai mi conoscete fin
troppo bene, ci sarà da aspettare, soprattutto perché
quest’anno sono sotto esame O_O!
Fatemi
un in bocca al lupo!
Ma
torniamo a noi… dedico questa fic alla mitica SAE! Auuuuuuggggguuuuurrrriii!!! Spero che almeno questo piccolo capitolo ti sia
piaciuto! E ti assicuro che ne avrai ancora per un po’
!
Lo so
che nella mia posizione non è il caso di pubblicare una nuova storia… ma non avevo mai scritto una
“commedia” da questi toni sentimentali ed ironici, così ho
deciso di buttarmici in occasione del compleanno di Sae ^^
Sarà
a capitoli naturalmente, per il momento ne sono in programma una decina, ma
devo ancora perfezionare il progetto!
Vi
aggiorno anche sulle altre fic, o meglio, su Light… Scusatemi e
perdonatemi ma sono in una grande crisi creativi
>_< non sulla trama ma su come stendere il capitolo… non ci
crederete, ma ne ho scritti 5 per poi cancellarli di sana pianta ^^”
Lo so
sono malata…
Ora vi
lascio! Bacini a tutti ( e anche auguri Sauccia mia
Ti voglio bene!)
Sora89!