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Autore: DanielaRegnard    05/01/2014    1 recensioni
Tortura.
«Ti ho reso orgogliosa?»
Loki stava seduto, per terra, nella cella disordinata dei sotterranei di Asgard.
Si ripeteva sempre la stessa domanda. Quella domanda che girava per la sua testa, tamburellava, non lo lasciava stare. Se chiudeva gli occhi sentiva la testa esplodergli, e sentiva una voce ripetergli sempre quelle quattro parole.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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«Sei sempre molto perspicace riguardo agli altri tranne che per te stesso.»
 
Loki non aveva idea che quelle sarebbero state le ultime parole che si sarebbe sentito dire da sua madre.
Neanche Frigga poteva saperlo.
Quando si è degli dei semi-immortali, si è convinti di avere l’eternità da passare con le persone che si amano… E invece, la fine arriva, quando me ce lo aspettiamo, e ci strappa via tutti i sogni, le convinzioni, e gli affetti.
 
Loki era seduto sul pavimento della cella nella quale era stato rinchiuso da Odino. Lì dentro non c’era una sola costa al suo posto –tantomeno lo stesso cuore del Dio dell’Inganno, era scosso da mille pensieri che ruotavano violenti– perché la sua ira e il suo dolore avevano travolto tutto.
 

 
«Lei ha sofferto?»
 
Chiedi speranzoso. Almeno confidi nel fatto che la sua sia stata una morte indolore e veloce.
Sinceramente, preferiresti sperare che tua madre stia bene, preferiresti sperare che venga, ancora una volta, a farti visita alla cella, portando altri libri, ma purtroppo da quando quella guardia si è presentata da te dicendoti “La regina Frigga è deceduta stamattina”, non puoi più sperare in ciò.
A tuo fratello, a Thor, non sembra interessare; tra i due quelli più distrutto, dentro e fuori, sei tu. Tra i due, quelli che dal niente tentava di ottenere tutto sei tu, Loki. Ovvio, perché Thor è nato già col destino scritto, sarà re, ha un futuro.
E tu, invece? Cosa c’è per te, Loki? La fredda cella di una prigione, nient’altro, perché hai perso quel poco calore –il calore di una madre– che ti era ancora concesso.
 
 
«Tu hai avuto la sua magia, ma io ho avuto la sua fiducia.»
«Fiducia?! Era questa la sua ultima espressione? Fiducia, quando l'hai lasciata morire?!»
«Tu di che aiuto le sei stato in cella?!»
 
E’ vero, Loki. Ha ragione e tu lo sai, dentro di te lo sai benissimo.
Se fossi stato libero avresti potuto aiutarla, proteggerla, avresti potuto salvare tu tua madre, ripagandola di tutte le volte che ti aveva salvato da rovinose cadute dagli alberi quando eri piccolo. Ma tu non c’eri per lei. Non c’eri perché eri troppo occupato ad espiare le tue colpe in una cella dei sotterranei di Asgard.
Colpe che hai commesso a causa della tua smania di potere e del tuo orgoglio da principe tradito. Pensavi che il tuo orgoglio, un giorno, avrebbe potuto salvarti da una caduta, da un’esistenza vissuta come un ignavo; invece adesso soffri a causa di quell’orgoglio, che ti ha imprigionato e che ti ha impedito di salvare la donna che era stata, e che continua ad essere nel tuo cuore, tua madre.
 

 
«Ti ho reso orgogliosa?»
 
Loki stava seduto, per terra, nella cella disordinata dei sotterranei di Asgard.
Si ripeteva sempre la stessa domanda. Quella domanda che girava per la sua testa, tamburellava, non lo lasciava stare. Se chiudeva gli occhi sentiva la testa esplodergli, e sentiva una voce ripetergli sempre quelle quattro parole.
Tortura.
 
 
Ti ho reso orgogliosa?
 
Neanche tu sei orgoglioso di te stesso, Loki, vero?
Come potrebbero esserlo gli altri, allora?
 
 
  
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