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Autore: Adaralbion    27/05/2008    10 recensioni
Un piccola shot su Matt e Mello, scritta di getto senza troppe pretese.
Avvertenze: spoiler, accenno di yaoi.
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Matt, Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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E' stato uno shock.

Fin dall'inizio... e poi per sempre.




Tu mi hai guardato, io ti ho guardato e tu hai sorriso.


Sorriso, sono millenni che non ne vedo uno sul tuo volto.


Ti sei avvicinato tranquillo e mi hai puntato quegli occhi addosso, come per cercare di trapassarmi da parte a parte.


E te lo dico: ci sei riuscito.


Poi mi hai detto il tuo nome.


Mello


Hai chiesto a cosa stavo giocando e ti sei piazzato accanto a me, a sedere su quegli scalini freddi, senza nemmeno aspettare una risposta.

Hai appoggiato quella tua testolina bionda sulla mia spalla, come se lo avessi sempre fatto, come se io fossi sempre stato lì.


C'ero.


E io non sapevo che fare.


Te lo giuro.


Nessuno si era mai avvicinato così.

Nessuno mi aveva mai rivolto la parola.

E poi... sei arrivato tu.


Grazie.


E' stato uno shock.

Continuo.

Come la prima volta che ti sei intrufolato nella mia camera a notte fonda.

Senza dire niente ti sei infilato sotto le coperte e mi hai abbracciato forte dicendomi che volevi dormire con me, specificando che non avevi paura del temporale.


Eppure ti ho sentito sussultare al primo tuono, stringerti forte al mio corpo.


E poi è diventata un'abitudine.

Tutte le notti.

Non ne hai saltata neanche una.


Sarei venuto io se lo avessi fatto...


Anche con la febbre alta, quasi strisciavi su quel pavimento bianco.

Eri bollente, tossivi, sudavi.

Eppure sei venuto da me, nel mio letto.

E mentre eri lì delirante, hai cominciato a parlare sconnessamente: di Near... Near... Near.

Di quanto lo odiavi, di quanto ti faceva stare male.


E poi?


Poi lo hai detto... non me lo scorderò mai.


Te lo prometto.


“Menomale che ci sei tu” hai detto stringendomi forte.


E io ero in paradiso.


E' stato uno shock.

Ancora una volta.

Vederti entrare in lacrime, tu che non piangevi mai.


E non lo hai più fatto.


Ti sei buttato sul mio letto stringendo il mio cuscino.

E hai pianto, dio quanto hai pianto.

Un fiume in piena che si riversava sulla federa, poi sulla mia maglia.


Per cosa piangevi?


Hai cominciato ad urlare che non era giusto, che lui non poteva aver fatto una cosa del genere.

Che lo odiavi.

Che lo avresti ucciso con le tue stesse mani.


Near


E tremavi come una foglia stretto contro di me, sembravi pazzo.

Per cosa poi?

Un bacio.

Near ti aveva baciato.


Giuro che avrei voluto morire.


E' stato uno shock.

Le tue labbra premute contro le mie.

Le lacrime salate sulla tua bocca.

E quel pianto che non si interruppe mai.


Solo una volta.


“Cancellalo..” mi hai detto con rabbia.

“Cancellalo” hai ripetuto mordendomi un labbro.

E poi mi hai schiacciato contro il letto e hai infilato la testa sotto la mia maglia.

Sei rimasto così.

Per ore.


Mi manchi.


E io non ho detto niente.

Non ho avuto il coraggio di dirti che non potevo.

Che Near era il proprietario di quel bacio: per sempre.


Volevo ucciderlo...


E' stato uno shock.

La tua maglia che cadeva in terra.

I tuoi occhi azzurri semichiusi.

Quel sorriso... le tue urla.


Fa male.


E poi il tuo respiro sul mio collo.

La tua pelle sudata, contro la mia.

E il ciao che mi hai detto, prima di sparire oltre la porta.

E non tornare mai più.


Sei andato via... da me.


Sono rimasto sul letto per ore, finchè lui non è entrato.

“Se n'è andato...” ha detto piano, una mano tra i capelli e lo sguardo vuoto.

“Lo so..” ho risposto alzandomi dal letto, completamente nudo.

“E' colpa tua...” ho continuato, tirandogli un pugno.


Il sangue, il bianco, le lacrime.


E' stato uno shock.

Fuggire da lì per venire a cercarti.

Seguire le tracce del fantasma che eri diventato.

La cioccolata nello zaino, per te, se ti avessi trovato.


Lo speravo con tutto il cuore.


Ho vagato per mesi.

Per mille paesi.

Ho chiesto, indagato, ho pianto.

E poi ho scoperto... dove eri.


E desideravo che fosse una bugia.


E' stato uno shock.

L'esplosione, le fiamme.

La polizia.

E io che sapevo che in quell'inferno c'eri tu.


Ho pregato, per la prima volta nella mia vita.


Il tuo corpo, distrutto.

I tuoi occhi, increduli.

Fuggire veloce per cercare di salvarti.

L'odore di morte e carne bruciata: e i respiri, le imprecazioni.


Nemmeno una lacrima.


I mesi passati a cercare di alleviare il tuo dolore.

Il tuo volto di strutto e i tuoi “Ti prego Matt, uccidimi...” che mi facevano morire.

Ma io ero egoista, ti volevo con me.

Ti ho curato come potevo: ho venduto anche l'anima per comprarti le medicine.


E lo rifarei cento, mille volte.


E' stato uno shock.

Sentirtelo dire mentre ti toglievi le bende.

Sentirtelo ripetere mentre caricavi la pistola, quasi quel gesto compensasse la tua pelle mancante.

Poi mi hai guardato, non mentivi.


Perchè?


Ti sei arrabbiato, mi hai tirato un pugno.

Ma io non mi sono mosso e tu hai picchiato più forte.

Ancora di più.

Finchè avevi più sangue addosso che dentro.


Il mio.


Ti ho baciato.

Per la prima volta dopo anni.

Con la bocca sanguinante, il corpo spezzato sotto i tuoi colpi.

Ti ho baciato stringendoti forte.

Come quella volta, nella mia stanza.


Per sempre, da quel momento in poi.


E' stato uno shock.

Dirti addio in silenzio mentre dormivi.

Nudo su quel letto troppo piccolo.

Dirti che ti amavo mentre tu non potevi sentire.


Ma spero che tu l'abbia capito.


La confusione della strada.

Le ruote che stridono sull'asfalto e il motore che impreca, quasi quanto me.

Una corsa folle nel mio petto e intorno.

Accerchiato.


Mello


Gli spari.

La sigaretta.

Gli occhi azzurri.

I capelli biondi

Un bacio.


Addio.


E' stato uno shock... morire per te.

   
 
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