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Autore: kirarachan    06/01/2014    2 recensioni
«E tu potresti usare abiti normali»
L’amica la guardò con sufficienza. «Voglio insegnare a questi bambini tutte le sfumature della normalità, e poi… » aggiunse indicandola «Mi pare che tu non sia da meno, miss normalità» concluse facendole il verso.
Infilò velocemente le calze a righe nere e marroni e con non poche difficoltà infilò la gonna a balze.
Si guardò entusiasta. Adorava fare felici i bambini.
Fic per augurare a tutti una felice epifania
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qua con una gift-fic per l'epifania. Voglio dedicare questa fic a tutte le ragazze del Vanilla's World. Mi ha fatto davvero piacere conoscervi.

Epiphany: there and back again



Anche per quell'anno era stata invitata a fare la 
befana.
Infilò la camicetta bianca piena di merletti e cinse la vita con uno stringi vita marrone.
«Forza Sango!» L'amica che si stava preparando assieme a lei smise di fare quello che stava facendo per aiutare l’amica nei preparativi.
«3… 2… » Non finì di contare e iniziò a tirare i fili dello stringi vita.
«Dovresti arrivare a 1!» Disse riuscendo a stento finire la frase.
«E tu potresti usare abiti normali»
L’amica la guardò con sufficienza. «Voglio insegnare a questi bambini tutte le sfumature della normalità, e poi… » aggiunse indicandola «Mi pare che tu non sia da meno, miss normalità» concluse facendole il verso.
Infilò velocemente le calze a righe nere e marroni e con non poche difficoltà infilò la gonna a balze.
Si guardò entusiasta. Adorava fare felici i bambini.
L’amica aveva messo una maglia elasticizzata nera con le maniche a sbuffo e sopra un corsetto stile medievale in raso viola. La gonna era lunga e piena di pizzi.
Mentre si riguardava allo specchio le sorse spontanea una domanda. «Ma se dobbiamo portare dei dolci a dei bambini…»
«Carbone Sango, carbone» La riprese l’amica mentre si sistemava il cappello a punta. «Continua pure»
«…Va bene se dobbiamo portare del carbone a dei bambini, perché ci vestiamo in questo modo?»
«Se devo fare qualcosa voglio farla bene e con stile»
«Forza prendi la scopa aspettano solo noi alla festa» Sango fece per prendere la scopa ma la sentì leggermente più pesante rispetto a come la ricordava.
La guardò meglio. «Kagome, perché ha la marmitta?»
La sentì ridere sommessamente «Siamo befane all’avanguardia» Disse mettendo le mani sui fianchi quasi offesa.
Sango scosse il capo sconsolata, non l’avrebbe spuntata con l’amica, non in quelle occasioni.
«Va bene andiamo!»
 
***
 
Era ad una stupida festa circondato da stupidi mocciosi moccolosi. Rise notando la rima.
Era lì per fare un favore al fratello e al suo amico, il primo perché aveva lasciato l’incombenza al suo amico di portar lì sua figlia, il secondo perché non voleva andarci da solo.
«Non facevo prima a portare direttamente qui Rin da solo?»
L’amico si stava abbuffando con delle patatine, rabbrividì al pensiero di quanti batteri i mocciosi moccolosi vi avessero indotto con le loro mani.
«Forse sì» Rispose senza smettere di masticare.
«Zio fra quanto arrivano le befane?» Sua nipote gli stava tirando la maglia con le mani tutte appiccicose di chissà quale schifezza. «Non lo so» La spostò gentilmente prendendola per una spalla «Guarda vai a giocare con quei bambini laggiù mentre aspetti».
«Fiu…» L’aveva scampata.
Guardò nuovamente l’amico che faceva il provolone con delle madri lì per il loro stesso motivo, le befane.
Odiava tutto quello, se era lì era solo per fare un favore a sua cognata. Lei sì che se la meritava quella vacanza non di certo suo fratello!
Rin era ufficialmente neutralizzata, la vedeva con gli occhi sognanti mentre quei due bambini raccontavano dei racconti sulle loro sorelle maggiori.
“Mica sono delle super eroine!” Ma da come ne decantavano le imprese i due bambini poteva sembrare l’esatto opposto.
Sentì una musica spandersi nell’aria, probabilmente una canzoncina di chissà quale cartone per bambini.
Tutti i bambini corsero verso l’ingresso andando al vetro che dava sul cortile.
Tutte quelle mani appiccicose contro il vetro. “Le donne delle pulizie hanno tutta la mia stima”
I bambini urlavano eccitati a quella visione.
 
***
 
Finalmente erano arrivate alla scuola, scesero con non poche difficoltà dalla macchina e per sbaglio Sango chiuse dei merletti della gonna di Kagome nello sportello, affrettandosi poi a riaprirlo facendo volare per terra l’amica.
«Bè befana sei, sai volare» Disse ridendo. L’amica la fulminò ma si ricompose quando vide il suo pubblico ridere dalla finestra.
“Lo fai per Sota, lo fai per Sota” Continuava a ripetere come un mantra nella testa.
Le piaceva fare quella scenetta ogni anno, a non piacerle erano i bambini, ma a quello compensava Sango, lei li adorava.
Usavano le scope come dei bastoni, i bambini erano tutti alla porta ad attenderle.
Si caricarono meglio i sacchi di dolciumi sulle spalle entrando nell’atrio dove una marea di bambini le travolse con gli occhi che sbrilluccicavano. Kagome si mosse a passi svelti verso l’aula principale.
Posarono le scope vicino all’appendiabiti e iniziarono a distribuire i dolci.
«Tu hai fatto il bravo?» Chiese trapassando un bambino con lo sguardo.
Lui in tutta risposta le saltò al collo abbracciandola. «Ka-chan!!»
Lei rise, adorava fare felice suo fratello. «Tieni» Disse estraendo dal sacco un pacco di carbone dolce.
Al bambino si illuminarono gli occhi «Oh grazie sorellona, sai che lo adoro!!»
Gli scompose i capelli con la mano e tornò a distribuire dolci vari agli altri bambini.
Quel bambino era strano, in qualunque occasione si dimostrava fuori dagli schemi. Sorrise soddisfatta. “Modestamente ha l’esempio migliore”.
Sango le tirò un pezzo di carbone addosso. «Torna a distribuire dolci invece di gongolarti!»
 
***
 
Quando vide una delle befane cadere per terra quasi non scoppiava a ridere.
«Anche quest’anno le befane non deludono!»
Questo gli fece valere un’occhiata perplessa dall’amico. «Quindi tu ti sei offerto di accompagnare Rin per le befane?!»
Come se fosse la cosa più naturale del mondo l’altro replicò «E per cosa sennò? Per loro?» Disse abbassando la voce additando le madri che stavano seduto a civettare sulle sedie.
Doveva saperlo che se si trattava di Miroku c’era la fregatura.
Le vide fare il loro ingresso trionfale nella scuola. I bambini urlavano, schiamazzavano. Facevano i bambini in effetti.
Le due Befane erano proprio niente male.
Una aveva dei caldi occhi nocciola e dei lunghi capelli castani che le arrivavano alla vita. Quel buffo travestimento donava molto a quella ragazza. L’altra le assomigliava molto eccezione fatta per gli occhi tendenti al violaceo. I capelli erano raccolti in una coda alta.
Con la coda dell’occhio vide il suo amico sfregarsi le mani.
Seguirono le befane fin dentro la scuola dove iniziarono a distribuire dolciumi a tutti i bambini.
Vide la mora in marrone dare un sacco di carbone a un povero bambino “Che arpia” pensò, ma dovette ricredersi quando questi le saltò al collo ridendo felice.
La scena lo lasciò perplesso.
Le due fecero un lavoro egregio, dopo una buona mezz’ora avevano i sacchi vuoti e tutti i bambini erano in giro per la scuola a ridere sporchi e felici.
Non gli dava fastidio lo sporco, lo infastidivano i bambini sporchi.
«Hai visto che due befane?» Gli disse l’amico con aria sognante mentre si avvicinava a quella dagli occhi violacei.
Si ritrovò a dover dare ragione al suo amico.
Ad un tratto si ritrovò a guardare due grandi occhi nocciola.
 
***
 
Si sedette stancamente su una sedia il sacco ormai era vuoto e il suo lavoro terminato. I bambini ora stavano schiamazzando in giro per l’aula contenti e felici.
Vide Sango mollare una discreta cinquina a un padre che allungava un po’ troppo le mani, povera sua moglie. «Maniaco! Potrebbe fissarla suo figlio!»
Era piuttosto giovane, i capelli erano castani e gli occhi azzurri, un bell’uomo tutto sommato.
«Ma no, gentile donzella, io accompagno qui mia nipote, la piccola Rin» Disse indicandola in mezzo agli altri bambini, a Sango si illuminarono gli occhi. «Oh Rin! Non sa quanto mi fa piacere conoscerla! Sua nipote è grande amica di mio fratello… » Si sentì chiamare dall’amica, e la cosa la costrinse ad alzarsi in piedi. «…Kagome! Lui è lo zio di Rin!»
«E’ un vero piace…» La frase restò a metà, la mano che avrebbe dovuto stringere le stava accarezzando il sedere. «E’ un vero piacere anche per me!» Aggiunse il ragazzo con aria sognante.
Kagome mollò una cinquina nell’altra guancia all’uomo.
Povera bambina a crescere con uno zio così!
Sentiva uno strano formicolio al collo, si voltò a cercarne la causa e lo vide. Dei profondi occhi dorati.
Miroku notando lo smarrimento della ragazza rise sommessamente. «Quello è il mio amico Inuyasha! Te lo presento se vuoi!» Non fece in tempo a replicare che già l’aveva di fronte.
 
***

Vide l’amico avvicinarsi a lui, che voleva quell’idiota.
«Kagome, ho il piacere di presentarti Inuyasha!»
Gli porse la mano e la vide prenderla titubante, non tutti erano come Miroku.
«Piacere mio» Disse facendole un inchino.
Lei si affrettò a fare altrettanto, chinandosi come una vera dama dell’ottocento.
Sorrise mentalmente nel vedere tanta grazia in quel girone infernale.
Sentiva la festa farsi sempre più silenziosa, molti bambini stavano andando via.
«Porto a casa io Rin! La porto a casa di Sango con Sota!» Disse frettolosamente il suo amico sparendo dalla stanza con l’altra befana.
«Posso offrirle un aperitivo?»
La vide negare dolcemente «Non mi sembra il caso dovrei cambiarmi»
«Insisto, e comunque questo vestito le dona» La vide sorridere col viso arrossato.
«Allora accetto!» Poi la vide cercare qualcuno in mezzo ai bambini rimasti.
«Prima però devo trovare Sota» Disse preoccupandosi.
«Ha detto Miroku che ci pensava lui»
Lei si calmò «Allora andiamo».
Davanti alla porta dell’ingresso fece per aprirla ma con uno scatto fulmineo la precedette.
«Prego»
Di quel passo non avrebbe mai visto il colore del suo viso ma ne era felice.
“Alla fine dopo anni di assenza la befana è tornata anche per me!”
   
 
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