Domenica,21 dicembre.
"Sofia è saggezza. Sofia è forza. Sofia è dolore. Sofia muore,ma sorride. Sofia piange,ma poi si asciuga le lacrime con le maniche della sua adorata felpa."
Odiava questo genere di frasi,scontate. Eppure era tutto così vero.
Odiava il suo nome "Sofia",credeva che un nome rispecchia la sua vita,e il suo era un nome breve,come sarebbe stata la sua vita,se non avesse sopportato tutto ciò.
Ci aveva pensato varie volte,se tagliarsi o no,poi un pomeriggio non ce la fece più. Prese la lametta e le cuffiette,quando in casa non c'era nessuno. Si rinchiuse nel bagno a chiave,ed appoggiata al grande lavandino iniziò a suonare,canzoni con il sangue accompagnata dalla voce del dolore.
Ma quel giorno voleva fare qualcosa di diverso e con più valore: quel giorno,Sofia,si sarebbe uccisa.
Scrisse una lettera alla madre,e poi si attaccò un bigliettino sulla fronte con scritto: "ERRORE."
Entrò nella vasca con tutti i vestiti e la riempì di acqua gelida,che non le provocò niente:ci aveva fatto l'abitudine a sopportare il dolore,il freddo,tutto.
Mise la lettere sul bordo della vasca,e prima di scendere in profondità si tagliò ancora una volta: un taglio per ogni scusa che avrebbe chiesto. Si accorse che erano due: una per la madre ed un'altra per lui. Lui che era la ragione della sua morte.
Lui che amava profondamente,esso ricambiava,ma si vergognava di lei in pubblico: Sofia era il suo segreto.
Così dopo aver osservato a lungo il sangue caldo che rimaneva in superfice,senza prendere aria,andò giù.
Sofia era morta.
La mamma tornò a casa e vide la figlia,morta,nella vasca.
Si disperò ancora di più quando lesse la lettera:
È TUTTO A POSTO, MAMMA. 
SONO SOLO STANCA. 
LA NOTTE NON RIESCO A DORMIRE PERCHÉ PENSO AGLI ERRORI CHE HO FATTO DURANTE IL GIORNO, ALLE COSE CHE NON HO DETTO, ALLE PERSONE CHE HO DELUSO. 
MA STO BENE.

È TUTTO A POSTO, MAMMA. 
OGGI A SCUOLA HO LITIGATO CON IL PROFESSORE, DICEVA CHE NON MI IMPEGNO. 
NON RIESCO PIÙ A CONCENTRARMI SUI LIBRI. 
MA STO BENE.

È TUTTO A POSTO, MAMMA.
A LEZIONE DI DANZA SONO CADUTA, E NON VOLEVO PIÙ ALZARMI. MI SONO NASCOSTA IN BAGNO PERCHÉ MI VENIVA DA PIANGERE. 
MA STO BENE.

È TUTTO A POSTO, MAMMA. 
TU E PAPÀ LITIGATE SEMPRE. SMETTETELA DI URLARE, VI PREGO. SE MI SPARASSI NEMMENO SENTIRESTE IL COLPO. 
MA STO BENE, DAVVERO.

È TUTTO A POSTO, MAMMA. 
NEL POMERIGGIO SONO RIMASTA NELLA DOCCIA SOTTO L’ACQUA FREDDA FINCHÉ NON MI SONO VENUTI I BRIVIDI. 
MA STO BENE, DAVVERO.

È TUTTO A POSTO, MAMMA. 
SEI FELICE, DICI CHE SORRIDO DI PIÙ. 
MA DI NOTTE PRENDO IL COLTELLO E MI TAGLIO I POLSI, E GUARDO IL SANGUE SCENDERMI SULLE GAMBE. 
MA STO BENE, SONO SOLO UN PO’ TRISTE.

È TUTTO A POSTO, MAMMA. 
NON SO COSA SUCCEDE, MA PENSO CHE LA GENTE MI EVITI. NESSUN RAGAZZO MI GUARDA. ANCHE LE MIE AMICHE SE NE SONO ANDATE. 
HO SMESSO DI MANGIARE, E SONO PIENA DI LIVIDI. 
MA STO BENE, LO GIURO.

È TUTTO A POSTO, MAMMA. 
TI VOGLIO BENE.
MA NON STO BENE.

È TUTTO A POSTO, MAMMA.
NON PIANGERE, NON È STATA COLPA TUA. 
ORA SONO FELICE, TI GUARDO DAL CIELO.
E STO BENE.