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Autore: milkandblackspiders    06/01/2014    0 recensioni
Cassandra & Devon.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era notte fonda e il cielo era coperto di nuvole. Non si vedeva nulla apparte quelle. Niente Luna, niente stelle. Solo nuvole grandi e massicce che portavano pioggia. Le strade erano deserte, tutte le case erano buie e nessuno fiatava. Solo il vento che di tanto in tanto faceva capolino agli angoli della strada, tra i vicoli e i caminetti sui tetti, si insinuava sotto l'asfalto delle strade e faceva turbinare le foglie secce e morte. Due gatti si litigavano un ratto morto. Si rincorrevano e saltavano sui cassonetti, il pelo arruffato e ritto per la rabbia. I loro musi sfigurati dalla collera, i denti bianchi e aguzzi in mostra. Scapparono quando sentirono un rumore di passi. Un ticchettio costante e veloce. Cassandra odiava i tacchi. Troppo scomodi. E facevano un rumore troppo forte. Più camminava più le bruciavano i piedi. Sembrava di camminare su carboni ardenti. Un gatto le tagliò la strada con un topo enorme in bocca, seguito a ruota da un altro che lo rincorreva. Si fermo a seguirli con lo sguardo, le dispiaceva di vedere due gatti litigare per una tale schifezza. Avrebbe voluto portarli a casa, adottarli. Le dispiaceva. Ricomiciò a camminare. Un vento freddo la investì e le scompigliò i capelli, le investì il collo scoperto e le fece venire i brividi che le percorsero tutto il corpo. Camminò più veloce, anche se i piedi le facevano male. Decise di fermarsi. Si sedette sul muretto che separava la strada dai cortili delle villette a schiera. Sentì ancora quei due gatti miagolare e soffiare, sorrise, sembrava quasi che fossero i soli abitanti del mondo in quell'istante. Si ritrovò a pensare come sarebbe stato abitare il mondo con solo due gatti. La fine della razza umana, ovviamente, ma forse i due gatti sarebbero riusciti a riprodursi. Guardò il cielo, si riusciva ad intravedere la stella polare ora. Che bella. Così brillante. Sarebbe stato meglio se gli umani non fossero mai vissuti, pensò. Niente più grattacieli, niente parcodivertimenti, ninte cellulare, macchine, rovine romane, libri, musica. Solo la natura. Magari se in una notte tutti fossero scomparsi, pensava, magari in un centinaio di anni tutte le grandi città sarebbero state sommerse da alberi e fiori colorati, e gli uccelli più strani inizierebbero allora a volare dappertutto. E magari gli scimpazè non avrebbero rifatto l'errore di provare a camminare eretti, e finchè il sole non sarebbe esploso sarebbero nate altre specie di animali e nessuno avrebbe provato a prevalere sulle altre, nessuno sarebbe stato crudele e nessuno nessuno nessuno sarebbe stato tanto ipocrita da poter anche pensare di essere superiore. Cassandra sorrise. Che misantropa che era. Che bello che era il cielo in quel momento. Si vedevano le stelle, le nuvole erano andate via. Dannati lampioni. Non si vedevano tutte le stelle che si sarebbero potute vedere. Si sporse verso il giardino dietro di lei e raccolse una pietra. Provò a tirarla verso il lampione, ma con troppa poca forza, e il sasso cadde a terra con un tonfo sordo. Decise di ricominciare a camminare. La strada finiva sul lungomare, dove di giorno c'erano tanti negozi aperti e qualche bancarella. Poi veniva un'ampia spiaggia di sabbia bianca, e poi l'oceano freddo e scuro. Un muretto separava la spiaggia dalla strada, su di esso era accovacciato un gatto. Non era lo stesso di prima. O forse si. Era nero, nerissimo. Solo gli occhi si distinguevano, verdi. Gli si avvicinò e, sorpresa che non fosse scappato, gli accrezzò il capo. Non seppe quanto tempo rimasero a farsi compagnia, forse cento anni. Guardavano entrambi il mare nero, ascoltavano il rumore delle onde sul bagnasciuga, non pensavano a nulla, e si tenevano compagnia. Ogni tanto il gatto si strusciava contro le gambe di Cassandra e lei gli accarezzava il pelo folto, e non si sentiva nulla. Il suono delle onde era come un'ipnosi, e Cassandra non capì più nulla, non pensò più a nulla, si lasciò riscaldare da quel gatto nero e si lasciò coccolare da quel mare nero. Sarebbe stato meglio se non fossero mai nati, gli esseri umani, pensò, perchè avendo una coscienza si rendiamo conto che stanno vivendo, ma non è così, loro muoiono, muoiono ogni singolo istante da quando nascono, le loro cellule invecchiano e portano morte sulle loro spalle. Poi il buio.
Buio totale.
E silenzio.
Pace. Finalmente.
Che misantropa.

Che misantropa.

  
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