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Autore: telesette    07/01/2014    0 recensioni
Dal momento che la Ubisoft non si decide a pubblicare il nuovo titolo della Saga di Ahriman - iniziata nel 2008 - nessuno mi vieta di buttare giù qualcosa per riprendere dal punto in cui la trilogia si è interrotta.
Non posso promettere niente, anche perché mi mancano alcuni "pezzi" della trama, ma non potevo più sopportare l'idea che Elika tenesse ancora il broncio al nostro eroe. La storia riprende dalla fine del terzo capitolo ( "The Fallen King" - Nintendo DS ) e l'intenzione è quella di avvicinarsi ad un intreccio plausibile per arrivare alla battaglia finale contro Ahriman...
P.S.
Un consiglio: non leggetela, siete troppo giovani per morire!
xDxDxD
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente!
Dopo giorni e giorni di viaggio, tra rocce aride e deserto sconfinato, la vista delle guglie di Atheyashira sembra quasi una benedizione. Io ed Elika ci troviamo ora dinanzi all'imponente portone che reca incisa l'effìgie runica di Ormazd.
Esiste un Dio dei Ladri, dopotutto!
Che dire, per essere un tempio vecchio di non so quanti secoli, visto da fuori sembra piuttosto nuovo...
Che Ormazd lo abbia lavato ogni giorno con Perlana-Detersivo?
Il dubbio sorge spontaneo.

 

- Siamo sicuri che l'entrata al tempio sia questa?
- Dovresti saperlo - sorride Elika beffarda. - Con tutti quelli che hai visitato, non dovrebbe essere un problema per te trovare l'entrata!
- Sì, beh... A dire il vero, preferisco le entrate di servizio, sai com'è... Questi portoni così grandi mi confondono!
- Ah, certo, immagino!
- No, sul serio!

Se Ormazd mi assiste, forse questa è la volta buona per fare definitivamente pace con Elika.
Almeno spero.
Dopo tutto quello che abbiamo passato, per arrivare insieme fin qui, non sopporterei che mi tenesse ancora il broncio. Va bene, d'accordo: ho visitato qualche tomba, profanato dei templi, preso un po' d'oro e poi...
Ehi, si può sapere che avete da guardarmi così ?!?
Dico, un uomo avrà pure il diritto di sbagliare o no?
Aaah, sempre più difficile, non ne posso più!
Forse è il caso di tentare con qualche storiella.

- Lo sai, tutto questo parlare di: templi, presagi, divinità, segni del destino... Sì, insomma, è un po' come l'ora di religione a scuola!

Elika si volta a guardarmi dubbiosa.

- Vorresti farmi credere che andavi a scuola?
- Sì, qualche volta, nel tempo libero!
- E ci andavi per le belle gambe della maestra... o per la scarsella di monete del maestro?
- Questo è un colpo basso, Elika - osservo. - Sono un bravo ragazzo io, qualche volta... un po'... ogni tanto...
- Ti cresce il naso, se dici le bugie, stai attento!

E ti pareva.
Impossibile fargliela, a Miss Devozione.
Qualsiasi cosa io le racconti, ottengo sempre l'effetto contrario.
Che devo inventarmi, per fare colpo?
Suppongo che anche la balla che facevo parte dei lupetti non regga, a questo punto... Oh beh, vuol dire che penserò a qualcos'altro.

- Ti spiacerebbe aiutarmi ad aprire? - borbotta lei. - Guarda che l'AB-Tonic e i muscoli finti non vanno più di moda... perciò datti una mossa!
- Agli ordini, principessa - rispondo, accingendomi ad aprire questi due grossi stipiti, per quanto concessomi dalle mie povere braccia.

Secondo il vecchio consigliere, questo luogo è rimasto abbandonato negli ultimi due o trecento anni...
In effetti, dando ora un'occhiata dentro, devo dire che si vede.
A dispetto dell'esterno, che si presenta indubbiamente come la parte meglio conservata di tutto quanto, l'interno di questo posto è peggio che trascorrere la notte nella prigione di Kahlìl.
Una volta attraverso lo stretto spiraglio infatti, io ed Elika veniamo accolti dagli ultimi attuali inquilini: ragni, topi, lucertole e perfino un vecchio serpente del deserto acciambellato per fare la nanna. Facendo bene attenzione a non disturbarli, ci facciamo strada nel fitto strato di polvere, muffa e ragnatele che si è depositato qui.
Speriamo solo che la mia povera scimitarra non si buschi qualche infezione, con tutto questo schifo.
Alzo gli occhi e, dalla parte opposta all'ingresso, scorgo una specie di vetrata gigantesca dalla quale filtrano raggi di luce colorati che vanno a riflettersi contro l'unica parete pulita di tutto il tempio.

- Credevo peggio - esclamo sottovoce.
- Porta rispetto - mi riprende Elika guardandomi severamente. - Ci troviamo nel più sacro luogo di culto dedicato ad Ormazd... Almeno puoi "fingere" di mostrarti una persona civile, una volta tanto?
- D'accordo, principessa, d'accordo: EHILA' ORMAZD, CHE BELLA CASA, COMPLIME... Mmmfff !!!

Indecisa se uccidermi o meno, e neppure troppo a giudicare dallo sguardo, Elika mi spinge contro la parete per tapparmi la bocca con tutta la mano premuta contro.

- Ma allora lo fai apposta - sussurra inferocita.
- Mmmhhh ?!?
- Proprio non ti riesce di essere serio, o ti diverti a farmi dannare?
- Scusa, ma non ti capisco - rispondo io infastidito, scostandomi la sua mano dalla bocca. - Forse che le "persone civili" non salutano, entrando in casa di qualcuno?
- Ma non così, pazzo che non sei altro - conclude lei disperata. - Comportati come si deve, ti prego... Fai conto che si tratti di prelevare un antico tesoro, in silenzio possibilmente!
- Va bene, va bene... Che diamine, basta dirlo!

Ignorandomi completamente, Elika si avvicina nel punto ove la parete è a malapena illuminata dai raggi del sole. Qui si inginocchia, mormorando alcune parole in una lingua che non ho mai sentito, e dalla sua mano aperta è come se scaturisse un fascio luminoso azzurro di energia vitale.

- Dzer p'arrk'i hamar, Ormazd... Dzer uzhov, dzer imastut'yuny, dzer luysy... Ayd luysy vordiner, Ormazd, zanghaharek' dzer khosk'y!(*)

Qualcosa di incredibile sta accadendo qui dentro.
Dopo trecento anni, l'antica formula di evocazione riecheggia chiara e profonda nelle pareti sacre ad Ormazd. Forti del potere magico di Elika, ogni singola sillaba da lei pronunciata è come un canto meraviglioso e solenne, in grado di purificare lo stato di abbandono di questo tempio dimenticato.
Ogni creatura vivente qui, eccetto noi, sembra spaventata.
Ragni, topi, lucertole e perfino il grosso serpente stanco, impressionati dall'incantesimo di evocazione di Elika, si affrettano a scomparire attraverso ogni più piccola fessura nel muro.
D'istinto mi viene quasi di mettermi ad urlare ma, temendo di nuocere ad Elika, la mia bocca è contratta in un muto grido di stupore.
Questa luce non proviene da Elika, non solo almeno.
Che sia davvero Ormazd, l'essenza stessa della Luce, fratello e nemico di Ahriman fin dall'inizio del mondo?
Ancora non riesco a crederci.
E' troppo, qualcuno mi dia un pizzicotto!
Sono solo un povero avventuriero disoccupato, non posso accettare tutto questo.

- Avrei dovuto dare ascolto a mia madre - borbotto sottovoce. - Cos'è, il Faro di Alessandria in pieno giorno?

Improvvisamente la luce irradia da ogni singola pietra del tempio, spazzando via polvere e ragnatele che ne ricoprono la superficie, e in quel preciso momento persino io ho la conferma che la supplica accorata di Elika è stata ascoltata.
Ormazd ha inteso ascoltare la sua preghiera e, per la prima volta
dopo più di tre secoli, la sua voce riecheggia di nuovo tra queste mura.

 

( continua )

(*) = tradotto dall'armeno, suona più o meno letteralmente come: Per la tua gloria, Ormazd... Per la tua forza, la tua saggezza, la tua luce... I figli della luce, Ormazd, invocano la tua parola!

   
 
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