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Autore: Marmaya    07/01/2014    2 recensioni
"Viveva senza di me.. E questo mi bastava. Lo vedevo, lo vedevo agitarsi mentre buttava un occhio alla lapide ed uno al cielo, potevo chiaramente percepire quello che stava provando ma non condividerlo, non capirlo fino in fondo.."
Sherlock vede John davanti alla sua tomba e cerca di riordinare i suoi pensieri e le emozioni dopo la sua apparente morte.
Una specie di Johnlock non Johnlock che mi è venuta in mente dopo "I have died everyday waiting for you".
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Lo sentivo vivere in ogni gesto, in ogni minima particella d'aria.
Lo sentivo, lo sentivo vivere e basta.
Viveva senza di me.. E questo mi bastava.


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Mi arrivavano sue notizie, di tanto in tanto.
No, mento, mi arrivavano sue notizie molto spesso perché l'avevo chiesto, avevo la mie rete di informatori, i senzatetto, e loro erano rimasti al mio uso nonostante tutto.
Perché volevo sue notizie? Eravamo coinquilini, forse colleghi, no, colleghi no, io lavoravo da solo, io ero l'unico, l'unico esistente e possibile e lui.. Be'.. Era un aiutante.
Mentivo? Spesso. Mentivo su tutto questo a me stesso.. Agli altri non dovevo dare importanza prima, né tantomeno ora che per loro ero sepolto sotto una lapide lucida.
Perché su quel cornicione piangevo per lui e non per me? Non mi importava della mia vita, non mi è mai importata, mi sarei salvato, ne ero certo, ma perché piangevo per lui? Perché il mio corpo mi stava tradendo di nuovo come la prima volta che ho provato paura?
Su quel cornicione c'era paura, ma non la paura di morire -quella è sempre stata irrilevante- ma paura di deludere, di deluderlo.. Paura di lascialo solo, di nuovo.
Paura di provare qualcosa che ho sempre rifiutato e che continuavo a voler rifiutare.
 
Ero entrato violentemente nel suo universo, ma non ne facevo veramente parte.
Avevo stravolto tutto ciò che non aveva e l'avevo lasciato solo in balia di quel niente che gli sbiancava la mente.


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L'aria era fredda e le nuvole grigie, mi giungevano ventate di vento ed io mi sentivo così lontano.. Più distaccato che mai, più incompreso che mai.
Io ero morto.
Morto.. Per loro ormai ero solo questo, tramutato in un ricordo che presto si sarebbe trasformato solo in un vecchio eco silenzioso nel buio della loro anima.
Presto avrebbero dimenticato ed io non volevo essere dimenticato.
Presto non avrebbe fatto più male, io volevo ferire e dilaniare ancora.
Presto non ci sarebbero state più domande, ed io volevo continuare a porle.
Io volevo continuare il mio lavoro, io volevo continuare ad indagare, ma la dipendenza non è quasi mai unilaterale, avevano bisogno di me.

Sentivo la sua voce  rivolta verso una lapide qualunque che portava inciso il mio nome, ma non riuscivo a distinguere nitidamente le parole.
Lo vedevo, lo vedevo agitarsi mentre buttava un occhio alla lapide ed uno al cielo, potevo chiaramente percepire quello che stava provando ma non condividerlo, non capirlo fino in fondo.. Oh John sei sempre stato così umano mentre io sono sempre stato così insensibile, quanto avrei voluto che mi insegnassi ad essere così poco distaccato come te.
In fondo ti ho sempre ammirato, in fondo volevo essere un po' come te con il tuo semplice cervello, il tuo semplice cervello emotivo.
"Un ultimo miracolo Sherlock, non essere morto.." Aveva detto John in un sussurro senza tempo.. Quello l'avevo sentito chiaro e forte, così forte da interrompere il flusso dei miei pensieri.
Al suono di quelle parole che sembravano una preghiera mi si contrasse il viso per la sensazione di dolore che mi aveva inondato, una sensazione così nuova, così tremenda.. Mi chiusi i lembi del cappotto come per abbracciami.. Se non l'avessi fatto mi sarei sciolto in tanti piccoli soffi d'aria e, sono certo, sarei scomparso veramente questa volta.

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Mi dispiace così tanto John, non volevo farti del male.. Non volevo perdere il mio unico amico.
Il mio migliore amico.
Vorrei tanto venire davanti a te per urlarti che sono vivo e che l'ho fatto solo per te, per voi.. Vorrei dirvi che non volevo mettervi in pericolo e che ho fatto di tutto per non coinvolgervi.
Vorrei venire davanti a te per chiederti di perdonarmi e per rimangiami tutto quello che avevo detto.
Non doveva andare in questo modo, mi dispiace così tanto John.

Ti vedo andare via, in silenzio, raggiungendo Mrs. Hudson.
Con un gesto familiare ti asciughi le lacrime che rigano il tuo chiaro volto e che adesso rigano anche il mio.
Io non piango John, io non piango mai, ma se si tratta di te.. Oh, se si tratta di te è tutta un'altra storia, era la nostra storia.
Piango in silenzio, dentro e fuori di me, come sempre.. Troppo tristezza che non ti posso mostrare e troppa maestria in me che ho imparato a ballarci insieme.

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Continuerò ad essere forte, devo farlo, anche se.. Anche se.. Io non cedo, non posso cedere, e nei miei pensieri ti imploro di essere forte, di essere forte senza di me anche se vorrei che non lo fossi per dimostrarmi che avevi bisogno di me, che eri diventato dipendente da me.. 
Io ero la tua dipendenza, la tua dipendenza preferita, tutto ti tradiva e tutto tradiva anche me.. Se solo te ne fossi accorto.. Se solo il tuo cervello avesse ammesso ciò che a voce rifiutavi così fortemente.
Sherlock e Watson, una nuova storia, una nuova vita, questo era ciò che avevamo, ciò che eravamo.
Ero la tua nuova vita John? Perché tu eri la mia.
Fatti coraggio, i miracoli a volte accadono, e tornerò da te.

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Note: Salve lettori! Come avevo già detto mi era venuta in mente la scena descritta in "I have died everyday waiting for you" dal punto di vista di Sherlock, si, okay, non è proprio la stessa scena ma le due storie sono strettamente correlate tra loro.
Sherlock è molto OOC, lo ammetto, ma è difficilissimo descriverlo e capire cosa stava provando, ma bisogna provare prima o poi e mi sentivo di vedere le cose un po' attraverso i suoi occhi, a parte ciò spero sia di vostro gradimento :)
Marmaya~
   
 
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