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Autore: Emera96    07/01/2014    3 recensioni
Raccolta di drabble partecipante al contest "Shopping di Prompt e Bonus".
Denise e Marco. Migliori amici, forse qualcosa di più.
Denise, una ragazza sempre pronta a sorridere che improvvisamente sembra spezzarsi.
Marco, migliore amico innamorato, spaventato dalla distanza e dalla fragilità della ragazza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Una perla rara tra milioni di gusci vuoti.

 

 

"Can’t believe she’s become a shell of herself , because she used to be a pearl".

                                                                                                                                                                  
 
Raccolta di drabble.
 
Nome su forum: Elisita
Nome su EFP: Elisita
Titolo: Una perla rara tra milioni di gusti vuoti.
Rating: Verde
Tipologia di storia: (lunghezza) raccolta di drabble
Pacchetto: Valentino
Avvertimenti: /
Genere: Romantico
Note Autore: /
 
 
 
 
 
 
 
 
1.
 
Denise era la mia migliore amica.
Una ragazza solare, sempre in grado di regalarti un sorriso.
Denise e io vivevamo vicini, la vedevo ogni giorno. Sguardo al cielo e risata pronta.
I capelli castani perennemente legati, la voglia di spargere felicità come fosse profumo.
Gli occhi nocciola troppo aperti, per assorbire ogni persona come un fotogramma,
con la paura di perdersi qualcosa se li avesse socchiusi.
Era una perla rara in mezzo a milioni di gusci vuoti.
Denise si trasferì con la famiglia, così lontano che nemmeno un treno bastava più.
Denise è diventata lo spettro della ragazza che conoscevo.
 
2.
 
Giorno dopo giorno, le foglie colorate autunnali furono sostituite da fiocchi di neve.
Erano passati mesi che sembravano anni, quando capii cosa significa perdere qualcosa.
Una persona, un arto, un ricordo prezioso.
Quella perdita ti perseguita fino a scalfire l'anima.
E fu così che mi sentii in quel passaggio di stagioni così lento.
Finché, un giorno, Denise mi scrisse.
Due parole, belle e semplici come lei.
"Mi manchi". Un colpo al cuore, a ogni mia certezza.
Una frase capace di farmi capire che qualcosa in lei si stava spezzando.
La perla che conoscevo stava perdendo la sua lucentezza per sempre.
 
 
 
 
 
 
3.
 
«Non ci sentiamo da mesi. Dove sei finita?»
«Ci siamo trasferiti a Roma. Avevo paura di dirtelo.»
«Paura di cosa?»
«Paura di perderti. È complicato da spiegare, Marco.»
E mi sembra quasi di vederla.
Le dita piccole e veloci che si bloccano sulla tastiera.
Gli occhi scuri serrati per non piangere.
«Che ti è successo? Sei così diversa, così triste e lontana...»
«Sembri essere l’unico ad essersene accorto. Senza neanche vedermi.»
Un impulso mi attraversa le braccia, improvvisamente vuote.
Perfette per contenere una persona piccola e sola come Denise.
Una persona decisamente troppo lontana dalle mie braccia, dal mio cuore.
 
4.
 
Odio averla lontana.
Finché non ti ci trovi invischiato, la distanza non ti tocca nemmeno.
Denise, dopo settimane di domande continue, ha acconsentito a vedermi di nuovo.
Niente di reale, a dirla tutta. Una webcam, dieci minuti a disposizione per vederla ancora.
Il cuore mi martella nel petto, impaziente.
Accetto la sua videochiamata. Il suo viso, sgranato dai pixel, si proietta sul computer.
Gli occhi sono protetti da un paio d’occhiali scuri a mosca.
Completamente inutili in un Febbraio così piovoso.
Quel giorno Denise mi insegnò che gli occhiali non proteggono solo dal sole.
Sanno anche nascondere bene le lacrime.
 
 
5.
 
Si desidera sempre quel che non è facile ottenere.
Gesti plateali, treni presi all’ultimo minuto e sentiti correre sotto i propri piedi.
Un “ti amo” sussurrato, ma abbastanza forte da essere sentito.
L’affetto o qualsiasi cosa sia quello che mi legava a Denise è cambiato.
È cresciuto come la distanza tra i nostri corpi.
Tra il mio cuore spaventato e la sua anima, dilaniata da colpi che non mi racconta.
«Deni, ma si può sapere che hai?»
Denise, dopo un sospiro rumoroso, alza le maniche lunghe.
E capisco che le cicatrici non le ha solo sull’anima, ma anche sulla pelle.
 
 
6.
 
 
Fin da piccolo, mi dissero che ero un buon osservatore, che sapevo descrivere le persone.
Per questo ho deciso di scrivere una lettera a Denise. Breve ma piena di verità.
“Cara Denise,
Non sono mai stato bravo a mentire.
Da qualche tempo, quando ti vedo sullo schermo del computer, sento qualcosa.
Sento che vorrei raggiungerti subito, abbracciarti, baciarti.
Il cuore manca un colpo, l’attesa è snervante.
Ho cercato di ignorarlo. Mi sono detto che era sbagliato.
Ma come può una persona che mi fa sorridere essere considerata un errore?”
Sono costretto a interrompermi quando Denise mi chiama per l’ennesima volta.
 
 
 
7.
 
 
Torno a casa fradicio dalla testa ai piedi, l’ombrello rotto di Sara stretto in mano.
«Ma perché quando usciamo insieme capita sempre qualcosa?» scherza lei.
Mi unisco alla sua risata fresca, le passo una vecchia felpa per scaldarsi.
Vado a cambiarmi e quando torno Sara stringe in mano il mio telefono.
«Ti aveva scritto Denise, le ho risposto che oggi sei tutto mio.» mi informa.
Basta un attimo per sentire la terra mancarti sotto ai piedi.
A me, quel giorno, bastarono pochi secondi, necessari a leggere la risposta di Denise.
“Hai fatto in fretta a sostituirmi. Stavolta mi hai deluso.”
 
 
8.
 
Sono giorni che Denise si rifiuta di parlarmi.
Sentirla così lontana e sapere che non posso raggiungerla fa male.
Per i tagli basta un cerotto.
Ti rompi un braccio? Te lo ingessano.
Io vorrei che qualcuno mi ingessasse il cuore.
Almeno riuscirei a dormire senza sentire che qualcosa manca.
Prendo la penna con mano tremante e riprendo a scrivere.
Vorrei solo farti capire che anche se non mi vedi, mi porti con te.
Che dentro le mie braccia nessuno potrà mai ferirti.
Che i treni sono fatti apposta per farci incontrare.”
Poi rifletto e capisco che so già come rimediare.
 
 
 
9.
 
 
La testa e il buon senso non li ho fatti salire sul treno.
Scappo, corro verso i colori, verso i suoi occhi tristi.
Ho chiamato la madre di Denise, dicendole di portarla alla stazione.
I minuti non si decidono a passare, conto ogni secondo con bramosia.
Scendo dal treno due ore dopo. La vedo, a pochi metri da me.
«Che ci fai tu qui?»
La stringo forte a me, piccolissima tra le mie braccia grandi.
Le tolgo gli occhiali con delicatezza, le asciugo le lacrime con le dita.
«Volevo vedere i tuoi occhi sorridere. E sapere che era merito mio.»
                                                                                                                  
10.
 
“Vorrei dirti che sarà una passeggiata stare lontani.
Che non ci saranno momenti in cui vorremmo mollare.
Ma, come ti ho detto, non so mentirti.
Posso garantirti che io sarò qui ad aspettarti.
Posso dirti che tutto mi spaventa da morire.
Ma in due fa tutto meno paura.
In due è impossibile sentirti soli.
Per ora, ti dovrai accontentare di qualcuno che ti è vicino col cuore.
Ti amo.
Non ci ho mai creduto così tanto in queste due parole.
E finché ci sarò io, gli occhiali non ti serviranno più.
Perché hai degli occhi meravigliosi. Con o senza lacrime.”

 
 
   
 
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