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Autore: Ged    07/01/2014    3 recensioni
Sentirsi braccato, giorno e notte, consapevole che lei č sempre dietro di te, in agguato. Ti cerca. Ti cercherą sempre. Finché non avrą raggiunto il suo obbiettivo: divorare il tuo cuore.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heartless, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Xehanort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, KH Birth by Sleep
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gedo senki - Le cronache di guerra di Ged'
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Eccomi qua con il sesto capitolo! Scusate il ritardo, ma durante questa settimana non ho proprio avuto tempo di scrivere, e quel poco che avevo lo usavo per il progetto segreto che scoprirete a breve... Insomma alla fine mi sono ridotto all'ultimo secondo a scrivere questo capitolo di fretta XD e avendolo fatto in fretta e furia, non sono molto orgoglioso di quello che ho scritto... Speriamo in bene che vi piaccia lo stesso!

Ah, alcune scene potrebbero sfiorare il rating giallo... Bene iniziamo!

 

Capitolo 6 - Non sono un coniglio, kupó!





<< Č un coniglio?>>
<< Dite che č buono da mangiare?>>
<< Arrosto con un contorno di patate sarebbe il massimo!>>

"D-Dove mi trovo, kupó...?"
Il Moguri cercó di riaprire gli occhi a fatica...

<< Oh, si sta svegliando!>>
<< State indietro! Non vorrete mica spaventarlo!>>

Luce. Quando Montblanc riuscģ finalmente ad aprire gli occhi, non vide altro che luce: il sole lo aveva accecato. Immediatamente si portņ una mano al viso per creare un po' d'ombra.
Provó a riaprirli pił lentamente, e finalmente cominció a mettere pian piano a fuoco il mondo circostante... Il sole splendeva alto nel cielo, e nel suo campo visivo poteva intravedere anche quello che sembrava l'albero maestro di una nave...
Un terribile dolore alla testa gli annebbiava i pensieri, e l'improvviso silenzio calato su quel luogo gli faceva fischiare tremendamente le orecchie. Eppure prima gli pareva proprio di aver sentito delle voci!
Tentó di sollevare il busto per guardarsi intorno... Ma quello che si ritrovó davanti lo lasció parecchio confuso: un gruppo di omaccioni poco distante lo fissava un po' stranito. Rozzi, sporchi, tatuati, armati di sciabola e pistole, e con una bandana in testa. Un informe ammasso di pirati tutti uguali.

"Ma che...? Che mal di testa, kupó...!"

All'improvviso tra la folla emerse un vecchio basso e grasso dal grande naso, piccoli occhiali circolari e un cappello di un rosso acceso. Appena vide che quello strano coniglio era sveglio, balbettó qualche parola senza senso, facendo cadere la sua bottiglia di rum per terra, e poi urló con tutta la voce che aveva in corpo: << Venga qui, C-Capitano!>>.
<< Che vuoi, Spugna?!>>, aveva risposto in tono sgarbato un uomo vestito con un elegante abito rosso e dai capelli neri, con due baffi lunghi e stretti molto buffi, simili a delle lancette di un orologio.
<< L'ospite si č svegliato!>>
<< Oh, bene.>>, disse quello, con un tono fattosi stranamente pił rispettoso, mentre si avvicinava allo strano coniglio.
<< Dove mi trovo, kupó...?>>, aveva chiesto il Moguri ancora titubante.
<< Prego, le do il benvenuto sulla mia modesta nave: la Jolly Roger. Mi presento... Mi chiamano Capitan Uncino.>>, disse quello esibendosi in un inchino.
<< P-Piacere, io invece sono Montblanc, kupó...>>, rispose il Moguri ancora confuso, toccandosi la testa dolorante.
<< Come sono arrivato qui...?>>
<< S-Siete caduto dal cielo su questa nave! Avete sbattuto forte la testa, e poi avete perso i sensi! Vero, C-Capitano?>>, aveva detto Spugna, guardando verso Uncino come per chiedere conferma.
"Lo sapevo! Un altro Teletrasporto andato a male, kupó!", aveva pensato sconcertato Montblanc.
<< Sģ, č andata proprio cosģ.>>, aveva confermato lui, << Č davvero un mistero inspiegabile, il fatto che voi siate ancora vivo. Evidentemente siete nato sotto una buona stella.>>.
<< Per caso avete visto anche un ragazzo dai capelli bianchi, qui in giro, kupó?>>, chiese il Moguri all'improvviso.
<< No, e se non le dispiace...>>
Uncino prese Spugna da parte...

<< Non vedi?!>>, chiese Uncino ridacchiando.
<< Vedere cosa, Capitano?>>
<< Che questo č un miracolo caduto dal cielo!>>
<< Ma no, Capitano, non vede che č un coniglio?>>
<< Stupido topo da sentina che non sei altro! Questa č la nostra occasione per liberarci di quel maledetto Peter Pan!>>
<< Peter Pan?>>, Spugna lo guardó confuso.
<< Sģ, ma dobbiamo giocare bene le nostre carte...>>, detto questo, Uncino si mise a ridere pensieroso, arricciando i suoi baffi. Poi si giró per ritornare dallo strano coniglio, che ben presto gli sarebbe tornato molto utile...

<< Insomma sei un Morugi... Migiri... Tirubi...>>
<< Aspetta... Cosa?!>>
Due pirati, uno alto e muscoloso ma con poco cervello, e uno invece pił basso e mezzo sordo, si erano avvicinati al Moguri, tentando di iniziare una conversazione.
<< La parola č "Moguri", kupó!>>
<< Ah, si ovvio "sgabello"...>>
"Ehi, aspetta... Cosa?! Questa volta nemmeno ci si avvicina, kupó!"
Intanto quello basso si era voltato verso il muscoloso e lo guardó un attimo, aprģ la bocca... E poi urló...
<< Cosa?!>>
<< Massģ, "sgabello", eheh!>>, rispose l'omaccione tutto convinto, con un sorriso da ebete stampato in volto.
Il pirata pił basso, guardó prima Montblanc, poi di nuovo il suo compare...
<< Cosa?!>>, ripetč di nuovo lui.
Il Moguri si stava innervosendo...
Intanto, nella confusione, un altro pirata si era avvicinato a quello strano coniglio da dietro: << Ma che bel batuffolo peloso che hai in testa...>>.
Montblanc si voltó di scatto verso di lui, puntandogli un fucile in faccia.
<< Per nessun motivo, non toccare mai il ponpon a un Moguri. Intesi, kupó?>>
Ne seguģ un silenzio carico di sottintesi... Il pirata alzó le mani al cielo in segno di discolpa: non voleva rimetterci la pelle.
Nessuno osó aprire bocca. Un silenzio innaturale si era creato su quella nave, interrotto ovviamente solo da...
<< Cosa?!>>

<< Suvvia, Messer Montblanc. La prego di scusare i miei uomini...>>, il Capitano si era avvicinato al piccolo gruppo.
Il Moguri accettó le scuse e fece scomparire il suo fucile da artigliere.
Si guardó un attimo in giro.
<< Sta forse cercando il suo amico?>>
<< Sģ, kupó! Se non č su questa nave, deve essere capitato da qualche parte sulla terra ferma... O peggio, in mare...>>, rispose Montblanc preoccupato.
<< Se cercate la terra ferma, non lontano da qui c'č un isola.>>
"L'isola che non c'č, kupó!", pensó il Moguri. Ged doveva per forza trovarsi lģ.
Purtroppo non aveva la minima idea di dove si trovasse quest'isola, e per quanto scrutasse, all'orizzonte non sembrava esserci nemmeno la minima traccia di terra ferma... Quell'uomo sembrava gentile, decise quindi di affidarsi a lui.
<< Mi puoi portare lą, kupó?>>
<< Ma certo...>>, rispose il Capitano, << Solo in cambio avrei un favore da chiedervi...>>.
<< Kupó!>>
<< E-Ehm, č un sģ o un no, Capitano?>>, chiese perplesso Spugna.
<< Io aiuto sempre le persone in difficoltą, kupó!>>, si corresse quindi Montblanc.
<< Molto bene... Molto bene...>>, rise sotto i baffi Uncino...


Il Capitano gli raccontó quindi di come perse la mano sinistra per colpa di Peter Pan, e di come questo l'avesse gettata al coccodrillo, che ora lo segue per l'eternitą sperando di riuscire un giorno a mangiare anche il resto del suo corpo...
<< ... E da allora la mia vita č stata rovinata! Giorno e notte mi insegue, e ormai non riesco pił a chiudere occhio per paura che il coccodrillo mi raggiunga e mi mangi! E come se non bastasse quella canaglia non fa altro che prendersi giuoco di me, maledetto Peter Pan!>>, aveva concluso lui.
Montblanc guardó l'uncino.
<< Che storia triste, kupó...>>, riuscģ solo a dire, << Quel Peter Pan deve essere una persona davvero malvagia...>>.
<< Puoi dirlo forte! Ed č qui che ho bisogno del tuo aiuto, amico mio...>>, sorrise Uncino, pronto a tessere la trama del proprio astuto piano... Peter Pan non conosceva quel coniglio e non avrebbe quindi mai sospettato che fosse in combutta con lui, niente poco di meno che il suo accerrimo nemico Capitan Uncino! In questo modo, il suo inconsapevole sottoposto si sarebbe potuto avvicinare indisturbato a Peter, e colpirlo nel suo punto vitale: Trilli... E questa era solo la prima parte del suo astuto piano, tutto stava a come avrebbe giocato le sue carte d'ora in poi...
<< Messer Montblanc, mi deve aiutare!>>, aveva iniziato Uncino, << Quel Peter Pan, tempo fa, ha rapito una mia preziosa amica: una piccola e dolce fatina di nome Trilli... Ed ora la tiene segregata a lui con l'inganno! Me misero! Purtroppo non ho mai potuto andare a salvarla, quella canaglia mi sta ricattando... Se anche provassi ad avvicinarmi, lui la ucciderebbe, ahimč!>>
<< No, kupó! Non puņ farló!>>, Uncino sorrise... Quello stupido coniglio si stava bevendo ogni sua singola parola! Di questo passo il piano si sarebbe avviato con estrema facilitą!
<< C'č niente che posso fare per aiutare, kupó?>>
<< No, nulla...>>, rispose Uncino, abbassando lo sguardo al suolo e fingendosi disperato.
Anche il Moguri si fece quindi triste, rivolgendo il capo altrove, non riuscendo pił a sostenere la vista di quell'uncino, simbolo di numerose disgrazie... Improvvisamente il Capitano si riscosse ed alzó la testa.
<< Per Giove! Qualcosa ci sarebbe!>>, anche l'altro si svegliņ da quell'atmosfera triste che prima lo aveva avvolto.
<< C'č una cosa che puņ fare solo lei, Messer Montblanc...>>, il Moguri si fece attento, << Deve infiltrarsi nella base nemica e salvare la mia amica, la piccola fata! Solo lei puņ! Se si fingerą amico del ragazzo, sono sicuro che riuscirą ad avvicinarsi senza problemi!>>.
Negli occhi del Moguri si accese una scintilla di determinazione.
<< Conti pure su di me, kupó!>>




<< Dove mi trovo...?>>
Ged si sveglió su uno scoglio, faccia a terra e con un braccio per metą immerso nell'acqua... Cercó a fatica di voltarsi pancia all'aria per poter guardare il cielo. Un azzurro immenso, cosparso di piccoli batuffoli bianchi e morbidi: le nuvole.
Ci sono tanti Mondi, ma tutti condividono lo stesso identico cielo... Almeno quello rimaneva sempre uguale... Vedendolo, il mago si tranquillizzó. Questo voleva dire che almeno in un Mondo era riuscito ad arrivarci, anche se male come al solito...
<< Uh, ma che bel ragazzo!>>
Ged non riuscģ a vedere da dove provenisse la voce e non aveva neppure abbastanza forza per tirarsi su, stordito com'era.
<< Chi sei?>>, chiese lui con il suo solito tono seccato, mentre con la coda dell'occhio cercava di intravedere il suo misterioso interlocutore.
All'improvviso il sole si oscuró...
Qualcosa si era posato sul viso del giovane, impedendone la vista. Portó le mani al viso... Sembravano due sfere, morbide al tatto...
<< Oh, sporcaccione...!>>, Ged riconobbe una voce femminile.
"Non dirmi che...?"
Di colpo trovó la forza per alzarsi e si voltó di scatto. Difronte a lui stava una donna, sorridente. Abbassando lo sguardo, notó che dalla vita in gił era un pesce: dunque quella era una sirena! Era la prima volta che ne vedeva una. Prima ne aveva solo letto nei libri...
Ged rimase incantato dalla sua bellezza: capelli di un biondo lucente lunghi fino alla schiena, occhi azzuri come l'oceano in cui perdersi dentro, e delle labbra carnose... Scese con gli occhi, accorgendosi che la parte superiore della donna era completamente nuda! Solo alcune ciocchie di capelli coprivano in parte il suo seno prosperoso...
"Quindi prima... sulla mia faccia... erano...?"
Il mago arrossģ, sentendosi completamente a disagio...
<< Te ne vai gią?>>, gli chiese con voce dolce e provocante la sirena.
<< E-Ehm, io devo proprio andare...>>, una mano lo afferró per un lembo della veste nera, costringendolo di nuovo a terra sullo scoglio.
Un'altra sirena era sbucata fuori dall'acqua, e ne sembravano arrivare un'altra decina dal mare.
<< Lasciane un po' anche per noi, sorella!>>
<< Gią, non č tutto tuo!>>
Tante mani avevano iniziato a toccarlo, alcune lo accarezzavano, altre cercavano di tirarlo a sč.
<< C-Come sono arrivato qui?>>, cercó di cambiare discorso Ged, sperando di riuscire a distrarre quelle  sirene arrapate...
La donna, la prima che il mago aveva incontrato, alzó la mano tutta convinta esultando: << Io! Io! Sono stata io a salvarti! Ti ho trovato a galleggiare in mare non lontano da qui, e cosģ ti ho portato in questo luogo. Ora ti trovi alla Laguna delle Sirene... Benvenuto!>>.
Ged si guardó per la prima volta un po' intorno. Sembrava essere un paradiso, con delle piccole cascate che scendevano rapide andandosi a gettare in quel piccolo pezzo di mare...
"Un luogo incantevole adatto a delle creature incantevoli come loro...", pensó il mago. Subito si diede uno schiaffo sulla guancia. Che fosse qualche sorta di magia? Quelle sirene lo stavano mandando stranamente in tilt, e non riusciva pił a formulare una frase, o addirittura un pensiero, di senso compiuto.
Intanto la sirena bionda si era avvicinata al ragazzo...
<< Ed essendo io quella ad averti salvato... Non mi merito forse una ricompensa speciale?>>, disse con voce provocante.
La donna appoggió la mano sul ventre del giovane, scendendo sempre pił gił... Sempre pił gił...
"Qui si mette male!"


Nel frattempo, dall'altra parte dell'isola, dopo qualche ora di nave, Montblanc era finalmente giunto sulla spiaggia con una scialuppa. Si giró verso la Jolly Roger, ancorata dove l'acqua era ancora profonda, e ripensó alle parole del Capitano... Era pronto per attuare il suo piano.
Si inoltró quindi nella folta vegetazione, tagliando a volte qualche pianta con il pugnale per farsi strada, e stando attento ad eventuali bestie selvaggie pronte ad attaccarlo.
Tuttavia, stranamente, non c'era nessun rumore, oltre ai suoi passi, in quella giungla desolata.
Ormai era solo.
"Chissą cosa starą facendo ora, kupó?"
Per la prima volta da quando si erano conosciuti, lui č Ged si erano separati. Questo non era un problema: lui sapeva cavarsela anche da solo, ed era certo che anche l'altro sapesse fare altrettanto, quindi non c'era da preoccuparsi...
Tuttavia era pur sempre una figura a cui era talmente abituato, lui con la sua freddezza e i suoi modi a volte antipatici, che gli faceva uno strano senso non averlo vicino. Inoltre, per quanto fosse un tipo asociale ed egocentrico, su di lui poteva sempre contare, fino alla fine...
Anche se aveva passato poco tempo insieme a Ged, per lui quel ragazzo non era pił un semplice compagno di viaggio, ma era diventato un amico... O addirittura un fratello... Una persona di cui potersi fidare ciecamente!
Anche se sapeva che quello che provava l'altro nei suoi confronti non era lo stesso... Chissą se ora lo vedeva come amico? Oppure lo aveva sempre considerato una scocciatura fin dall'inizio?

Uno scricciolio lo riportó alla realtą.

Nulla di grave: aveva pestato solo un ramo secco. Ancora nessun pericolo in vista... Era meglio lasciar stare quei pensieri e concentrarsi sulla missione.
Tiró quindi fuori dalla propria bisaccia la mappa dell'isola che gli aveva donato gentilmente Uncino: c'era una X segnata su un disegno di un albero. A detta del Capitano, si trattava dell'albero dell'impiccato, la tana di Peter Pan... Chissą come mai si chiamava cosģ? Montblanc pensó con orrore a quante persone avesse mandato a morte su quell'albero... Chiunque non andava a genio a quel tiranno, doveva essere ucciso...
Una rabbia gli salģ in corpo...
Peter Pan doveva essere fermato, e solo lui avrebbe potuto farlo! Ma prima di tutto c'era da salvare Trilli, l'amica di Uncino.
Per fortuna la sua tana non era molto distante dal punto in cui era sbarcato, e cosģ nel giro di mezz'ora ci arrivó, senza aver mai incontrato una bestia selvaggia durante il suo cammino. Strano... Forse c'era qualcuno che cacciava in quella zona, probabilmente era questa la spiegazione. Quando alla fine si ritrovó davanti alla tana di Peter Pan, capģ finalmente il perché del nome "albero dell'impiccato": era ricoperto di corde, a cui per fortuna non era appeso ancora nessuno dei numerosi condannati a morte.
Stava girando intorno a quell'albero ricurvo per trovare un eventuale entrata, quando all'improvviso qualcosa lo afferró per il piede portandolo a testa in gił a qualche metro d'altezza. Era cascato in una trappola ed ora si trovava appeso per la gamba, a penzolare da una corda come un salame.
<< Guardate! Ho catturato un coniglio!>>, era stato un bambino a parlare, grasso e vestito con la pelliccia di un piccolo orso. Presto arrivó anche il resto dei Bambini Sperduti.
<< Io non sono un coniglio, kupó! Sono un Moguri!>>, sbraitó Montblanc offeso per essere stato scambiato per l'ennesima volta per un coniglio.
I bambini vestiti in pigiama di animale si guardarono un attimo tra loro.
<< Quindi non ti possiamo mangiare?>>, aveva chiesto alla fine uno di loro.
<< No, kupó!!!>>

Alla fine lo tirarono gił.
<< Chi sei tu?>>, chiese uno di loro, mentre rimetteva a posto la trappola, pronta per la prossima preda.
A quanto pare quelli dovevano essere gli scagnozzi del tiranno...
<< Mi chiamo Montblanc, kupó! Uncino mi ha rapito, ma in qualche modo son riuscito a fuggire... Ed ora son qui, kupó!>>, mentģ lui.
Doveva seguire il piano, e farsi loro amico.
<< "Quel Capitan Uncino č il solito stoccafisso!", o almeno cosģ direbbe Peter, ahah!>>, commentó un bambino vestito da volpe, e subito tutti si misero a ridere.
<< E Peter Pan dove si trova ora, kupó?>>, li aveva interrotti Montblanc.
<< Č andato a fare un giro da solo per l'isola, non abbiamo idea di dove sia andato.>>
Peccato, non avrebbe potuto fargliela pagare per tutti i crimini commessi... Ma poco importava, almeno ora aveva un ostacolo in meno alla riuscita del piano, e Trilli al momento era la sua prioritą.
Si guardó un po' in giro: notó che nascosta dietro ad uno dei bambini c'era una piccola fata, che si sporgeva appena per guardare l'estraneo, incuriosita.
<< Tu sei Trilli, kupó?>>, chiese il Moguri indicando la piccola fatina luminosa, dal vestito verde e i capelli color oro.
La piccola creatura annuģ.
"Tranquilla Trilli! Presto ti salveró da questi brutti ceffi, dovesse costarmi la vita, kupó!"




<< P-Per favore, io dovrei andare...!>>, tentava ancora di dimenarsi Ged.
Le sirene erano riuscite a togliergli parecchi vestiti, ed ora si trovava sdraiato sulla roccia, a petto nudo, senza veste nera, nč canottiera, e con i pantaloni calati fino alle ginocchia. Non gli sembrava il caso di usare la magia contro quelle donne per uscire da quella situazione imbarazzante, nč avrebbe potuto: senza quella veste donatagli da Xehanort, se avesse anche solo provato a mostrare il suo Potere, la sua Ombra lo avrebbe trovato in fretta... Gią probabilmente era in pericolo anche senza far nulla, non poteva rischiare ancora di pił. In un modo o nell'altro, doveva recuperare la sua veste.
<< Suvvia signorine, non mi sembra questo il modo per...>>,  cercava gentilmente di distoglierle dal loro proposito.
<< Č davvero un gentiluomo!>>, lo interruppe qualcuna.
<< Che carino!>>, sospiró invece un'altra.

Non c'era modo di liberarsene.

E mentre Ged faceva tira e molla con una sirena, che cercava di strappargli anche l'ultimo indumento, improvvisamente uno strano suono di qualche strumento attiró l'attenzione delle donne-pesci.
<< Č Peter!>>
Tutte lasciarono Ged, ancora mezzo nudo che si rimetteva a fatica le mutande, e nuotarono verso lo scoglio su cui ora sedeva un ragazzo vestito di verde e dai capelli di un arancione acceso. Sembrava il volto di un monello. Quello fece l'occhiolino a Ged: era la sua opportunitą per rivestirsi.
Il mago non se lo fece ripetere, e un po' alla volta raccattó i suoi vestiti qua e lą: prima i pantaloni, poi gli stivali...
<< Salve a tutte, ragazze!>>, disse allegro Peter, mentre intanto Ged si infilava la canottiera nera.
<< Sono cosģ felice di vederti!>>
<< Come mai ci hai messo cosģ tanto?!>>
<< Ti sono mancata...?>>, urlavano le sirene, tutte esaltate.
Intanto il giovane mago raccoglieva dall'acqua la sua veste nera tutta bagnata. La asciugó con la magia e la indossó: finalmente quel senso di oppressione costante era di nuovo sparito e potč tirare un sospiro di sollievo. Ormai quella veste faceva parte di lui, senza non avrebbe potuto sopravvivere all'Ombra.
<< Raccontaci un po' delle tue avventure!>>
<< Qualcosa di eccitante!>>, proposero le sirene.
<< Che ne dite di quella volta che ho tagliato la mano ad Uncino e l'ho gettata al coccodrillo?>>, rispose divertito il giovane.
<< Io amo questa storia!>>
<< Anch'io!>>
<< Pure io! Dai, racconta!>>
Ged fece segno al ragazzo che era pronto per andarsene.
<< Oh, devo andare, ragazze! Sarą per un'altra volta!>>, sorrise loro Peter, volando poi via tra le urla delle sirene che lo supplicavano di rimanere.

Si erano allontanati abbastanza dalla Laguna. Fu Peter il primo a prender parola.
<< Come ti chiami?>>
<< Ged.>>, rispose secco il giovane, << Suppongo invece che tu sia Peter.>>.
<< Peter Pan, per la precisione!>>
<< Ah.>>
Il ragazzo si guardó in giro pensieroso.
<< Dove ci troviamo?>>, aveva chiesto infine.
<< Sull'Isola che non c'č, il luogo in cui i bambini non crescono mai!>>
Bene, almeno il Mondo era quello giusto. Doveva solo ritrovare Montblanc.
<< Invece tu mi sembri troppo grande per stare qui, eheh.>>, commentó divertito Peter.
<< Il bambino che era dentro di me č morto tempo fa.>>, si fece sarcastico Ged, mentre si guardava in giro.
Peter lo squadró per bene.
<< Peró con quella faccia depressa rovini tutta l'atmosfera! Su con il morale!>>, disse tirandogli una forte pacca sulla schiena.
"Perfetto, un altro scocciatore..."
E mentre cercava un modo per liberarsene, all'improvviso una frase del ragazzo lo colpģ particolarmente.
<< Anche la tua č scappata?>>
Ged si voltó verso Peter, non capendo a cosa si riferisse.
Quello indicó il suolo.
<< La tua ombra! Anche la mia spesso scappa, e tutte le volte mi tocca riacciuffarla! Non č la prima volta che Trilli me la ricucisce sotto la suola delle scarpe!>>
"Ricucirla...?"
<< Peró la tua č diversa... Invece di mancare del tutto, sembra pił lasciata a metą... Per casi del genere, non so proprio cosa fare!>>, continuó Peter.
<< N-Non ti preoccupare...>>, rispose Ged senza farci troppo caso, mentre pensava ancora al fatto di ricucire l'ombra... Quel tipo, oltre ad essere uno scocciatore, era pure strambo...

Tutto ad un tratto, sentirono un rumore di passi tra la vegetazione farsi sempre pił vicino.

Subito Peter prese in mano il suo piccolo pugnale mettendosi in posizione d'attacco, e pure Ged stette con i sensi all'erta, pronto per un eventuale combattimento.

I passi erano vicinissimi, chiunque fosse stato sarebbe sbucato fuori da un momento all'altro.

<< Peter! Peter! Č successa una cosa terribile!>>
A quella voce, il volto del ragazzo si fece meno tirato, probabilmente era qualcuno che conosceva, cosģ anche Ged si rilassó. Dalla vegetazione uscirono un gruppo di bambini vestiti da animali.
<< Ditemi cos'č successo.>>, disse il ragazzo facendosi improvvisamente serio, ed assumendo un modo di fare simile ad un capo.
<< Trilli...!>>, il bambino in testa al gruppo ansimava forte e non riusciva a pronunciare nemmeno una frase.
<< Su, riprendi fiato!>>
E cosģ fece...
<< Trilli! Č stata rapita!>>, riuscģ a dire infine.
<< Cosa?!>>, urló Peter. Il suo viso si fece subito preoccupato...
<< Cos'č successo? Avanti, parla!>>
<< Č... Č stato un coniglio! S-Si č finto nostro amico, e appena abbiamo abbassato la guardia... L-L'ha rapita!>>
Ged si fece tutto ad un tratto interessato... Un coniglio? Che sia...? Peró strano, non č da lui...
<< E dove si č diretto?>>, chiedeva intanto Peter Pan.
<< Pensiamo sia in combutta con Capitan Uncino!>>
<< Ok, allora mi dirigeró sulla sua nave! Mi dispiace ragazzi, ma senza Trilli e la sua polvere di fata non posso farvi volare... Dovrete aspettare qui. Io vado!>>
<< Aspetta!>>, era la voce dello straniero. Peter si voltó.
<< Vengo anch'io.>>
<< E con cosa? Senza polvere di fata non posso farti volare!>>
<< E chi ti dice che ne ho bisogno?>>



Intanto, sull'albero dell'impiccato, due uomini osservavano i due ragazzi attraversare il cielo volando.
<< Che cosa ci facciamo su quest'isola, signor Maestro?>>, chiese ironico il primo, seduto su un ramo, e coperto da una veste nera, che, con il suo cappuccio, nascondeva il volto dell'uomo.
<< Teniamo d'occhio quel ragazzo.>>, aveva risposto secco l'altro, un anziano pelato e dal pizzetto grigio, in piedi su un altro ramo.
<< E perché dovremmo?>>, chiese scocciato l'incappucciato, stufo di quella noiosa missione.
<< Per impedire che la sua Ombra lo uccida... Č ancora troppo presto.>>
<< Presto per cosa?>>
Il vecchio non gli rispose e si limitó solo a inarcare un ghigno soddisfatto sul suo volto.
<< Enigmatico come al solito, eh?>>
L'uomo saltó gił dall'albero: era ora di andare.
<< Non c'č da preoccuparsi...>>,  aveva iniziato a parlare l'anziano.
L'altro allungó l'orecchio, sperando di sentirlo finalmente rivelare qualcosa del suo piano che ormai da tempo teneva nascosto a tutto e tutti.
<< ... Quel ragazzo č proprio come un cane.>>, disse riferendosi a Ged, ripensando all'ultima volta che si erano incontrati e lui gli aveva donato quella veste, << Con il suo fiuto, seguirą ogni singolo indizio che lasceró sul suo cammino, sperando che conduca un giorno a me. Ed invece non farą altro che finire dritto dritto nella mia trappola, da cui alla fine non riuscirą pił a liberarsi.>>.
L'uomo sospiró deluso: ancora nulla era trapelato. Quel vecchio era peggio di uno scrigno chiuso ermeticamente, con tutte quelle sue frasi misteriose ed enigmatiche.
<< E invece di quel Peter Pan cosa ne pensa?>>, aveva chiesto infine l'incappucciato.
L'anziano si fece pensieroso, e il suo solito ghigno sparģ completamente.
<< Quel ragazzino in qualche modo č riuscito ad ottenere l'eterna giovinezza, cosa che avrei voluto io... Ed invece ora mi ritrovo in questo corpo vecchio e stanco.>>
L'uomo si preoccupņ: forse aveva toccato un tasto dolente. L'altro se ne accorse e gli rivolse un sorriso complice.
<< Ma non preoccuparti... Non tutto č perduto. Ho molte vie da percorrere per ottenere un nuovo corpo... Fidati, ho fatto in modo che sia cosģ...>>, detto questo il vecchio inizió a ridere, una risata agghiacciante.
L'uomo rabbrividģ...



Nel frattempo, Montblanc era finalmente giunto sulla nave di Uncino.
<< Ecco qua, kupó! Ho completato la mia missione! Finalmente potrą riabbracciare la sua amica Trilli!>>
<< Davvero gentile da parte sua, Messer Montblanc! Senza di lei non avrei mai potuto farcela!>>, disse Uncino, singhiozzando lacrime ovviamente finte. Pure Spugna, coinvolto dall'enfasi della recitazione del Capitano, piangeva a dirotto mentre si scolava una bottiglia di rum.
<< C-Capitano! Hick! Finalmente la nostra Trilli č tornata...! Ora potremo essere di nuovo una famiglia! Hick!>>, piangeva lui, tra i singhiozzi dovuti all'alcol.
Uncino gli tiró un calcio negli stinchi per farlo smettere.
<< Bene, Messer Montblanc.>>, aveva ripreso il Capitano, << Ora mi consegni la fatina...>>.
<< Subito, kupó!>>

Il Moguri prese Trilli dalla bisaccia e la porse al Capitano.
Uncino la stava quasi per afferrare, decretando cosģ la sua vittoria su quel fastidioso moscerino volante, quando all'improvviso si udģ una voce lontana nell'aria.
<< Trilli!!!>>
La riconobbe. Era proprio la voce di quel moscerino.

Peter Pan era finalmente giunto in vista della nave, ma di Ged non ce n'era traccia. Il ragazzo volava troppo velocemente e ben presto aveva lasciato indietro il povero mago.
<< Ridammela!>>, urló Peter.
Uncino, intanto, rubó Trilli dalle mani del Moguri.
Subito il ragazzo si gettó in picchiata verso il Capitano, con il pugnale estratto.

Ma il suo colpo non lo raggiunse.

Montblanc si era frapposto fra i due, parando l'attacco con il proprio pugnale da ladro.
<< Non metterti in mezzo, coniglio!>>
<< Sono un Moguri, kupó!!!>>, rispose infuriato, respingendo indietro il ragazzo.
<< Tu invece sei Peter Pan?>>
<< In persona!>>
<< Finalmente č giunto il momento per fartela pagare, kupó!>>
Uncino tiró un sospiro di sollievo... Per fortuna quello strano coniglio era ancora dalla sua parte...
Montblanc ingaggió un rapido duello con Peter, che seppur fosse abile nel tirare di pugnale, non era forte abbastanza per il Moguri, che subito lo disarmó, gettando la sua arma nel mare e spingendolo contro la ringhiera che correva lungo il bordo della nave.
<< Ma che...?>>, la sua frase fu smorzata dal pugnale di Montblanc puntato alla gola.
<< Finalmente potró fartela pagare per tutte le azioni cattive che hai fatto, kupó!>>
<< Eh?>>, Peter non capiva.
<< Non fare il finto tonto, kupó! Hai rapito Trilli, e governi quest'isola con il terrore, mandando a morte chiunque non ti vada a genio!>>
<< Io cosa?!>>
Anche Uncino rimase perplesso. A quello strano coniglio aveva raccontato solo di Trilli, ma non aveva mai accennato al resto... Si mise a ridere: a quanto pare l'immaginazione di quello stupido volava che era una favola! Un altro punto a suo favore! Finalmente la morte del suo acerrimo nemico si avvicinava...
Montblanc alzó il pugnale al cielo, pronto a farlo calare e porre cosģ fine al regno del tiranno, quando...
<< Che fai, idiota?>>
Una voce familiare.

Si voltó.
In parte a lui, in piedi sulla ringhiera al bordo della nave, stava quel ragazzo freddo dai capelli bianchi di sua conoscenza. Subito quello fece un saltino, riportando i piedi sul pavimento.
<< Ged!!!>>
Il Moguri gli corse incontro facendo un piccolo balzo, andandosi a schiantare contro il petto del giovane per abbracciarlo.
Subito, a tanta dimostrazione d'affetto, Ged staccó l'idiota dal proprio petto, gettandolo a terra.
<< Mai pił.>>, si limitó a dire.

Si guardó un attimo in giro.

<< Qualcuno mi puņ dire cosa sta succedendo?>>
Tutti iniziarono ad urlare le proprie ragioni assordando il povero mago...
<< Ok, mi correggo! State tutti un attimo zitti!>>
E cosģ fecero, riportando il silenzio su quel luogo.
Ged usó una Percezione ad area, per guardare i cuori di tutti quelli che aveva intorno. In particolare si concentró su due: Peter Pan e lo strano uomo vestito elegante, che sembrava essere a capo dei pirati.
Il primo, seppur fosse un mascalzone, aveva comunque un cuore buono, mentre quello del secondo era decisamente oscuro ed ingannatore... E considerando il credo di Montblanc, le cose potevano essere andate in una sola maniera...
In un istante Ged capģ come si erano susseguiti i fatti: Uncino aveva ingannato il Moguri, che preso dalla sua smania di aiutare tutti, si era fidato ciecamente, andando quindi a rapire Trilli da Peter Pan, seguendo non si sa quale piano dell'astuto Capitano.

Il ragazzo, colto dall'ilaritą del momento, non riuscģ a trattenersi e scoppió in una sonora risata.

<< Che hai da ridere, kupó?!>>
<< Quante volte ti ho detto di non aiutare le persone a caso?! Ahahah!!!>>, a Ged lacrimavano gli occhi da quanto stava ridendo.

Montblanc piegó la testa di lato facendo segno di non capire.

<< Tu...>>, continuó il giovane indicando con una mano il Moguri, mentre con l'altra si teneva la pancia che aveva paura scoppiasse da quanto rideva, << ... sei finito ad aiutare i cattivi!!! Ben ti sta! Ahahah!>>.

Il Moguri rimase a bocca aperta.
Intanto l'eco delle risate di Ged risuonava per tutti i mari.

<< ... I-Io cosa, kupó?>>
Montblanc si guardava in giro, nel panico, scrutando i volti delle persone circostanti in cerca di conferma.

<< Ahahah! Che idiota!>>
Il volto incredulo e confuso del Moguri era il massimo, e Ged non riusciva proprio a smettere di ridere.
Visto che sembrava non capire decise di spiegargli la situazione.
<< Quel Capitan Uncino ti ha ingannato alla grande, ahah! E cosģ sei finito a rapire l'amichetta di questo ragazzino!>>, disse indicando Peter Pan.

Montblanc era rimasto senza parole.

<< Comunque tranquillo, ho rimediato io ai tuoi errori!>>, il mago aprģ la mano facendo comparire all'improvviso Trilli.
Uncino aprģ le proprie, con cui fino ad un attimo prima stringeva la fatina... Ma quando...?
Trilli voló dritta fra le braccia di Peter.
Montblanc, che finalmente aveva capito la situazione, corse a chiedere scusa ai due.
<< Non preoccuparti, č colpa di quello stoccafisso!>>, lo rassicuró Peter.
Il Moguri tiró un sospiro di sollievo.




Alla fine tutto finģ per il meglio.
Peter e Trilli tornarono felici sull'isola dal resto dei Bambini Sperduti, non prima di aver gettato Uncino in mare, che subito venne inseguito dal famoso coccodrillo che una volta gli mangió la mano. Per tutto il tempo, invece, Spugna era rimasto sdraiato sul pavimento della nave, ubriaco marcio, insieme al resto dei pirati, che esultavano e facevano baldoria per essersi finalmente liberati del loro Capitano.

Tutto sembrava finire per il meglio...

<< Ma cosģ sarebbe troppo noioso...>>
Era la voce roca di un vecchio, che dalla spiaggia aveva osservato l'intera scena avvenuta sulla nave, ancorata non molto distante.
<< Sarą il caso di metterli un attimo alla prova...>>

All'improvviso, un'immensa Oscuritą convoglió intorno all'uomo anziano, espandendosi sempre pił... Il vecchio evocó il proprio Keyblade, e cosģ tutte le tenebre confluirono sulla punta dell'arma, creando una sfera scura dai riflessi blu-violacei. L'uomo la puntó al cielo e sparó, proiettando la sfera oltre le nuvole.
Il vecchio si esibģ nel suo solito ghigno soddisfatto.

Intanto i due erano ancora sulla nave.
<< Morale della storia: dovresti aiutare le persone usando pił giudizio!>>, aveva sentenziato severo Ged.
<< Non credo di riuscirci, kupó...>>, rispose invece deluso l'altro...
Quando il ragazzo vide la faccia rassegnata del Moguri, non riuscģ a non farsi scappare un sorriso: era sempre il solito.
<< Bene, sarą il caso di tornare alla Torre Misteriosa dal vecchio.>>
<< Sģ, kupó!>>, annuģ Montblanc, tiratosi su di morale.

All'improvviso un ruggito spezzó il silenzio.
I due guardarono in alto: dal cielo scese una creatura misteriosa. Era completamente nera e non sembrava avere dei contorni definiti, l'unico tratto distintivo erano i soliti occhi gialli inespressivi. Questo voleva dire una sola cosa...
<< Heartless!>>, urló Ged.
Sembrava una sorta di serpente allungato, con qualche paia di zampe ed ali disseminate lungo il corpo, e si muoveva sinuoso tra le nuvole, a volte rimergendo, a volte riaffondando nelle nubi.
<< Ma che cos'č, kupó?>>
<< Sembra una sorta di drago.>>
<< A me non sembra!>>, rispose Montblanc. Aveva ben presente come era un drago, ricordandosi una delle occasioni in cui aveva fatto infuriare per l'ennesima volta Ged e quello si era tramutato in una di quelle creature cercando di incenerirlo. L'Heartless che vedeva ora invece sembrava pił un serpente.
<< In un Mondo lontano, chiamato "Cina"...>>, aveva iniziato il mago, << Esistono dei draghi diversi da quelli a cui siamo abituati. Questo ha le sembianze di uno di loro.>>

Il drago aprģ la bocca, accumulando al suo interno una piccola sfera luminosa.

<< Attento!>>, urló Ged.
Un raggio d'energia immenso attraversó la nave, dividendola in due. Per poco i due non venivano disintegrati.
<< Perché ci sta attaccando, kupó?!>>
<< Che importa, contrattacchiamo!>>









(Angolo Autore)

Scusate, concludo qui il capitolo, se no veniva un tantino troppo lungo se avessi integrato anche il combattimento. Anche se sono consapevole di quanto sia corto questo capitolo, spero sia piaciuto lo stesso...
Qui un disegno un po' hot della sirena, che peró per la quantitą di capelli sembra pił una specie di Rapunzel, ragione: censura... (dedicato a Bigboss ahahah! XD):
https://lh6.googleusercontent.com/-BUay2TxNkh0/UsriwLrrFII/AAAAAAAAALg/vJK6fW-KKGw/w433-h577-no/IMG_2693.JPG
Anche se non mi č venuta molto bene... Perņ va be', non avevo voglia di farne un'altra, ahah!

Alla fine ho pure citato il Mondo di Mulan (che ovviamente Ged aveva letto in uno dei libri), ma ad essere sinceri non credo che ce li faró capitare durante la storia (ragione: Mulan non č ancora nata), quindi mi dispiace per chi magari ci sperava ahah!

Purtroppo č riniziata la scuola quindi non avrņ molto tempo per scrivere... Io cerco di mantenere il capitolo settimanale, ma non sorprendetevi se sarņ un po' in ritardo a volte! Bah, non ho nient'altro da dire quindi ci vediamo al prossimo capitolo! Vedró di impegnarmi di pił! XD
  
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