Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Maghetta1996    07/01/2014    14 recensioni
Dal testo:
"Non avrebbe mai previsto che il capitano, una volta entrato, l'avesse ignorato completamente dirigendosi verso il letto, rivolgendogli di spalle una sola domanda:
-Cosa ci fai qui, Yama? "
Yama x Harlock, perché solo io sono l'unica scema che li ha shippati per tutto il film.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Harlock, Yama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rosso come il vino.
A Roberta.

Si sarebbe aspettato una reazione diversa, magari l'avrebbe fissato nell'occhio per alcuni secondi senza la bocca spalancata (era pur sempre Harlock!), ma di certo non avrebbe mai previsto che il capitano, una volta entrato, l'avesse ignorato completamente dirigendosi verso il letto, rivolgendogli di spalle una sola domanda:
-Cosa ci fai qui, Yama?
Il ragazzo, seduto sulla poltrona a braccia incrociate, serrò le labbra in un espressione di diniego.
Ben più appagante era stata la reazione di Meeme, la quale, dopo aver ascoltato la richiesta di Yama che consisteva nel 'lasciarlo da solo insieme al capitano per una notte', aveva inclinato la testa allargando ancora di più i suoi occhioni senza pupille.
Alla domanda 'perché' aveva inventato una balla, ma dentro di sé non riusciva ancora a trovare una scusa convincente.
Fare quattro chiacchere?
Bere il vino insieme?
Discutere delle missioni?
Non ne aveva idea e, la cosa, cominciava ad irritarlo.
-So che Meeme suona questa, ogni tanto...- Yama prese l'arpa dal tavolino, passò la mano tra le corde: ne uscì una melodia piacevole; Harlock lo guardava seduto sul letto.
Fece un leggero segno di assenso con la testa, ma restava sempre quell'aria interrogativa sul suo viso.
Yama non perse tempo e, per paura di cascare nella ragnatela di controverse verità che comportava quella domanda, prese a suonare lentamente lo strumento; dando prova della sua improvvisata ed inaspettata abilità.
Ciò sembrò distrarre Harlock per un po', poiché lasciava scorrere lo sguardo dalle mani al viso di Yama, con la stessa eleganza con la quale le note vibravano nella stanza.
-Non sapevo che sapessi suonare- disse, accennando un leggero sorriso.
Ecco, la stessa sensazione che lo faceva ribollire ogni volta che l'occhio di Harlock si posava su di lui, la stessa che lo faceva tremare per ogni parola che il capitano gli rivolgeva, si stava ripresentando facendolo sentire visibilmente a disagio ed in imbarazzo.
Cosa mai poteva ridurlo in uno stato così pietoso? Con quale maledetto gioco la sua mente lo prendeva in giro?
Smise di suonare quando Harlock si alzò dal letto, andando di fronte a lui, e, prendendo una bottiglia di vino, versò la bevanda alcolica dentro due calici di vetro. Ne porse uno a Yama.
Il ragazzo rifiutò educatamente con un cenno della mano, e sentì la pressione che aumentava: il momento fatidico arrivava e lui non aveva pronta nessuna scusa.
Harlock sorseggiava il suo vino.
-Allora, cosa ci fai qui?
Quelle cinque parole lo colpirono come un proiettile e, istintivamente, cercò con la mano l'arpa sul tavolo.
Invece di accarezzare il legno decorato dello strumento, sentì il tessuto duro e spesso della divisa del Capitano.
Prima di poter riflettere su ciò che stava facendo, era già troppo tardi: le sue incontrollabili mani, guidate dal suo istinto represso, vezzeggiavano le lunghe braccia del capitano; avvicinandosi a lui, lo abbracciò dolcemente, posando il capo sul petto del Capitano, ascoltava i battiti del suo cuore.
Non si sorprese quando li percepì assolutamente regolari.
Pensò che tutto stesse per finire con una delle solite uscite di Harlock, quelle che facevano volteggiare il suo mantello rosso. Rosso come il vino che era rimasto dentro il calice.
Pronto al rifiuto, in un primo momento non si accorse che le stesse braccia che aveva carezzato poco prima, lo circondavano, ricambiando il suo abbraccio.
Alzò la testa, non del tutto pronto a ricevere quello sguardo penetrante, quella pupilla castana che lo stava dannando. L'autocontrollo di Yama stava crollando insieme a tutte le sue barriere: afferrò la nuca di Harlock, costrigendolo ad abbassare il collo.
E fu in un attimo che lambì le labbra del Capitano, prima di posare la sua bocca su quella che tanto aveva ambito nei suoi sogni più oscuri e segreti.
Sentì il sapore del vino, bevanda che tanto detestava, diventare sempre più dolce.
Solo alcuni secondi dopo, quando Harlock si staccò da lui uscendo in quel modo misterioso, si rese conto che non era stato il sapore del vino a piacergli così tanto.
Ma il sapore del vino rosso dentro la bocca del suo tanto desiderato Capitano.
Osservò per un attimo il fiore che ancora dava speranza all'umanità, il fiore che aveva colto e portato ad Harlock. Il fiore che aveva dato inizio a tutto.
Si risedette, prendendo l'arpa tra le mani, suonando una malincolica melodia e guardando le stelle fuori, immerse in un nero infinito.

Note dell'autrice.
Credo di essere arrivata al limite della mia capacità di scrivere Fan Fiction. E' la terza o la quarta, che intitolo col colore 'rosso'? Bah.
Ah, perdonatemi pure la mancata 'scena clou', ma io proprio non riesco a scrivere un Harlock fuori dai suoi schemi. Che scrittrice fallita che sono *piange*.
Alla prossima,
Martina.  
  
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