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Autore: Mash    07/01/2014    1 recensioni
Terza notte bianca della pagina di "No ma Free lo guardo per la trama.".
Prompt: "Makoto, ho freddo."
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Haruka Nanase, Makoto Tachibana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Haru aspetta!- ma ormai anche i pantaloni erano stati sfilati dal ragazzo. Makoto non poteva più dire niente per impedirgli di fare quello che voleva. Fino alla fine il moro tentò di fermare l’altro prima che si sfilasse tutti i vestiti, ma non fece in tempo e poté solo guardarlo tuffarsi dentro la piscina.
-Haru…- un sospiro che sembrava più una rassegnazione che un rimprovero gli sfuggì dalle labbra mentre guardava l’amico nuotare come se la temperatura esterna segnasse più di venti gradi.
Era autunno inoltrato, e ormai il tempo per usare la piscina scolastica esterna era passato da un pezzo.
Ma il giorno prima di ricoprirla con il telone, avevano deciso di andare a dare un ultimo saluto alla struttura che li aveva ospitati per i mesi precedenti e Haru non aveva resistito all’impulso di buttarsi nonostante facesse troppo freddo anche solo per pensare una cosa simile.
Makoto lo guardò compiere la virata e tornare indietro verso di lui, in una perfetta esecuzione dello stile che più gli era familiare.
La testa andava a sinistra e prendeva una boccata d’aria, il braccio si alzava e s’immergeva con un movimento energico nell’acqua cristallina e le gambe mandavano potenti getti che lanciavano l’altro in avanti, come se fosse perfettamente a suo agio con i movimenti che stava compiendo in acqua.
Gli piaceva guardarlo nuotare. Gli piaceva riuscire a cogliere quella luce nei suoi occhi che lo faceva diventare, chissà come, ancora più bello.
E ad Haru l’aggettivo bellissimo era quasi d’obbligo quando nuotava.
Il ragazzo virò nuovamente e fece la terza vasca, lasciando l’amico a contemplarlo per più di cinque minuti.
Quando fu arrivato a quelle che dovevano essere 400 metri, si fermò ispirando a fondo, appoggiato a bordo vasca, riprendendo fiato. Da quando era finita la competizione i suoi tempi erano migliorati moltissimo, e anche la sua resistenza.
Makoto si avvicinò all’altro e sorrise.
Un sorriso gentile che poteva sembrare il solito, ma che in realtà era quello che dedicava unicamente a poche persone della sua vita.
E quello era tutto dedicato ad Haru.
Non appena il respiro dell'altro tornò regolare, s’immerse nuovamente fino al mento e biascicò qualcosa che il moro non captò subito.
-Makoto…- ripeté, abbassando appena lo sguardo.
-Non ho capito Haru, cos’hai detto?- domandò piegandosi con le gambe e sporgendosi verso il bordo per sentirlo meglio.
-Ho freddo...-
Makoto fece un altro dei suoi splendidi sorrisi.
-Ti avevo detto che era meglio che non ti tuffassi con la temperatura così bassa.- disse recuperando la cartella dell’altro, tirando fuori un asciugamano - che non mancava mai per via di quella brutta abitudine di tuffarsi in qualsiasi superficie d’acqua lo potesse permettere-, aprendolo per bene:-Dai, esci fuori dall’acqua.-
Il giovane fece un unico movimento. Si diede uno slancio con le braccia e s’issò dal bordo, fuggendo poi dentro l’asciugamano che Makoto gli stava ancora tenendo aperto.
Non appena sentì il corpo dell’amico aderire all’asciugamano Makoto lasciò andare la presa e sorrise di nuovo, guardandolo girarsi verso di lui sistemandosi l'asciugamano sulle spalle.
Il giovane non resistette all'impulso e sfiorò con una mano i capelli bagnati di Haruka, in un movimento familiare che però compiva sempre più raramente da quando entrambi erano cresciuti.
-Sai che mi da fastidio essere trattato come un bambino, Makoto.- si lamentò l'altro, non scostandosi però da quel tocco tanto gentile e piacevole.
-Scusami. E’ stato più forte di me.- rispose l’altro spostando la mano dai suoi capelli alla sua guancia, in un gesto ancora più strano e raro del precedente:-Senti ancora freddo Haru? Hai la pelle ghiacciata.-
-Ora va meglio.- disse l’altro socchiudendo appena gli occhi, beandosi del calore di Makoto sul suo volto.
Per un secondo, Makoto poté vedere uno dei rari sorrisi di Haruka.
Uno dei sorrisi che l’altro dedicava solo a lui.
  
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