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Autore: Tina_    28/05/2008    0 recensioni
A partire dagli ultimi tre capitoli, i Promessi Sposi più famosi della letteratura italiano vivranno un'altra, intrepida avventura. Storia scritta dal mio ragazzo (con un piccolo aiuto mio xD)
Genere: Romantico, Triste, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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[…]

Renzo, al lazzaretto, sta cercando il reparto femminile, dove si trova ricoverata Lucia. Mentre cammina, intravede la sagoma di un Cappuccino. Gli va incontro, sperando che sia padre Cristoforo, cosa che in effetti è. Gli chiede dove può trovare Lucia, dopo avergli raccontato tutte le tristi vicende che gli sono capitate, promettendo anche vendetta nei confronti di don Rodrigo. Padre Cristoforo lo ammonisce, ricordandogli la sua vicenda prima di prendere i voti. Renzo è così pentito della sua ira e, assieme al frate, vanno a trovare don Rodrigo, nella capanna dell’ammalato, e pregano per la salvezza dell’anima del tiranno.

Renzo si congeda e riprende la sua ricerca.

Girovagando per il lazzaretto, entra nel reparto femminile e, aggirandosi in mezzo alle varie capanne, scorge la figura dell’amata, che si adopera per portare conforto ad un’ammalata.

Felici entrambi per essersi finalmente ricongiunti, iniziano a raccontarsi le vicende che sono capitate loro in questo periodo di lontananza. Renzo le racconta anche che don Rodrigo è molto malato, ad un passo dalla morte, e quindi potranno finalmente coronare il loro sogno d’amore. Lucia scoppia in un pianto dirotto, poiché sa che non può accontentare il suo amato, in quanto deve rispettare il voto da lei pronunciato.

Renzo le chiede cosa succede e lei le racconta tutto ciò che l’ha convinta a pronunciare il voto. Egli, scioccato da questa confessione, corre in cerca di padre Cristoforo, affinché convinca Lucia dell’invalidità del suo voto. Il frate, cercando di aiutare i giovani, rimuove con una solenne frase il voto di Lucia.

La coppia, felice del matrimonio che finalmente si potrà celebrare, si separa ancora una volta, lasciando Lucia al lazzaretto.

Renzo si reca al paese di Lucia per trovare la madre di lei, Agnese, e per raccontarle le ultime buone notizie che crede di possedere, ignaro che la Provvidenza sta, ancora una volta, tramando contro di lui. Infatti, grazie alla pioggia torrenziale abbattutasi su Milano che fermò il contagio, don Rodrigo, inizialmente ad un passo dalla morte, si ritrova in via di guarigione, ricominciando a tormentare le sorti dei poveri ragazzi.

Finito il periodo di quarantena al lazzaretto, Lucia ritorna alla propria abitazione ritrovando così la famiglia e l’amato.  Renzo e Lucia cominciano, finalmente, a preparare il matrimonio, aiutati da Agnese. Ovviamente per costruirsi una solida casa, hanno bisogno di soldi e quindi Renzo cerca lavoro. Grazie all’esperienza maturata nel filatoio bergamasco del cugino Bortolo, trova lavoro presso un filatoio milanese. Racimolati i primi guadagni, Renzo compra una casa, nella quale si trasferirà la famiglia che si va formando, ospitando anche la suocera Agnese. Guadagnando una piccola fortuna con il nuovo lavoro, riesce a comprare dei nuovi terreni accanto alla sua proprietà, per riparare alla vigna distruttagli dall’invasione dei lanzichenecchi.

I preparativi fervono con l’aiuto di tutto il paesino e, quando il giorno delle nozze si sta avvicinando sempre di più, ritorna a far parlare di sé il tiranno don Rodrigo, ovviamente sempre attorniato dai suoi bravi.

Egli, ancora invaghito della bella Lucia, ricomincia a desiderarla e quindi manda i bravi presso Renzo per intimargli di non celebrare le nozze, se non vuole incappare in problemi più grandi di lui.

Renzo, privato anche del suo mentore spirituale, padre Cristoforo, non sa con chi confidarsi. Cerca conforto da Agnese, che gli suggerisce di parlare con il prete che celebrerà le nozze, ovvero don Abbondio.

Quando il giovane se ne va, per andare dal curato, Agnese rivela tutto a Lucia, che cade in una forte depressione, alimentata dal fatto che il suo amato non si fa vedere per quasi una settimana.

Il giovane, in questi giorni, era presso don Abbondio per parlare degli intoppi che si sono ripresentati al secondo tentativo di celebrare le nozze. Don Abbondio, in un primo momento favorevole a celebrare le nozze, quando ricompare l’ombra del potere di don Rodrigo, si ritrae e diventa restio a compiere un atto non apprezzabile dal tiranno, timoroso che possa accadergli qualcosa di brutto. Don Abbondio gli consiglia quindi di aspettare qualche giorno e di ritirarsi nella solitudine di casa sua, pregando affinché don Rodrigo capisca che non potrà mai avere Lucia.

Finché si trova in questo periodo di riflessione a casa sua, riceve un’altra visita dei bravi, che gli ricordano violentemente il loro precedente avviso, dandogli così un ultimatum.

Renzo non riesce a sopportare oltre questo trattamento nei confronti suoi e dell’amata e decide quindi di recarsi presso il palazzo del tiranno per affrontarlo direttamente.

Don Rodrigo e il giovane hanno quindi una discussione tumultuosa, durante la quale Renzo fa capire tutto l’amore che prova per la giovane. Don Rodrigo cerca però di far valere la sua autorità e il suo potere ma, vedendo il giovane andarsene barcollante a causa del violento trattamento ricevuto dai bravi, capisce quanto grande è l’amore che c’è fra i due giovani e capisce che deve lasciarli sposare.

Scrive quindi una lettera per la coppia e decide di portarla a Lucia.

Renzo, malmenato dai bravi e deluso dall’esito del colloquio avuto con don Rodrigo, si reca a casa di Lucia, portandole l’ennesima cattiva notizia. Ella, apprendendo queste ultime pessime notizie, cade in uno sconforto totale. Quando la madre di lei si allontana per accompagnare a casa il povero Renzo tutto tumefatto, in preda ad una tremenda depressione, afferra un coltello e se lo conficca nel petto.

Prima del rientro di Agnese, arriva don Rodrigo, il quale sentendo dei rantoli provenire dalla casa, si reca all’interno per vedere chi sta male e scorge il corpo di Lucia per terra coperto di sangue, con a lato il coltello. Egli, ancora innamorato di lei, non resiste a questa visione e si getta su di lei per cercare di salvarla. Quando capisce che non c’è più nulla da fare, accecato dall’amore e dalla disperazione, prende il coltello che giace di fianco alla giovane e si toglie la vita a sua volta.

Agnese, ignara di ciò che si è consumato all’interno della sua abitazione, rientra tranquilla, vedendo una scena, tragica ai suoi occhi. Corre quindi indietro da Renzo, incredula di ciò che visto. Gli descrive disperatamente la scena che si è presentata ai suoi occhi quando è entrata in casa, pregandolo di accompagnarla velocemente dall’ufficiale di giustizia.

Si incamminano frettolosamente da quest’ultimo e, quando vi giungono, denunciano il presunto delitto compiuto dal tiranno.

In paese inizia a spargersi la voce, sostenuta da Agnese, Renzo e l’ufficiale, che è stato don Rodrigo ad ammazzare la povera ragazza, ponendo fine alla sua travagliata vita. Il paese quindi, prendendo le parti di Lucia, si rivolta contro i bravi, iniziando a insultarli costringendoli ad allontanarsi per sempre dal paese, avendo perso la protezione del potente signore.

Agnese si reca a vivere da Renzo, non potendo più sopportare la vista del luogo dove è cresciuta e morta la figlioletta; l’ufficiale si appresta a chiudere le indagini, pensando di aver risolto questo delitto quando, dando un’ultima occhiata al corpo del tiranno prima della sepoltura, scorge una lettera. Si sa, la curiosità è un vizio umano che molto spesso agisce come movente per le azioni, e quindi estrae dalla tasca la lettera e la legge. Su di essa vi trova scritta la resa di don Rodrigo all’amore dei giovani e la sua benedizione per le loro nozze. Vi sono anche parole di scusa del signore verso la coppia e quindi, dopo aver mostrato la lettera ad Agnese e Renzo, capiscono che egli non era andato da Lucia per ucciderla, bensì per portarle la lettera. Vedendo però la donna che amava morta, nonostante avesse rinunciato a possederla, il suo amore ritornò a galla e lo portò all’estremo gesto del suicidio, con il quale pensava di avvicinarsi a lei.

Agnese viene quindi presa da un forte dolore e da un immenso odio verso don Rodrigo, che ha portato la figlia a suicidarsi e ad impedire il formarsi di una splendida famiglia.

Capisce però che l’odio è un sentimento inutile, soprattutto perché l’amata figlia è morta, così come l’odiato tiranno e quindi si ritira in un convento per passare in preghiera gli ultimi anni della sua vita, cercando di perdonare colui che ha rovinato la vita a lei, a Renzo e a Lucia.

In questo modo la Provvidenza si ripresenta come unico modo per alleviare le sofferenze che la vita aveva riservato ad Agnese.

  
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