Seifer - parte prima: perdono
I
serpenti mordono ovunque la mia pelle nuda.
Sono
solo, ferito, sanguinante e appena cosciente, ma c’è una presa stretta al cuore,
che mi tiene ancorato al fondo scuro e atipico del pozzo in cui sono
precipitato.
Forse
ho guardato troppo nell’abisso, e questo non si è limitato a ricambiare lo
sguardo; mi ha tirato a sé, e io, che mi ero sporto troppo, sono
scivolato.
Edea,
la madre… no, non è sua la colpa.
La mia
idiozia, la mia sete di potere ha fatto sì che la sua magia (sua o di chiunque
altro) mi irretisse.
Non c’è
rimedio alla mia debolezza.
Io che
primo fra tutti volevo la forza, ho perso tutto in un colpo solo, tradendo
quanto di più prezioso si possa desiderare.
Non
avrò più niente indietro della mia vecchia vita; Odino non ha pietà per i
traditori, e io non sono neanche sicuro di voler essere
salvato.
Fujin…
Rejin…
Squall!
Il mio
rivale, il mio compagno... In te riversavo futuro, forza di volontà,
passioni...
… C’è
molto da ricordare; niente, però, può essere riparato.
Vorrei
tanto che la tua spada mi trafiggesse il cuore, adesso, per farla finita; perché
solo tu puoi redimermi, tu che mi hai forgiato.
Ma ora
la tua forza si sta opponendo a chi ha tentato il mio cuore.
Non
verrai, perciò preferisco marcire in eterno fra le zanne di queste
serpi.
E’
l’amara verità. Seifer Almasy è finito così.
Alla
fine il leone ha superato l’aquila, e questa viene divorata dai
rettili.
Vorrei
averti ringraziato, mentre ora non potrei neanche sostenere il tuo
sguardo.
Sto
bene qui, quindi; a gridare, dove ogni urlo corrisponde ad una supplica di
perdono.
Grazie ad Hana bi per il beta reading e a Satsuriko per l'ausilio morale e materiale :)
Non fateci tanto caso, è il frutto di un'ora di storia andata a male...
grazie della lettura!