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Autore: ElfoMikey    28/05/2008    4 recensioni
...Altri sospiri interrompevano quello strano senso di parole cantate sconnesse. Finchè una frase, colpì lentamente il mio cuore che cominciò a macchiarsi di rosso. “And I wonder, still I wonder who'll stop the rain…?”
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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I My chemical romance non mi appartengono e questa storia non è scritta per scopi di lucro!


Questa storia è dedicata a mcr_girl. Ovvero la mia Lòlò a cui voglio tanto bene come l’infinito e più!!!

E a chemical Lady, Jess grazie anche a te….ti voglio bene..

Buona lettura!!!




sto fissando da ore questa fotografia che tengo fra le mani, mentre la pioggia cade veloce e lava ogni cosa e nessuno la fermerà mai, continuerà ininterrottamente.
E intanto per me, questa foto è come un'ossessione.
Una bella e pericolosa ossessione che mi riporta indietro, quando io ero un ingenuo e della parola "amore" sapevo solo il significato, letto per sbaglio in un dizionario a scuola…
Il dizionario scriveva: intenso sentimento d'affetto, inclinazione profonda verso qualcuno.
Nient’ altro.
Non avevo mai provato a pelle questo sentimento.
Può sembrare strano, stupido ma non dico bugie quando affermo che mi sono innamorato una sola volta, esattamente undici anni fa e la storia che sto per raccontarvi, vi potrà sembrare comune, banale.
Ma è la mia storia e comincia pressappoco così…




Il Warped tour del 2005 era iniziato da poco, c’era eccitazione nell’aria che lasciava quella scia di allegria che ti rendeva carico e pronto ad ogni cosa. Neanche la pioggia, che cadeva insistentemente da giorni,non era riuscita a levare l’euforia.
Quel giorno, faceva troppo caldo per stare rinchiuso nel Tour bus ad aspettare lo Show. Così, armato di ombrello, uscii dalla piccola porta in ferro battuto.
Alzai gli occhi e guardando al di sopra gli occhiali, notai che le nuvole erano come una massa densa sopra la mia testa, sembrava che il cielo dovesse cadere ed era una prospettiva eccitante sotto quel punto di vista. Era come se la fine era vicina.
Non capivo come sarebbe successo, ma me lo sentivo.
Pensando a quel presentimento, un lungo brivido mi risaliva per la colonna vertebrale.
Chissà se ciò che mi aspettava era qualcosa di positivo, qualcosa che mi avrebbe levato quella maschera di innocenza perenne che mi portavo dietro da ventiquattro insignificanti anni.
I pensieri mi portarono a camminare fra la gente, che veloce scappava dalla pioggia insieme a i loro ombrelli colorati.
Ma perché mai? La pioggia era così bella, così affascinante… e mi ricordavano le mie giornate passate a giocare nelle pozzanghere, quando ero un bambino. Le volte in cui dimenticavo l’ombrello a casa e la pioggia mi accompagnava nelle mie corse fino a scuola.
In mezzo alla moltitudine di persone solo una stava ferma.
Le braccia levate al cielo e un sorriso sereno.
La pioggia la bagnava completamente, ma sembrava non importarle.
Era una ragazza.
Mi venne da sorridere.
I suoi lunghissimi capelli rossi le stavano attaccati al viso e al collo.
La bianca gonna leggera era divenuta una seconda pelle per lei, proprio come la camicetta rossa.
I piedi erano nudi.
Pensavo che fosse una visone.
L’avevo immaginata come la dea della pioggia.
Così bella e sfacciata.
La vidi fare un giro su se stessa, come se stesse ballando.
Distolsi lo sguardo da lei per puntarlo di nuovo verso il cielo che sembrava gradire quella ballata tanto da aumentare lo scrosciare della pioggia.
Aveva smesso di danzare e a testa china si diresse verso di me.
Se ne stava andando.
La osservai cercando di leggere attraverso quella testa piena di capelli rossi carota.
Ma niente.
Non si accorse di me finchè la sua spalla bagnata non si scontrò con la mia asciutta.
La sua attenzione verso lo scroscio dell’acqua, fu momentaneamente rivolta a me.
Il suo sguardo ceruleo incontrò il mio, mentre con una mano si scostava una ciocca bagnata che le si era appiccicata sulla guancia pallida e lentigginosa.
Abbassò lo sguardo, per poi sparire dietro una scusa imbarazzata.
Rimasi li da solo, i miei occhi che proiettavano insistenti quella danza sotto la pioggia.
Lasciai cadere l’ombrello a terra, senza sapere veramente cosa stavo facendo.
I capelli sempre in perenne ordine, cominciavano ad arricciasi e le vesti mi strinsero il corpo, lasciando impresso sulle mie labbra, un sorriso.


Tornai al tour bus qualche ora dopo, bagnato fradicio con l’ombrello stretto fra le mani. Frank mi guardava fra il preoccupato e il divertito.
“non so se ridere o piangere per le tue gravi condizioni mentali…” mi disse con il solito sorriso “made of Frank” gli risposi con uno scossone di spalle.
“su celebroleso, fila a farti una doccia, tra un ora c’è un’intervista prima del concerto.” Afferma dandomi una leggera pacca sul sedere.
La doccia fu rapida e quando uscii dal bagnetto, Frank mi aspettava seduto sul divano mentre rideva guardandosi i Simpson.
“possiamo andare.” Frank annuisce e si alza passandomi un ombrello.
“questa volta aprilo, mi raccomando Mike.” Disse sarcastico. Risi, uscendo per la seconda volta in quella giornata.
Stare sotto l’ombrello non era mia stato così scomodo come in quel momento. Avevo ancora voglia di correre e di assaporare il lieve sapore della pioggia.

Ray, Gerard e Bob ci aspettavano, seduti sulle gradinate, coperte dalla tettoia del grande capanno che situato vicino al palco dove quel pomeriggio avremmo suonato.
Aspettavano solo noi per entrare e quando lo facemmo, una dolce brezza levò dai nostri corpi il caldo.
“aah, non ho mai amato l’aria condizionata come ora!” disse Gerard passandosi le mani fra i capelli neri.
Ci sedemmo in vari poltroncine che gli addetti allo staff avevo portato quello stesso giorno.
“ragazzi ma qua non c’è una macchina per il caffè?” mi guardai intorno speranzoso.
“Mikey la tua droga sta nella stanza a fianco.” Disse Brian, che era appena entrato nel grande salone.
Saltai in piedi come se avessi una molla sotto il sedere e mi catapultai nella stanza a fianco senza neanche chiedere il permesso.
Chiusi la porta alle mie spalle, mentre il rumore della pioggia copriva i miei passi.
I miei gesti erano tornati pacati mentre il mio sguardo osservava una figura femminile.
Era lei.
I vestiti ancora umidi e i capelli si perdevano in lunghe onde sulla schiena.
Le braccia erano appoggiate al davanzale della grande finestra e la sua guancia si riposava leggermente sul braccio.
Aprii la bocca per parlare, ma la sua voce mi arrivava alle orecchie, in suoni bellissimi.
Stava cantando.
“Long as I remember the rain been comin' down….” Sospirò prima di passare alla seconda strofa.
“Clouds of mystery pourin' confusion on the ground. Good men through the ages tryin' to find the sun.” sorrisi, per la sua voce, leggermente stonata, ma pur sempre bella. Mi appoggiai alla porta socchiudendo gli occhi. Tornai a guardarla.
Semplice, bella.
Si sfregava i piedi nudi, l’uno con l’altro.
Mi faceva ridere, ma non di schermo.
No, teneramente le mie labbra si aprivano in un sorriso che mai e poi mai mi sarei immaginato di possedere.
Altri sospiri interrompevano quello strano senso di parole cantate sconnesse. Finchè una frase, colpì lentamente il mio cuore che cominciò a macchiarsi di rosso.

“And I wonder, still I wonder who'll stop the rain…?”





ehi!! Eccomi tornata!!!(che palle eh?ihih) per fortuna la parte più dura degli esami è finita e quindi mi sono presa la libertà di fare questa ff… …. La canzone che canta la misteriosa ragazza e “who’ll stop the rain” appunto… non so chi la canta… ma mi ha colpito,davvero tanto. Su questa canzone sarà basata l’intera storia!!!! e spero proprio che piaccia…quindi…. Ditemi che ne pensate, vorrei tantiii commentini!!!

vi adoro,
Grè<3
  
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