“Hai le mani calde” mi dice.
“Certo, sono un essere umano, non una sirenetta come te” rispondo, abbozzando un sorriso.
Haru sbuffa e abbassa di nuovo lo sguardo, ma l’angolino della sua bocca si piega verso l’alto.
Dio mio. Quanto mi piacerebbe vederlo sorridere più spesso.