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Autore: Nana_Osaki_Komatsu    08/01/2014    0 recensioni
Quella mattina sapevo di dovermi alzare presto, i miei erano di sotto che mi aspettavano , quel giorno mi sarei dovuta trasferire.
Una nuova casa , una nuova vita , avrei dovuto ricominciare tutto da capo …
Mi chiamavo Vivianne , o forse questo è il nome che penso ancora di ricordare , è passato tanto tempo …
Un ragazzo sicuramente molto più alto di me si alzò dal divano , portava in testa un cappello grigio , era di carnagione chiara , occhi color nocciola e capelli castani … < piacere mi chiamo Ethan > mi sorrise e io come un’idiota caddi nella trappola più pericolosa che potesse mai esistere … < piacere mi chiamo Vivianne > ero niente che meno io , la persona più normale e semplice di questo mondo .
Almeno era quello che pensavo , prima di quel giorno …
Prima di quella sera …
Prima di diventare quel che sono ancora adesso …
Dolore , rabbia , innocenza …
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
Capitoli:
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                                              - E' arrivato il momento -



Quella mattina sapevo di dovermi alzare presto, i miei erano di sotto che mi aspettavano , quel giorno mi sarei dovuta trasferire.
Dove abitavamo non c’era più lavoro e mia madre e mio padre avevano trovato qualcosa in Australia, non era un lavoro decente ma per iniziare li andava più che bene , almeno così sostenevano i miei.
Avrei dovuto abbandonare la vita di città , i miei amici , la mia scuola ed iniziare tutto da capo.
Mi voltai dall’altra parte del letto ,la ragazza dai lunghi capelli biondi era mia sorella maggiore Clara di diciannove anni , mentre la piccola bambina che dormiva nel letto con le sbarre era mia sorella minore Christine di due anni.
Invece la ragazza dai capelli rossi che ricoprivano per metà il suo volto , ero io Vivianne , ero diversa dalle mie sorelle , mi chiedevo come mai fossi l’unica ragazza della famiglia con i capelli rossi come il colore del sangue.
I miei occhi erano un misto tra il verde e l’azzurro ,spesso erano solo verdi , altre volte erano completamente azzurri , la mia supposizione era che cambiassero in base al tempo atmosferico.
Oggi era una giornata di pioggia , quindi dovevano essere azzurri.
Continuavo a fissare quella camera , sapevo che non l’avrei più rivista , e immaginavo tutte le persone che ci avrebbero dormito quando io me ne sarei andata.
Mia madre era di sotto , potevo sentirlo dal rumoroso ticchettio delle tazzine da caffè sbattere una conto l’altra , alzai lo sguardo , e iniziai a pensare a quante di quelle volte fissavo il soffitto nell’attesa di una risposta che non sarebbe di certo mai arrivata .
<< Vivianne , Clara , Christine tra due ore si parte >> era mia madre che cercava di svegliarci , io già lo ero , Clara e Christine dormivano profondamente , come le invidiavo , a loro non interessava nulla del trasferimento e Christine era troppo piccola per capire quello che realmente stava accadendo.
Sollevai un lembo delle coperte , quella mattina l’aria fredda a contatto con il mio viso non fece altro che farmi tornare evidenti le piccole lentiggini quasi invisibili durante tutta l’estate .
Le odiavo , avevo sempre desiderato un viso perfetto senza macchie , per questo ogni mattina le coprivo con un velo di cipria che rubavo abitualmente dalla borsetta di mia sorella.
Poggiai i piedi nudi sul pavimento gelido , le mie ciabatte dovevano essere finite sotto il letto.
Mi accovacciai per prenderle , i lunghi capelli rossi mi ricaddero davanti gli occhi , creando uno strano effetto ottico , sembrava quasi che riuscivo a vedere un’altra dimensione .
-Certo che ne ho di fantasia – pensai.
Scostai i capelli , e l’effetto ottico scomparve , infilai le ciabatte e svegliai Clara  <<  Su sveglia tra due ore si parte >> dissi poggiandole una mano sulla spalla.
Portò le coperte fin sopra la sua testa borbottando << Ancora altri dieci minuti porta tu Christine di sotto >> .
Mi apprestai a svegliare anche mia sorella minore , la presi in braccio << Tin su sveglia oggi si va alla nuova casa >> dissi sorridendo il più che potevo ma non era la mia intenzione quella di sorridere , lo facevo solo per lei.
Tin era il suo soprannome , adorava il rumore delle piccole campanelle appese sulla veranda e non faceva altro che riprodurre il loro rumore  sempre , gridando per casa ‘’ Tin Tin fanno le campanelle “.
Mi prese per mano , scendemmo le scale e alla vista della cucina completamente vuota quasi rabbrividii .
<< Vivianne non c’è tempo ci penso io a vestire Christine tu va a cambiarti >> disse mia madre prendendo mia sorella in braccio e sgattaiolando via in soggiorno.
Salii di corsa le scale ed indossai il primo maglione di lana che capitò sotto tiro.
Era fino a metà busto blu e giù in poi diventava celeste fino a sfumarsi in bianco , con dei leggins neri e le converse dello stesso colore della maglia .
Quella mattina faceva piuttosto freddo , << Mamma ma la colazione ? >> chiesi aprendo un pacco poggiato sul tavolino.
<< Vivianne la farai più tardi in autogrill hai diciassette anni sai resistere un paio di orette no ? >> mia madre era visibilmente nervosa , quella casa era frutto di anni ed anni di lavoro e di soldi , e adesso doveva lasciarla , anzi dovevamo .
Uscii di fuori , il vento freddo sfiorava i miei lunghi capelli .
Mi sedetti su una ruota enorme di gomma legata con una fune all’albero di fronte casa , il vento faceva in modo che dondolassi leggermente da sola chiudendo gli occhi e abbandonando tutti i pensieri che stavano tartassando la mia mente.
La nuova casa affacciava su un enorme lago , mi chiedevo se d’estate era possibile nuotarci , e la scuola adesso non sarebbe stata più raggiungibile a piedi.
Ogni mattina avrei dovuto alzarmi alle sei per poi prendere il pullman e arrivare a scuola per le otto , un ora di viaggio , su un pullman dove avrei conosciuto nessuno.
Senza dubbio abitare in città era più comodo , non riuscivo minimamente ad immaginare come fosse stata la vita in montagna , con il lago , la neve e per non parlare dei fulmini.
Decisi di riaprire gli occhi , era arrivato il momento di affrontare la realtà , non avevo molte amiche dove abitavo , anzi non ne avevo affatto , eccetto una ragazza della casa affianco.
Loraine , ci conoscevamo fin da bambine forse a dirla tutta nemmeno le importava che mi sarei trasferita , da quando aveva trovato un ragazzo uscire con me era diventato un optional .
Dovevamo fare sempre tutto ciò che voleva lei , e il gruppo con cui usciva non mi degnavano mai nemmeno di uno sguardo , tranne quando si parlava di recuperare una palla finita su un albero.
Ero nata per arrampicarmi , non avevo paura di cadere o di farmi male , ero sicura di me , e solo per questo magari ero invidiata da qualcuno .
<< Così oggi devi partire ? >> udii una voce dietro di me , era Loraine .
<< Ciao Lory si oggi parto >> dissi sospirando , non volevo partire e non sentire più il treno arrivare alle sette di mattina, le macchine , gli schiamazzi notturni.
<< Non tornerai più qui vero ? >> chiese sedendosi di fianco a me.
<< No non tornerò più >> dissi poggiandole una mano sulla gamba, in fondo mi sarebbe mancata Loraine , li non conoscevo nessuno , e scommetto che non avrei fatto alcuna conoscenza.
<< Ti manderò qualche lettera se li il cellulare non prende >> disse alzandosi e dirigendosi verso casa sua.
Nemmeno mi aveva salutata , evidentemente per tutti quegli anni ero stata solo uno stupido ripiego.
<< Vivianne andiamo le tue sorelle sono già in macchina >> mi fece cenno mia madre di andare , era ora di partire.
Entrai in macchina , strette come delle sardine , il seggiolino di Christine occupava un posto e mezzo , mentre mia sorella era per metà allungata di lato , e io ovviamente dovevo subire lo spazio più stretto , come sempre.
Vedevo man mano la città scomparire , e il verde prendere il posto delle numerose case.
<< Quanto dura il viaggio papà ? >> chiesi nella speranza di ricevere un risposta del tipo ‘’ solo un paio di orette ‘’.
<< All’incirca quattro ore Vivianne >> disse guardando nello specchietto retrovisore .
Volevo provare a dormire , magari le quattro ore sarebbero diventate tre poi due e via discorrendo.
Ma non ci riuscivo , ero troppo scomoda per dormire e i miei non fecero altro che parlare e parlare per tutto il viaggio , ci fermammo all’autogrill.
<< Vuoi un cornetto Vivianne ? >> chiese mia madre porgendomene uno con la glasse alle fragole.
<< Grazie mamma >> nemmeno il tempo di girarmi e mi porse un sacchetto con credo dovessero essere altri cornetti.
<< Portali alle tue sorelle e aiuta Christine altrimenti sporca tutta la macchina >> ma che diamine non poteva almeno mia sorella scendere da quell’auto e portare con se Christine per mangiare qui un cornetto .
Mi avviai verso l’uscita << Lo scontrino ragazzina >> ecco che un controllore mi chiese di mostrare lo scontrino , aprii la busta ma non c’era tornai indietro per trovare mia madre ma il caso voleva che mia madre non ci fosse.
<< Mamma >> esclamai nella speranza di trovarla.
Ma non feci altro che attirare l’attenzione di tutti … volevo sparire.
Cercai invano , mi chiedevo dove diavolo fosse finita << Vivianne ? >> mi voltai quasi sobbalzando dalla paura.
<< Mamma ti stavo cercando il controllore vuole vedere gli scontrini >> dissi porgendole la busta con i cornetti.
<< Ho capito Vivianne vado io tu esci e sali in macchina >>.
Mi apprestai ad uscire , ed ecco mia sorella che ci provava con il primo ragazzo che le capitava davanti.
<< Hai proprio dei bei capelli Steve >>.
<< I tuo lucenti capelli sono belli Clara >> disse il ragazzo passandole una mano tra i capelli.
<< Sei di qui bel fusto ? >> chiese mia sorella tirando la scollatura della maglia.
Non potevo continuare a vedere mia sorella flertare con quel tizio , feci un colpo di tosse .
<< Cosa vuoi Vivianne non vedi che sono impegnata >> .
<< Sta arrivando mamma >> dissi porgendole la busta con i cornetti .
Entrai in macchina e finii di mangiare metà del mio cornetto con Christine , quella glassa alle fragole forse non era l’ideale.
Ci rimettemmo in viaggio , il sonno iniziava a farsi sentire e senza accorgermene mi addormentai appoggiandomi di testa contro il seggiolino di Christine.
<< Siamo quasi arrivati >> fu la voce esaltante di mio padre a svegliarmi , avevo dormito per ben tre ore , strizzai gli occhi , avevo l’impressione che qualcuno mi stesse puntando una luce in faccia.
Mi voltai e vidi un leggero manto di neve che ricopriva tutto intorno , erano anni che non vedevo nemmeno più l’ombra di un fiocco di neve.
<< Nevica nevica nevica >> iniziò ad esultare mia sorella che per la prima volta vide la neve dal vivo.
<< Si Christine nevica hai visto che bello >> dissi facendo una voce alquanto bizzarra.
Ero affascinata da quel posto , l’aria era molto più gelida però mi sentivo bene lì , mi sentivo quasi a casa .
Con la coda dell’occhio riuscii a scorgere il lago , ed un enorme casa bianca a tre piani , c’era anche il molo , l’idea di nuotare in quel lago stava man mano scomparendo , l’acqua doveva essere non poco alta.
C’era un’altra macchina parcheggiata di fronte la nuova casa.
<< Mamma chi è >> domandai indicando la grande range rover grigia .
<< E’ il nostro coinquilino non ve ne avevo parlato ? >> chiese mia madre , era talmente impegnata che si era persino dimenticata di dirci che non eravamo i soli ad abitare li.
Finalmente mio padre parcheggiò la macchina , nemmeno il tempo di aprire la portiera e già ero con i piedi sulla neve , le mie converse bianche erano diventate totalmente fradice d’acqua , stavo congelando .
<< E muoviti Vivianne comportati da persona adulta >> esclamò mia sorella battendo le scarpe sporche di neve sul bordo delle scale.
Sempre gentile lei con me , mi voleva talmente tanto bene che la sua dolcezza ogni tanto andava a male.
Bussammo alla porta , una signora sui quarant’anni ci aprì , doveva essere la proprietaria di casa << Oh voi dovete essere la signora Amelì e il signor Connor  >> disse stringendo la mano ai miei.
<< Mentre voi tre dovete essere la bambina Christine , tu Clara e invece tu… >> non si ricordava il mio nome .
<< Vivianne >> dissi sorridendo e porgendo la mano.
<< Per voi che non mi conoscete mi chiamo Rose Wingam >> disse sorridendoci e facendoci cenno di entrare.
Il grande camino riscaldava le stanze , la gentile signora diede le chiavi del piano di sopra a mia madre facendoci strada.
<< Ethan , Marì venite a salutare i nuovi coinquilini >> .
Vidi arrivare una ragazza mora con indosso un jeans pesante e una felpa grigia , i suoi occhi erano di un particolare marroncino tendenti quasi al viola , sembrava strano ma , era così.
<< Piacere  a tutti mi chiamo Marì e ho diciannove anni >> si presento , mia sorella non faceva che fissarla.
<< Piace mi chiamo Clara e abbiamo la stessa età >> disse mia sorella facendo un sorriso a trentadue denti.
Un ragazzo sicuramente molto più alto di me si alzò dal divano , portava in testa un cappello grigio , era di carnagione chiara , occhi color nocciola e capelli castani.
Non assomigliava quasi per niente alla sorella , << Piacere a tutti mi chiamo Ethan e ho diciotto anni >> mi sorrise e io come un’idiota continuai a fissarlo sorridendo.
<< Marì porta Clara a fare un giro della casa >> disse la signora Rose cercando di far stringere qualche amicizia.
<< Ethan ti dispiacerebbe accompagnare Vivianne ? >> non sarei potuta semplicemente andare con Clara e Marì , invece no , dovevo andare con un ragazzo.
<< Vieni ti porto a fare un giro >> disse sorridendo.
Iniziai a seguirlo non sapevo di cosa parlare , e continuava a fissarmi , forse avevo qualcosa di sporco in viso.
<< Ho qualcosa che non va ? >> chiesi quasi arrossendo dalla vergogna.
<< No nulla stavo fissando i tuoi capelli rossi … era tempo che non vedevo dei capelli … così >> disse quasi esitando.
<< Sono naturali >> dissi spostando un ciuffo davanti gli occhi , ecco che ci risiamo , il colore rosso dei miei capelli creava strani effetti , e vidi qualcosa al centro del petto del ragazzo illuminarsi .
Si avvicinò a me scostandomi il ciuffo di capelli con due dita .
<< Non fissare troppo o potresti perderti in quel rosso >> disse scoppiando a ridere .
<< Come mai mi hai detto che era tempo che non vedevi dei capelli come i miei ? >> chiesi tagliandogli la strada.
Rimase impietrito , i suoi occhi emanavano uno strano luccichio , forse era una ragazza che amava pensai.
<< Andiamo >> disse con tono freddo , iniziando a camminarmi davanti.
Non rispose alla mia domanda , mi chiedo che cosa lo stesse turbando.


 
 

Angolo autrice ...

Buona sera , questa è una nuova storia di genere un po diverso dalle ultime due che ho pubblicato.
Spero che a qualcuno possa piacere , magari lasciatemi qualche recensione e fatemi sapere le vostre opinioni
sono inesperta quindi sucusatemi se c'è qualche errore di battitutra T.T

Volevo anche ringraziare la mia migliore amica Sama_013  per avermi convinta a pubblicare questo racconto ,passate a vedere anche le sue storie 
scrive davvero molto bene :D
Ringrazio tutti coloro che leggeranno 
baci - Chiara

  
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