Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: Thiliol    08/01/2014    2 recensioni
< Cos'è successo, Sherlock? > gli chiese piano, accovacciandosi accanto a lui.
Il bambino tirò su col naso e tese una manina, mostrandogli il motivo di quel pianto disperato: un pupazzo rotto.
< Barbarossa si è fatto male > disse con la sua vocetta acuta. I suoi occhi si spalancarono leggermente e lo fissarono, fiduciosi. < Ma tu lo puoi curare, vero Mycroft? >
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Redbeard






-Ah, Sherlock... ti ricordi Barbarossa?

-Non sono più un bambino, Mycroft.

-No, certo che no. Divertiti nel non-coinvolgimento, Sherlock.



Mycroft chiude la chiamata e sospira, rigirandosi il cellulare tra le dita. Ha la netta sensazione che sia troppo tardi, di essere completamente impotente e di aver fallito su tutti i fronti, con suo fratello. D'altronde, Sherlock è sempre stato testardo e nonostante avesse tentato in ogni modo di proteggerlo aveva sempre fatto come voleva.

Si augura solo che i pezzi da rimettere insieme non siano troppo piccoli.



Sherlock si rimette in telefono in tasca, contrariato. Mycroft sa essere estremamente irritante sembra divertirsi nel ricordargli costantemente quanto gli sia inferiore.

Dalla stanza accanto arrivano voci allegre e risate e Sherlock riconosce John tra tutte con uno strano moto di compiacimento.Non sa bene identificare i sentimenti che sta provando in quel momento, ma si strofina le mani sudate contro i pantaloni e deglutisce a vuoto. Si sente la bocca asciutta.

Il grande momento sta per arrivare e lui pensa che era stato più facile buttarsi dal tetto del Bart's.

La voce di Mycroft nelle orecchie gli ripete ancora una volta di stare calmo, di non farsi coinvolgere, ma stranamente è la voce di Mary a rispondere con un sorriso nella sua mente: “Troppo tardi”.



***



Mycroft si avvicinò al fratellino, leggermente impacciato. Sherlock aveva solo cinque anni e lui, in qualità di fratello maggiore, aveva il dovere di consolarlo ma, davvero, non sapeva proprio come fare. Era così piccolo, con i riccioli neri scarmigliati e gli occhioni lucidi di pianto, le guance bagnate e arrossate, tanto che si sentì improvvisamente intenerito come non si era mai sentito. Sherlock era sempre stato, per lui, una seccatura, ma in quel momento desiderò solo di essergli vicino.

< Cos'è successo, Sherlock? > gli chiese piano, accovacciandosi accanto a lui.

Il bambino tirò su col naso e tese una manina, mostrandogli il motivo di quel pianto disperato: un pupazzo rotto.

< Barbarossa si è fatto male > disse con la sua vocetta acuta. I suoi occhi si spalancarono leggermente e lo fissarono, fiduciosi. < Ma tu lo puoi curare, vero Mycroft? >

Mycroft si sedette per terra a gambe incrociate, di fronte al fratellino.

< Non è una persona, Sherlock, è un giocattolo. Non si è fatto male, si è rotto. >

< Ma tu lo puoi aggiustare, no? >

Sorrideva ora, tendendogli il pupazzo del pirata Barbarossa.

Alla geniale mente di Mycroft bastò un'occhiata  per capire che niente e nessuno avrebbe pottuto rimettere insieme i pezzi di quel giocattolo rotto: la testa era staccata, il busto deformato, le braccia storte... sembrava vi ci fosse passato sopra un camion.

< No, non si può aggiustare. >

Sherlock pareva non capire, continuava a fissarlo incredulo.

< Ma Barbarossa è il mio migliore amico > piagnucolò.

Sherlock scoppiò a piangere proprio lì, di fronte a Mycroft, come non pensava un bambino potesse piangere.

Si fece più avanti e lo abbracciò. Non aveva mai fatto una cosa del genere, lui, aveva sempre trovato il contatto umano estremamente spiacevole, ma quello era suo fratello e Mycroft si stupì quando si accorse che gli piaceva abbracciarlo. Non voleva che soffrisse.

< Non devi affezionarti alle cose, Sherlock, > gli disse, < niente dura per sempre. Curarsene non è un vantaggio. >

Lo scostò e lo guardò negli occhi ancora pieni di lacrime.

Non avrebbe mai più permesso a suo fratello di stare male a quel modo.

< Hai capito, Sherlock? >

Il bambino annuì.

< Non devi mai farti coinvolgere. Ripetilo. >

< No coinvolgere > balbettò leggermente, asciugandosi il visetto con la mano.

Infine sorrise al fratello maggiore.

< Tu sai sempre tutto, vero Mycroft? >



***



Mycroft si ricorda quel momento come se fosse accaduto il giorno prima. Aveva promesso a se stesso di proteggere suo fratello, ma ha fallito miseramente. Sa che Sherlock è sempre stato fin troppo fragile dietro quella maschera che faticosamente aveva imparato a indossare, per questo ha cercato di tenerlo lontano dai sentimenti.

Ma Sherlock non è come lui e alla fine, lo sa, sarebbe toccato di nuovo a Mycroft consolarlo.



Sherlock non ha mai odiato così tanto suo fratello come in quel momento. Perché gli aveva ricordato quello stupido pupazzo di quando era bambino? Non aveva assolutamente niente a che fare con John, o con il matrimonio.

È agitato perchè deve tenere un discorso, nulla di più.

John e Mary sono seduti vicini e parlano tra loro, sorridenti e felici, e Sherlock pensa che non si ricorda l'ultima volta che ha visto John tanto contento. Forse non lo aveva visto mai.

< Curarsene non è un vantaggio > ripete tra sé e gli sembra quasi di vederlo, suo fratello Mycroft, che annuisce di approvazione all'altro lato della stanza.
















Ritorno in questo fandom da scrittrice dopo un bel po' di assenza con questa piccola storia che spero abbiate gradito. “The sign of three” è stato un episodio meraviglioso, ma una grossa mazzata ai miei sentimenti, non so se mi riprenderò mai e soprattutto non so se sono pronta per domenica.

Comunque, piccolo headcanon sui fratelli Holmes (amo amo amo Mycroft!) e sul possibile significato di quel “Do you remember Redbeard?” che non so voi, ma a me è rimasto troppo impresso. Grazie per aver letto, spero che vogliate lasciare una recensione per dirmi cosa ne pensate e farmi notare eventuali errori. Alla prossima!



P.S. la parte in corsivo è la traduzione del dialogo dell'episodio, Sherlock, Mycroft, John e Mary non mi appartengono ma sono di proprietà di quei trolloni di Moffat e Gatiss e del male della BBC ed io non ci guadagno niente.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Thiliol