Benvenuta al mondo
Faccio avanti e indietro in questa sala d'attesa da circa mezz'ora. Sento degli urletti, ma ancora niente. Non posso entrere: me l'ha detto l'infermiera.
Non riesco a stare ancora qui, mi manca l'aria, quindi avviso una signorina che, evidentemente, lavora in questo reparto; le indico la sala dove sto aspettando, l'avviso di chiamarmi se dovesse accadere qualcosa ed esco dall'ospedale.
L'aria fresca del mattino mi colpisce il volto e sospiro. Sento dei passi provenire dietro di me. — Peeta — mi dice una voce maschile; mi giro e trovo lui: Gale. — Katniss ha...? — inizia a chiedere, ma io scuoto la testa dando una risposta negativa. Mi domanda da quanto tempo siamo in ospedale. — Dalle quattro di mattina, credo... Il travaglio è iniziato più o meno durante quell'ora — spiego. Gale si siede sulle scale che portano all'ingresso dell'ospedale. Guardo la struttura... è stata costruita da poco tempo ed è in funzione da due anni. Il Distretto 12 è completamente cambiato: il Forno è stato ricostruito, ma è un semplice mercato; il filo spinato che si trovava vicino al Prato è sparito; le case sono simili a quelle del Villaggio dei Vincitori; circolano piccoli pullman che, quotidianamente, portano da un Distretto all'altro. La paura non c'è più e questa è la cosa fondamentale. — Mi scusi, non può stare qui: così blocca l'ingresso. Potrebbe sedersi lì — dice una voce femminile a Gale. È una ragazza che indica una panchina che si trova di fronte all'ospedale, su un manto d'erba. Gale annuisce e si siede su quella panca verde. Decido di sedermi anch'io lì. — Come vanno le cose nel 2? — chiedo per conversare. Gale ha messo radici lì e torna raramente nel 12; è diventato vicecapitano di una pattuglia e, a quanto dice Katniss, ha anche una ragazza. Dovrebbe chiamarsi Pan, se non mi sbaglio. — Abbastanza bene... Sei agitato? — Sorrido. Sto tremando. — Molto. Credo che avere un figlio e partecipare agli Hunger Games sucscitino un po' la stessa paura — dico. Ride, ma usa un riso quasi "tirato". Gi Hunger Games sono stati orribili... rifletto. Gli domando di lui e Pan. Gale prende dalla tasca destra del suo giubotto marrone una foto e me la passa; c'è una ragazza dai capelli biondi, ricci, che arrivano fino alle spalle; gli occhi color nocciola guardano, pieni d'amore, chi ha scattato la foto. — Viene dal Distretto 2. Il padre era un Pacificatore, ma lei ha partecipato alla presa dell'Osso: odia gli Hunger Games... Sua cugina morì a soli dodici anni per colpa dei Giochi — dice. Gli sorrido. — È molto bella... — commento. Una bambina esce dall'ospedale accompagnata da un uomo. — Papà, quando usciranno dall'ospedale la mamma e Timmy? — domanda la piccola. Sicuramente ha cinque o sei anni. Il padre le sorride e le dice che la mamma e il fratellino raggingeranno casa presto. Se ne vanno. — Chi l'avrebbe mai detto che saremmo arrivati a questo punto? Qualche anno fa credevamo che i Giochi non sarebbero mai finiti; Katniss e tu, probabilmente, non sareste mai stati insieme e lei non sarebbe mai stata incinta. Io non starei nel Distretto 2 e non starei con Pan — dice. Scuoto il capo. — Magari non sarebbe andata neanche in questo modo... L'importante è vivere il presente — concludo. Gale annuisce. Restiamo in silenzio fin quando non arriva un'infermiera che mi chiama di corsa: Katniss sta partorendo!
Mi precipito in quella piccola sala d'attesa, seguito da Gale. Non possiamo entrare, ma aspettiamo. Chissà se sarà un maschio o una femmina, mi domando. Passano cinque, dice, venti minuti, ma, alla fine, ci lasciano entrare. — Vai prima tu. È giusto che sia tu il secondo a vederlo — dice Gale. Annuisco, poi apro la porta della sala parto. Sento un piccolo pianto e li vedo: Katniss, madida di sudore, con i capelli scompigliati, sorride e tiene in braccio il bambino, avvolto in una copertina bianca. Non vedo il volto del piccolo perché è rivolto verso la madre, ma scorgo i suoi pochi capelli scuri. — Ciao — dico a loro. — Ciao — ricambia Katniss. Il dottore esce dalla sala e ci lascia soli. Mi avvicino al letto per guardare meglio sia mia moglie che mio figlio. — Ehi... Piccola, saluta il papà — dice Katniss. È una femmina! E assomiglia a Katniss. Gli occhietti sono chiusi, ma, quando la prendo in braccio, li apre e li vedo... sono azzurri, come i miei. — Come la chiamiamo? — chiede mia moglie. Sorrido... so che le piacerà il nome che ho scelto: — Pensavo a Primrose... Primrose Mellark —. Lei mi guarda, sorridendomi; mi prende la mano sinistra e mi dice "grazie". Sentiamo qualcuno bussare alla porta, poi entra Gale sorridente. — Femmina? — Chiede. Annuiamo. — Si chiama Prim... Primrose Mellark — dice Katniss. Gale si avvicina a me e saluta la bimba. Ci sorride. — Benvenuta al mondo, Prim — dico a mia figlia. È il due luglio, sono le sei e cinque del mattino e, da ben cinque minuti, sono diventato papà.
[Angolo autrice]
Ciao tributi! Dopo la mia os "Will you marry me?" (sempre Everlark), sono tornata a scivere su questo fandom con quest'altra os! :D
Il momento della nascita del primo figlio di Katniss e Peeta doveva essere narrato V.V
E, a mio parere, doveva essere proprio Peeta a farlo!
Vi piace il nome che ho scelto per la piccola?
Cosa ne pensate di Pan? Rappresenta un po' delle mie amiche (miss_fairy, pinkpunk e Neverland98) che saluto.
Lasciatemi una recensione ;)
Baci,
Erica.