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Autore: Blacky46    10/01/2014    1 recensioni
Questa storia è la continuazione di: Student vs Zombies.
L'avventura di un gruppo di ragazzi che, dopo un'invasione di zombie, cerca di salvarsi in ogni modo possibile. Inizialmente in una scuola, i ragazzi scappano e dopo una lunga serie di peripezie finalmente riescono a barricarsi all'interno di un supermercato. Ma, fino a quando potranno restare lì dentro? Quando sarà il prossimo attacco degli zombie? Seguite la storie per vedere cosa il destino ha in serbo per i nostri sopravvissuti
Genere: Azione, Horror, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Improvvisamente sentii il rumore di una sirena, una di quelle degli allarmi delle macchine, ma molto più forte. “PRESTO, svegliatevi tutti, siamo sotto attacco, ci stanno per sfondare gli ingressi. PRESTOOOOO”
“Di chi è quella voce, l’ho già sentita” dissi tra me e me ancora intontito dal sonno. “Aspetta….ci stanno attaccando!!”
Mi alzai di colpo, tutto sudato e mi guardai subito attorno.
Buio; tutti dormivano ancora. “E’ stato solo un sogno allora” bisbigliai. Quella sensazione come di un peso sull’addome sparì e mi sentii subito più rilassato. Mi girò un attimo la testa a causa dei bruschi movimenti che avevo fatto.
Mi alzai, provando a fare il minor rumore possibile e facendo lo slalom tra le tende e i materassini cercai di non svegliare nessuno e andai verso quella che per noi era la cucina.
Attraversai un breve corridoio illuminato solo dalle luci versi di emergenza. Mi venne in mente che la notte prima, mentre cercavo di addormentarmi mi misi a fissare una di quelle luci verdi e notai che ci furono diversi sbalzi di corrente, ne contai quattro, probabilmente sarebbe stato il caso di andare a controllare il generatore.
Arrivato in “cucina” presi un pacchetto di fette biscottate da uno scaffale ,della marmellata de dentro un cesto pieno di barattolini sparsi e mi sedetti su una sedia.
Mentre spalmavo la marmellata buttai l’occhio sulla finestra non lontano da me, mi avvicinai e con la mano spostai leggermente la tendina che la copriva. Fuori era ancora buio, credo fossero più o meno le sette di mattina. Tirai un sospiro e tornai a sedermi.
Mentre mangiavo sentii una mano su di una spalla, mi girai con ancora una parte della fetta biscottata in bocca per guardare chi fosse, era Gaia.
“Buon dì, come mai già in piedi?”
Sbadigliò “Giorno… potrei farti la stessa domanda.”
“Hehehe effettivamente, diciamo che ho fatto un brutto sogno”
Mi fissò qualche secondo, poi distolse lo sguardo e andò a prendere dei biscotti dallo stesso scaffale da cui io avevo preso le fette biscottate “Niente, semplicemente non avevo più sonno”
Si sedette davanti a me e iniziò a mangiare i biscotti, fissando un punto in un angolino.
“Beh come ti trovi qui?”
Riuscii a distogliere la sua attenzione dall’angolo che fissava. Da quando ci eravamo stabiliti all’Aliper avevo notato che aveva fatto amicizia con le altre ragazze, anche se devo dire che a differenza di loro sembrava più solitaria; mentre raramente l’avevo vista parlare con qualche ragazzo.
“Bene, sono tutti gentili qui e non ho avuto problemi con le altre ragazze anche se…” e fece una strana smorfia con la bocca.
Continuammo a parlare fino a quando non arrivò Andrea a salutarci.
Dopo averlo salutato Gaia si alzò e se ne andò, quasi scocciata. Andrea prese il suo posto e restammo ancora qualche minuto a parlare. Poi mi alzai e mi andai a cambiare dato che ero ancora in pigiama.
Era passata circa un’ora da quando mi ero svegliato, però c’era ancora qualcuno che dormiva così feci ancora una volta attenzione a non svegliarli.
Una volta cambiato mi sarei dovuto trovare con Andrea alla rampa di scale che conduceva al garage, saremmo andati a controllare il livello di benzina del generatore e quanta potenza gli era ancora rimasta.
Aspetti una decina di minuti in cima alle scale prima di vedere arrivare Andrea. “Pensi si stia esaurendo la benzina?”
“Credo di si, se continua così o troviamo dell’altra benzina o dovremmo abbandonare questo posto”.
Arrivati in fondo alle scale aprimmo la porta che conduceva ai garage, la stessa porta che mi aveva separato dalla morte. Appena entrammo mi venne in mente di Massimo, di come si fosse sacrificato per farmi sopravvivere. Proseguendo verso il generatore rividi i segni delle esplosione causata da quei quattro uomini. Mentre attraversavamo i garage non facevo altro che pensarci, forse avrei potuto fare qualcosa, il pensiero mi tormentava.
Finalmente arrivammo alla porta di metallo che conduceva al generatore. Una volta entrati Andrea si mise subito alla console del generatore a controllare i livelli di potenza e altre cose di cui si occupava lui; io andai verso il generatore per controllare quanta benzina ci fosse.
Con una torcia provai ad illuminare il contenitore di plastica che conteneva la benzina del generatore ma era troppo sporco. Ci passai sopra la mano per pulirlo ma sentii subito un forte bruciore ai polpastrelli e fui costretto a retrarre la mano “Ai cazzo” Andrea mi guardò perplesso mentre mi soffiavo sulla mano. Gli feci un cenno con la mano e lui si girò e tornò con la testa sui monitor.
Ero comunque riuscito a pulire la plastica del serbatoio quindi la illuminai di nuovo con la torcia.
“Come immaginavo, qui sta finendo il carburante.
“Dov’è la benzina per il generatore?”
Andrea, senza spostare lo sguardo dai monitor indicò con la mana l’angolo alle mie spalle.
Mi girai e vidi un grande armadio metallico, quindi andai a vedere là dentro.
Una volta aperto, era diviso in 20 scompartimenti ognuno dei quali conteneva delle grosse taniche, di cui però 16 era vuote.
“Dannazione! Siamo a corto di benzina Andrea, con quella che ci resta credo riusciremo a fare a malapena due settimane.”
Andrea sospirò, si sistemò gli occhiali e si girò verso di me “Quindi, cosa facciamo?”
“Non abbiamo molte possibilità direi, o andiamo in cerca di benzina oppure…”
“Oppure dobbiamo andarcene da qui”. Restammo in silenzio qualche secondo
 “Credo sia meglio iniziare a caricare le due corriere”.
Una volta riempito il serbatoio del generatore tornammo al primo piano del supermercato e iniziammo i preparativi per caricare le corriere.
 
Quattro giorni dopo iniziò l’incubo.
Erano circa le nove di sera, e, dopo aver finito di cenare ed esserci fatti una partita a carte, era arrivato il mio turno di guardia.
“Ok ragazzi ora devo andare. Notte, ci vediamo domani.”
“Notte”
“Buona guardia “
Salii al terzo piano e mi diressi verso l’armeria che avevamo adibito a deposito armi. Presi il mio solito fucile, controllai di avere qualche colpo nel caricatore e mi diressi verso la scalinata che mi avrebbe condotto al tetto.
Oltre al problema della benzina era ormai sorto anche il problema delle munizioni, le quali ovviamente non erano infinite, anzi, dopo la recente spedizione alla cisterna, quelle per i cecchini si erano dimezzate. Disponevamo circa di un centinaio di colpi per i fucili da di precisione, e di poco più di cinquecento colpi per i mitra; l’unica arma di cui avevamo molti proiettili erano le pistole, in quanto non le avevamo mai usate.
Percorsa la scalinata mi trovai davanti alla porta grigia che conduceva al tetto, girai la maniglia e aprii la porta. Improvvisamente una forte folata di vento mi colpì la faccia, facendomi venire i brividi. Chiusi la porta dietro di me e indossai un paio guanti che mi ero portato dietro.
Fui il primo dei ragazzi di guardia quella notte ad arrivare, così, riuscii a scegliermi l’angolo più coperto del tetto come luogo di ricognizione. Una volta arrivato nell’angolo che avevo scelto appoggiai il fucile a terra e mi inginocchia per guardare giù, lungo la strada.
La vista di quelle creature che si contorcevano mi fece rabbrividire, ci saranno state centinai di quelle creature, tutte accalcate nei pressi delle varie entrate, forse addirittura uno o due migliaia attorno a tutto lo stabile. Mentre osservavo quell’orrenda massa di creature emettere orrendi suoni e camminare senza una meta precisa, arrivarono anche gli altri quattro ragazzi che erano di guardia. Fortunatamente le luci nel parcheggio funzionavano ancora, non so di preciso come mai però erano la nostra fonte di luce nell’oscurità della notte e senza quelle saremmo stati completamente impotenti in caso di un attacco al buio.
Le prime tre ore passarono tranquillamente, nessun movimento sospetto da segnalare, così, presi un libro che avevo trovato in un negozio ai piani inferiori e mi misi a sfogliarlo.
Parlava di un omicidio, niente di interessante, però mi serviva a far passare il tempo. Ad un certo punto decisi di dare una controllatina per vedere se c’era qualche movimento sospetto.
Tutto sembrava nella norma ancora una volta, quando, ad un certo punto, vidi con la coda dell’occhio qualcosa muoversi velocemente. Non poteva certo trattarsi di uno zombie.
Seguii la direzione in cui mi sembrava di aver visto andare l’ombra fino a che non lo vidi, uno di quei mostri, a dire il vero vedevo solo la testa sporgere da dietro ad una macchina. Sembrò accorgersi che lo guardavo dato alzò la testa e guardò nella mia direzione. Anche se non ero certo mi riuscisse a vedere decisi di rimanere  comunque fermo ed in silenzio. C’era qualcosa che non quadrava però, per quale motivo quella creatura era lì? Non si era mai avvicinata così tanto al centro commerciale da quando eravamo arrivati. Ad un certo punto la vidi “sgattaiolare” dietro a delle auto, raggiungere un gruppetto di zombie e farli fuori per poi iniziare a cibarsi dei loro resti. “Ma certo!” pensai. Come avevamo fatto a non pensarci prima, quelle creature probabilmente  non facevano distinzione tra uomini e zombie, quindi erano attirati anche da quest’ultimi. Guardai di nuovo in basso, gli zombie sembravano iniziar ad agitarsi. “Dannazione, anche se noi siamo nascosti qui ci sono troppi zombie attorno. Se è vero quello che penso vuol dire che siamo nella merda”.
Chiamai gli altri ragazzi che erano lì e prima gli feci vedere la creatura che consumava il suo orrendo pasto dopo di che esposi la mia ipotesi. Mentre eravamo li che parlavamo sentimmo un forte rumore provenire da sotto di noi, accompagnato del rumore di vetri crepati.
Guardai immediatamente sotto di noi ma non vidi niente, dopo alcuni minuti un'altra rumore, questa volta si sentirono anche rumori di vetri infranti.
Chiamai subito Alessio che ancora dormiva. “Oi, Alessio, ci sono problemi qui, presto svegliati. Ho bisogno che scendi al piano terra e controlli le saracinesche….ho un brutto presentimento.”
“Perché, che succede.?” Mi chiese con la voce assonnata.
“Non c’è tempo ora, sbrigati”
“Sto andando sto andando……Oi che sta succedendo, qui si stanno svegliando in molti?”
Non risposi. Passarono non più di quattro minuti prima che Alessio mi ricontattasse.
“Oh CAZZO!”
“Che succede, dimmi cosa vedi”
“Qui sotto……”. Si sentii un altro botto che mi impedì di sentire la voce di Alessio.
“Oh cazzo, qui cade tutto…. Pier, qui fuori c’è qualcosa che sta provando ad entrare, la saracinesca e completamente ripiegato verso l’interno. Le porte sono andate, qualunque cosa sia non ci metterà molto ad entrare e non verrà certo fermata dalle barricate.”
Guardai ancora una volta verso il basso, la creatura che avevo visto prima era ancora là ferma che mangiava zombie, ma allora…
“Alessio, qui siamo completamente nella merda, sveglia tutti e digli che si preparino a partite.”
“COSA!?!”
“Ascolta, da qui vedo uno di quei mostri poco lontano dagli ingressi, e adesso come adesso a parte loro non conosco altre creature in grado di sfondare gli ingressi.  Questo vuol dire che ci sono minimo due di quelle cose là fuori e una di loro sta cercando di entrare. La saracinesca non reggerà ancora per molto e quando la sfonderà non entrerà solo quella cosa ma si riverseranno dentro anche tutti gli zombie. Non riusciremo mai a salvare il posto quindi sbrigati, vai a svegliare tutti. Questa è un’emergenza.”
  
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