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Autore: foreverwithyou    10/01/2014    5 recensioni
Im Jin Ah ritorna in patria dopo quattro anni di studi all’estero.
Protagonista di una vita da favola e agiata dove tutti i beni possono essere suoi, si ritroverà a fare i conti con il destino che la perfida e tanta amata Seoul le riserba.
Tra una parola di troppo, stupidi fraintendimenti e vecchi ricordi, Jin Ah si ritroverà in una trappola che segnerà la sua vita per sempre.
Bentornata in patria, Jin Ah!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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(1)
Scherzo del destino.

 
Tutto sembra calmo quassù tra le nuvole però non posso negare che me la sto letteralmente facendo sotto per la paura. Odio gli aerei ma amo viaggiare. È quasi un paradosso! Linea diretta dall’aeroporto di Londra (UK) a quello di Incheon (SUD COREA). Ritornare in patria è sempre il momento migliore dei miei viaggi, non lo nego. Nulla è paragonabile alla mia Seoul. I tre anni di college e i dieci mesi di tirocinio hanno fatto sì che mi laureassi a pieni voti. È tutto così soddisfacente! Non posso sperare in una sorte migliore. La mia splendida famiglia mi sta aspettando e mio fratello Ji Hun si è offerto di venirmi a prendere all’aeroporto. Allaccio la cintura di sicurezza per l’imminente atterraggio, mi tremano le mani. Chiudo gli occhi e dopo un po’ li riapro spaventata: l’hostess mi avverte che siamo arrivati a Seoul.
«Evviva! A forza di stare seduta mi si è deformato il culo.»
Prendo il mio trolley e la mia borsa ed esco dall’aereo. Faccio il check out e tra la folla scorgo una testa più bionda della mia.
«Ji Hun!!» Urlo facendomi largo tra le centinaia di persone, straniere e non, che mi soffocano.
Il biondino che mi da le spalle si volta e mi regala uno dei suoi sorrisi. Lascio cadere trolley e borsa a terra e mi stringo a lui tipo koala. Noto che non è più lo stesso moccioso di qualche anno fa.. È più alto, un po’ più in carne ma con i lineamenti sempre sottili e fini.
«Mi sei mancata tanto, noona!»
Ed ecco che una lacrima mi percorre il viso.
Che palle! Non volevo piangere
Noona” , quanto mi è mancato sentirglielo dire. Per telefono e webcam, Ji Hun non mi chiamava mai così.. Soffriva molto la mia assenza. È sempre stato un ragazzo con una grande sensibilità, più di me che sono una ragazza.
«Anche tu.» Mugolo nella sua giacca mentre scaccio via la fastidiosa lacrimuccia.
Sciogliamo controvoglia l’abbraccio e Ji Hun da bravo cavaliere raccoglie le mie valige per me. Ci dirigiamo nel parcheggio e lo vedo fermarsi davanti ad una macchinona grigia metallizzata con intarsi neri. Apre il cofano e ci ripone dentro i miei bagagli.
«Tu non sali?» Domanda prima di sedersi al posto di guida.
«Hai rapinato una banca, per caso? Come fai ad avere questo gioiello della meccanica?!»
Ride. Quant’è bella la sua risata! Altra cosa che mi è mancata.
Non ho voglia di piangere quindi rispondimi e basta, coglione!
«È di papà.»
«Questo spiega tutto! E quindi non me la lascerai guidare? A Londra ho imparato, sai?»
«A Londra il posto del guidatore è a destra, qui è a sinistra. Non sarà un po’ scomodo per te che hai sempre e solo guidato a destra?»
«Stronzate! Un posto vale l’altro. Levati. Fai spazio alla regina dei volanti.» Mi pavoneggio sventolando i capelli.
Ji Hun si arrende alzando le mani al cielo e prendendo posto accanto a me.
Dopo un quarto d’ora mi accorgo che la guida a sinistra non fa per me. Ho rischiato di investire due vecchiette e di schiantarmi contro un camion.
«Il peggio è passato!» Esclamo con una vena di felicità negli occhi.
Ji Hun ha uno sguardo alquanto terrorizzato, sembra quasi che possa venirgli un infarto da un momento all’altro e mancano ancora venti minuti prima di arrivare a casa.
Fighting, fratellino!
La mia poca –per non dire inesistente- esperienza con le guide dal lato sinistro hanno fatto sì che il macchinone di papà si schiantasse contro un’auto bianca sportiva. Scendo dall’auto scazzata sbattendo la portiera. Anche il padrone dell’auto tamponata scende.
«Bello, mi hai vista?!No dico, mi hai vista?!» Sbraito col fumo che fuoriesce dalle narici.
«Sei tu che mi sei venuta addosso, bella e mi hai anche rotto il faro.» Dice indicando il danno.
«Il tuo scassone mi ha ammaccato il muso, guarda qua. Chi glielo dice a papà!» Dico disperandomi mentre mio fratello esce dall’auto e ci raggiunge.
«Fanno circa 100.000 Won per i danni.» Mi dice serio.
«Eh? Io mi preoccupo per la reazione di mio padre quando vedrà questo e tu pensi ai soldi per aggiustare un misero faro? Non credo ti serva il mio risarcimento, sembri ricco anzi lo sei sicuramente.» Dico disperata.
«È un problema tuo se sei sbadata! E comunque sono ricco e non ho bisogno del tuo risarcimento ma ti obbligo a pagare anzi, la legge ti obbliga a pagare per i danni che mi hai inflitto per farti vivere da onesta cittadina.»
«Che dolce, ti preoccupi della mia condotta nella civiltà!» Dico ironica con un falso sorriso. «Ma vai al diavolo perché io non ti pago un bel niente!» Gli intimo per poi risalire in macchina.
«Mi dispiace tanto, signore. Mia sorella è appena tornata dall’Inghilterra e ha dimenticato come si guida.» Dice Ji Hun aggiustando la situazione con un sorriso.
«E anche come ci si comporta.» Dice il tizio seccato.
Busso il clacson per intimarlo a chiudere quella boccaccia colma di cattiverie e a far salire mio fratello in macchina. I due si scambiano qualche parola prima di allontanarsi l’uno dall’altro. Ji Hun sale in macchina e mi incoraggia a partire. La mia espressione è tesa e Ji Hun se ne accorge.
«Mi ha dato il suo biglietto da visita..» Dice con la sua vocina sottile rompendo il silenzio.
La mia risposta è nulla.. Non voglio più parlare di questa storia,
«Ehm.. Vuoi che ti dia il cambio?» Domanda poco dopo.
«Neanche per sogno!» Dico con una risata.
Arriviamo al cancello della nostra casa e Ji Hun sembra più ansioso di me.
«Che succede? Sembri tu quello che è stato all’estero quattro anni!»
«Papà ha invitato il nuovo vicepresidente dell’azienda e la sua famiglia a cena.»
Che palle, no! Ci tenevo a passare una bella serata con la mia famiglia. Ora devo aprire il sipario e fare l’attrice, non ho altra scelta. Non voglio gli ospiti di papà mi vedano così furiosa.
Ji Hun mi spiega che il signor Lee è stato promosso questa mattina e che, per festeggiare, papà lo ha invitato con la sua famiglia a cena da noi. L’obbiettivo di papà è che le rispettive famiglie si conoscano e si trattino bene così da giovare al loro rapporto lavorativo. Si sa, più si è in confidenza e più facile è accantonare il linguaggio formale e gli inchini che segnano la lontananza.
Entriamo in casa e le gambe quasi mi cedono.
È passato troppo tempo!
Sorrido mentre guardo l’ingresso che pare tanto diverso ai miei occhi. Le pareti color pastello, gli arredi moderni e le foto di famiglia appese al muro.
È davvero casa mia!

«Gli schiamazzi provengono dal soggiorno. Vieni.» Dice Ji Hun svegliandomi dal mio sonno e tendendomi una mano che afferro sorridendo.
Arriviamo nel soggiorno e vedo quattro, cinque persone che intavolano una conversazione.
«Jin Ah! Sei qua finalmente!» Esclama mia madre correndomi in contro.
Ci stringiamo forte dopodiché ci raggiunge mio padre che, ancora più caloroso di mamma, mi consuma le guance di baci.
«Basta papà!» Lo intimo sorridendo.
«Sono contento che tu sia qui!» Mi dice accarezzandomi il viso.
«Non sarai così contento quando saprai della macchina.» Dico in un sorriso.
«Cos’è successo alla macchina?» Domanda mamma preoccupata.
«Nulla.» Dico facendole un occhiolino.
«Jin Ah, lascia che ti presenti i miei ospiti: la famiglia del nuovo vice presidente della mia azienda, il signor Lee Hwan Tuk e signora.» Dice indicando il piccolo nucleo familiare di fronte a noi.
Un uomo alto e di bella presenza si inchina seguito da una donna minuta e graziosa avvolta in un abito color ciliegia. Rispondo alla riverenza con un inchino accennando vari sorrisi sforzati.
«Da non dimenticare il primogenito dei coniugi Lee, Hyun Woo.» Dice infine indicando il ragazzo seduto sul sofà nascosto fin’ora dai suoi genitori.
Si alza e si volta verso di me.
Non ci credo! Lo stronzo dell’incidente.
Sul suo volto leggo che è sorpreso quanto me.
«Papà.. rammenti quando prima ti ho accennato del danno alla macchina?» Domando con gli occhi fissi su Hyun Woo.
«Sì, ovvio che sì.» Risponde.
«Bene, perché c’entra lui.» Dico indicandolo.

 

Im Jin Ah


Lee Hyun Woo



GRAZIE A CHI HA LETTO IL PRIMO CAPITOLO DI
TRAP.


QUESTO ERA SOLO IL PRIMO CAPITOLO MA SPERO  
COMUNQUE CHE ABBIA CATTURATO LA VOSTRA     
ATTENZIONE COSI' POTRETE LEGGERE IL SECONDO,  
IL TERZO ECC.. ME NE VADO MA RITORNO PRESTO
PER POSTARE IL SECONDO CAPITOLO DI TRAP. ADIEU

FOREVERWITHYOU
   
 
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