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Autore: _That Star_    10/01/2014    3 recensioni
Deve. Bruciare.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sebastian, Moran, Sebastian, Moran, Sherlock, Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I NEVER MEANT TO LET YOU DOWN.

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L'elettricità scalpitava di un rosso esplosivo. Viaggiava nelle vene più nascoste e fremeva. Fremeva di odio represso, di menzogne, di soprusi, di vendetta. Da essa derivò così un'incontenibile voglia di agire, ricollegabile a quell'insano desiderio di distruzione, che era sempre stato tipico, nell'uomo. I denti stridettero risentiti, i pugni si serrarono di scatto, con le unghie conficcate nel palmo, e le gambe tremavano bramose di calciar via tutte queste sensazioni maligne che soffocavano il corpo e lo manovravano, impazienti. In tutto questo tripudio di concretezza, una voce emarginata giunse fino alle labbra chiuse e le squarciò in una smorfia. L'urlo veniva da giù, dal fondo infangato della sua anima, come se avesse scalato il torace aggrappandosi ad ogni organo e facendolo dolere, tutto per intervenire in quel momento ed essere libero, dopo due anni. Crudele, stanco, esaurito.

La scarica elettrica, portò la mano del soldato a scattare appena sotto la cintura e sganciare l'arma. La guardò. Una pistola che più che mai scalpitava, vogliosa di fare il suo dovere. La pistola di Jim. Sebastian la alzò davanti a sé con una mano e tirò un calcio violento contro la porta dell'appartamento.

“Sherlock Holmes!”-urlò a metà fra il divertito e lo schifato. L'adrenalina lo portò a posizionarsi immediatamente difronte al detective, ancora comodamente seduto sulla poltrona. Scaraventò per terra la tazza di tè dell'altro e gli strinse la mano libera sul mento.-”E' ora che tu bruci, lo sai?”

A Sherlock vibrò il braccio sinistro, ma soffocò subito il tremolio stringendo la stoffa del divano. Il verbo 'bruciare' venne riconnesso in una frazione di secondo ad un nome.- “M-mo. Moriar-ty...” tentò di dire a fatica, la presa di quell'uomo era troppo forte.

“Sì...sì!” gridò ancora Sebastian sorridendogli in maniera folle. Lasciò andare con un gesto secco il viso del detective e avvicinò anche l'altra mano alla pistola.

“Oh...capisco.”-disse Sherlock ricomponendosi e alzandosi in piedi. Sistemò il colletto della camicia e tornò a guardare Sebastian.- “Quindi hai intenzione di farlo.”

“Non vedo l'ora di farlo.”

“Beh! Se proprio credi che spararmi un colpo in testa ti possa far smettere di bere alcolici di cui non ricordi nemmeno il nome, scopare l'ultima puttana che ha ormai voglia di subirti e continuare a-”
“Basta!”-tuonò il soldato. Odiava essere analizzato, in quel modo odioso. Anche lui lo fa, faceva. E questo gli fece tornare in mente il suo scopo. La sua vendetta.-”Tu...tu l'hai ucciso!”

“Davvero?”- chiese istantaneamente il riccio. Poi aggrottò le sopracciglia ed inclinò la testa.- “Credevo si fosse...”

“Ahhh!”-era un ringhiare quello di Sebastian. -”Se non fosse stato per te non si sarebbe mai sparato un colpo in testa, lo capisci questo?!”

“Chi eri tu?”- gli chiese Sherlock avvicinandosi.

“Se tu saresti stato al tuo posto, senza immischiarti nelle nostre faccende...”

“Nostre? Wow, sei audace. Quindi non eri un pedone...tu eri la torre o...”

“Lui non sarebbe...!”

“L'alfiere! Oh si. “

Sebastian si passò una mano sulla fronte sudata e morse il labbro internamente. Gettò la pistola sul tavolo e si sedette accanto ad essa. Il detective intanto si muoveva attorno a lui, cercando di capire quali fossero i veri moventi di quell'uomo. E mentre pensava, fece scorrere quel fiume di parole che gli scorreva nel cervello:

“Hai aspettato che tornassi a Backer Street. Anzi, meglio. Hai seguito i miei movimenti e sapevi fin dall'inizio quando e dove sarai tornato. Non vedevi l'ora. E ora te ne stai lì sconsolato e depresso. Che ti succede, tigre?”

Fu una scintilla. Una scintilla che gli riattivò tutto quel circuito di rabbia, che ribolliva nelle sue vene. La mano destra scattò in meno di mezzo secondo sul tavolo, ma sbatté contro il legno freddo. Qualcun altro aveva già previsto la sua reazione. Eccome. Sebastian saltò giù dal tavolo e caricò il pugno guardando Sherlock con odio. Poi con ribrezzo. Poi con ira. E poi rise, osservando quanto fosse ferma la sua mano mentre gli puntava la pistola al cuore.

“Cosa ci fai qui, Moran?”-il detective aveva studiato fin nei minuscoli particolari il fascicolo di Moriarty, e gli era rimasta sempre quest'incognita, questa carta, che doveva essere così preziosa per la sua nemesi. Il colonnello. Il cecchino. La bestia fedele.- “Credevo ti fossi suicidato, infondo non sei niente senza di lui.

“Oh oh!”- rise Sebastian e scosse la testa amaramente.- “Te ne sei accorto anche tu?”

“Certo. Sei un fallito. E continuo ancora a chiedermi perché ti abbia tenuto.”

“Perché mi ha tenuto...”-ripeté ridendo.- “Perché lui..”

“Lui o tu?”

“Perché io...”

“Ah ecco, tu. Lo amavi magri...eh? E' questo Sebastian?”

Il soldato ringhiò e qualcosa gli lacerò il petto. In quel momento si sentì schifosamente stupido ed infantile. Si avvicinò pericolosamente a Sherlock e gli alzò il braccio quando quello, intimidito, sparò un colpo. Gli sferrò un calcio in pieno stomaco e riprese l'arma. Ci aveva già pensato, più volte, adesso la prospettiva era più allettante. Aveva Il pubblico, La pistola a lui amica, Il motivo per farlo. Aprì la bocca e si posizionò l'arma fra le labbra.

Un sibilio, come un campanello di una bici, si amplificò grazie al silenzio della stanza. Un cellulare.

Sherlock portò la mano alla tasca, ma Sebastian gliela scacciò subito. Prese il telefono al posto suo. Un messaggio.

Fermalo -.-' JM

Sebastian sentì le gambe cedere e si abbassò col busto per ritrovare l'equilibrio. Rilesse il messaggio. Poi ancora. Ed ancora. Gli occhi brillarono, ma subito cacciò via le lacrime con le dita, come un bambino che vuole fare l'uomo. Deglutì e gli si offuscò momentaneamente la vista.

Non era abituato ad avere scopi nella vita. Ne aveva avuti solo tre e pensandoci non erano andati così bene: -arruolarsi; -far felice Jim; -uccidere Sherlock Holmes. Ed ora ne aveva un altro, ben più importate. Trovare Moriarty. Un certo ottimismo lo invase e ripensò ai suoi obbiettivi. Si era arruolato, ed era diventato colonnello. E per gli altri due era ancora in tempo. Mal celò un sorriso e si diresse verso la porta.

“Dimentica questo giorno Mr Holmes. Ti do il permesso di ricordartelo solo quando sarai soffocato dalle fiamme e vedrai il fuoco in mezzo al tuo petto. Tu brucerai. Brucerai!”

Sherlock non rispose e guardò l'uomo chiudere la porta.

Scusalo, fa sempre così. JM

Mi spiace per la tazza! JM

:( JM

I owe you one. JM

Anche a Sherlock venne da piangere.

 

 

 

 

 

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Okay, no.

Io non sono psicologicamente stabile per affrontare la prossima puntata di Sherlock. Non lo sono.

Ho avuto lo Sheriarty nella prima puntata, e dovrei essere a posto per tutta la vita, invece no. Adesso voglio il mormor. OH. SI.

Dovrei anche togliermi della testa che Fassbender non sarà Sebastian, mi ci sto mettendo d'impegno, giuro, ma non ce la faccio xD

Grazie, grazie di cuore per aver letto questa breve storia, non ce la facevo più, dovevo proporvela. E' nata nel periodo 'ansia per His Last Vow' (tuttora attivo), spero non ne abbia risentito troppo lolol

Bacione **

  
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