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Autore: Rejected    10/01/2014    1 recensioni
Si sarebbero incontrate anche per un altro motivo: dovevano andare ad un concerto insieme. [...] Ad un certo punto, proprio nel mezzo della loro conversazione, qualcuno sbatté contro Sophie che già era in ansia per il concerto, ergo nessuno doveva farla innervosire.
Genere: Commedia, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Synyster Gates, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Chapter Ten

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Nel frattempo, Zacky e Andreea erano rimasti soli a casa di lui.
"Hai fame?" chiese lei.
"Mah, un pochino sì"
"Ordiniamo una pizza? Ne ho proprio una voglia matta. Però paghi tu eh!" propose la ragazza.
Zacky rise e si fece portare due pizze. Appena si sedettero al tavolo e diedero il primo morso alla pizza, però, Andreea sentì il bisogno urgente di andare in bagno a rimettere. Il chitarrista accorse subito da lei, per vedere se stesse bene.
"C'è qualcosa che non va? La pizza non è buona?" chiese preoccupato.
"No no, è strano. Mi è venuta una nausea improvvisa, anche se ora sembra passata" disse la rossa, tirando lo sciacquone e lavandosi la bocca.
"Te la senti di mangiare ancora?"
"Si non ti preoccupare, sto già meglio" gli sorrise la ragazza.
I due tornarono in cucina e finirono di mangiare, anche se con un po' di fatica. Alla ragazza non era totalmente passata la nausea, ma non disse niente per non far preoccupare il ragazzo.
Si sdraiarono sul divano e iniziarono a coccolarsi. Un bacio tira l'altro, Andreea si trovò a cavalcioni sulle gambe di Zacky, mentre le mani del ragazzo le accarezzavano la pelle, sotto la maglietta. Quando la ragazza gli sbottonò i pantaloni, un altro attacco di nausea la colpì e fu costretta ad andare in bagno ancora.
"Andreea, sei incinta?" la domanda gli sorse spontanea.
"Ma che ti salta in mente Vee? L'ultima volta è stato con te e abbiamo usato le precauzioni" sbottò la ragazza.
"E se non avesse funzionato? E se si fosse rotto? E..."
"Se può farti stare più tranquillo, domani faccio il test" lo rassicurò la rossa, accarezzandogli il viso.
"Io non...non sono preoccupato"
"Ti si legge in faccia Zacky... Domani prendo il test e lo faccio. Ma tanto sarà negativo, sarà solo qualcosa che ho mangiato prima, non ti preoccupare"
Con queste parole il ragazzo si tranquillizzò, prese il viso della ragazza tra le mani e la baciò intensamente sulle labbra.
"Ora però vorrei andare a riposare, mi sta venendo un po' di mal di testa" disse Andreea.
"Ma certo, ti accompagno di sopra"
I due si diressero verso la camera da letto e Zacky, dopo essersi sdraiato per primo, fece sì che la ragazza si coricasse proprio affianco a lui e facendole poggiare la testa sul suo petto.
Andreea si addormentò quasi subito, mentre il chitarrista si divertiva a guardarla dormire, accarezzandole i capelli. Non era riuscito a dormire granché, continuava a pensare al fatto che la ragazza potesse essere incinta. Non che gli dispiacesse avere un bambino ora, alla fine aveva trentadue anni, bensì si preoccupava per lei, che invece aveva soltanto vent'anni.
Quasi all'alba, finalmente si addormentò anche lui. Andreea poco dopo si svegliò, ma, appena vide Zacky che dormiva così beatamente, non volle svegliarlo e decise di andare in farmacia da sola. Tornò a casa in dieci minuti e si precipitò in bagno. Ci rimase una buona mezz'ora prima di decidersi a farlo, non era poi così tanto sicura che non fosse incinta, un piccolo dubbio era rimasto anche a lei. Quando finalmente si decise a farlo, Zacky bussò alla porta del bagno.
"Andre? Tutto bene lì dentro?"
"S-si" esitò un attimo a rispondere.
"Posso entrare?"
"Vieni pure"
Il ragazzo aprì la porta e la trovò seduta sulla vasca da bagno, con il test in mano.
"I-io non credo di farcela, ho paura" confessò, abbassò lo sguardo.
“Ciccina, non aver paura, ci sono io. Starò con te, non ti lascerò sola nemmeno un secondo"
"E se il test fosse positivo?" una lacrima scese sul suo viso.
"Se fosse positivo, decideremo insieme cosa fare" lui le prese la mano e la strinse forte "ora fatti coraggio e leviamoci questo pensiero. Io sarò proprio qui dietro la porta, se hai bisogno batti un colpo e sono da te" le diede un bacio sulla fronte, per poi allontanarsi e uscire dalla porta. Andreea si fece coraggio e fece il test. Appena ebbe finito, raggiunse il ragazzo nella stanza affianco. L'attesa era snervante, la ragazza si appoggiò al chitarrista, che la abbracciò. Dopo poco si ebbe il risultato: positivo.
La rossa si mise a piangere e Zacky la strinse ancora più forte a sé. Stettero così per qualche minuto, poi la ragazza fece un respiro profondo.
"Zacky, voglio tenerlo. Non importa se sono troppo giovane, voglio tenere il bambino, il nostro bambino"
"Sei sicura?"
"Sicurissima" disse lei, sorridendo al ragazzo e dandogli un bacio sulle labbra.
“Andreea…”
“Dimmi Vee” disse lei, guardandolo con fare interrogativo.
“Ti amo”
La ragazza non credeva a quello che Zacky aveva appena pronunciato. Zacky Vengeance, il famoso chitarrista, si era innamorato di lei, una fan.
In un battito di ciglia lei gli saltò al collo, stampandogli un bacio che quasi lo lasciò senza fiato.
“Ti amo anche io Zacky”
Nonostante fosse la vigilia, i due passarono la giornata in completo riposo, sdraiati sul divano a coccolarsi come due fidanzatini.
 
Era finalmente arrivato Natale.
Le due ragazze solitamente non aspettavano con ansia questa festa, ma questa volta era diverso: lo avrebbero passato con Zacky Vengeance, Synyster Gates e la sua famiglia, visto che i genitori Vee erano in vacanza in Italia.
Una volta preparati, Zacky e Andreea raggiunsero l’altra coppia a casa di Brian Senior che, una volta aperta la porta, li salutò con un caloroso abbraccio.
“Oh finalmente conosco anche la ragazza di Zacky! Eh, il fascino delle italiane!” scherzò Papa Gates.
“Brian non iniziare” lo riprese subito Suzy, la matrigna di Syn “Entrate pure, accomodatevi”
I ragazzi si diressero in salotto, dove Sophie e Gates li aspettavano.
“Come stai?” chiese Sophie, abbracciando Andreea.
“Ho passato un periodo un po’ strano, nausee e continui giramenti di testa, ma ora è tutto okay” rispose sorridendo, voltandosi verso Zacky.
“Per l’incidente?” si preoccupò Sophie.
“Ma no, sarà un po’ di influenza, in questo periodo gira!” si sentì la voce di Brian Senior provenire dall’altra camera.
“Non origliare Brian!” lo riprese un’altra volta Suzy “andiamo, è pronto il pranzo”
I quattro risero e si sedettero al tavolo che la donna aveva imbastito per l’occasione. Li raggiunse anche McKenna, la sorellina di Syn, che stava al piano di sopra.
A fine pranzo, quando i genitori di Gates e la sorella si spostarono in cucina, lasciando i ragazzi da soli, Zacky si alzò in piedi e prese la mano di Andreea, che gli sorrise.
“Che ti prende Vee?” chiese Syn.
“Devo dirvi una cosa. Avrei voluto aspettare che ci fossero stati anche i miei genitori, ma loro sono in vacanza e questo mi sembra il momento più adatto. Andreea aspetta un bambino”
“Oh mio Dio, stai scherzando?” disse Gates, sgranando gli occhi.
“Andreea...ma che…” continuò Sophie.
“Si Soph, credo sia stato quella volta in tour e...ecco, ora siamo qui” spiegò Andreea.
“E hai deciso di tenerlo?” chiese l’amica.
“Sì, certo. Nonostante sia giovane, non mi dispiacerebbe averne uno”
“Sei un grande Vee, scopi una volta col preservativo e lei rimane incinta, io e Soph l’abbiamo sempre fatto senza e non ci è successo nulla. O no, Soph? Pensa se fosse successo a noi!” scherzò Brian.
Sophie abbassò lo sguardo, in realtà tutto questo parlare di nausee e bambini l’aveva fatta pensare e l’ultima frase di Gates le fece balzare in testa il pensiero che, magari, anche lei potesse esserlo.
Anche a lei, nell’ultimo periodo, erano venuti degli attacchi di nausea, ma non aveva voluto dire nulla perché pensava che le sarebbero passati.
“Sono davvero tanto, tanto felice per voi!” disse la ragazza, abbracciando la coppia.
“Qualcuno si sposa?” Brian Senior irruppe in salotto, accompagnato dalla moglie.
“No, ma Zacky aspetta un bambino” disse Syn.
“Ah ecco, mi sembrava che la sua pancia fosse lievitata un pochino” lo punzecchiò Guitar Guy, provocando le risate di tutti.
La serata si concluse felicemente, ma alla mora era rimasto il dubbio che potesse essere incinta.
Il giorno dopo, senza dire nulla a nessuno, si recò al pronto soccorso per prenotare un’ecografia che, per ironia della sorte, le venne data proprio due giorni dopo, a cavallo con il quarto anniversario della morte di Jimmy.
Era giunto il 28 Dicembre, i ragazzi sarebbero voluti andare in tarda mattinata alla tomba di Rev.
Le ragazze che avevano dormito insieme ai rispettivi ragazzi, si erano accorti di quanto male gli stava facendo quella giornata.
Quel giorno non le svegliarono con un bacio, non gli fecero una carezza e non dissero di amarle. Non dissero proprio nulla, il loro sguardo parlava per loro.
L’unica cosa che fecero fu chiedere a Sophie ed Andreea se li avessero accompagnati. La risposta era ovviamente positiva, ma prima, la mora doveva fare un’altra cosa.
“Io devo...devo uscire un attimo” disse a Brian, che sembrava perso in un altro mondo.
“Ci vediamo là alle undici” le rispose soltanto, fregandosene del luogo in cui sarebbe andata.
Ma d’altronde, lei non faceva fatica a capirlo.
Tuttavia, uscì presto da casa Haner, per andare a fare la famosa ecografia.
Per fortuna, lo studio della ginecologa non era per nulla lontano, infatti lo raggiunse a piedi.
L’attesa fu breve, ma abbastanza lunga da far ingrandire l’ansia all’interno della ragazza.
Le parole di Brian le rimbombavano nella testa, se fosse stata incinta chissà cosa sarebbe successo.
Entrò nella stanza, la dottoressa cercò di rassicurarla vista la faccia impaurita della ragazza.
La fece stendere su un lettino, alzandole di poco la maglietta per poi spalmarle sopra un gel freddo.
Sophie chiuse gli occhi, non voleva vedere. Ma fu costretta a riaprirli quando la dottoressa pronunciò una certa frase.
“Signorina, lei è incinta”
Lo vide, vide quel piccolo sullo schermo, a malapena si poteva capire cosa in realtà era.
Si mise una mano alla bocca, ma trattenne le lacrime. Voleva piangere, eccome se lo voleva fare. Cos’avrebbe detto a Brian? Non sapeva neanche come sarebbe potuto crescere questo bambino, dato che aveva bevuto e fumato in grandi quantità nell’ultimo mese.
Mentre tutti questi pensieri la torturavano, la dottoressa diede i risultati alla ragazza ancora scioccata.
“Mi scusi, avrei una domanda” fece la mora prima di andarsene.
“Dica pure”
“Cosa...cosa dovrei fare se...se volessi...abortire?” chiese con la voce che tremava, ormai allo stremo nel nervoso.
“Qui è legale l’induzione farmacologica, con la pillola RU-486. Prima di farlo, però, ci pensi bene”
“Può darmi la ricetta? Non credo che lo terrò”
“Ne ho una scatola qui, ma non-”
“La prego”
La dottoressa riprovò a convincere la ragazza, ma Sophie aveva troppa paura.
Preso il tutto e messo in borsa, uscì finalmente dalla struttura.
Chiamò un taxi che l’avrebbe portata al cimitero, ritardò di pochi minuti, ma abbastanza per fare alterare Brian.
“Sei in ritardo” le disse acidamente.
Lei non rispose, non riusciva più a controllare le sue emozioni in quel momento, si limitò a seguirlo all’interno del posto.
Brian conosceva bene il tragitto verso la tomba del suo migliore amico, anche se c’era stato poche volte. Gli faceva male, ogni volta era come rivivere la sua morte.
Erano tutti lì: lui, Sophie, Zacky, Andreea, Johnny, Lacey, Matt, Valary e Michelle.
Alla ragazza non turbava la presenza di quest’ultima.
Andreea era ben stretta a Zacky, come se avesse paura. Sophie, invece, era distante da Gates, ma non se la prese.
Si chinarono uno ad uno trovando qualche parola da dire a Jimmy, ma non pronunciarono nulla, erano nella loro testa e lui poteva sentirli.
“Jimmy jumped into life and never touched the bottom”
A Sophie scappò una lacrima, ma quasi nessuno se ne accorse dato che portava gli occhiali da sole. Solo lui la notò, Brian, che si avvicinò a lei e la cinse per un fianco senza dire nulla.
Passarono dieci minuti lì, poi decisero di andarsene, altrimenti la tristezza li avrebbe divorati.
Arrivarono presto ognuno alla propria casa, Sophie e Brian non si scambiarono neanche una parola, lui si sdraiò sul divano e lei andò in camera da letto.
Stettero due ore intere senza parlarsi, ma lei non lo biasimò, in questi casi si voleva rimanere soli.
Brian, per sbaglio fece cadere la borsa di lei e quando fece per raccogliere ciò che era caduto notò una busta proveniente dall’ospedale.
Non tardò ad aprirla e vide i risultati dell’ecografia, rimanendo scioccato.
Salì di corsa le scale per andare dalla ragazza, che trovò con in mano il blister delle pillole per l’aborto, ma quando lui entrò nella stanza, sobbalzò.
“Vogliamo parlarne?” le chiese sventolandole davanti i fogli.
A lei quasi non venne un colpo, non sapeva cosa dirgli.
“Quando avevi intenzione di dirmelo?” continuò lui avvicinandosi.
Lei indietreggiò verso il muro, iniziando a sentire l’ansia salire tanto da farla tremare.
“P-Posso abortire, ho già le pasticche” mormorò indicando la scatola adagiata sul letto, con gli occhi che le diventavano lucidi.
Lui quasi si spaventò dalla reazione della ragazza, si avvicinò a lei con cautela.
Nonostante tutto, però, lei si sedette a terra e si posò le mani sul viso per coprirsi.
“Scusami, scusami, scusami” continuava a ripetere squotendo la testa.
Lui si sedette davanti a lei e le tolse le mani dal viso.
“Non vorrei mai che abortissi, non pensarci neanche”
“Ma tu non vuoi un figlio e io non voglio intralciare la tua carriera”
“Un figlio mio e tuo sarebbe la cosa più bella che mi sia mai capitata, l’altro giorno ero ironico”
“Ho paura”
“Ci sono io qui, ricordi?”
Concluse il tutto stringendola a sé, si capiva che l’unica cosa di cui aveva bisogno era un abbraccio da parte sua.
“Pensa, in tutti questi anni io e Michelle non siamo riusciti ad averne uno, per fortuna è successo con te”
“Davvero pensi questo?”
“Ma certo. Piccola, ci pensi a un piccolo Synyster Gates? Sarà il bambino più figo del mondo”
“Ti pareva che Mr. Ego non tornasse”
Entrambi scoppiarono a ridere, avevano un’altra ragione per essere felici.
 
  
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