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Autore: Ollieparawhore    11/01/2014    3 recensioni
Dopo la guerra contro i Titani, l'America affronta un grave crollo, e gli dei dell'Olimpo si vedono costretti a spostarsi, là dove c'è potere. Percy sta in Giappone, a Tokyo, e tra uno strano incontro con Nico, una festa a casa di Chris, si ritrova a non sapere più cosa vuole dalla vita e da se stesso.
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E quando sparisce, parte, va via per stare da solo. Non é perche vuole stare da solo. Nessuno lo vuole; è stupido, semplice, e probabilmente la cosa più umana che conosce, scappare dalle persone a cui sei affezionato. È perche vuoi sapere chi tornerà per te.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nota iniziale: Girovagando su Tumblr nell'immenso fandom americano di Percy Jackson, ho trovato questa fanfiction. L'ho letta in 2-3 giorni (Dannata scuola che mi impedisce di leggere), e subito mi è balenata in mente quest'idea. E se la traducessi? Ho contattato l'autrice, ed è stata molto lusingata della mia proposta e ha detto che potevo procedere senza problemi. Non sono una professionista, che questo sia chiaro, molto probabilmente questa versione non rende quanto l'originale ma ho sudato sangue per fare del mio meglio, e rendere onore a questo gran bel lavoro. Sono una semplice ragazza che se la cava in inglese un po' di più rispetto ai suoi coetanei, quindi siate clementi. Vorrei ringraziare Silia, mia cara amica, a cui ho rotto le palle e che ha dato man forte durante tutto questo processo di traduzione. Se riscontrate qualche errore o imprecisione fatemelo presente senza problemi. Beh, non vi annoio oltre. Buona lettura :)!
Qui potete trovare l'originale se vi interessa: http://archiveofourown.org/works/337259








SOLDATO #2: Questo mondo sbilenco, sta cadendo come un domino. Non siamo altro che un piccolo esercito, i figli illegittimi dei sovrani, gli abitanti di un regno blasfemo. Cosa possiamo realizzare di buono?
REGINA: Se Pandora può continuare a sperare, allora possiamo anche noi.



Vedi, la cosa che fa assolutamente schifo è che: Lui è invincibile, ok, ha fatto una nuotata nello Stige, bla bla bla, ma è qui, disteso sulla sua schiena con un bavaglino virile sul petto e della bava che marcia sulla sua guancia, perchè apparentemente "l'immunità a tutte le ferite mortali" non si estende al decadimento dei denti.

Percy trova che l'assurdità dell'odontoiatria sia universale, mentre batte le dita sul bottone di controllo del sedile e ricordando un tempo in cui usarlo per far andare il sedile su e giù era figo invece che solo odioso--- giocare con la sedia del dentista non è più permesso intorno all'età di dieci anni. Tutto quel tempo, l'energia e i soldi--- senza menzionare tutta quell'attrezzatura eccessiva che sembra migliore sul set di Star Trek dal quale proveniva--- che vanno nella cura dei tuoi denti.

E' ridicolo, lo è davvero.

La cosa che è ancora più assurda, però, è il fatto che c'è un negozio di dolci all'angolo dell'edifico del dentista. Percy esce dalla porta, sotto istruzione di non mangiare nulla per due ore indagando con attenzione la sua nuova otturazione con la lingua, e la prima cosa che vede è un vassoio di Taiyaki* esposti in vetrina.

Ripieni di crema pasticcera. Appena sfornati.

Li ha nel mirino.

Adocchia i Taiyaki, poi gira di proposito e si avvia giù per il marciapiede verso la stazione, e il suo stomaco inizia immediatamente a lamentarsi per la sconfitta con profondi, rombanti gemiti. Gli dice senza incertezze che è un moccioso viziato e può passarci sopra. Questa conversazione dura abbastanza per far si che sia fuori pericolo dal comparne qualcuno.

Taglia per un Daiso* emergendo dall'altra parte, di fronte alla stazione così improvvisamente da essere ancora incredibile, come se avesse camminato in un guardaroba e fosse uscito a Narnia; semplicemente è come se si avicinasse di soppiatto, come un ninja che balza fuori da un albero (Che, storia divertente, gli è effettivamente capitato una volta.)

Se prende il treno locale, casa è solo ad una fermata, ma Percy ha solo 16 yen rimasti sul suo Passmo*, così decide che tanto vale camminare.

E' una notte abbastanza piacevole per camminare, con solo una sorta di incerta umidità furtiva in mezzo ai palazzi, è presto abbastanza per essere luminoso fuori e tardi abbastanza per far sì che i neon risplendano nei loro colori di zucchero filato dalla sua prospettiva, abbarbicati agli angoli degli edifici più alti come dei gechi su un albero.
Mentre sta in piedi accanto ad un lampione, un ragazzo esce dalla sala giochi; le porte scorrevoli si aprono con un ruzzolante trambusto di suoni rumorosi e musica cacofonica, facendo fare a Percy un salto all'indietro per la sorpresa, e si chiudono all'incirca un momento dopo. Il suo effetto è ancora nelle sue orecchie quanto scende sulle strisce pedonali.

Vive qui da un anno intero ora, e ancora si ritrova a guardare il traffico nella direzione sbagliata.

Il sole è quasi completamente tramontato quando entra in un 7-Eleven* solo a pochi isolati da casa. E' grato principalmente per l'afflusso d'aria condizionata che gela il sudore lungo la sua spina dorsale e filtra nei suoi capelli. Non è umido fuori, ma anche Percy può farsi una sudata camminando così lontano -- l'invincibilità non ferma nemmeno il sudore. Fa un cenno alla ragazza dietro alla cassa, riconoscendo vagamente la sua faccia, anche se non sarebbe in grado di riconoscerla se la incontrasse in qualsiasi posto al di fuori del 7-Eleven. Lei fa un cenno di rimando, e continua a guardare qualcosa sul suo telefono al di sotto del bancone.

Contempla una fila di pane dolce scontato con la sua schiena voltata con riconoscenza verso la sezione di surgelati, chiedendosi se ne vale la pena comprarne qualcuno per la colazione dell'indomani quando sa che il suo gusto sarebbe stato fuori gioco a causa dell'otturazione.

All'improvviso, una mano stringe la sua spalla e lo gira.

E' ancora istintivo, il tuffo che fa la sua mano per Vortice, la battaglia o la fuga sono ancora innati  nel suo cervello iperattivo come quando era giovane e in fuga per la sua vita, ma ha solo la punta delle dita intorno al tappo della penna quando registra la faccia sorridente di Chris Rodriguez, il cui concetto di spazio personale è diventato qualcosa di sfocato e soggettivo dopo il suo lasso di tempo nel Labirinto.

Percy si rilassa in un sorriso, rimuovendo la sua mano dalla tasca per stringere quella di Chris, fare qualche fraterna e complicata stretta di mano, completa di colpo di spalla e un 'Hey, come va?'

E non sa cosa dire dopo ciò.

Anche essendo sopravvissuti alla stessa catastrofe Olimpica non sono mai stati particolarmente intimi. Eppure, invece di effettivo affetto, c'è un profondo sentimento di sollievo nel trovare una faccia familiare in una strana terra, e Percy non ha visto Chris per un po', non da quando il secondo ha trovato un lavoro come insegnante e ha affittato un appartamento sulla costa, ad un'ora buona di treno di distanza. Percy ha scoperto che puoi smettere di essere un mezzosangue; non c'è praticamente più nulla in Chris che suggerisca che è un semidio. Ha soltanto una faccia sorridente, con le luci sopra la testa che producono un luccichio sui suoi occhiali, e due Mountain Dews e un pacco di gomme in mano.

"Da quanto tempo," annuisce, concordando su ogni commento spicciolo che Chris ha fatto su quanto sembra più grande."Ti sei trasferito sulla costa, tipo, subito dopo Natale, vero?"

"Sì, amico, e non è così male. Sono sorpreso che tu non l'abbia ancora fatto." Chris alza le spalle. "Voglio dire, con tuo padre e tutto. Credevo avresti preferito stare vicino al mare."

Percy non può fare a meno di sorridere. "Nah. Tutta l'acqua è connessa, giusto, quindi se volessi stare vicino a mio padre e agli altri, tutto ciò che devo fare è aprire il rubinetto della cucina. La città mi piace abbastanza, in ogni caso, una volta che ti ci abitui."

"A te piace solo stare vicino al Campo Mezzosangue."

"Colpevole."

Chris batte sulla sua spalla di nuovo, sorridendo. "E' lì che sei diretto adesso?"

"Dove, al campo? No, non hanno bisogno di me oggi. Sono solo diretto a casa."

"Aha. Vogliamo prenderci qualcosa da mangiare, allora? Io non devo tornare a Hase subito, posso prendere l'espresso rapido delle 9:20."

Percy fa una smorfia pensando, all'improvviso, al taiyaki nella vetrina. "Non posso." Quando il sorriso scivola via dalla faccia di Chris, si rende conto di come deve essere suonato e si affretta a correggersi. "Non che non lo voglia, amico, è solo che mi sono appena fatto un'otturazione e non dovrei mangiare nulla per un po'."

Questo, se possibile, gli fa guadagnare un'occhiata ancora più imbarazzante. "E allora perché quando ti ho visto stavi fissando quel pane dolce come se stesse ripassando i suoi voti matrimoniali per te?"

"Non è vero!" grida Percy. "Credevo di averlo visto muoversi, così ho deciso di investigare in caso si trattasse di un cucciolo di Idra o qualcosa del genere -- non guardarmi in quel modo"

"In che modo?" mugugnò Chris, perfettamente innocente. "Sono felice che tu stia facendo la tua parte nel tenerci al sicuro. Dai, lascia che ti accompagni a casa, almeno. Non ti vedo mica tutti i giorni."

Percy dice "Sì, va bene", perché è vero, in fondo, non è che avesse sai quali piani. La ragazza alla cassa si infila il telefono nella tasca del grembiule con la facilità data da un lungo allenamento, inchinandosi lievemente a loro mentre porge a Chris il suo resto. Il telefono è di nuovo nelle sue mani prima che le porte si chiudano dietro di loro.

Chris lo sorprende a guardarlo. "Che c'è?", dice, infilandosi un pezzo di gomma in bocca e offrendone distrattamente una a Percy, solo per ricevere uno sguardo addolorato in risposta.

"Niente. E' solo che -- cosa ti porta nella metropoli, amico? Voglio dire, so che non ti piace la città, quindi come ho fatto a trovarti nel mio 7-Eleven? Tra tutti i posti?"

Chris gli fa quel tipo di sorriso sarcastico che dice tutte le domande velate che non prendono in giro nessuno. Odia gli spazi stretti e chiusi: chiunque fosse diventato pazzo e avesse vagato per settimane nel Labirito li odierebbe, senza dubbio. Faceva diventare i viaggi a New York City una specie di incubo, anche se non è mai stato lui quello da incolpare (che, con il senno di poi, è probabilmente il perché a Clarisse piacesse così tanto.) E come figlio di Demetra, la metropoli dev'essere tremenda per lui: tutti quegli infiniti palazzi intrecciati, e l'unica proprietà con del verde è anche la più rara. Sarebbe interminabile per qualunque amante della natura; Percy non vede Grover da più di un anno.

"La città non mi dispiace, Percy. Faccio quello che posso."Alza la mano, e sopra di loro, una mezza dozzina di vasi sospesi sui balconi del più vicino complesso di appartamenti diventano più scuri, verdi e pieni, come se fossero stati attaccati senza pietà da una miracolosa crescita in venti secondi.

Percy dà alle grondaie affianco al palazzo una piccola spinta, facendo cadere l'acqua piovana e facendola fluttuare in modo da distribuirla su tutte le piante.

Chris sorride. "Sono passato al campo."

La realizzazione lo colpisce."Hai parlato con Rachel?"

"Sì". Un'alzata di spalle. "Per quanto mi è servito. Hai mai provato ad avere una risposta diretta da un Oracolo?" Cogliendo lo sguardo di Percy, scuote vago una mano, essendo in difficoltà con l'ovvietà della frase, perché -- eh, Percy Jackson. "Voglio dire. Ho capito che non avrei fatto male a chiedere, sai com'è."

Percy non aveva bisogno di sapere cosa aveva chiesto Chris. " Volevi sapere se Clarisse ha deciso se traferirsi qui o no."

Un'altra alzata, più lieve stavolta.

"Be'? Che cosa ha detto?"

"Diamine, se lo sapessi. Un sacco di roba sul limite di spazio nel cuore di qualcuno, e sul come lei non fosse una sfera di cristallo e che io dovrei imparare ad ottenere le risposte da solo." Alzano gli occhi al cielo; dire che Rachel è una diva è come dire che le proprietà del calcolo metodico sono un po' complicate. Essere un Oracolo lo ha solo peggiorato. "Credo voglia dire no, comunque."

"Mi dispiace, amico."

"Non esserlo. Credo che lo sapessi. Non è che qualcosa sia cambiato -- voglio dire, pensaci, amico. Clarisse sarebbe assolutamente triste in questo paese. Tutti sono così gentili tutto il tempo, e lei... be', lei non lo è, ed è quello che la rende così  figa. La maggior parte della sua Casa ha votato per rimanere a New York per quella ragione, no? Non posso chiederle di lasciare i suoi fratelli o sua madre --" Taglia corto, imbarazzato, e Percy annuisce, perché tutti loro hanno lasciato qualcuno indietro quando si sono trasferiti dall'altra parte del mondo. Sua madre è ancora nel loro appartamento a New York; gli manda pacchi quando se lo può permettere, e arrivano sempre con tre settimane di ritardo, rovinati ben bene dalle dogane internazionali.

Può addirittura simpatizzare con Chris. Anche Annabeth è negli Stati Uniti. L'ha fatto partire con un bacio persistente e un, aspettami, Testa d'Alghe, okay?

E per quanto gli manchi quanto gli mancherebbe un organo interno minore se mai dovesse perderne uno, sapeva che era meglio non implorarla di partire. Non sarebbe stato giusto.

Anche Grover, non ha molto tempo per lui e nemmeno per l'Olimpo in generale, è troppo impegnato con la sua caccia per salvare la Natura. Sapendo che in Giappone era già una causa persa, passa la maggior parte del suo tempo in altri paesi, facendo marce di protesta e facendo finire la sua faccia spiaccicata occasionalmente sui giornali per essere un attivista. Grover ha addirittura un mucchio di sitiweb di fan: Percy lo sa, perchè quando è davvero annoiato, va a postare cose stupide su di loro, giusto per ridere.

Juniper la vede intorno al Campo Mezzosangue, ma traccia una linea all'uscire fuori con la ragazza del suo migliore amico senza di lui. E' vile e alla fine è solo patetico.

Passano un parco, che è in sostanza un piccolo lotto di ghiaia della misura di tre bagni chimici allineati fianco a fianco, contenente un solo dondolo e qualche animale di plastica le cui piccole facce di plastica hanno vari gradi di piccola insanità di plastica.

Chris scoppia la sua gomma, e dice maldestramente, "E Annabeth non è..."

Percy gli da un'occhiata. E' un ragazzo alto, Chris Rodriguez è più alto di Percy (che, per sconcerto del suo ego, non è difficile essere, sta imparando; i ragazzi al campo che hanno iniziato il loro slancio nella crescita da un anno, l'hanno superato.) Sta perdendo un po dei suoi muscoli allenati da mezzosangue, la sua pancia che inizia a forzare contro la sua maglietta. Ha gli stessi capelli neri e occhi grandi che la maggior parte dei figli dei fratelli di Zeus hanno, e la sua carnagione è terrena; quando la sua faccia si stira in un sorriso ad una piccola bambina che segue attentamente la madre con una miniatura di un secchiello, le sue orecchie si alzano di un pollice sulla sua testa.

Sta scuotendo la testa quando Chris lo guarda di nuovo. "Non verrà presto," dice. "Tutta la sua famiglia stava venendo qui con lei, sai, per prendere un posto vicino al Monte Olimpo in modo che lei potesse aiutarli a ricostruirlo. Ma dopo che sua sorella--' si interrompe, sospirando. "-- ...be', dopo."

"Si," dice Chris, che non ha bisogno di una spiegazione. "Come sta lavorando Malcom all'Olimpo, a proposito?"

"Be', non l'hanno ancora trasformato in un barbeque, perciò ne deduco che stia facendo qualcosa di buono." Percy fa una smorfia,ricordando di come ha quasi ucciso Annabeth per porgerle i progetti per il nuovo Olimpo dal suo secondo in comando.

Dopo cade il silenzio, ad eccezione per le loro scarpe sul pavimento e gli onnipresenti suoni della città. Quindi---

"Strano addirittura pensare che siamo realmente qui, non trovi?"

"E' l'ultimo posto in cui mi sarei mai immaginato," concorda Percy, che ha pensato sulla stessa lunghezza d'onda.

Da qualche parte in lontananza un uomo sta urlando, abbaiando le parole straniere, ma addirittura questo è diverso di come fosse a New York City, dove, "che cosa stai guardando, punk?!" è paragonato a, "ciao, come stai, mi piace la tua maglietta."

"E' tutto accaduto così in fretta, sai" dice Chris, la voce quieta. "Voglio dire, gli Stati Uniti sono stati la casa degli dei dalla Rivoluzione Americana. Non penso mi sarebbe mai accaduto di vederli spostarsi in un altro paese in tutta la mia vita."

"Non c'era nulla che potessimo fare," dice Percy, con voce consumata per averlo detto così tante volte--- il presidente l'ha detto, i governatori l'hanno detto, Zeus l'ha detto, Chirone l'ha detto, Paul l'ha detto a Selly la mattina in cui Percy è partito, sapendo che probabilmente non l'avrebbe mai più rivista -- non c'era nulla che potesse essere fatto. Il declino dell'America è arrivato troppo in fretta, troppo inaspettato: non era colpa di nessuno, solo la combinazione di cose accumulate. Il fallimento del grano, lo spargimento delle malattie, la caduta dell'economia, il riscaldamento globale, i Wal Mart; la colpa può essere data a chiunque.


E i mortali hanno iniziato a crederci. Dietro la Foschia, nessuno lo ha detto effettivamente, ma tutti si guardavano di traverso e sapevano, sapevano che era stato il piano di riserva dei Titani, che loro ci si erano imbattuti e si stava chiudendo intorno a loro.

Se non puoi rovesciare il re giù dal trono, rovescia il trono da sotto di esso.

Da qualche parte lungo la linea, gli dei dell'Olimpo sono stati costretti a dire, stiamo abbandonando la nave. E hanno cercato quella che sarebbe stato il paese più forte, il nuovo capo.

"E quindi ci siamo" conclude Percy, inclinando la testa verso il tramonto striato del cielo Giapponese.

I problemi sono stati infiniti. Non è come se potessi schioccare le dita e improvvisamente tutto è installato in un altro paese. Per gli dei, che hanno avuto 300 anni per abituarsi a vivere in un grande paese, dovendo adeguare tutte le loro cianfrusaglie in una delle dimensioni della California, è stato un solstizio d'Inverno incredibilmente intenso.

I Mezzosangue hanno dovuto scegliere: andare con i loro dei, o rimanere con la loro patria, le loro famiglie. Hanno dovuto scegliere tra di loro. Percy e Chris sono qui, Annabeth e Clarisse lì, e non è nemmeno una storia insolita.

Non diventa mai più facile.

"Wow, il Campo sembra sempre più spaventoso ogni volta che lo vedo," osserva Chris, e Percy guarda dietro per realizzare che stanno sorpassando il Campo Mezzosangue sulla destra; è un impianto talmente normale nella sua vita che nemmeno lo nota più.

Ad un ora fuori dalla Tokyo principale, il Campo Mezzosangue ha preso l'unico considerevole appezzamento di terreno libero che hanno potuto trovare senza cadere da qualche parte da una scogliera: la Base Militare di Atsugi. Non è stato difficile persuadere i pochi americani rimanenti che vivevano lì ad andarsene: c'è stato bisogno solo di un paio di Ciclopi ed Ares su una motocicletta e stavano già chiamando i loro agenti di viaggi. Delle tre basi militari Americane nell'area, quella di Atsugi era la più grande, che è più che adatta ai bisogni del Campo Mezzosangue. Da fuori, sembra un'inquietante, abbandonato gruppo di baracche, una serie di negozi 'Money Exhange' fronte strada, ed un gigante campo da golf. E' circondato su ogni lato da un muro di quindici piedi di filo spinato.

Gli effettivi confini del campo non iniziano fino a parecchi piedi dal cancello principale. Se stai fuori, il segno di confine sembra un gigante schermo televisivo, che pubblica annunci per gli imminenti fuochi d'artificio del Quattro Luglio e ricorda che per sposare qualcuno del posto, devi compilare parecchi moduli che per un consueto permesso. Dentro, il drago è raggomitolato attorno al pino, il fumo che va alla deriva dalle sue narici e i suoi occhi opachi allerta.

L'unica concessione che ha dovuto fare il Campo Mezzosangue per il suo travestimento sono i cancelli d'entrata con equipaggiamento umano: guardie mortali che non sono mai state dietro l'albero di Talia e non sanno che c'è dell'altro oltre a un gruppo di baracche semiabbandonate del servizio militare Americano. Percy considera sempre importante parlargli quando passa; qualsiasi cosa il suo foglio dell'armata militare coperto dalla foschia dica, il suo ceto sociale apparentemente è abbastanza per avere la loro massima attenzione e alcuni saluti intelligenti, anche se lui sa che loro sanno che ha a stento più di vent'anni. Sa in quali club erano durante le superiori e i nomi delle loro innamorate e un'idea generale di cosa fanno quando non sono in uniforme.

Sono dei giovani uomini davvero gentili. Gli capita di essere giovani uomini davvero gentili che portano un AK-47s.

Percy alza la mano verso di loro in saluto e sente un indistinto ''Buonasera, Jackson-san!' di risposta. Al suo fianco, Chris rabbrividisce leggermente e distoglie il suo sguardo, non abituato alla vista. Percy vede come potrebbe essere inquietante -- uomini con grandi pistole che pattugliando la città fantasma di una base militare, e suppone che parte del travestimento magico della foschia, è farla evitare alle persone.

Il palazzo dell'appartamento di Percy è all'incirca a quindici minuti di camminata da qui, dall'altra parte della strada di un' autofficina. E' un edificio innocuo, facile da superare, e se hai raggiunto il First Kitchen, sei andato troppo lontano.

La loro conversazione è abbastanza facile per farla durare fino a che non raggiungono le scale. Percy fa un cenno ad una delle sue vicine, che sta chiudendo a chiave la sua bicicletta nel parco delle bici sul lato dell'edificio. Lei lo saluta con un inglese timido -- insegna ad una classe di  bambini di età prescolare ed è stata la prima nel palazzo che l'ha davvero fatto sentire il benvenuto.

"Hey," fa Chris di colpo, dopo che lei barcolla sulle scale a sparisce dentro. Si toglie gli occhiali dal naso, strofinando le lenti sul bordo della maglietta. "Che ne dici di venire da me a Hase qualche volta?" Offre un sorriso astuto. "Farò una festa."

Percy fa un cenno col capo, si ricorda di quando era diciassettenne, quando, "festa da Chris e Clarisse!" solitamente voleva dire un'assurda quantità di alcol e un sacco di pretese di non avere memoria il mattino successivo. Era uno dei segreti mantenuti peggiormente al campo, e sarebbe dovuto essergli costato una ramanzina sul consumo di alcolici dai minorenni, quantomento, se solo Dioniso non fosse stato lì insieme a loro -- e solitamente il primo che inizia a togliersi i vestiti. Si chiede se l'assenza di Clarisse vorrà dire l'innalzarsi della quantità di alcol in proporzione, e decide che, che diavolo, perchè no.

"Perfetto, amico," Chris sorride quando fa un altro cenno. "Che ne dici di domani sera? Sei libero?"

"No, ho una lezione al campo."

"Niente sudore. Il giorno dopo, allora. Venerdì sera. Sicuramente puoi liberarti per un Venerdì sera!"

"Quel che sia," rotea gli occhi, anche se sanno entrambi che è vero. "Si, bene, sarò lì."

"Questo è lo spirito. Qui, ti do il mio indirizzo." Dopo un secondo, prende lo scontrino dalla busta del 7-Eleven, e perquisisce la sua tasca per una penna. Percy alza le mani impotente per mostrare che nemmeno lui ne ha una, e Chris, in ogni caso, mette la mano con cui scrive sul retro dello scontrino. Allampanati caratteri Romani spuntano in un lento e arcato scarabocchio, e Percy sorride: Chris sta usando la sporcizia come inchiostro.

Ascolta Chris che gli da delle indicazioni, sul come e perchè lui sia bianco proveranno a metterlo sulla linea Enoden quando prende il treno, di cui non ha bisogno; è il treno per turisti e costa una quantita offensiva di soldi, facendo dei cenni ai punti appropriati. Poi si separano, Chris in direzione della stazione, Percy sulle scale del complesso di appartamenti, agitando le mani nella vaga direzione l'uno dell'altro e garantendo all'altro che, certamente, Venerdì, ok? Si, amico, ci vediamo!


 
Taiyaki: Dolce giapponese a forma di pesce.
Daiso: Supermercato Giapponese.
Passmo: Carta ricaricabile per il trasporto pubblico a Tokyo.
7-Eleven: Catena di supermercati.
  
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