Serie TV > Star Trek
Ricorda la storia  |      
Autore: Naky94    11/01/2014    2 recensioni
Khan non ha ancora colpito, l'Ammiraglio Pike è, di fatto, il capitano dell'Enterprise e Kirk e Spock non fanno altro che litigare.
Come farà questa situazione a tornare "al suo posto"? Forse leggendo....
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Christopher Pike, James T. Kirk, Spock, Un po' tutti | Coppie: Kirk/Spock
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Premessa: questa storia è stata scritta principalmente per farsi due risate, quindi non siate troppo severi e godetevela.

 
Un rapporto di Troppo

 
L'ammiraglio Pike entrò nella plancia dell'Enterprise e subito si andò a sedere sulla poltrona del capitano.

Non molto era cambiato rispetto all'anno prima, quando aveva dato il via al viaggio inaugurale della nave stellare.
Una cosa strana (beh, più che strana....... che lo incuriosiva) però c'era. Stava guardando Spock, che come sempre stava facendo rapporto, e non poté non notare che quel giorno  il vulcaniano fosse leggermente malinconico.
Probabilmente, pensò Pike, perdere il proprio pianeta e la madre era stato un colpo più duro di quanto il primo ufficiale lo avesse fatto sembrare.
Ma ciò che più incuriosiva Pike non era il fatto che Spock stesse soffrendo, anche perché gli sembrava una cosa normale, ma che questa malinconia si potesse leggere così chiaramente sul bel volto del vulcaniano.
Però..... però c'era stato un'altro episodio che aveva acceso la curiosità dell'ammiraglio. Precedentemente il vulcaniano aveva chiesto il permesso di fare rapporto, rivolgendosi a lui col suo nuovo titolo di ammiraglio.
Ma quando Pike aveva risposto con un semplice "Oh, mi chiami pure Capitano. Odio questi eccessivi formalismi", Christopher poté notare nel primo ufficiale, dapprima un lieve brivido e poi una malcelata nota di indecisione? sofferenza? rimorso?.... tingere la sua voce sempre apatica.
Christopher Pike non era sicuro di ciò che avesse sentito.
Ma non aveva indagato, perché comunque il vulcaniano rimaneva uno degli uomini migliori della flotta. Aveva deciso di tacere e continuare ad ascoltare il resoconto sulla nave.

 
Spock aveva quasi finito il suo rapporto quando le porte del turbo-ascensore si aprirono e da esse uscì Kirk. Da lì in poi le cose si complicarono leggermente.
Da bravo vulcaniano, Spock continuò col rapporto, o almeno ci provò, perché non riuscì ad impedirsi un improvviso tentennamento. Kirk si posizionò alla sinistra dell'ammiraglio, mandando sia a lui che al vulcaniano occhiate piene di rabbia.
E Pike si ritrovò in mezzo ad un qualcosa che nemmeno lui sapeva definire.
Paradossalmente, con la fine del rapporto del vulcaniano, le cose si fecero ancor più complicate.
Dopo un'iniziale momento di imbarazzante silenzio, Spock chiese.
"Ammiraglio potrei sapere..."
"Le avevo detto di chiamarmi capitano" gli ricordò Pike.
"Molto bene -riprese l'ufficiale- potrei sapere capitano" e questa volta la nota di disgusto nella sua voce non era poi così celata.
"Potrei sapere cosa fa qui il cap..... ehm il tenente...."
"Primo ufficiale tattico" scandì con astio Kirk, interrompendo ancora una volta il vulcaniano.
"Se mi lasciaste finire una frase -puntualizzò questi- cosa la porta qui, comandante Kirk?" chiese Spock, prima di rivolgere un falso sorriso all'ammiraglio per poi spostare lo sguardo sul vero centro del suo interesse.
"E io potrei sapere cosa ci fa lui -e indicò il vulcaniano- sulla mia..... sull'Enterprise?" chiese Kirk, per poi abbassarsi e mormorare all'ammiraglio "Lei mi ha mentito".
Aveva forse mentito, Christopher Pike, quando aveva detto a Kirk che Spock non sarebbe stato sulla nave? Beh, non proprio...... diciamo che aveva omesso la verità.
In realtà, dopo Nero, gli avevano detto che quei due avevano imparato a convivere e Pike era curioso di vederli all'opera; ma ora si trovava in questa situazione imbarazzante.
"Ehm... io, veramente.... pensavo fosse meglio così" rispose Pike, imbarazzato.
"Meglio per chi? Mi ha già preso la nave, questa volta cosa si prenderà?" chiese con astio Kirk, rivolgendosi al vulcaniano.
"Io non volevo toglierle niente; ho solo seguito il regolamento" si giustificò Spock. Era forse rammarico, ciò che l'ammiraglio aveva visto sulla faccia del primo ufficiale scientifico? Forse.
"Già, lei non vuole mai niente. Capitano le chiedo il permesso di ritirarmi nei miei alloggi" disse Kirk, prima di abbassare il tono della voce, così che solo Spock potesse sentirlo, "qui c'è troppa confusione" ringhiò con astio.
"Permesso accordato comandante" accettò Pike, per poi vedere il giovane allontanarsi.
Quando Pike si girò verso l'ufficiale scientifico, lo trovò a rimirare il pavimento e quella vena malinconica che aveva precedentemente scorto, si era di nuovo impossessata del vulcaniano.
Pike non poté impedirsi di sorridere leggermente. 
"Spock -chiamò Pike- lei è momentaneamente congedato; si ritiri pure".
"Ammiraglio, credo di non aver compreso bene" affermò il vulcaniano, chiaramente confuso dalle parole del superiore.
Proprio non gli riesce di chiamarmi capitano, pensò Pike.
"Lo segua, comandante" e sorrise apertamente al giovane.
"Ma il mio turno è appena cominciato, non posso allontanarmi dalla mia postazione" protestò il giovane. Stava forse facendo i capricci?
"Oh, si che può. Glielo sto ordinando io. Vuole forse disubbidire al suo diretto superiore e commettere insubordinazione?" chiese molto angelicamente l'ammiraglio.
Spock tentennò qualche altro minuto prima di congedarsi e sparire dalla plancia. Pike sapeva che l'unico modo per costringere un vulcaniano a fare qualcosa era far si che quel 'qualcosa' risultasse logico.
Ma ora Christopher doveva occuparsi di un problema molto più importante.
Durante la discussione dei due ufficiali aveva sentito uno strano febbricio nell'aria. Doveva vederci chiaro.
Per prima cosa chiamò in plancia l'ufficiale medico in carica. Da che mondo è mondo, se si voleva essere aggiornati sui pettegolezzi di una nave, si doveva chiedere al medico di bordo. Non perché la categoria fosse particolarmente pettegola, bensì perché, per un inspiegabile motivo, la gente era più propensa a spettegolare in infermeria. D'altronde durante i lunghi periodi di degenza medica non è che si potesse fare molto altro.
Ovviamente anche una domanda diretta alla plancia era una rapida soluzione, ma sembrava che nessuno si fosse accorto di niente, o quasi.
Appena McCoy entrò in plancia, Pike non perse tempo e gli chiese.
"Mi sa dire niente di Kirk e Spock?".
Il dottore guardò stranito e confuso il superiore, quindi disse.
"Credo di non aver ben capito."
"Volevo sapere se ha notato qualcosa di strano fra quei due. Occhiatine sfuggenti, casuali tocchi (che casuali non lo sono poi tanto), strani sospiri.... cose così, insomma." spiegò Pike, certo che il dottore avrebbe capito.
"Signore ma è sicuro di sentirsi bene?" chiese invece McCoy, leggermente impensierito.
"Quei due non si possono vedere e poi 'sangue verde' è pure fidanzato, quindi non capisco perché..." ma l'ammiraglio interruppe il discorso del dottore con un eccitato: "Ma davvero è fidanzato??? E con chi? Con chi???" chiese, sempre più curioso.
Il dottore, ormai certo che il superiore fosse impazzito, rispose: "Il troll è fidanzato col tenente Uhura."
Pike, subito, si girò verso il tenente e non si stupì poi molto di trovare la stessa, ed unica, persona in plancia che si fosse dimostrata impensierita alla domanda su Spock e Kirk.
Pike decise di alzarsi e avvicinarsi alla ragazza, prenderle le mani nelle sue e chiederle.
"Tesoro, dimmi tutto!" Uhura rimase spiazzata da quell'appellativo, ma poi rispose al superiore.
"Non c'e niente da dire, signore."
"Ne sei sicura? E come vanno le cose ultimamente col tuo fidanzato?" chiese l'ammiraglio, sempre più curioso e apparentemente preoccupato per la ragazza.
"Vanno bene, signore" rispose Nyota, leggermente confusa.
"Oh poverella! Non te ne sei ancora resa conto" disse Pike con un sospiro affranto, per poi lasciarle dei piccoli buffetti sulle mani, per consolarla.
"Senti.... potresti essere mia figlia, alla tua giovane età, quindi mi sento in dovere di darti un consiglio: dimentica il vulcaniano e cerca l'uomo giusto per te; quello che ti ami per come meriti." e così dicendo abbracciò la tenente, come per consolarla dalla terribile notizia appena datale.
"Signore, credo sia meglio andare in infermeria per qualche controllo. Ho idea che la sua mente abbia cominciato a risentire della prigionia sotto Nero." disse il dottore sempre più in apprensione.
"Frottole, io sto benissimo, anzi......" si fermò qualche attimo e poi riprese più eccitato di prima.
"Ma si, l'ambasciatore Spock!!!!" urlò elettrizzato. 
"Lui deve sapere di sicuro qualcosa! Mettetemi subito in contatto con lui. Prenderò la chiamata dalla sala conferenze.
 Dottore, mi accompagni, per favore." e così dicendo l'ammiraglio Pike e il dottor McCoy lasciarono la plancia.

 
Qualche minuto dopo, l'ammiraglio Pike salutava, attraverso l'ologramma, l'ambasciatore Spock.
Scambiati i classici convenevoli, l'ambasciatore chiese: "Cosa la spinge a contattarmi, ammiraglio? E' successo qualcosa al capitano Kirk?"
Proprio non ce la fanno a vedere qualcun'altro sulla poltrona della nave, pensò Christopher prima di sorridere amabilmente all'ambasciatore.
"Kirk non è più capitano. Il primo ufficiale Spock lo ha fatto destituire." spiegò tranquillamente.
L'ambasciatore rimase qualche attimo in silenzio, per poi iniziare a parlare.
"Sono stato occupato con la costruzione di Nuovo Vulcano, la prego, ammiraglio, di espormi quanto avvenuto."
Pike, aiutato dal dottore, spiegò della missione sul pianeta col vulcano che stava per esplodere, del tentato sacrificio del primo ufficiale Spock; di come Kirk avesse tentato, ancora una volta, il tutto per tutto salvandolo in extremis. 
Raccontarono del seguente rapporto del vulcaniano e di come la commissione disciplinare, a cui esso aveva portato, avesse deciso di togliere a Kirk il comando della nave, dopo l'ennesima infrazione del regolamento.
Solo dopo aver messo al corrente l'ambasciatore, Pike decise di fare la domanda che tanto gli premeva.
"Lei che cosa sa di quei due?" chiese, con aria di chi la sa lunga.
L'ambasciatore alzò un sopracciglio e disse: "Credo di non capire a casa si riferisce".
Oh! Per l'amor del cielo! Possibile mai che nessuno mi voglia  rispondere con chiarezza? si chiese Christopher, ormai convinto che tutti sapessero ma che non volessero confessare.
Si preparò, quindi, a riformulare la domanda, ma all'ultimo momento cambiò idea e chiese.
"Può un vulcaniano fare gli occhi dolci a qualcuno?" e condì il tutto con un sorrisone zuccheroso.
L'ambasciatore rimase esterrefatto alla domanda.
Sinceramente, non sapeva rispondere. Non poteva sapere cosa passasse per la testa di quei ragazzini.
E anche nel suo arco temporale, una cosa simile non si era mai vista.
Anche se...... beh, forse....... ma no. Non aveva come confutare la sua ipotesi.
Lui era solo, in un tempo che non era il suo.
L'ambasciatore decise di essere sincero con l'ammiraglio e ammise i suoi limiti.
"Capisco -rispose Pike- ma come faccio a farli andare d'accordo? Mi serve che lavorino insieme, ed ora nemmeno si parlano." spiegò sconfortato.
"Oh questo è molto semplice." disse il vulcaniano. "Li lasci parlare, sistemeranno tutto da soli."
"Sì -ammise l'ammiraglio- ho già mandato il giovane Spock a parlare con Kirk."
"Bene, quindi non rimane altro che aspettare. Ora, mi scusi ammiraglio, ma i miei doveri mi chiamano." e dopo aver fatto il classico saluto vulcaniano la figura dell'ambasciatore Spock scomparve dalla sala.
Christopher Pike si sedette su una sedia della sala conferenze e prese un respiro. Non gli restava che aspettare e sperare. Magari in un miracolo.

 

 
°  °  °

 
Quando Kirk entrò nella cabina, la prima cosa che fece fu gettare un urlo pieno di rancore.
Era talmente arrabbiato che gli prudevano le mani e avrebbe voluto volentieri, prendere a pugni qualche maglia rossa; ma sapeva di non poterselo permettere o si sarebbe messo contro il regolamento, ancora una volta.
Ciò che la rabbia gli fece dimenticare fu di bloccare la porta della sua cabina. Quando Spock lo raggiunse, dopo qualche minuto, il vulcaniano non dovette fare il minimo sforzo per entrare.
Di certo, però, Kirk quel giorno non era in vena di visite e dopo aver gettato una rapida occhiata al suo ospite si alzò di scatto dal letto, sul quale si era precedentemente seduto, e mise fra loro quanta più distanza i suoi alloggi permettessero.
"Cosa la porta qui? Chi le ha dato il permesso di entrare? Esca subito!" Jim lo urlò così velocemente che Spock fece fatica a capire tutto.
Il primo ufficiale ci mise qualche attimo a rispondere; attimi durante i quali rimase a guardarsi i piedi imbarazzato. Poi prese coraggio e fissò i suoi occhi in quelli di Jim, i quali sebbene tentassero di non farsi catturare erano accesi di curiosità.
"La porta non era bloccata e sono entrato. Capitano se mi lasciasse spiegare..."
"Smetti di chiamarmi capitano!" gli intimò Kirk, interrompendolo.
"Ma lei è il capitano di questa nave!" protestò Spock testardamente.
A quelle parole, Jim scosse la testa esasperato.
"No Spock! Non sono più il capitano. O devo forse ricordarti che sei stato TU -e calcò bene la parola- a denunciarmi nel tuo rapporto e a farmi perdere il comando?" disse sarcasticamente.
Spock non rispose. Non c'erano parole per difendersi da quell'accusa.
Il vulcaniano aveva fatto la cosa giusta, lo sapeva; ma allora perché sentiva un'enorme peso sul petto? Gli sembrava di essere tornato piccolo, a quando suo padre lo rimproverava se lui non riusciva a concentrarsi durante la meditazione.
Spock strinse i pugni per costringersi a ritornare al presente e riprendere il controllo su di se e le sue emozioni. Non era il momento di indugiare nei ricordi.
"Sai Spock, credevo che avessimo superato tutto questo" iniziò Kirk, per poi dargli le spalle e dirigersi alla sua libreria.
Scorse un paio di titoli, per poi allontanarsene e ricominciare a parlare.
"Credevo avessimo superato la fase del 'Non ti ritengo idoneo al comando e farò di tutto per farti rimuovere da quella sedia'. Credevo che dopo Nero tu avessi imparato come ragiono. Stupidamente credevo anche che avessimo seppellito l'ascia di guerra e che ora potessimo lavorare insieme tranquillamente." Jim fece una piccola risata, per sottolineare quanto gli sembrasse ridicola la sua ultima affermazione.
"Ma ho sbagliato -riprese- siamo ancora al punto di partenza. Non ti importa di niente e di nessuno, se non del regolamento."
Spock si sentì ferito da quelle parole. Non era assolutamente vero che non si interessava a niente o nessuno.
Gli importava di sua madre, gli importava di tutta la sua gente che era morta per la vendetta di un pazzo. Gli importava del suo pianeta, di cui ormai non rimaneva che il vago ricordo. E gli importava anche....
"Il regolamento c'è e va seguito" disse freddamente. Non poteva lasciarsi andare ai sentimentalismi, e quella era l'unica scappatoia che gli si era presentata.
"QUELLO STUPIDO REGOLAMENTO MI AVREBBE OBBLIGATO AD ACCETTARE IL TUO SUICIDIO!!!" urlò Kirk fuori di sé. 
Spock rimase stupito dalla reazione del suo capitano. Non lo aveva mai visto così furioso. Non quando lo aveva spedito su Deltha Vega e nemmeno quando Kirk lo aveva attaccato per costringerlo ad ammettere di essere emotivamente coinvolto nella questione di Nero.
Jim boccheggiava davanti a lui e il vulcaniano non sapeva cosa fare o dire per aiutarlo.
"Io....ti prego di..... lasciarmi.....solo" lo supplicò Jim, ancora scosso.
"Ho bisogno di riordinare le idee. Quindi, ti prego, va via!" disse, prima di dirigersi al replicatore e chiedere dell'acqua.
Il vulcaniano accettò in silenzio la richiesta. Si girò ed uscì dalla cabina lasciando libero Jim, finalmente, di buttarsi sul letto e cerare di dimenticare quanto appena successo con una sana dormita. 

 
°   °   °

 
I giorni seguenti furono molto difficili per l'intero equipaggio dell'Enterprise.
Khan, l'ennesimo nemico, si era rivelato con i suoi piani di distruzione. La nave era stata gettata in una folle corsa per catturarlo, prima, e fermarlo, poi.
In tutto questo l'unico che ci aveva 'rimesso' era stato il primo ufficiale tattico James T. Kirk, sacrificatosi valorosamente per la nave entrando nel nucleo a curvatura per riallinearlo a calci.
Pochissima gente assistette alla morte del valoroso eroe, in una delle scene più struggenti che si fosse mai verificata sulla nave stellare.
C'erano giusto l'ingegnere capo Scott e il primo ufficiale scientifico Spock.
Già, perché nei pochi istanti prima della morte Kirk non voleva vedere l'ammiraglio Pike, come un secondo padre per lui. Non voleva vedere il suo migliore amico e medico di bordo McCoy. No! Kirk voleva solo poter salutare Spock!
Ah, valli a capire questi giovani sentimentali di oggi!
Ma tornando alla storia....
Ovviamente Spock non aveva negato quel semplice saluto all'amico (sì, nel frattempo erano diventati amici. Miracolo!).
Solo che poi il vulcaniano era andato su tutte le furie e aveva giurato vendetta contro Khan, una volta che Jim aveva smesso di respirare.
Vendetta sì, perché dopo tutto era colpa di Khan se il capitano... ehm... volevo dire, se il primo ufficiale tattico era morto.
Il vulcaniano era partito in quarta alla ricerca di quel dinamitardo, che non aveva altri divertimenti che far scoppiare archivi di flotta e dipartimenti vari, e una volta trovatolo aveva pensato bene di riempirlo di pugni.
Pugni che, se l'altro fosse stato un po' meno 'potenziato', lo avrebbero fatto andare e tornare all'altro mondo prima ancora di poter dire 'ahia'.
Fortuna volle che il sangue di Khan fosse anche l'unico siero capace di curare Jim-ghiacciolo dalla morte. 
Fu quindi compito della dolce Nyota-fidanzatina-ancora-per-poco-Uhura andare a fermare Spock prima che lo uccidesse veramente Khan.
E menomale, e sottolineo menomale, che ci riuscì o non saremmo qui a raccontare questa storia.
Kirk si riprese, per la gioia di tutti (ma proprio tutti, tutti), dopo qualche settimana di coma. 
Cosa fece per prima cosa? Beh, è ovvio! Chiese di Spock!!!
Ripeto.... questi giovini sentimentali! 
Il loro primo incontro, fu abbastanza formale. Jim era ancora debole e Spock non si sarebbe sbottonato più di tanto, considerando anche che in stanza con loro c'era Bones, affaccendato in mediche faccende.

Il secondo incontro andò un tantinello diversamente.
Dopo una settimana esatta dal risveglio di Kirk, Spock si era dovuto recare in plancia per prendere una bobina che doveva visionare.
Fu particolarmente sorpreso di non trovare il ponte vuoto.
"Cosa ci fa qui Capitano?" chiese curioso.
"Potrei chiederti la stessa cosa Spock" sussurrò Kirk seduto ad occhi chiusi sulla sedia del comando.
"Dovevo prendere una bobina da visionare" rispose semplicemente il vulcaniano.
"E io volevo godermi un po' il silenzio della plancia, prima di ripartire" sorrise l'altro.
Qualche giorno dopo il risveglio di Kirk, il consiglio supremo, impressionato dal coraggio e dall'abnegazione alla causa che il ragazzo aveva mostrato, decise di ridargli il comando dell'Enterprise. Ora erano lì aspettando che la nave venisse riparata, per poi ripartire.
Spock colse al volo l'occasione di poter essere sincero. Si avvicinò lentamente alla poltrona, fino ad avere di fronte il suo capitano. 
"Jim, io.. volevo dirti che..." le parole gli si bloccarono in gola. Non era affatto facile per lui parlare di sentimenti, o chiedere scusa.
Ma sapeva che a Jim lo doveva.
Kirk aprì gli occhi e rimase lì in attesa, incitando silenziosamente Spock con lo sguardo.
Fu quello stesso sguardo caldo e profondo che convinse il vulcaniano a parlare.
"Io ho fallito. Ho fallito come primo ufficiale non fidandomi delle decisioni del mio capitano. E ho fallito come amico, mettendo al primo posto il regolamento e non ringraziandoti mai per avermi salvato da quel vulcano.
E' solo che io... non mi sono mai trovato in questa situazione e....." le parole rimasero intrappolate quando Spock sentì il corpo di Jim entrare in contatto col suo, poco prima che le braccia del capitano si andassero a posare sulle sue spalle per stringerlo in un abbraccio.
Un abbraccio mozzafiato e inaspettato, nel vero senso della parola.
Il vulcaniano non si era accorto, mentre parlava, di Jim che si alzava e si avvicinava sempre di più. Ora non sapeva come gestire la situazione e respingere l'altro senza offenderlo di nuovo.
"Basta parlare Spock. Tutti abbiamo imparato qualcosa da questa storia, ora abbiamo la possibilità di andare avanti." sussurrò Jim, dolcemente.
Per quanto, però, Spock considerasse veritiere quelle parole non poteva fare a meno di considerare quella situazione estremamente imbarazzante, oltre che soddisfacente, ma questo il vulcaniano non lo voleva prendere in esame.
Fu quindi con il più alto tasso di gentilezza che la sua ferrea educazione gli permettesse, approssimativamente una percentuale rasente lo zero, che Spock premette leggermente sui pettorali di Jim per costringerlo ad allontanarsi. 
Ma quando il capitano si fu scostato, il primo ufficiale ci tenne a finire il suo già troppo frammentario discorso.
"Io, proverò ad essere meno..." ma di nuovo Jim azzerò le distanze poggiando delicatamente un dito sulle labbra del vulcaniano per zittirlo.
"Non fare promesse di cui in futuro potresti pentirti." disse, per poi fermarsi a riflettere qualche attimo e riprendere.
"Non ho bisogno di qualcuno che mi dia carta bianca nelle mie decisioni. Ho bisogno di qualcuno che mi consigli, che sappia valutare le situazioni quanto, se non meglio di me. Ho bisogno di qualcuno che mi impedisca di farmi travolgere dalla forza dei miei sentimenti e che mi insegni ad essere un capitano migliore.
Ed io voglio che quella persona sia tu, Signor Spock. Quindi niente promesse stupide o sarò costretto ad ordinarti di tacere." e sogghignò guardando il vulcaniano ancora muto fra le sue braccia.
Spock, questa volta, non allontanò Jim, ma anzi con timidezza fu lui stesso ad avvicinare l'amico a se per poi stringerlo.
Come aveva detto il suo capitano, non c'era bisogno di parole. Almeno non fra loro.
Avevano il nuovo dono del reciproco tempo da passare insieme, lavorando, esplorando, vivendosi. E questa volta non avrebbero commesso gli errori fatti in passato.
Perché se il capitano James T. Kirk aveva imparato a rispettare il giudizio e le "abitudini" del suo primo ufficiale, Spock di Vulcano aveva imparato a fidarsi delle decisioni del suo capitano.
E da quel momento in poi avrebbero potuto mettere in pratica le loro nuove conoscenze fino ai confini più remoti dell'universo.

 

 

 

 
Note: Avevo scritto questa storia qualche mesetto fa ma per problemi vari non ho mai potuto pubblicarla.
Quando la scrissi avevo visto una sola volta Into Darkness, ma ero rimasta molto colpita dal faccino tristissimo di Spock quando ha capito che per colpa sua Kirk aveva perso la nave e che non ne sarebbe più stato capitano.
Recentemente ho rivisto il film e sono ancora più convinta di quanto ho scritto, non contando che il film mi ha dato un mucchio di idee da sviluppare.
Per quanto riguarda l’OOC, lo so, c’è soprattutto per Pike e Spock, ma visto che è una cosa scritta tanto per ridere ci può anche stare, o no?
Avevo anche pensato di farla finire in rosso, o almeno in arancione, ma non mi convinceva molto quel finale quindi ho deciso di chiuderla così. La trovo più adatta al loro attuale rapporto.
Spero che vi abbia divertito almeno un pochino e che vogliate scrivermi qualche parolina per farmelo sapere.
Baci, Naky.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Star Trek / Vai alla pagina dell'autore: Naky94