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Autore: GinnyAndros511    11/01/2014    0 recensioni
Intrighi, sbagli e cambiamenti.
Amelia ragazza con i capelli rossi a simboleggiare la sua immensa passione per la vita.
Leo, il ragazzo che nessuno può capire, bello quanto tormentato.
Jenna, ritardardataria perenne, alle prese con i capricci dell'amore.
Il trio vincente che spaccherà il 'culo' al mondo.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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“Forza che il taxi è arrivato…Muoviti!”

Le valigie sono pronte, i vestiti sono piegati al loro interno, ammassati l’uno sopra l’altro per sfruttare più spazio possibile.

“Amy!!! Ti vuoi dare una mossa?? Vengo su a prenderti se non ti sbrighi!”

Lei, come l’avevano chiamata, Amelia, per gli amici Amy, capelli rossi lunghi, sempre mossi da un'impercettibile brezza leggera, ed occhi di un verde intenso, come l’erba in primavera.

È pronta.

O forse no

Le manca qualcosa, sente un peso che le preme sullo stomaco, una sensazione di forte angoscia, cosa le manca?

Partire sola per New York è il sogno di ogni ragazza ventenne, ma non il suo, lei che avrebbe preferito di passare l’estate poltrendo con i suoi due migliori amici, Leo e Jenna; lei che sta per prendere l’aereo per andare a New York, invitata da una lontana zia che le ha prontamente offerto ospitalità, allettata dall’idea di conoscere finalmente quella sua nipote sperduta in Inghilterra; lei che…

“Ti avevo avvertito che sarei venuto!”

Un ragazzo alto, biondo, con occhi color nocciola dalle sfumature mielate, dal fisico scolpito nel marmo, entrò spalancando la porta della sua camera all’improvviso, afferrandola per la vita.

Caricatala in spalla, si portò giù dalle scale quel sacco scalciante ed urlante che era la sua migliore amica.

“Leo!!! Giuro, se non mi metti giù all’istante ti ammazzo! Non sto scherzando!! Mettimi immediatamente giù, idiota che non sei altro!”

“Sei dimagrita! Finalmente quella massa di ciccia è diminuita un po'!” dice Leo, posandola a terra, ridendo e beccandosi un pronto pugno nello stomaco.

“ E tu finalmente hai messo su qualche muscoletto! Era ora! Magari adesso smetti di essere il solito sfigato!!”

Adesso anche lei si era messa a ridere partendo con uno scatto felino su per le scale per recuperare i i bagagli e lasciando dietro di sé un Leo borbottante improperi sull’ultima battutaccia da lei pronunciata.

Ridiscendendo di nuovo le scale con un libro incastrato tra i denti, da cui spunta un biglietto aereo spiegazzato e con le mani totalmente ingombre da valigie e borse in quantità, quasi a sembrare un facchino.

Leo, che intanto assiste alla scena con un sorriso da far invidia allo Stregatto in “ Alice nel Paese delle Meraviglie”, con un gesto elegante fa un inchino “alla tua grazie ed eleganza- simulando l’atto di asciugarsi una lacrima- purtroppo dolorosamente cadute entrambe in battaglia contro i tuoi piedi aggraziati come quelli di un elefante”. L’amica, sempre con il libro in bocca, lo squadra in modo abbastanza esplicito da fargli istantaneamente chiudere il “forno”, per non usare epiteti poco educati e fini. Sempre guardandolo male si fa aprire la porta, mollando un paio di borse in mano a Leo. Chiamando l’ascensore Amy scopre che la malinconia è stata solo rimandata al viaggio in aereo, quando sarà sola con il suo romanzo letto e riletto di Jane Austen, ”Orgoglio e Pregiudizio”, sognando ancora per una volta ad occhi aperti quel principe azzurro a cui aveva smesso di credere da anni.

Leo intanto, cercando di trovare le parole giuste per rallegrare almeno un poco l’animo della sua Amy, aveva notato la tristezza guizzare fugacemente tra le profondità degli unici occhi di donna che avesse mai capito.

Però sapeva di rischiare di tradire Jenna e se stesso se le avesse detto della sorpresa incombente che la aspettava all’aeroporto, architettata per la buona riuscita di quel viaggio che Amy non riusciva ad affrontare.

Nel frattempo Jenna stava cercando di uscire il più in fretta possibile.

Nel giro di un’ora la sua migliore amica sarebbe andata via per due mesi volando fino a New York, e lei non era ancora pronta. Correndo come una pazza furiosa, urlando cosa mettere in valigia a Michael, il suo fidanzato nonché coinquilino da ormai ben cinque anni, che, disperato, cercava di stare dietro alla sua isterica ragazza. Mentre va avanti e indietro dall’armadio, infilandosi alla cieca un vestito, mezzo spiegazzato su una sedia, e degli stivali, anch’essi trovati alla rinfusa nella scarpiera, Jenna passa di sfuggita davanti a uno specchio. La sua bassa, ma dolce e armoniosa figura, si ritrova immersa nella piena luce del primo mattino entrata dalla finestra della stanza. Afferrando poi una borsa a caso si dirige, sempre ripetendo di essere in ritardo, verso il salotto dove Michael l’aspetta impaziente.

Vedendo quel corpicino da ragazzina cresciuta Michael si sente come la prima volta che i suoi occhi blu si posarono su Jenna: la frangetta ormai persistente nei suoi capelli rende il suo viso più innocente e grazioso, il vestito turchese che indossa le dona, facendo risaltare la sua carnagione candida come neve e completando così il contrasto tra i suoi capelli e gli occhi neri.

“Amore?? Tesoro? Michael???”

Risvegliato dai suoi pensieri da quella vocina sempre più acuta per l’agitazione, preso dalla frenesia delle riflessioni appena fatte, afferra per la vita la sua ragazza e la bacia con passione. Come sempre il mondo intorno a loro scompare, lasciando spazio solo a lui e Jenna, entrambi alla ricerca di quel bacio che simboleggia l’amore che l’uno sa di provare per l'altro. Le lingue di entrambi assaggiano come cibo prelibato e proibito il sapore dell’altro, ormai conosciuto, nascosto dietro all’aroma di quel caffè sorseggiato nella fretta del ritardo qualche minuto prima. Tutto quello che avevano in mano è ormai caduto precipitosamente a terra, ma nessuno dei due dà segno di accorgersene. La mano di Michael, desiderosa di un contatto più intimo, stringe con forza i morbidi fianchi di Jenna, facendoli avvicinare sempre più fino a fare combaciare alla perfezione i loro corpi.

“Driiiiiiiinn! DRRRIIIIIIINN!!”

“ Oh cavolo!!! - strilla Jenna - Mi sto perdendo il volo!”

Leo sorridendo saluta con la mano Amy che, triste, si dirige verso la zona del check-in, sola. Jenna non ce l’ha fatta a venire a salutarla, l’aveva sentita al telefono, dispiaciuta e imbarazzata perché come al solito il suo ritardo era da ritenersi “imperdonabile”. Fatto il check-in, si abbandona distrutta su una poltroncina vicino al suo gate di imbarco. La sua mente per diversi minuti vaga attraverso mondi e universi che ci restano sconosciuti, dandole una sensazione di pace e serenità assoluta con il mondo.

“Ultima chiamata per il volo Londra- New York 04351 al gate 26 per l’imbarco”

Quale potrebbe essere il modo migliore per rovinare un momento del genere? Ecco la risposta! Afferrando la borsa di Louis Vuitton Amy si precipita verso le hostess che, squadratala con poco garbo, la fanno salire sull’aereo. Arrivata finalmente alla fila giusta, infila il bagaglio a mano nello scomparto superiore e accenna a voler arrivare al suo posto rigorosamente vicino al finestrino. Due gambe pericolosamente famigliari però la bloccano.

Amy prova ad accennare uno “scusi” ma quando l’enorme giornale, che copriva l’identità del proprietario delle gambe, si scosta esclama; “ Leo?! Jenna!? Che ci fate qui??” 

  
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