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Autore: AmericanDream    11/01/2014    0 recensioni
DAL TESTO:
È incredibile come si può essere ciechi a volte e non renderci si conto che la persona che stiamo cercando disperatamente è proprio al nostro fianco e sta solo aspettando pazientemente che apriamo gli occhi e ci accorgiamo che è qui solo per noi
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Un nuovo inizio...

Insieme

 

Sono settimane che non mi muovo da questo letto, non esco, non vado a lavoro...
Da quando Matthew mi ha lasciata, non riesco a fare niente. È stato come un colpo al cuore, lui era l'uomo del quale mi ero innamorata, l'uomo che mi ha chiesto di sposarlo e colui che mi ha aiutata a superare il mio dolore più grande. Lui è stato l'uomo che mi è stato vicino quando ho saputo che non potevo avere figli, lo è stato per due anni, fino a quando qualche settimana fa mi ha detto che questo non gli bastava più... che aveva capito di non poter creare una famiglia senza un figlio. Ho provato a parlargli, a spiegargli che c'erano altri modi ma non ha voluto ascoltarmi. Come fa una persona ad aiutarti a superare un dolore così grande per poi usarlo contro di te?
Mentre sono persa nei miei pensieri e per l'ennesima volta mi domando come ho fatto ad essere così sciocca, sento il telefono squillare...
È Dylan. Il mio migliore amico, il mio angelo custode e l'uomo più importante della mia vita, dopo Matthew. Lo conosco ancora dagli anni del liceo, un tempo ne ero anche innamorata, ma non è mai successo niente tra noi due e poi ho incontrato Matthew quindi...
Il telefono continua a squillare da un paio di minuti ormai, ma non ho nessuna voglia di rispondere. Fortunatamente smette di squillare dopo ancora qualche minuto e penso che ci abbia rinunciato, ma mi dimentico che dopotutto sto parlando di Dylan; infatti, dopo un po' sento qualcuno bussare alla mia porta. Lo ignorerei ma so che non se ne andrà tanto presto quindi, anche se a malavoglia, mi alzo e vado ad aprire. Come sospettavo, mi trovo davanti un Dylan preoccupato e affaticato, come se si fosse fatto di corsa tutte le scale.
"Dylan che ci fai qui? Mi pare di averti ripetuto più volte che non mi va di vedere nessuno..."
"Che pretendi, ero preoccupato, non rispondi ne alle mie chiamate ne a quelle delle tue amiche. Volevo vedere se stavi bene".
"Bé mi hai vista, adesso vattene, voglio restare da sola"
"No, non se ne parla. Non esci da questo appartamento da settimane, quindi adesso tu vai ti fai una bella doccia e ti metti qualcosa di comodo, perché tra esattamente due ore, alle otto in punto, ti passo a prendere e ti porto a fare una passeggiata e non ti conviene farti trovare impreparata altrimenti ti porto fuori a forza, anche se sei in pigiama".
Detto questo se ne andò, lasciandomi sbalordita e pentita di avergli aperto la porta. Decido di assecondarlo non tanto per la mia voglia di uscire quanto per il fatto che non voglio far sfilare il mio bel pigiama con gli elefantini rosa in giro per la città.
Mi concedo un lungo bagno caldo nella vasca, non mi sentivo così rilassata da tempo e solo ora ho capito perché Dylan mi ha dato ben due ore di tempo per prepararmi, quando sarebbe bastata solo una mezz'ora. Lui è sempre stato l'unico in grado di capirmi a pieno e a sapere di cosa avevo bisogno.
Dopo il bagno, mi metto un paio di jeans elastici e una felpa larga, dopotutto mi ha detto di vestirmi comoda e poi non me la sento proprio di mettermi in tiro, in fondo non è un appuntamento.
Sono le otto in punto quando bussa alla mia porta, la sua puntualità mi ha sempre lasciata basita, questa qualità mi piace in un uomo. Quando apro la porta lo vedo incantarsi davanti a me, mi è sempre piaciuto questo suo comportamento nei miei confronti. Dopo poco si riprende e mi saluta.
"Ehi vedo che sono riuscito a convincerti ad uscire dal letto".
"Io direi obbligata, ma lasciamo perdere... Dove mi porti?"
"Sorpresa... dai andiamo" detto questo mi accompagna fuori, saliamo in macchina e partiamo.

Pensavo che andassimo a fare una passeggiata.."
"Ho cambiato idea, voglio portarti in un posto speciale".
"Dove?"
"Te l'ho detto è una sorpresa.."
Dopo una ventina di minuti finalmente lo vedo girare ed entrare in una piccola via e poi accostare vicino al marciapiede. Mi guardo intorno spaesata e poi mi giro verso Dylan con uno sguardo a metà tra l'interrogativo e lo scettico.
"Che c'è ?"
"Sarebbe questo il tuo posto speciale? Un edificio demolito? Seriamente?"
"Questo non è un 'edificio demolito' qualsiasi, è il luogo dove ci siamo conosciuti.."
Appena sento queste parole resto a bocca aperta, non avevo riconosciuto ne la via ne il posto!!
"Non posso crederci! La nostra vecchia scuola, non sapevo che la stessero demolendo.."
"Si, vogliono costruirci un parco per i bambini. Dicevano che una scuola superiore in questo quartiere era inutile anche perché i pochi studenti che la frequentavano non erano da queste parti e quindi dovevano usare i mezzi pubblici. Così hanno deciso di demolirla .."
"Wow, io non sapevo niente" dico con tono dispiaciuto, ci tenevo davvero tanto a questo posto, in fondo qui ho passato i migliori anni della mia vita e, anche se non lo ammetterò mai, è grazie a questa scuola che ho conosciuto Dylan. Guardandomi intorno, anche se ormai non c'è quasi più niente, io vedo tutti i miei bei momenti con lui e senza rendermene conto mi giro a guardarlo e noto che mi sta fissando incantato. Abbasso lo sguardo imbarazzata e gli domando come mai mi ha portata qui.
"Voglio farti vedere una cosa, vieni" mi risponde tutto emozionato, per poi trascinarmi per un braccio fino a un grande mucchio di massi che un tempo corrispondevano alla nostra palestra. Quando li oltrepassiamo e riesco a vedere cosa c'è dopo, resto a bocca aperta, al centro, tra le rovine e i mucchi di polvere, nell'enorme spazio vuoto vi è disteso un telo bianco circondato da candele e cosparso da petali di rosa rossi e blu. Centinaia di fiori di lilium, il mio fiore preferito, formano un grande cerchio intorno al telo e alle candele dando un'atmosfera ancora più intima e romantica al tutto. Solo dopo essermi ancora avvicinata noto che sul telo ci sono anche altre cose, un thermos, un album fotografico e una coperta. Sento Dylan avvicinarsi e fermarsi alle mie spalle.
"Ti piace?.." chiede speranzoso "... erano settimane che non uscivi di casa e volevo fare qualcosa per tirarti su di morale, pensavo che un bel tuffo nel passato ti avrebbe ricordato che Matthew non è la tua unica ragione di vita, sì è stato importante per te ma ci sono ancora tante persone che ti vogliono bene e per le quali vale la pena riprendere in mano la tua vita."
Resto in silenzio per il semplice fatto che nessuna risposta sarebbe all'altezza, di fronte alla dolcezza di quest'uomo. Mi giro e lo guardo con gli occhi lucidi per poi saltargli al collo e scoppiare in un pianto silenzioso, non mi sentivo così amata e protetta da molto. Dylan mi stringe a se sussurrandomi parole dolci all'orecchio che neanche riesco a comprendere a causa dei miei singhiozzi. Mi porta al centro del telo e mi fa sedere, lui si siede dietro di me e mi abbraccia facendomi posare la testa sul suo petto e coprendoci entrambi con la coperta lì vicino. Poi prende il thermos, versa il liquido scuro dentro due bicchieri di carta e me ne porge uno.
"Ricordo che quando eravamo ragazzi amavi da morire la cioccolata calda" mi dice tutto sorridente mentre io mi porto il bicchiere alle labbra rivivendo tutti i pomeriggi in cui io e Dylan guardavamo un film sotto le coperte con una tazza di cioccolata calda in mano e infatti, come se mi avesse letto nel pensiero, lui mi dice:
"Ti ho portato alcune foto di quando eravamo ragazzi, pensavo che magari ti avrebbe fatto piacere rivivere alcuni dei nostri momenti più belli".
Prendo l'album in mano e inizio a sfogliarlo lentamente, osservando ogni singola foto buffa, tenera o imbarazzante che sia e solo adesso mi rendo conto di come Dylan in tutti questi anni mi è stato vicino in ogni momento triste, emozionante, felice o importante che ho vissuto, di come mi abbia sempre capita, protetta e amata in silenzio. È incredibile come si può essere ciechi a volte e non renderci si conto che la persona che stiamo cercando disperatamente è proprio al nostro fianco e sta solo aspettando pazientemente che apriamo gli occhi e ci accorgiamo che è qui solo per noi e che ci sta offrendo il proprio cuore senza chiedere niente in cambio. Nuove silenziose lacrime scendono sul mio viso mentre mi giro lentamente verso Dylan. Mi guarda negli occhi e sono sicura che in questo momento può leggerci tutta la gratitudine, l'ammirazione e l'amore che provo per lui ma io nei suoi vedo solo timore, di aver sbagliato, di avermi ferita o allontanata, ma ci trovo anche tutto l'amore che non ero riuscita a notare per tutti questi anni. Averlo davanti a me così intimorito e in preda ai propri sentimenti mi fa provare una tenerezza incredibile nei suoi confronti, vorrei rassicurarlo con un sorriso e fargli capire quanto gli sono grata ma l'emozione e il mio battito accelerato non me lo permettono. Quindi faccio l'unica cosa che mi passa per la testa, che avrei dovuto fare anni fa, gli accarezzo una guancia con la mano e poggio le mie labbra sulle sue. Lo bacio lentamente e così delicatamente da sentire a malapena le sue morbide labbra sulle mie. Inizialmente è sorpreso ma dopo qualche secondo mi prende il viso tra le mani e preme con più forza le sue labbra contro le mie in un dolce bacio labbra contro labbra. Ci stacchiamo dopo pochi secondi per riprendere fiato ma lui non mi lascia andare lontano, infatti mi stringe per la vita e poggia la sua fronte sulla mia. Quando i nostri battiti tornano regolari, io mi allontano da lui il necessario per poterlo guardare negli occhi, ora sono sicura che entrambi proviamo la stessa cosa: un senso di completezza reciproca e la consapevolezza che da ora in poi tutto sarà diverso, tutto andrà per il meglio. Ci sorridiamo e io riappoggio la mia testa sulla sua spalla e la mia fronte contro il suo collo con la certezza che da adesso sarà questo il posto che mi proteggerà dal mondo.

  
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