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Autore: ladymisteria    12/01/2014    3 recensioni
River Song è abituata alle visite notturne del Dottore, ma cosa succederebbe se - per una volta - il Gallifreyano si presentasse davanti alla sua cella in pieno giorno?
Versione riveduta e corretta.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 1, Doctor - 11, River Song
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Suppongo che il nome “Stormcage” derivi dal consueto clima piovoso».

River Song sobbalzò, voltandosi e vedendo - al di là delle sbarre della sua cella - il Dottore.

«Che ci fai qui?! E’ pieno giorno, potrebbe vederti qualcuno!» esclamò la donna, alzandosi.

Il Dottore fece spallucce.

«Sono sicuro che la modalità invisibile del TARDIS potrebbe sicuramente tornarmi utile, nel caso in cui una guardia decidesse di venire da queste parti... Inoltre, chi sa che aspetto abbia "Il Dottore" – e soprattutto che è ancora vivo – al momento?» chiese, fissandola sornione.

River ghignò.

«Io lo so».

L’uomo si finse scandalizzato.

«Vorresti tradirmi così? Cattiva ragazza… Chiaramente, dunque, è una fortuna che la mia “visita diurna” non possa protrarsi molto a lungo...» disse, giocherellando con le sbarre.

River era già pronta a ribattere, quando dal corridoio affianco sopraggiunse una guardia.

«Ehi! Resti fermo dov’è, non si muova!» esclamò questa, estraendo rapidamente la pistola e puntandola verso il Dottore, che ebbe appena il tempo di scambiare un’occhiata divertita con River.

«Chi è lei? E come è arrivato fin qui? L’avverto che se sta cercando di far evadere la dottoressa Song, sarò costretto a sparare ad entrambi!» continuò la guardia, avvicinandosi.

Il Dottore assunse la migliore delle sue espressioni oltraggiate.

«Far evadere questa donna?! Per chi mi ha preso, per un folle?!» esclamò, estraendo il portafoglio con l’inseparabile carta psichica. «Dottor Smith. Sono stato mandato qui per valutare la salute mentale della detenuta».

La guardia gettò un’occhiata al documento, poi abbassò l’arma.

«Non eravamo stati informati del suo arrivo, signore» disse, a mo' di scusa.

Il Dottore sbuffò, rimettendo al suo posto la carta psichica.

«Non ne dubito. La burocrazia è sempre terribile, in questo genere di cose».

L’altro uomo studiò River.

«Ci sono dubbi sulla sua sanità mentale?» chiese, diffidente.

«Mi sembra ovvio! Da quanto ho letto nel suo fascicolo, la dottoressa Song ha ucciso – apparentemente senza alcun motivo – un pover'uomo. Un eroe per molti, stando a quanto mi è stato riferito. Le sembra un comportamento da persona sana di mente? Inoltre, non è necessaria più di una rapida occhiata per rendersi conto della completa pazzia della detenuta!» esclamò il Dottore, in tono professionale.

«Stai seriamente camminando sul filo del rasoio, Dolcezza…» lo ammonì River, divertita.

Il Dottore lanciò un’occhiata rassegnata alla guardia, picchiettandosi un dito sulla tempia.

«Che le avevo detto?» sospirò.

La guardia annuì, girando sui tacchi ed allontanandosi nuovamente.

«Avviserò i miei colleghi di non pattugliare quest’area fino a quando non avrà terminato» disse, prima di voltare l'angolo.

«La ringrazio».

Il Gallifreyano attese di essere nuovamente solo con la donna, prima di parlare.

«Non mi stancherò mai di dirlo: gli umani si fidano troppo» borbottò, facendo spallucce. «Se queste sono le persone che ti sorvegliano, non fatico a comprendere la facilità con cui evadi».

River scoppiò a ridere.

«Di solito sono più… attente. Ma non al loro primo giorno. Non quando sono ancora nuovi acquisti».

L’uomo ghignò nuovamente.

«Allora avevo ragione: sono decisamente fortunato, oggi. E probabilmente lo sei anche tu. Non sono poi così sicuro, infatti, che qui a Stormcage prenderebbero bene il fatto che tu riceva visite a loro insaputa… Senza una pistola stordente, chissà quanto tempo sarebbe passato, prima che tu potessi nuovamente uscire...».

La donna ammiccò.

«So cavarmela perfettamente anche senza quel tipo di armi, Dolcezza».

«Oh, non ne dubito affatto, River. Sicuramente il rossetto allucinogeno è di grande aiuto. Anche se ricordo perfettamente di averti chiesto di usarlo solo in caso di emergenza».

River estrasse da una delle tasche il sottile accessorio, giocherellandoci.

«Chi ti dice che io non lo faccia?» chiese, innocente.

Il Dottore le scoccò un’occhiata divertita.

«In quel caso dovrò fare due chiacchiere con il responsabile della prigione. Mai viste tante emergenze in così poco tempo. Chissà, potrei anche offrire il mio aiuto per ridurle…».

La donna rise piano, passando il rossetto al Dottore.

«Se può attenuare la tua gelosia…» lo provocò.

Il Gallifreyano scosse il capo.

«Come se fosse l’unico che possiedi. E non è necessario che tu me lo consegni; non saprei che farmene. Non è il mio colore».

Di nuovo, River rise.

«Perché non entri a cercare gli altri, allora? Sembra che tu non voglia credermi, quando nego la loro esistenza».

Il Dottore emise uno sbuffo incredulo.

«Puoi biasimarmi? L’ultima volta mi avevi praticamente giurato di non aver portato il blaster con te al ristorante…»

«Non l’ho fatto!»

«…E la stessa sera ho scoperto che avevi due pistole al plasma e un revolver!».

River passò distrattamente le dita sulle sbarre della sua cella.

«Però non avevo il blaster...» mormorò.

Il Dottore scoppiò a ridere, sconcertato.

«River Song, sei assolutamente incredibile».

La donna si fece nuovamente da parte.

«Quindi che farai? Correrai il rischio di fare una brutta figura ed entrerai a cercare questi ipotetici rossetti?».

Il Gallifreyano scosse il capo.

«Te l’ho detto. La mia è una visita brevissima. Non posso trattenermi per molto. Ho da fare».

River assottigliò gli occhi, sospettosa.

«Hai da fare? In nome della sanità mentale, che mai può avere da fare un uomo morto?!».

Il Dottore si avvicinò di più alle sbarre, un guizzo divertito negli occhi verdi.

«Spoiler».

River spalancò la bocca, piccata.

«Ti odio»

«No, non è vero» ghignò l’uomo. «Ma diciamo che io voglia accontentarti, dicendoti i miei piani per oggi... Cosa otterrei in cambio?».

La donna si fece pensierosa.

«Beh, visto che sono stati il fulcro della nostra conversazione - e che il fatto che io possa usarli senza che ve ne sia un reale bisogno sembra infastidirti… Ti consegnerò i miei rossetti speciali. A patto che tu mi permetta di averne sempre uno con me!».

«Quindi avevo ragione, ne avevi altri...» ghignò trionfante il Dottore.

«Oh, sta zitto. Come se non lo sapessi... Allora, che ne dici del nostro accordo?».

Il Gallifreyano tese la mano a River.

«Affare fatto, dottoressa Song».

[*]

«E questo è quello che terrò per me. Ecco fatto. Io ho rispettato la mia parte del patto. Ora sta a te: cos'hai da fare di così misterioso?» chiese River, mettendo al sicuro il rossetto allucinogeno rimasto in suo possesso.

«Io? Assolutamente nulla» replicò tranquillamente l’uomo.

«Che cosa?!» esclamò River, scioccata.

«E’ la prima regola, River. Lo sai bene» cantilenò il Dottore.

La donna si corrucciò.

«Non è leale» borbottò, tenendogli il broncio.

«Oh, avanti… Avresti mai proposto questo scambio, se non ti avessi… aiutata un pochino?» sorrise il Dottore, togliendosi con fare distratto un po’ di polvere dalla giacca. «Inoltre, l’averne davvero solo uno ti aiuterà a ricordare di usare il rossetto veramente solo in caso di emergenza».

River sbuffò.

«Tu sai di star facendo la figura dell’uomo geloso, vero?»

«Probabile».

«E lo sei?» domandò, interessata.

«Possibile».

La donna sorrise, tornando a sedersi sulla sua brandina.

«Quindi è stata tutta una messa in scena. Sei venuto qui solo per “requisire” i miei rossetti, ed impedirmi così di baciare chiunque».

Il Dottore sembrò offeso da quell’affermazione.

«Mi ritieni davvero così meschino, tesoro? Sono qui perché volevo vederti. È forse un crimine, questo? Solo che il discorso si è spostato sui tuoi rossetti e così…».

River sbuffò nuovamente.

«Vecchio idiota sentimentale...» mormorò, non riuscendo tuttavia a celare la nota compiaciuta nella sua voce. «Quindi è per questo che ti sei presentato qui in pieno giorno. Per evitare di incontrare - per errore - una tua possibile versione futura o passata...».

L’uomo fece spallucce.

«Meglio essere prudenti» confermò.

River scosse il capo, divertita.

«Ottima idea, Dottore. Oserei dire, anzi, che sei stato molto attento. Non ti succede spesso...».

Il Dottore finse di non averla sentita.

La donna si guardò intorno, tranquilla.

«Ora che mi hai costretta a ricorrere a certi metodi solo per emergenze, come pensi potrò trascorrere le mie notti in giro per l’universo con te?».

Il Gallifreyano non sembrò molto turbato da quell’aspetto della conversazione.

«Puoi benissimo aspettare il mio arrivo» disse.

River scoppiò a ridere.

«Allora penso sia meglio mettersi comodi. La tua puntualità mi è nota sin dalla più tenera età».

Il Dottore le lanciò un’occhiataccia.

«Questo è un colpo basso, dottoressa Song»

«I miei lo sono sempre» gli ricordò lei, serafica.

L’uomo sbuffò, rassegnato.

«Beh, è un peccato. Perché avevo giusto in mente di portarti in Egitto, durante la costruzione delle più importanti piramidi. Per saziare un po’ quella tua malsana curiosità archeologica, sai...» spiegò con finto fare dispiaciuto. «E, data la nostra fortuita presenza lì, pensavo inoltre di chiedere la tua assistenza con un problemuccio legato ad un gruppo di Taleriani particolarmente ostili. Ma ora non penso che tu ti sia meritata un simile regalo. No, no...».

River si rialzò d'un lampo, avvicinandosi alle sbarre.

«Ti propongo un nuovo scambio, che ne dici? Tu ripensi alla tua decisione, e io non mi arrabbierò quando vedrò uno dei rossetti che mi hai così gentilmente sottratto in mano a un’altra donna».

L’uomo le diede un gentile buffetto sul naso.

«Non credo affatto che sia un buono scambio. In fondo, potrei sempre ricordarmi di non regalarli a nessun'altra...»

«Sarebbe barare».

Il Dottore ghignò divertito.

«Non è quello che faccio sempre?».

[*]

La guardia imboccò il corridoio che portava alla cella della dottoressa Song, un plico di fogli tra le mani.

«Ho qui il registro presenze di oggi, dottor Smith. A quanto pare si è dimenticato di firmarlo. Sarebbe meglio che lo facesse, per evitare di finire…».

Alzò lo sguardo, guardandosi intorno spaesato.

«…nei guai» finì.

Ma ormai non c’era più nessuno ad ascoltarlo...

   
 
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