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Autore: ILoveMrHazza    12/01/2014    3 recensioni
A volte un incontro casuale può cambiarti la vita, altre volte è soltanto un qualcosa di passeggero. Poi ci sono quegli incontri, pochi tra tanti, che sembrano essere un segno del destino.
Posso due persone essere nello stesso posto, nello stesso momento e non "vedersi" ?
Hai mai immaginato di innamorarti di qualcuno e non saperlo?
La vita di Carrie e Ashton girerà intorno a questa domanda e solo col passare degli anni i due capiranno cos'è realmente successo quella sera.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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This Is Just The Beginning


“I wish that this night would never be over
There’s plenty of time to sleep when we die
So let’s just stay awake until we grow older
If I have my way we’d never close our eyes
Never!”
 

20 Aprile 2010

Erano in fila da quasi due ore e Carrie non ne poteva più di aspettare. La pazienza non era mai stata il suo forte e nonostante cercasse di mantenere la calma, in quella situazione nessuno ci sarebbe riuscito.  La gambe iniziavano a fremerle e il cuore le batteva all’impazzata. L’adrenalina aveva preso possesso del suo corpo e non avrebbe resistito a lungo in quelle condizioni. Voleva gridare, aveva voglia di dire al mondo che ce l’aveva fatta, che era arrivata a destinazione e che finalmente stava per vivere il momento tanto atteso ma, guardandosi intorno, si rese conto che nessuno avrebbe riconosciuto la sua voce tra quella delle altre fan.
Gli All Time Low erano la band punk pop più conosciuta di tutta l’America e quella sera Carrie li avrebbe visti per la prima volta. Conosceva a memoria il testo di ogni loro canzone, li aveva seguiti per anni, aveva vissuto attraverso di loro, aveva riempito la sua camera di cd, tutto per arrivare a quella sera.
Un sorrisino le si formò sul volto quando due braccia l’avvolsero da dietro. Si voltò di scatto e ritrovò il sorriso di James a pochi centimetri dalla sua faccia.
“Pronta piccola Carrie?”
Si lasciò sfuggire un ghigno mentre Carrie lo fulminò con lo sguardo. Odiava quel soprannome, odiava essere considerata la più piccola solo per qualche mese di differenza.
James era uno di quei ragazzi un po’ scontrosi ai quali una ragazza non darebbe mai confidenza, ma questo non valeva per Carrie. James era il suo migliore amico fin dall’asilo e in tutti quegli anni aveva imparato a conoscerlo. Aveva capito quanto le persone si sbagliassero sul suo conto: James non era scontroso o antipatico, semplicemente preferiva tenere le cose per sé. James aveva mostrato il suo vero essere soltanto ad una persona e quella persona era Carrie. Anche Carrie aveva fatto lo stesso: aveva mostrato a James la vera sé ed era per questo motivo che ogni giorno era costretta a sentire quell’odioso nomignolo. “Piccola”. James sapeva quanto Carrie odiasse quella parola e questo lo divertiva molto. Quella sera indossava una maglia della band e un paio jeans stretti che sembravano impedirgli i movimenti. Come al solito i riccioli biondi gli cadevano sul volto ostruendogli la visuale e coprendo i suoi meravigliosi occhi azzurri. Si era finalmente deciso a tagliarli, ma di tagliare quel ciuffo proprio non voleva saperne. Carrie si era sempre chiesta come facesse a vivere in quelle condizioni ma sapeva quanto James fosse particolare e per questo lo adorava. James era la parte mancante che serviva a Carrie per completare il puzzle della sua vita.
Una vocina alle spalle del ragazzo attirò la sua attenzione. Lucy e Kara erano in fila con loro e stavano facendo commenti riguardo l’andamento della serata. Carrie sorrise e restò ad osservarle per un po’. Le aveva conosciute poco dopo l’inizio del liceo ed erano diventate subito amiche. Lucy era una ragazza molto timida. Aveva dei lunghi capelli castani e i suoi occhi erano di un verde smeraldo. Kara invece era molto estroversa. Adorava vestirsi alla moda, cambiare continuamente colore di capelli e la musica sembrava essere l’unica cosa in grado di legarla al gruppo.
C’era una cosa delle due che divertiva molto Carrie: litigavano spesso tra di loro per l’attenzione di James ma per Carrie, nonostante fosse il ragazzo più popolare della scuola, era semplicemente James  e per questo non riusciva a spiegarsi il motivo di tutte quelle discussioni.  
Scrollò le spalle, notando lo sguardo dei tre puntato su di lei, e sorrise.
“è un concerto non una guerra!”
Ridacchiò per poi voltarsi ad osservare l’uomo che, accanto  a lei, strappò il biglietto e la lasciò entrare.
Una volta dentro, i quattro ragazzi cercarono i loro posti. Carrie alzò lo sguardo e ciò che vide la lasciò di stucco. L’arena era immensa e piena di gente. Per fortuna i loro posti erano sotto al palco.
James richiamò l’attenzione delle tre ragazze e le invitò a seguirlo. Si addentrarono tra la folla e raggiunsero i loro posti. Si posizionarono in modo da riuscire a vedere tutto perfettamente e attesero che il concerto cominciasse.
“è pazzesco! - esclamò Lucy guardandosi intorno - non mi aspettavo tutta questa gente.”
“Sono gli All Time Low! - pronunciò Kara ridendo - che ti aspettavi?”
Prima che Lucy potesse rispondere, un urlo riempì l’arena.
“Buonasera Londra!”
La voce di Jack Barakat interruppe la loro conversazione attirando l’attenzione di tutti. Carrie si sentiva come una bombola di gas pronta ad esplodere. Non riusciva più a trattenersi, così lasciò che le sue urla si confondessero con il resto del pubblico. Era il momento più bello della sua vita ed era soltanto l’inizio.
La band diede il via al concerto con la sua canzone preferita To Live and Let Go. Nello stesso istante in cui la ragazza era pronta a gridare le parole del ritornello, che sentiva sue più di ogni altra cosa al mondo, una risata catturò la sua attenzione. Si voltò verso James con sguardo confuso. L’osservò per pochi istanti e si rese conto che la risata non proveniva dal suo amico. Spostò di poco lo sguardo e notò i due ragazzi accanto al biondo. Sentì una stretta allo stomaco quando incontrò lo sguardo di uno dei due. Gli occhi del ragazzo erano di uno strano colore ma avrebbe giurato di aver visto del verde. I suoi capelli erano di un biondo scuro e i riccioli gli ricadevano sulla fronte. Sorrideva come se quello fosse l’ultimo giorno della sua vita, come se non ci fosse un domani e questo portò Carrie a sorridere a sua volta.
“Smettila Ash!”
La voce dell’altro ragazzo attirò l’attenzione della ragazza. Aveva rimproverato l’amico per avergli poggiato una mano sulla spalla. Le scappò una risatina quando realizzò che quella scena l’aveva già vissuta tempo prima con James. Quello che la fece più ridere furono i capelli dell’altro ragazzo. Erano di un rosa shocking, in netto contrasto con il verde profondo dei suoi occhi.
“Cosa stai guardando? – James le ostruì la visuale – non mi sembra di vedere Jack tra il pubblico. Oh aspetta – ridacchiò – forse perché è sul palco?”
Carrie lo fulminò con lo sguardo e “ smettila James, lo sai che non ho una cotta per lui!” disse sperando che le luci colorate riuscissero a nascondere il rossore che le si era formato sulle guance.
“Già e io e Alex stiamo per sposarci – ridacchiò Lucy -  lo sanno tutti che hai una fissa per i chitarristi!”
Ancora una volta, la risata del ragazzo dai capelli rosa attirò la sua attenzione e le parole che uscirono dalla sua bocca fecero si che Carrie desiderasse sparire per sempre.
“Hai sentito Ash? – si rivolse all’amico – adora i chitarristi!”
Un ghigno di soddisfazione si formò su suo volto mentre il ragazzo, che Carrie aveva capito chiamarsi Ash o semplicemente Ashton, ignorò le sue parole e tornò a godersi il concerto.
James rise scatenando la furia di Carrie che, senza pensarci due volte, gli lanciò un pugno dritto allo stomaco. Il biondo si piegò su se stesso, imprecando per la poca femminilità dell’amica. Carrie sorrise soddisfatta e si voltò verso il palco ignorandolo completamente.
Alla fine del concerto, Carrie iniziava la fila verso l’uscita mentre James, Kara e Lucy, alle sue spalle, cercavano di capire il motivo di quella drastica reazione.
Da quando aveva colpito James, Carrie non aveva più prestato attenzione ai due ragazzi ma, per tutto il concerto, aveva continuato a chiedersi il motivo di quel sorriso soddisfatto e non avrebbe esitato a chiederglielo se solo non li avesse persi tra la folla.
Una volta usciti dall’arena il freddo colpì in pieno viso Carrie che si lasciò sfuggire una smorfia. Ancora una volta le braccia di James l’avvolsero e le sue labbra si avvicinarono all’orecchio della ragazza.
“Si torna a casa - ghignò – dove mi vendicherò per il pugno ricevuto!”
Si spostò davanti a lei e si incamminò verso l’auto seguito da Lucy e Kara. Carrie rimase a fissarlo, mentre cercava di trattenere una risata convinta del fatto che la vendetta non sarebbe mai arrivata, per poi avanzare e raggiungerli prima di perdersi tra la folla. Salì in macchina, sedendosi al posto del passeggero, e poggiò i piedi sul cruscotto suscitando l’ira di James che, sbuffando, si rassegnò e dopo aver inserito le chiavi partì.
Come al solito, Carrie fu l’ultima ad essere accompagnata. Era convinta del fatto che James le facesse un dispetto ogni volta: accompagnarla per ultima e restare con lei fino all’estremo delle forze. James sapeva quanto Carrie non riuscisse a contrastare il sonno e così si divertiva a vederla crollare pian piano fino al solito “vai via biondo!” per poi sparire dietro la porta e lasciarla dormire. Quella sera non fu diverso. James accompagnò Carrie in casa, salutò i suoi genitori che erano rimasti svegli ad aspettarla, e la seguì in camera. Una volta entrati chiuse la porta alle sue spalle mentre Carrie si lanciò sul suo letto.
“sono stanchissima!” borbottò. “ma è stato divertente, non posso credere che sia finito!”
James si lasciò sfuggire una risatina mentre si sedeva sulla sedia accanto alla scrivania.
“Cosa dicevi riguardo alla cotta per Jack?”
Prima che Carrie potesse controbattere, James indicò i poster sul soffitto e, velocemente, si alzò dalla sedia e sparì dietro la porta.
“Notte piccola peste!” ridacchiò.
“Notte rompi scatole!” rispose Carrie facendogli una linguaccia.
Nell’istante in cui James uscì dalla stanza, Carrie si rilassò stendendo braccia e gambe e un sorriso le spuntò sul viso. I suoi amici avevano ragione: in ogni angolo della stanza c’era un poster di qualche chitarrista. Fin da piccola, l’unico strumento che aveva sempre amato era la chitarra; l’amore per i chitarristi era una conseguenza.
Pronunciò parole incomprensibili prima di sprofondare tra le braccia di Morfeo con addosso ancora i jeans e la maglia del concerto. 

 

 
 
Haya!
Vi ricordate che vi avevo promesso di tornare con una nuova storia? Bhe eccola! Non so come sia nata in realtà e non so qualche sarà la fine ma so che qualche giorno fa avevo bisogno di scrivere e l’ho fatto. È partito tutto da un film che stavo vedendo e uno dei protagonisti pronunciava questa battuta: “Ogni frase, sospiro o parola che un possibile protagonista o traditore o amante potrebbe pronunciare prende possesso della mia mente e non riesco a respirare e non riesco a dormire fin quando non riporto tutto sulla carta. Solo in quel momento quelle voci mi abbandonano e posso finalmente riposare in pace.”
Magari qualcuno di voi ha visto il film e sa a cosa mi riferisco. In ogni caso mi sentivo come se tutto questo stesse succedendo anche a me e così ho deciso di tornare a scrivere. Vi informo già da ora che molto probabilmente pubblicherò una volta a settimana perché sono troppo impegnata con l’università e questo era uno dei motivi che mi ha impedito di pubblicare la storia giorni fa. Ma la storia mi piace tantissimo o almeno mi piacciono le idee. Dire se è bella o meno tocca a voi. Quindi vi prego recensite e fatemi sapere cosa ne pensate e se vale la pena continuarla oppure no J
PS: se qualcuno non ha mai letto una mia storia e vuole farlo mi farebbe piacere :3
Ora vi lascio mi sono dilungata troppo haha

PPS: se qualcuno sa fare i banner io ne vorrei uno per questa storia. Fatemi sapere se vi va di farlo e io vi dico come dovrebbe essere :3
Detto questo vi saluto! xx 
  
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