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Autore: Swaggg    12/01/2014    3 recensioni
Tutte le mattine salivo su quel bus che mi avrebbe portato a scuola.
Tutte le mattine guardavo, dai posti più nascosti del bus, il ragazzo dai capelli d'oro, il ragazzo che era sempre da solo se non accompagnato dalla sua musica. Sono Lara Stuart e lui è... non conoscevo ancora il suo nome, troppo irraggiungibile ma incredibilmente vicino.
Amore, dolore, sorprese e mistero ma soprattutto passione, saranno in questa storia. Due anime sole, incomprese dal mondo che affronteranno la vita insieme.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
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Chapter Three.

 


Quella mattina, mia madre era venuta a svegliarmi con un bacio sulla guancia chiamandomi anche 'tesoro'.
Molto strano dato che Maryse Baker era estranea a qualsiasi segno di affetto verso la sua unica figlia o qualsiasi altro genere animale esistente sulla terra. E non sapevo perchè ma mi ero svegliata irritata da quel suo gesto, come per dire 'io sono qui' e non avrei aspettato altro per sputargli in un occhio. Suo padre stava male, e se ne fregava altamente di quello che stava succedendo.
Non andava mai in ospedale e in quel periodo aveva anche anticipato i suoi turni di lavoro escludendo anche me dalla sua vita.
Per non parlare di mio padre, che secondo me aveva l'amante già da un pezzo, e trascorreva la maggior parte delle giornate fuori casa usando la solita scusa 'oggi devo lavorare fino a tardi'. Poco ci credevo e ormai poco mi importava, alla fine pensavo che oltre a quello che mi stesse succedendo non ci fosse niente di peggio. Una ragazza cresciuta troppo in fretta, con disturbi alimentari, asociale e non disponibile all'affetto delle persone ma non perchè non volessi ma, per il semplice fatto, che nessuno mi aveva mai dato attenzioni se non per il nonno. Oh, il nonno. Il signor George Baker famoso pugile degli anni settanta, con grande bontà d'animo, solare e incline nel dare ai meno fortunati. Era così strano vederlo su quel letto d'ospedale, una persona così meravigliosa come lui che era stato ingiustamente colpito da una grave malattia senza rimedi. Ricordavo quando, da piccola, mi portava sempre a comprare i dolci in segreto perchè mia madre si arrabbiava se ne mangiavo troppi, diceva che diventavo iperattiva ed era difficile gestirmi. Ma il nonno odiava le regole e così divenne un nostro piccolo segreto. Ricordavo anche quando lo accompagnavo a comprare i fiori preferiti della nonna, le rose bianche. Facevamo cose fuori dal comune, cose che di solito si facevano con fratelli maggiori, tipo rubare la cioccolata in un supermercato o dire strade sbagliate a chi ci chiedeva un'indicazione, oppure giocare a pugilato e cose varie. Mi ero divertita tanto, e pensare che avevo diciotto anni e tutto era finito da un momento all'altro, senza che nemmeno che ne rendessi conto.
Tirai un lungo respiro, per impedirmi di non piangere e guardai la sveglia al lato del letto. Stavo facendo tardi per la scuola, e poi mi ricordai che quel giorno era domenica. Mi sedetti sul letto, poggiai i piedi per terra e un'ondata di brividi mi pervase a causa del contatto con il pavimento freddo. Dovevo mettere un tappeto così avrei potuto godermi la sua morbidezza e il suo calore. Mi alzai e senza curarmi del mio aspetto o di come ero vestita scesi in cucina convinta che fossero tutti fuori per le loro solite commissioni. Quando arrivai in soggiorno mi resi conto di non essere sola per le voci che rimbombavano all'interno della casa. Riconobbi la voce di mia mamma ma c'erano altre voci e il suono di dita che digitavano su un cellulare. Varcai la soglia della cucina e intravidi delle figure, in modo sfuocate perchè i miei occhi non si erano ancora abituati alla luce incombente che illuminava tutta la casa a differenza della mia stanza che era sempre buia. Mi stropicciai gli occhi, e quando misi a fuoco mi accorsi che queste persone mi stavano guardando.
"Oh, buongiorno cara" mia madre parlò, sorridendomi in un modo così finto che non la badai nemmeno.
"E loro chi sono?" la mia voce era ancora impastata dal sonno, e non immaginai nemmeno quanto il mio alito puzzasse. Dovevo salire e darmi una sistemata forse.
"Non essere scortese, sono i nostri ospiti" sorrise ancora. "Lei è Clare Adams" disse indicando una signora sulla quarantina.
Una donna apparentamente giovane che portava benissimo i suoi anni con quei capelli biondo platino e quel trucco così pesante che se non me l'avesse presentata l'avrei scambiata per una Drag Queen. "E lui è suo figlio Jamie Adams" disse, questa volta indicando un ragazzo biondo presupponendo, forse che avesse la mia età. Sembrava un ragazzaccio con quel suo piercing al naso e quel suo comportamento così buzzurro ma non posso dire che non fosse attraente. Era davvero molto bello.
"Piacere di conoscervi" sorrisi. Il sorriso finto che mi ero abituata a portare tutti i giorni.
Diedi loro le spalle e mi diressi di nuovo in camera mia per vestirmi e andare dal nonno. Era domenica questo significava che avremmo giocato a 'Indovina chi'. Odiavo quel gioco. Ma il nonno lo trovava così divertente a fare descrizioni così stupide dei personaggi che alla fine trovavo anche io quel gioco divertente. Feci una doccia calda, l'aria fuori era fredda e mi venne in mente che eravamo quasi a natale e dovevo assolutamente fare un regalo al nonno. Avrei dovuto scoprire solo cosa. 
Uscii dalla doccia, mi asciugai e indossai le prime cose che mi saltarono all'occhio all'interno dell'armadio che conteneva solo abiti scuri. L'unica cosa che c'era di colorato era il mio vestito per la comunione, che risaliva ai tempi di Giulio Cesare, quindi era inutile farlo rimanere lì dentro ma Maryse mi obbligava a non buttarlo per il semplice motivo che 'avrai un ricordo della tua infanzia felice' diceva ogni qual volta che provavo a liberarmene. Mi truccai contornando i miei occhi di una matita nera, che durante la giornata si sarebbe sciolta mostrando il panda che era in me, ma poco importava. Quando fui sicura di essere pronta, presi le cuffie, il telefono e uscii di casa senza salutare nessuno. Prima di uscire però, incontrai lo sguardo di Jamie, che nel frattempo si era spostato in soggiorno, e mi guardò con aria da presuntuoso. Ma il suo sguardo era del tutto ammaliante.




 


Era confortante svegliarsi da solo in una casa non mia. Svegliarsi una tranquillità così rilassante.
Non ero abituato a causa dei continui litigi dei miei genitori che mi svegliavano in continuazione. Ma in quel momento potei dormire fino a tardi senza nessuna interruzione. Era davvero un toccasana per me.
Mi stiracchiai, felice di aver dormito comodamente e mi uscì un sorriso naturale. Mi alzai e mi diressi in bagno per una bella dolcia calda. I brividi mi invasero non appena entrai nudo in doccia. Il freddo era così insopportabile certe volte. Strofinai bene il mio corpo, passando ripetutamente sulle mie parti basse. Mi venne in mente che non facevo sesso da tanto, troppo tempo. Da quando 'Tutto il male' successe.
E inconsapevolmente, mi ritrovai a toccarmi. Una sensazione di ecstasi pura, una sensazione che avevo smesso di provare. Non ero mai arrivato fino a quel punto, avevo sempre avuto delle ragazze a disposizione pronte a un qualsiasi servizietto. E in quel momento ero completamente solo, in una casa sconosciuta, in una doccia sconosciuta nella quale mi toccavo per puro piacere personale.
Quando raggiunsi l'apice del piacere, feci un'altra passata di bagnoschiuma e poi uscii dalla doccia prendendo il primo asciugamano che mi passò di vista, e senza curarmi che fosse pulita o meno me l'arrotolai attorno ai fianchi. Mi asciugai per bene e indossai i vestiti del giorno prima, visto che quando ero uscito da casa mia non avevo avuto nemmeno il tempo di prendere l'essenziale. Decisi, quindi, di andare a casa e controllare la situazione quindi se potevo o no tornare a casa e poi fare un salto in ospedale per poter ringraziare l'uomo che mi aveva offerto di vivere abusivamente in casa sua. Uscii di casa, preoccupandomi di aver chiuso bene a chiave la porta e mi diressi alla fermata dell'autobus. Mentre aspettavo che arrivasse, pensai che era arrivato il momento di decidere cosa fare nella vita.
Potevo lasciare la scuola, e trovarmi un lavoro oppure continuare gli studi. A quel pensiero feci una smorfia constatando che studiare non faceva per me. Sistemai sulla testa il cappuccio della felpa e salii sul bus che era arrivato. Alzai lo sguardo quel poco che bastava per trovare libero il mio posto e notai la solita ragazza. La ragazza che aveva cercato di inquadrami in quell'ascensore di ospedale.
La stessa ragazza isolata dal mondo, la ragazza che nascondeva il suo viso. E in quel momento, quando mi sedetti qualche posto più avanti al suo, mi chiesi  se fosse bella oppure no. Se avesse i capelli rossi, neri o castani. Se avesse gli occhi azzurri o verdi. Tanti pensieri che mi vorticavano nella testa e mi resi conto in tempo che era arrivata la mia fermata. Scesi e percorsi qualche passo a piedi prima di arrivare davanti casa mia. Secondo i miei calcoli, ovviamente non matematici, mio padre sarebbe dovuto essere  al solito bar ad ubricarsi.
Non feci nemmeno in tempo a suonare il campanello, che mi ritrovai mia madre ad abbracciarmi.
Pattie Mallette. Una donna minuta, con i suoi capelli castani raccolti in una cosa e i suoi occhi azzurri che mi infondevano tanta sicurezza.
"Oh Justin, mi dispiace così tanto per ieri" mi teneva ancora stretto a se. Ed io non potevo far altro che ricambiare l'abbraccio.
"Papà è in casa?" 
"No, ma non è il momento di ritornare a casa. E' molto furioso in questo periodo" disse, invitandomi ad entrare in casa. Non chiesi del perchè fosse furioso o meno. Queste cose succedevano di continuo ed io di continuo dovevo trovarmi una sistemazione per qualche giorno. Quando andavo a scuola, mi intrufolavo di notte negli spogliatoi della palestra e di mattina presto uscivo di lì senza farmi vedere, e facevo lo stesso se papà era 'furioso' per giorni.
"Che cosa è successo qui?" chiesi, notando che il soggiorno e la cucina erano messi davvero male.
C'era vetro sparso d'appertutto ed era stato lanciato anche qualche vaso.
"Niente di cui non possa occuparmi" mi sorrise "Allora, dove hai dormito questa notte? sai che ho chieso alla mia amica di poterti ospitare a casa sua. quella che ha la figlia della tua età e all'asilo siete anche stati insieme"
"Ho trovato una sistemazione" chiusi così la conversazione. Salii le scale diretto in camera mia. Era così come l'avevo lasciata.
Presi una valigia da sotto il letto e incominciai ad infilarci dentro qualsiasi cosa potesse servirmi.
Quando fui sicuro di averci messo tutto chiusi la valigia e andai al piano di sotto per salutare la mamma.
"Mi fido di te, Justin. E ti lascio qualcosa con cui puoi comprarti da mangiare" mi porse dei soldi che accettai visto che ero digiuno dal giorno precedente. Misi il danaro in tasca, diedi un bacio sulla guancia di mia madre e uscii da casa mia con lo skate sotto braccio.

Scesi dal bus proprio davanti all'ospedale  con la valigia in una mano, e lo skate nell'altra. Varcai l'ngresso di quell'enorme edificio diretto verso l'ascensore. Ci salii e mentre aspettavo che arrivasse il mio piano, mi venne a mente quello che successe con quella ragazza. L'avevo spaventata perchè avevo sbuffato, ma non per il fatto che lei mi stesse osservando ma perchè odio gli ascensori ma continuo ad usarli. L'intelligenza che fa parte di me. Esco dall'ascensore, tirando sempre un sospiro di sollievo e mi dirigo verso la stanza.
Stavo per varcare la soglia quando mi accorsi di lei girata di spalle e l'uomo che mi guardava bianco in volto. Dovevo andarmene.




 
My space.
Sono tornata. Anche se in ritardo.
Ma le recensioni sono scese anche se non erano assai ma mi piaceva 
averne qualcuno in più. 
Allora Entra in scena un nuovo personaggio Jamie ( se cliccate sul nome uscirà una sua gif).
Sarà di fatale importanza in questa storia, non vi dirò il perchè. Posso solo dirvi
che rivoluzionerà il carattere della nostra Lara.
Per quanto riguarda Justin. Parla di 'tutto il male' secondo voi che cos'è?

Eheh...ok, spero recensirete questo capitolo che ho fatto che un pò più lungo lol.
Grazie a chi ha recensito :)

Alla prossima
Much love
Giuls <3
   
 
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